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(Adnkronos) - "Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature in cui mi è stato dato l’onere e l’onore di essere sindaco di Milano si è sempre ed esclusivamente basato su ciò che ritengo essere l’interesse dei cittadini e delle cittadine". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, riferendo in Consiglio comunale sull'inchiesta della procura sulla gestione dell'urbanistica che lo vede indagato. Una relazione partita "prima di tutto dal mio coinvolgimento nell'indagine", ha spiegato Sala all'inizio del suo discorso, esprimendo il desiderio di essere "chiarissimo". "In tutto ciò che ho fatto nel mio mestiere di sindaco - ha assicurato - non esiste una singola azione che possa essere attribuita al mio personale vantaggio. Le mie mani sono pulite". "Sono giorni confusi in cui tutto sembra diventare oscuro, in cui le certezze sembrano vacillare e spesso pare che anche le fisionomie più note sembrino confondersi", ha spiegato aprendo il suo discorso. "Sono qui doverosamente con voi in un momento delicato per molti motivi che hanno a che vedere con la mia persona, con i destini di tante persone che hanno creduto in questa avventura politica, con tutto ciò che abbiamo condiviso o meno in quest'aula", ha detto Sala rivolgendosi a consiglieri e consigliere. "Oggi sono più che mai motivato a fare il mio dovere fino in fondo con il vostro aiuto e a proseguire nell'incarico che i milanesi ci hanno democraticamente affidato", le parole del sindaco tra gli applausi. "Ho pensato seriamente, e ne ho parlato tanto in famiglia, alla possibilità di non andare avanti", ha confessato il primo cittadino a consiglieri e consigliere. "E' dal gennaio del 2009, da 16 anni, che ho dato professionalmente e umanamente tutto quello che ho a Milano. E se trovo ancora la motivazione e le energie per proseguire in questo incarico non è per mia soddisfazione personale o per mia ambizione, ma per un motivo molto più semplice: è il vero insegnamento che ho ricevuto da mio padre", ha detto Sala, riferendo di una frase che il padre artigiano gli disse quando capì che avrebbe fatto un mestiere diverso dal suo. "Mi disse 'Fai quello che vuoi nella vita, ma ricordati che io ti guarderò e vorrò essere certo che stai facendo il tuo dovere fino in fondo'. E oggi sono più che mai motivato a fare il mio dovere fino in fondo", ha assicurato il sindaco. "Se su queste basi la maggioranza che mi sostiene c'è e c'è coraggiosamente, con responsabilità e cuore, in antitesi a credere, obbedire e combattere - come affermava Antonio Greppi - io ci sono", ha continuato, citando il predecessore che guidò il Comune nel secondo dopoguerra. "Io - ha aggiunto Sala tra gli applausi dei consiglieri di maggioranza - ci sono con tutta la passione, con tutta la voglia e con tutto l'amore per questa città di cui sono capace. Ho ricevuto più messaggi, e-mail e telefonate in questo frangente di quando sono stato eletto da amici, vertici presenti e passati delle istituzioni, da sconosciuti, da miei elettori e da persone che mi hanno detto di essere di centrodestra. Persone che non mi hanno votato ma che mi hanno detto di credere nella mia onestà e nella mia dedizione". "Non è questa la sede per discutere l’operato della magistratura e, tantomeno, per dare giudizi; la giustizia fa il suo corso e le sue conclusioni vanno sempre e comunque rispettate", la premessa, ripetuta più volte dal sindaco Sala nei 25 minuti di discorso. "Accuse che mi sarebbero mosse", ha detto Sala, ricordando di aver "appreso solo dai media di essere indagato per il momento senza alcun avviso di garanzia". E su questo - pur ribadendo di non voler "dare giudizi sull'operato della magistratura - Sala si è permesso di "rilevare un comportamento ricorrente in questo Paese che ritengo profondamente sbagliato. Sempre i media riferiscono che secondo la magistratura non sarebbe stato necessario notificarmi alcunché perché non è stato necessario svolgere attività di indagine per cui è prevista obbligatoriamente la partecipazione dell’indagato. Lo capisco e lo accetto. Ma allora mi chiedo: essendo la magistratura l’unico organo preposto alla comunicazione di questi atti, perché questa informazione è stata divulgata ai media? E chiedo a voi, colleghi politici, se ciò continui a starvi bene. Sta bene a chi governa o ambisce a governare una città o un Paese che indagini riservate diventino pubbliche?", la domanda. Poi un messaggio alle opposizioni: "Ricordo a chi approfitta, politicamente, di situazioni come quella che la mia amministrazione sta vivendo: oggi a me, domani a te". "Giustizia e politica devono occuparsi di ambiti separati", le parole di Sala in un altro passaggio. "Bisogna fare di più per rendere Milano sempre più equa, sana ed equilibrata. Ed è giusto discuterne. E’ giusto e sano che le idee, le posizioni, i progetti siano sempre al centro del confronto democratico", ha ammesso Sala, ma - ha ammonito - "non possiamo non essere d’accordo sul fatto che la giustizia e la politica debbano occuparsi di ambiti separati. E per far sì che questa società funzioni bisogna che questa distinzione regga in tutto e per tutto. Nel reciproco rispetto". Per questo - ha aggiunto il sindaco, rivolgendosi al Consiglio comunale - "è fondamentale che anche noi facciamo il nostro dovere in questa aula. Ed è per questo che la nostra risposta a quello che sta succedendo deve essere politica, nel segno della più alta tradizione di Milano e del suo Comune. Una politica che ha l’obiettivo primario di intervenire per migliorare la vita dei concittadini che hanno più difficoltà". "Certa politica, oltre ad assumere comportamenti sgraziati e fin maleducati, sta commettendo un grande errore", ha continuato il sindaco. Poi, rivolgendosi "a una parte dell’opposizione, non a tutta", Sala ha avvertito: "Se vi abbandonate a gesti plateali e a schiamazzi d’aula per avere una foto in cronaca locale potete raggiungere il vostro scopo, non c’è dubbio. Se lo fate nella speranza di destabilizzarmi non c’è altrettanto dubbio che non avete alcuna possibilità. Nella mia vita ho affrontato problemi cento volte più gravi, cose del genere non producono nessun effetto su di me". "Guardiamo al compito che ci siamo assunti verso Milano nel momento in cui siamo stati eletti (due volte). Noi, nessun altro, abbiamo il dovere di mantenere gli impegni assunti nei confronti degli elettori e delle elettrici", ha detto ancora rivolgendosi alla maggioranza in Consiglio comunale. Un compito che il sindaco ha riassunto come quello di "far crescere Milano su una strada che tenga insieme le ragioni dello sviluppo e del sostegno a chi fa fatica. Questo è il senso della nostra politica". Sala ha invitato i consiglieri di maggioranza anche a "essere consapevoli e anche orgogliosi del nostro percorso. Per quello che ci è stato dato fare con gli strumenti finanziari che abbiamo avuto a disposizione, abbiamo agito sempre nella direzione di apertura al progresso. Sfido chiunque a trovare una voce di bilancio che non abbia questo segno o che non sia stata indirizzata con questo intento. In questi anni i bilanci li abbiamo fatti assieme. E li abbiamo approvati assieme. Le scelte che abbiamo compiuto sono nel segno di tutte le grandi città nazionali e internazionali governate dai progressisti" "Certo - ha riconosciuto il sindaco - la velocità a cui corre Milano abbisogna di correzioni continue e non tutto ciò che abbiamo tentato ha il crisma della perfezione. Ci mancherebbe! Ma dobbiamo osservare la traiettoria storica che Milano ha preso sotto le tre sindacature di centrosinistra, oltre che del fenomeno Expo: e, secondo me, si tratta della via più adatta di sviluppo per una città che da sempre ha espresso una vocazione di apertura e una capacità attrattiva e di dialogo continuo con il mondo. E facendo della collaborazione tra pubblico e privato una virtù". Nel suo discorso il sindaco ha parlato dello "sviluppo di una città che si sta facendo metropoli e che compie un processo di trasformazione comune a molte realtà dello stesso tipo, in Europa e nel mondo" e di problemi - "dalla sicurezza alla mobilità, dal costo della vita e dell’abitare alla cura del verde" - "strutturali a cui la politica deve proporre risposte, che divergono a seconda dell’indirizzo della politica stessa: e noi del Centrosinistra abbiamo conferito un indirizzo decisamente progressista a ciascuna problematica". Sala è partito proprio dalla vicenda 'Pirellino', cioè l'edificio di via Pirelli 39 che ospitava uffici comunali. "Spesso si dice e si scrive che l’azione amministrativa di questa sindacatura abbia lasciato troppo spazio a interessi immobiliari privati. La vicenda del Pirellino vi racconta che il nostro orientamento è un altro", ha detto. Sala ne ha ripercorso la storia, dal bando lanciato nel 2013 dalla giunta Pisapia, fino alla recente sentenza del Consiglio di Stato. "Mi permetto di far osservare, sempre nel rispetto del lavoro della magistratura, che il mio racconto fa capire quanto il Comune si sia sbilanciato in favore dell’interesse pubblico, talmente tanto da incorrere in una condanna del Consiglio di Stato per avere sacrificato illegittimamente le aspettative del costruttore", ha sottolineato Sala. In un altro passaggio del suo discorso, il sindaco ha detto che è "sbagliato avere paura della verticalizzazione di Milano. Come possiamo - si è chiesto - guadagnare più spazio per la socialità, per il verde, per la rivitalizzazione della città se non delegando alla verticalità funzioni dell’abitare e del lavoro di cui questa città, per fortuna, continua ad avere tanto bisogno?". "Ho segnalato la mia foto in versione da galeotto" a Meloni e La Russa; "era satira, lei è un piccolo sindaco". Non se le sono mandate a dire nell'aula di Palazzo Marino il primo cittadino Sala e il consigliere Enrico Marcora, eletto nel 2016 nella lista del candidato sindaco di centrosinistra, poi uscito dalla maggioranza per passare al gruppo misto e ricandidatosi nel 2021 con Fratelli d'Italia (è rientrato in Consiglio dopo le dimissioni di Vittorio Feltri nel 2022). Tra i due c'è maretta da anni: quando ancora sosteneva la sua maggioranza, fino al 2020, Marcora 'bacchettava' Sala tutte le settimane, con attacchi spesso diretti al sindaco, che non di rado rispondeva per le rime. Dopo l'uscita dell'ex consigliere dalla maggioranza, gli attacchi sono diventati ancor più frontali. E così, commentando l'inchiesta della procura di Milano sull'urbanistica, Marcora sui social nei giorni scorsi ha pubblicato un fotomontaggio della celebre foto di Sala seduto in poltrona con i calzini arcobaleno, in cui il sindaco indossa una tuta a righe. "Al consigliere Marcora, che ha ritenuto di poter avere un momento di fama postando una mia foto in versione da galeotto, voglio dire che per contribuire ad amplificare la sua fama ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, nella fattispecie al presidente del Consiglio e al presidente del Senato (non si preoccupi, non c’è bisogno che mi ringrazi)", ha detto Sala in aula, suscitando l'immediata reazione dell'ex consigliere di maggioranza. "Quello che mi hanno risposto lo tengo per me. Ma ora starò a vedere. Se la forza politica a cui lei ha aderito, l’ennesima forza politica a cui lei ha aderito - ha detto Sala con sarcasmo - le farà fare carriera, vorrà dire che condivide e appoggia il suo comportamento. Se invece ciò non avverrà vorrà dire che il suo partito, un partito che governa la nostra nazione, a un minimo di rispetto istituzionale ci tiene. Vedremo…". "Cos'è, una minaccia?", ha risposto Marcora. Poi, terminati gli interventi di Sala e dell'assessore dimissionario alla Rigenerazione urbana, la risposta di Marcora al microfono "per fatto personale". "Visto l'intervento del sindaco, volevo ricordarle che io sono stato eletto nella sua lista e poi Mi sono candidato in Fratelli d'Italia e sono stato eletto. Sono uscito dalla maggioranza, per entrare nella minoranza, in un partito che aveva allora credo il 3%", ha sottolineato il consigliere di opposizione, spiegando che il fotomontaggio di Sala in tuta a righe "l'ho trovato sulla rete ed è un post satirico". Quindi Marcora si è appellato a Maurizio Crozza. "Oggi - ha detto del comico di 'Fratelli di Crozza' - avrebbe detto 'povera Milano, come siamo conciati con questo sindaco'". Poi l'attacco più frontale al primo cittadino: "Lei deve rispondere alle domande che noi consiglieri comunali abbiamo fatto in quest'aula e che ribadiremo all'interno di questo Consiglio e non correre dietro ai post. Solo un piccolo sindaco lo fa. Lei è un piccolo sindaco". "Ho rassegnato oggi le dimissioni dalla mia carica di assessore. Giungo a questa decisione, profondamente sofferta, perché ritengo sia la migliore", ha poi annunciato oggi l'assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, durante il suo intervento nella seduta odierna di Consiglio comunale. "La mia coscienza è pulita, ho prestato la mia opera con passione, impegno, rispetto per tutte e per tutti, leale confronto e con amore profondo per la città. Questo mio gesto, spero, sia tenuto per una maggiore serenità e per giungere il prima possibile a una dimensione di chiarezza e giustizia", ha poi spiegato. "Ci tengo a dire - ha quindi aggiunto - che la mia vita, professionale o no, è sempre stata improntata a valori etici e morali, sempre a me riconosciuti da più parti, in più contesti, anche nella mia attività di assessore negli ultimi quasi quattro anni". "È stata un'esperienza che chiudo in modo infelice, ma che ho vissuto con entusiasmo, anche nei momenti difficili, sorretto dal sindaco, dagli straordinari colleghi di Giunta, da tanti ex colleghi e amici. Nella mia attuale posizione, con un'indagine in corso, mi limito ad aggiungere poche considerazioni. Sull'estraneità del mio operato, qualsiasi intento o illecito, o per qualsiasi interesse personale, non posso che rimettermi agli organi giudiziari" ha affermato Tancredi. "Ancora una volta - ha aggiunto - si cerca di ridurre temi complessi al tatticismo politico e all'individuazione di un capro espiatorio su cui scaricare ogni responsabilità. Sarà interessante vedere tolto di mezzo l'assessore caduto in disgrazia e ancora in assenza di quella legge nazionale di riforma organica complessiva di cui io sempre ho spiegato la definizione e l'approvazione, come cambierà l'urbanistica di Milano". "Concludo ringraziando la mia famiglia, chi mi è stato vicino, gli amici e le amiche, i tantissimi attestati di affetti e stima che in parte compensano la grande amarezza della profonda delusione di questi giorni" ha poi chiosato Tancredi.
(Adnkronos) - "L’associazione Professionitaliane, che rappresenta 23 ordini e collegi professionali, rinnova l’urgenza della definizione di una riforma delle professioni. A oltre un decennio dalla riforma del 2012, il sistema normativo che regola gli ordini professionali risulta frammentato, disomogeneo e in molti casi obsoleto. Molti ordinamenti professionali risalgono a più di trent’anni fa, con norme superate dai cambiamenti legislativi e giurisprudenziali intervenuti nel frattempo". E' quanto si legge in una nota Professionitaliane. "Professionitaliane - spiega - sollecita un intervento normativo che assicuri l’armonizzazione dei principi generali su organizzazione, accesso, formazione continua e sistemi elettorali degli ordini; il rispetto delle competenze professionali, evitando sovrapposizioni e conflitti tra Albi diversi; l’introduzione di regole uniformi su voto a distanza, quote di genere e rappresentanza territoriale; una cornice normativa moderna per le aggregazioni professionali e le nuove forme di esercizio e il rafforzamento del principio di sussidiarietà". "Una riforma strutturata e condivisa - continua - capace di rilanciare il ruolo strategico delle professioni nel tessuto economico e sociale del Paese, non può più attendere. Professionitaliane conferma la piena disponibilità a collaborare con il governo per garantire un’evoluzione ordinistica che sia al passo con le sfide contemporanee".
(Adnkronos) - Sono oltre 72 milioni di euro le risorse messe a disposizione ogni anno da A2a per le proprie persone. Questi i numeri del Gruppo relativi ai servizi di welfare, ai Premi di produttività, oltre al nuovo piano di azionariato diffuso presentati oggi a Milano: un sistema ampio e articolato che tiene conto delle diverse dimensioni che concorrono a favorire il benessere di un individuo, tra le quali la famiglia, il risparmio, la salute, il tempo libero. Le ricerche svolte da Percorsi di secondo welfare (laboratorio che studia i cambiamenti in atto legato al Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell'Università degli Studi di Milano) indicano che nel 2023 le imprese italiane hanno investito nel welfare aziendale circa 3,2 miliardi di euro. Un dato in crescita di oltre il 6% rispetto all'anno precedente, che conferma un trend positivo che negli ultimi 10 anni ha visto il consolidamento della cultura delle organizzazioni sui temi sociali. Tra le aziende, infatti, continua a crescere la consapevolezza di come queste policy siano in grado di migliorare il benessere di chi lavora, incidendo positivamente su clima interno, produttività e attrattività delle organizzazioni. L’evento ‘WelLfare. Il Welfare fa davvero bene’ - a cui hanno preso parte la Sindaca di Brescia Laura Castelletti, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e i vertici di A2a, il presidente Roberto Tasca e l’ad Renato Mazzoncini - è stato un’occasione per condividere una riflessione su questi temi e sull’intero ecosistema che coinvolge tanti attori nel panorama italiano, con i contributi della Prof.ssa Marilisa D’Amico, del professor Maurizio Ferrera e della professoressa Franca Maino, docenti dell’Università Statale di Milano e la moderazione di Barbara Stefanelli, vicedirettore vicario del Corriere della Sera. Gli effetti dei cambiamenti demografici e sociali richiedono interventi per rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini: in questo contesto le prestazioni erogate dalle aziende, affiancandosi e integrandosi al welfare pubblico, possono contribuire a generare un impatto positivo nella creazione di valore per il territorio e per le comunità. “Il welfare aziendale - commenta Roberto Tasca, presidente di A2a - ha una lunga tradizione nella storia di A2a: le prime forme di supporto ai dipendenti attivate negli Anni ‘60 per fronteggiare fenomeni come l’emarginazione sociale, tipica di quel periodo, erano già strumenti di attenzione alle persone e inclusione. Questo percorso è proseguito negli anni con numerose iniziative, l’ultima delle quali in ordine di tempo è il Piano di Azionariato Diffuso”. E aggiunge: “Oggi il Gruppo è tra le prime aziende del Paese e la prima che opera anche nell’ambito dell’economia circolare ad avere attivato questo programma con 5,3 milioni di euro che cresceranno ancora nella fase successiva. Oltre a coinvolgere i nostri colleghi nel percorso di crescita della società condividendo con loro i risultati raggiunti insieme, rappresenta anche una leva di educazione finanziaria per favorire la conoscenza rispetto all’impiego delle proprie risorse economiche. Con questo Piano testimoniamo il senso di responsabilità che abbiamo nei loro confronti. Le quasi 11mila adesioni ci confermano l’importanza dell’investimento fatto e l’elevato livello di affiliazione dei nostri dipendenti”. Evidenzia l’ad di A2a, Mazzoncini: “La disponibilità e l’accessibilità dei servizi incidono sempre di più sulla qualità della vita. L’impegno del Gruppo per il benessere dei dipendenti è cresciuto negli anni ed è diventato centrale nella nostra strategia. Per le nostre persone abbiamo previsto oltre 72 milioni di euro all’anno attraverso un sistema strutturato che si è evoluto e rafforzato nel tempo fino a diventare un modello di riferimento nel nostro ambito industriale. Ne è esempio il piano da 120 milioni al 2035 per sostenere i nostri colleghi nei loro progetti di genitorialità”. Quindi sottolinea: "Di fronte ai cambiamenti socio-demografici in atto i sistemi di welfare possono diventare laboratori di innovazione in grado di attivare alleanze tra pubblico e privato e mettere a sistema azioni orientate a garantire maggiore benessere per le comunità”. Mauro Ghilardi, direttore People and Transformation di A2a, rimarca come, a partire dai primi fondi di assistenza sanitaria per le famiglie, le case vacanze e le colonie estive avviati diversi anni fa, l’impegno del Gruppo per il benessere dei dipendenti si sia esteso e rafforzato. Solo negli ultimi 18 mesi sono stati avviati A2a Life Caring - il programma da 10 milioni di euro l’anno (120 milioni in arco piano) per supportare la genitorialità con aiuti economici e iniziative formative, tra le quali un contributo annuale fino a 3.250 euro per i primi 3 anni di vita del bambino e il supporto per le spese sostenute per la cura e l’istruzione dei figli fino alla fine dell’istruzione secondaria - e A2a Life Sharing - il Piano di Azionariato Diffuso da oltre 5,3 milioni annui grazie al quale le persone del Gruppo possono partecipare alla crescita dell’azienda. Gli elementi distintivi dei due piani (Life Caring e Life Sharing) risiedono anche nella condivisione con le organizzazioni sindacali. In particolare, il Piano di Azionariato Diffuso è stato sottoscritto e supportato dalla maggior parte delle sigle presenti nel Gruppo, un unicum nel panorama imprenditoriale (recenti analoghe iniziative di altre aziende sono state definite in modo unilaterale). Alla prima fase ha aderito oltre l’86% degli aventi diritto; in autunno partirà la seconda fase nella quale tutti i dipendenti potranno acquistare azioni di A2a ricevendone ulteriori gratuitamente con una premialità inversa rispetto al proprio inquadramento contrattuale per favorire i colleghi con le retribuzioni più basse: 1 azione gratuita ogni azione acquistata per gli operai, 1 azione gratuita ogni 3 per quadri e impiegati, 1 azione gratuita ogni 5 acquistate per i dirigenti. Diciotto milioni di euro sono inoltre previsti per altri servizi (tra i quali il progetto ‘Case ai lavoratori’, l’assistenza sanitaria integrativa, assistenza psicologica, iniziative di wellbeing e lotta alle dipendenze, convenzioni attive) a cui si aggiungono ulteriori 39 milioni per i Premi di produttività, che i dipendenti possono scegliere di destinare in tutto o in parte ai fondi di previdenza complementare, usufruendo di un contributo aggiuntivo da parte di A2a sull’importo convertito (di circa il 15%). Oltre a quelli di natura economica, le politiche di welfare di A2a sono in grado di abilitare importanti benefici indiretti: favoriscono la diffusione tra la popolazione aziendale di informazioni sulle prestazioni alle quali si può accedere, e quindi maggiore consapevolezza sui propri diritti, e incentivano meccanismi occupazionali virtuosi come la capacità di attrazione di nuovi talenti e lo sviluppo di un indotto di servizi di qualità sul territorio.