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(Adnkronos) - Al via il Festival di Emergency, a Reggio Emilia fino a domenica 7 settembre. Tra i momenti più attesi il sabato sera in piazza Prampolini Per Gaza che sarà presentato da Jolanda Renga e da Ambra Angiolini. Le due conduttrici sono anche autrici e ideatrici dell’evento, insieme a Emergency, che porterà sul palco tanti artisti, tra cui Levante, Francamente, Camilla Filippi, Maurizio Carucci degli Ex-Otago e Mirco Mariani degli Extraliscio per una serata tra arte e musica. Gli appuntamenti del Festival, tutti gratuiti, sono tanti già dalla prima giornata: incontri e dialoghi sui temi più caldi dell’attualità, ma anche momenti interattivi per coinvolgere tutto il pubblico. Proprio gli spettatori saranno protagonisti della serata in Piazza Prampolini grazie ad HardKoro: il grande coro estemporaneo che, per l’occasione, intonerà un celebre brano pop, un omaggio alla vita e alla pace, svelato e imparato sul momento. Per partecipare non ci sarà bisogno di audizioni, nessuna ansia da prestazione, chi ci sarà canterà, ricevendo il testo della canzone e lasciandosi guidare dal “non” maestro. Molti appuntamenti del festival sono già sold out, ma sul sito e presso l’info-point di piazza Prampolini sono ancora disponibili biglietti per alcuni appuntamenti. In caso di posti liberi, inoltre, sarà possibile accedere agli incontri mettendosi in fila poco prima degli eventi. Dal 5 settembre sarà aperta al pubblico la mostra “Contro la guerra - sguardi e immaginari”: un percorso immersivo sul tema della guerra nei suoi effetti fisici, psicologici, sociali e politici che si struttura attraverso diversi livelli visivi e gradi di coinvolgimento. L’esposizione, un progetto di Emergency a cura di Cheap, sarà visitabile gratuitamente, dalle 10 alle 20, al Palazzo dei Musei a Reggio Emilia (Via Spallanzani, 1). Dalle 16 alle 20 sarà allestita a Piazza Frumentaria “Se telefonando, io potessi…”, un’esperienza interattiva che farà dialogare i partecipanti con personaggi venuti dal passato e dal futuro, per comprendere meglio il presente. Ad aprire gli incontri sarà la storica e ricercatrice Vanessa Roghi con “Domande per pensare” – Quando la voce diventa rivoluzione?, in Piazza Casotti alle 16:00. Il pubblico sarà accompagnato in un viaggio attraverso le onde radio degli anni tra il 1978 e il 1988, quando programmi come Noi, voi, loro, donna e Ora D raccontavano, attraverso telefonate, dialoghi e musica, la trasformazione della società italiana. Alle 16:30, nel cortile di Palazzo Ancini, Bassidy Sanogo, calciatore maliano che milita nelle giovanili della Fiorentina, riceverà il Premio AltroPallone, che dal 1998 viene assegnato a chi si è distinto, nel mondo dello sport, per azioni di solidarietà e tutela dell’infanzia e dell’adolescenza. Nei diciassette anni di Bassidy ci sono già tante vite. Partito nel 2021 da Bamako con il sogno di diventare calciatore in Europa, ha attraversato tre deserti prima di conoscere la dura realtà della carcerazione in Libia. Al terzo tentativo di traversata del Mediterraneo è stato soccorso con altre settanta persone dalla Life Support di Emergency. Sbarcato a Livorno, anche grazie ad una felice collaborazione tra istituzioni e tutori volontari, ha potuto riabbracciare il sogno di giocare a pallone, fino alla chiamata del club gigliato. All’incontro parteciperanno, oltre a Bassidy, anche Paolo Maggioni, giornalista Rai e presidente del Premio AltroPallone e Paola Tagliabue, medico di Emergency. Alle 16:45, in Piazza dei Martiri, ci sarà “Un caffè con…” durante il quale Benedetta Tobagi, scrittrice e storica, incontrerà Riccardo Staglianò, inviato del Venerdì di Repubblica, in un confronto intenso fatto di riflessioni e sguardi critici sul presente. Alle 17:00, al Teatro San Prospero, prenderà vita la rassegna “Voci in scena” con lo spettacolo teatrale Hiroshima e Nagasaki: la voce dei sopravvissuti, scritto e interpretato dallo storico Paolo Colombo. In un racconto intenso e necessario, le parole degli Hibakusha, i sopravvissuti alle bombe atomiche, diventeranno testimonianza viva e diretta di uno dei momenti più devastanti della storia umana. Alle 17:15, nel cortile del Palazzo Dossetti, Micheline Mwendike, scrittrice, attivista e fondatrice del movimento Lucha, e Marco Trovato, direttore di Rivista Africa, moderati dal giornalista di Radio24, Giampaolo Musumeci, saranno protagonisti dell’incontro Africa: voci dal continente del futuro: un viaggio dal Congo al Sudan fino all’Africa Australe con le voci e le storie di chi ispira il cambiamento di un intero continente. Alle 17:30 in Piazza Casotti si proseguirà con un’altra “Domanda” dal titolo Chi ha paura della voce delle donne? con la giornalista Simonetta Sciandivasci che condurrà un’analisi lucida sul modo in cui, ancora oggi, le voci femminili vengono sistematicamente silenziate. In Piazza Prampolini alle 18:15, si affronteranno i temi della libertà di informazione con l’incontro Voci sotto attacco. Aprirà l’incontro Alessandro Manno, responsabile del progetto Palestina per Emergency, ed interverranno Shuruq As’ad, giornalista, Gianrico Carofiglio, scrittore, e Lucia Goracci, inviata del TG3, per condividere le sfide vissute da chi quotidianamente racconta realtà complesse o dimenticate. Modererà Tonia Cartolano, caporedattrice di SkyTG24. Alle 19:15, ancora in Piazza Casotti, l’attenzione si sposterà sulla questione economica, con l’incontro 'Perché chi guadagna sempre meno non alza la voce?', con cui Riccardo Staglianò, inviato del Venerdì di Repubblica, rifletterà su un’anomalia italiana: mentre i salari calano, la mobilitazione collettiva sembra assente. L’incontro si concentrerà sulle ragioni economiche, politiche e sociali che impediscono l’emersione di una voce comune in difesa della giustizia sociale. Alle 19:45 si torna in Piazza Prampolini per Voci d’altro genere, un dialogo dedicato alla condizione delle donne nel mondo; l’incontro si aprirà con Eleonora Bruni, ostetrica di Emergency, e raccoglierà le voci di Benedetta Tobagi, scrittrice e storica, Vanessa Roghi, storica e ricercatrice, e, in collegamento, della fumettista e artista Takoua Ben Mohammed. Modererà Chiara Piotto, giornalista di SkyTG24. Questi due appuntamenti saranno accessibili con traduzione simultanea in LIS. Alle 20:45 in programma uno speech in lingua inglese: Is the Gazawi journalists’ voice loud enough?, ancora parte del ciclo “Domande per pensare” di Piazza Casotti. La giornalista Shuruq As’ad racconterà le difficoltà estreme vissute dai reporter palestinesi a Gaza, in un contesto in cui i giornalisti stranieri sono esclusi e tocca ai cronisti locali rischiare tutto per far sapere al mondo cosa accade. La serata prevede un appuntamento speciale e interattivo con HardKoro: Piazza Prampolini si trasformerà in un grande coro pop, composto dall’intero pubblico presente, che si troverà a imparare e cantare canzoni di pace svelate sul momento sotto la guida di un maestro. Il pubblico non si limita ad assistere, ma sarà il centro dello spettacolo: chi c’è, viene per cantare. Le canzoni, una per ogni sessione, saranno svelate la sera stessa e ai partecipanti sarà consegnato il testo. A chiudere la giornata ci sarà il Dj-set a cura di The Riff, dalle ore 23:00 in Piazza San Prospero. Tanti anche gli appuntamenti dedicati ai bambini e ragazzi, ma anche alle famiglie, agli insegnanti, agli educatori: il laboratorio organizzato da Cheap per interrogarsi sulla guerra e sul ruolo delle immagini, del linguaggio e della propaganda; quello di Eduiren per sfidarsi alla ricerca di soluzioni ecologiche per migliorare il futuro; l’attività itinerante, ideata da Il Tarlo, con protagonisti un tornio e un grammofono alimentati da ingegno, energia umana e sostenibilità; infine, il racconto della geniale vita di Albert Einstein attraverso la voce del giornalista Federico Taddia e la musica di Lorenzo Baglioni. Il Festival di Emergency è organizzato grazie a un protocollo di intesa con il Comune di Reggio Emilia, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e con la media partnership di Adnkronos e Sky Tg24.
(Adnkronos) - "La Cina ha promosso la manifestazione del 3 settembre per celebrare la vittoria sull'aggressione giapponese 80 anni fa. Ma questo è un simbolo per mostrare l'inizio della storia della nuova Cina, che non solo è imprescindibile dal punto di vista economico per le nostre aziende, ma ha un valore rilevante nelle relazioni internazionali, nella geopolitica, in una serie di temi per cui in futuro ogni regione del mondo, non solo il Sud ma anche il Nord, deve guardare con maggiore interesse e attenzione a Pechino". Così, raggiunto telefonicamente da Adnkronos/Labitalia a Shangai, Lorenzo Riccardi, presidente della Camera di commercio italiana in Cina, commenta gli eventi degli ultimi giorni che hanno visto il Paese asiatico al centro dell'attenzione del mondo. Riccardi ricorda che "L'Europa deve guardare sempre più alla rilevanza del mercato cinese, perché è passato negli ultimi 20 anni dal 4% del valore dell'economia globale al 19% del Pil globale, equiparandosi quindi all'Unione Europea e cambiando in modo radicale il proprio valore". E per Riccardi "di certo in questi giorni abbiamo assistito ad alcuni momenti di particolare rilevanza, in particolare con la Shanghai cooperation organization che ha organizzato un summit, la Sco, nella città di Tianjin, a nord-est della Cina. Per la prima volta dal 2018 ha partecipato Modi insieme al presidente Xi e hanno promosso un'alleanza tra i paesi più popolosi del pianeta. Cina e India equivalgono a 2,8 miliardi di persone, quindi sono una quota significativa per l'intera umanità. Cosa interessante è che ha partecipato Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite", sottolinea. I rapporti con l'Italia "L'Italia ha mostrato un interesse verso la Cina a fronte di una situazione geopolitica complessa, dove chiaramente siamo di fronte ai dazi globali dell'amministrazione americana e abbiamo la necessità di mantenere una relazione economica con regioni rilevanti come l'Asia, e certamente come la Cina. Dobbiamo considerare che abbiamo avuto un numero di missioni ufficiali dall'Italia verso la Cina che non si era mai visto, con il ministro delle Imprese e del made in Italy Urso, la premier Meloni, il capo dello Stato Mattarella, il presidente del Senato italiano La Russa, il vice premier Tajani che lo ha accompagnato, il vice premier Salvini che ha incontrato la comunità e il ministro delle Infrastrutture. Quindi tutte le più alte cariche dello Stato in un arco temporale molto ridotto, quasi in un semestre. Questo è indice del fatto che l'Italia comunque guarda con grande attenzione alla relazione con la Cina, ovviamente in uno scenario con mutamenti significativi, rapidi". I dazi Usa? Un'opportunità "La Cina -spiega Riccardi- oggi si promuove come partner con una stabilità politica diversa rispetto ovviamente agli scostamenti date dalle politiche dei dazi americani. Sicuramente i dazi Usa portano l'Italia a verificare altri mercati alternativi, emergenti. Tra questi la Cina è il primo mercato per l'Italia in tutta la regione dell'Asia Pacifico". E Riccardi ricorda che "spesso nella comunicazione europea si valorizza questa competizione tra Stati Uniti e Cina come un'alternativa, ma è chi è da questa parte del mondo, in Oriente e in Cina, promuove invece l'idea che ci siano doppie opportunità, cioè bisogna coglierle entrambe, non bisogna scegliere unicamente un partner", conclude. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - 'Matriarche e Memorie'. È questo il tema della Giornata mondiale dell'elefante (World Elephant Day) di quest’anno, celebrata come ogni anno il 12 agosto. La Giornata 2025 ha infatti un focus sul ruolo cruciale delle femmine di elefante nel guidare e preservare la storia dei loro branchi. Così il Wwf in una nota in cui ricorda che la leadership del branco di elefanti è affidato ad una femmina adulta ed esperta che è responsabile di guidare il gruppo, prendere decisioni cruciali su dove andare a reperire acqua e cibo e su come reagire ai pericoli. La Giornata mondiale dell’elefante è anche occasione, per il Wwf, di lanciare l’allarme sullo stato di conservazione di queste specie, promuovendo le azioni di conservazione che contrastano bracconaggio, commercio di avorio, perdita di habitat e conflitti con l’uomo, e sensibilizzando sul ruolo chiave che gli elefanti svolgono negli ecosistemi e sul loro valore culturale. In 8 Paesi asiatici (Cambogia, Cina, Laos, Indonesia, Malesia, Myanmar, Thailandia e Vietnam) restano fra gli 8-11mila elefanti in natura. La popolazione residua di elefante asiatico oggi occupa appena il 5% del suo areale storico. Conosciuti come 'ingegneri dell'ecosistema e giardinieri della foresta', gli elefanti asiatici svolgono un ruolo cruciale - spiega il Wwf - disperdendo semi e sostanze nutritive attraverso i loro escrementi mentre si spostano, creando percorsi nelle foreste dense e modificando gli habitat forestali a beneficio di altri animali. Anche le loro impronte possono formare piccoli ecosistemi che fungono da habitat per organismi come alcuni anfibi. La perdita e la frammentazione degli habitat, i conflitti con l'uomo e il bracconaggio hanno causato un allarmante declino della popolazione: in alcuni Paesi sono rimasti solo poche centinaia di individui in natura. La coesistenza è certamente un fattore chiave per garantire un futuro all’elefante. L’India è il paese dove è presente la più grande popolazione di elefante asiatico (la popolazione di elefanti in questo paese si attesta tra i 25-30mila individui, pari a quasi due terzi della popolazione globale di elefanti asiatici). "Nel complesso, il mantenimento della più grande popolazione esistente di elefanti selvatici al mondo, in un contesto fortemente antropizzato come quello indiano - spiega il Wwf - è reso possibile da un solido quadro istituzionale, politico e giuridico dedicato alla conservazione". Anche gli elefanti africani si trovano ad affrontare forti difficoltà. Il loro numero è drasticamente crollato, passando dai 12 milioni stimati circa un secolo fa ai 415mila riportati nell’ultimo censimento. Le due specie presenti sono l’elefante di savana (Loxodonta africana), classificato come 'in pericolo', e l’elefante di foresta (Loxodonta cyclotis), inserito tra le specie in 'pericolo critico'. Il bracconaggio resta la causa principale del declino di entrambe le specie: si stima che ogni anno, infatti, vengano uccisi circa 20mila elefanti per il commercio illegale di avorio. A questo si aggiungono le uccisioni generate dai conflitti con le comunità locali, in crescita a causa della deforestazione (trasformazione di aree di foresta e savana in coltivazioni), carenza di cibo o di acqua. Da oltre 30 anni il Wwf porta avanti programmi di conservazione in Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo e Gabon come le azioni di mitigazione dei conflitti con l’uomo, lo sviluppo del programma 'Zero Poaching', la collaborazione con il programma Traffic per ridurre il commercio di avorio, il lavoro di sostegno alle comunità locali attraverso lo sviluppo di attività economiche sostenibili, l’educazione ambientale, l’assistenza medica e il sostegno alla scolarizzazione. Grazie al progetto 'Una foresta per gli elefanti', nel territorio del Tridom (Gabon, Camerun, Repubblica del Congo) il Wwf sta realizzando azioni di studio e monitoraggio tramite fototrappole, analisi genetiche e tagging, rafforzamento del sistema antibracconaggio, aumentando le risorse disponibili per gli uffici che lavorano sul campo, le tecnologie avanzate e la formazione delle guardie. Il progetto prevede, inoltre, un’intensa attività finalizzata a migliorare la convivenza tra elefanti e comunità locali, tramite azioni volte a mitigare i conflitti attraverso un nuovo approccio, denominato Safe, che punta al raggiungimento di 5 obiettivi generali misurabili: sicurezza per le persone, sicurezza per la fauna selvatica, protezione delle proprietà umane, protezione dell’habitat, monitoraggio efficace.