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(Adnkronos) - Per la prima volta, un tunnel continuo collega Italia e Austria sotto le Alpi: è stato infatti abbattuto oggi l’ultimo diaframma della Galleria di Base del Brennero tra i due paesi. Lo comunica Webuild in una nota, affermando che questo è “un passaggio decisivo nella costruzione del più lungo collegamento ferroviario sotterraneo al mondo, realizzato per la parte italiana da un consorzio di imprese”, guidato da Webuild per conto di Bbt Se. Sul lato italiano, la Tbm Flavia aveva scavato fino a raggiungere il confine con l’Austria lo scorso maggio, dopo un viaggio di oltre 14 km. A circa 1.400 metri di profondità sotto il Brennero, una delegazione istituzionale ha attraversato simbolicamente il confine di Stato all’interno del tunnel, percorrendo il nuovo asse europeo che da oggi unisce fisicamente i due Paesi. “Siamo orgogliosi di poter contribuire a sviluppare la mobilità sostenibile europea con progetti strategici come quello del Brennero”, ha dichiarato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild. “Il risultato di oggi è il frutto di un lavoro straordinario, reso possibile dall’impegno e dalla competenza delle persone del gruppo Webuild e delle aziende della filiera nell’affrontare una delle sfide ingegneristiche più complesse al mondo. Abbiamo scavato sotto le Alpi superando condizioni geotecniche estreme grazie anche all’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate, garantendo sicurezza e sostenibilità in ogni fase. Il tunnel che oggi unisce Italia e Austria è il simbolo della capacità dell’industria italiana delle infrastrutture di realizzare progetti strategici per un futuro sempre più green della mobilità in Europa”. La Galleria di Base del Brennero è il cuore del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo della rete di trasporto transeuropea TEN-T, che collegherà Helsinki (Finlandia) a La Valletta (Malta) e su cui si inserisce anche l’asse Monaco-Verona. Con i suoi 64 km, inclusa la circonvallazione di Innsbruck, la Galleria di Base del Brennero sarà il collegamento ferroviario sotterraneo più lungo al mondo. Una volta completata – spiega la società guidata da Salini – consentirà ai treni passeggeri di viaggiare fino a 250 km/h, riducendo i tempi di percorrenza tra Fortezza e Innsbruck da 80 a soli 25 minuti. Un’infrastruttura pensata per spostare traffico merci e passeggeri dalla gomma alla rotaia, contribuendo alla decarbonizzazione dei trasporti nell’area alpina e alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico.
(Adnkronos) - Al via la quinta edizione di 'Oltrepò: Terra di Pinot Nero', l’appuntamento ideato dal Consorzio Classese Oltrepò Pavese per celebrare il Metodo Classico e il Pinot Nero, simboli di una terra che si conferma protagonista nel panorama enologico italiano. L’evento si terrà il 21 e 22 settembre a Golferenzo, uno dei 'Borghi più belli d’Italia', e porterà in scena due giornate dedicate all’eccellenza vitivinicola dell’Oltrepò Pavese. I riflettori saranno puntati sul Metodo Classico Docg - destinato a diventare Classese - e sul Pinot Nero Doc vinificato in rosso, due espressioni di una stessa identità che guarda con orgoglio alle proprie radici e con ambizione al futuro. Il 2025 segna un anniversario storico: 160 anni dalle prime bottiglie spumantizzate a Rocca de’ Giorgi nel 1865. Un traguardo che coincide con l’approvazione del nuovo disciplinare, che introduce il nome Classese e sancisce la nascita della prima denominazione al mondo fondata sul Metodo Classico da Pinot Nero vinificato in bianco o in rosé. Con 'Oltrepò: Terra di Pinot Nero', il Consorzio conferma il suo impegno nel valorizzare una storia lunga 160 anni e nel costruire, attraverso qualità, identità e innovazione, il futuro di una grande denominazione italiana. "Nel 160° anniversario del primo Blanc de Noirs italiano, celebriamo la grande comunanza di intenti che in questi mesi ha consentito al Consorzio di mettere mano al disciplinare proprio del metodo classico Docg, puntando sulla qualità incarnata anche dal nome Classese”, ha dichiarato Francesca Seralvo, presidente del Consorzio Classese Oltrepò Pavese presentando a Milano la manifestazione. “La nostra è una terra storicamente vocata a questo tipo di bollicina, sulla quale il territorio ha deciso di puntare con grande determinazione. Il 2025 sta presentando numerose sfide, ma attraverso il confronto e una strategia chiara possiamo affrontarle: 'Oltrepò: Terra di Pinot Nero' non è solo un’importante vetrina, ma anche un momento che mette in primo piano la volontà del nostro Consorzio di dialogare con tutti, ampliando sempre di più la collaborazione per la valorizzazione del territorio", ha aggiunto. "Con 'Oltrepò: Terra di Pinot Nero' - ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Lombardia, Alessandro Beduschi - il territorio celebra le proprie radici e al tempo stesso lancia una sfida verso il futuro. In tal senso, la nascita del Classese segna un passaggio epocale, che affonda nelle tradizioni ma guarda con decisione all’innovazione e alla qualità. Regione Lombardia è al fianco di questo percorso e dei suoi protagonisti, perché anche da questo evento possa prendere ulteriore slancio una nuova stagione di crescita e riconoscimenti per tutto l’Oltrepò Pavese”. "Un territorio autentico, una storia unica e una vocazione vitivinicola straordinaria sono oggi il patrimonio più prezioso del Consorzio Classese Oltrepò Pavese. Promuovere, con questo evento, il valore e la qualità dei vini lombardi e al contempo i nostri antichi borghi oltrepadani significa far crescere un turismo attento e rispettoso dell’identità locale. Il mio miglior augurio per i 160 anni del Metodo Classico”, ha proseguito Elena Lucchini, assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità. Il 21 settembre, la manifestazione aprirà le porte agli appassionati: dalle 10,30 alle 18 sarà possibile degustare i vini di 29 cantine del territorio, incontrare i produttori e vivere un’esperienza immersiva nel cuore dell’Oltrepò. Biglietti online a 35 euro (25 euro per soci Ais, Fisar, Onav e studenti). Il 22 settembre sarà invece la giornata riservata agli operatori del settore e al mondo Ho.Re.Ca., con banchi d’assaggio, degustazioni professionali e un focus esclusivo sul blanc de noirs, protagonista assoluto della rassegna. La sessione tecnica, con servizio sommelier Fisar, sarà l’occasione per approfondire la purezza e l’identità del Pinot Nero in Metodo Classico.
(Adnkronos) - "La Dop Economy come motore di sviluppo e come ombrello sotto il quale racchiudere strategie di promozione, comunicazione e divulgazione delle eccellenze produttive campane e italiane”. È il messaggio lanciato da Chiara Giovoni, esperta di marketing e comunicazione, che ha coordinato il tavolo dedicato alla Dop Economy e al Made in Campania all’interno di Campania Mater, la due giorni per l’agricoltura promossa dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, guidato da Nicola Caputo, e ospitata al Palazzo Reale di Napoli. “Abbiamo raccontato la straordinaria biodiversità della Regione Campania – ha spiegato Giovoni – un patrimonio unico che si traduce in 55 riconoscimenti tra Dop e Igp. Non è solo una questione di etichette certificate, ma soprattutto di filiere produttive, valore imprenditoriale e visione futura, capace di fare sistema per portare i prodotti campani sui mercati internazionali”. Al tavolo hanno preso parte imprenditori di primo piano e con fatturati rilevanti, a conferma della forza del sistema economico regionale: Giuseppe Di Martino (Pastificio Di Martino), Raffaele Garofalo (Fattorie Garofalo), Piero Mastroberardino (Mastroberardino Società Agricola), Rosario Rago (Rago Società Cooperativa Agricola), Armando De Nigris (Acetificio De Nigris), Cosimo Rummo (Pastificio Rummo), Antimo Caputo (Mulino Caputo), Giovanni De Angelis (direttore generale Anic), Salvatore Schiavone (direttore Ufficio ICQRF Campania e Molise), e Luciano D’Aponte (dirigente UOS Valorizzazione prodotti agroalimentari). Ma Giovoni ha voluto sottolineare anche il ruolo delle realtà più piccole: “Le imprese familiari, che fino a 15 anni fa operavano solo a livello locale, oggi – grazie a qualità e visione – sono arrivate su palcoscenici internazionali. Questo deve essere uno stimolo per le aziende di dimensioni ridotte: aprirsi, fare rete e non chiudersi in se stesse è la chiave per crescere”. Un approccio, ha aggiunto, ancora più urgente in un contesto globale segnato da tensioni economiche: “Chi resta isolato rischia di indebolirsi. È fondamentale aderire ai consorzi, stimolare attività condivise e creare connessioni. La Regione Campania, attraverso l’Assessorato all’Agricoltura, ha dimostrato di essere al fianco delle imprese, fornendo strumenti concreti e sostenendo le politiche europee che promuovono i prodotti su mercati lontani e strategici”. Un forte richiamo, dunque, a fare squadra, valorizzando la ricchezza delle produzioni e la capacità del territorio di raccontarsi attraverso le proprie eccellenze: una leva competitiva decisiva per costruire il futuro dell’agroalimentare campano.