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(Adnkronos) - "Serve avere una visione per il futuro del Paese e secondo noi la storia industriale che ci ha contraddistinto è quello su cui bisogna puntare, il famoso Made in Italy che ci ha resi conosciuti in tutto il mondo. E oggi qui abbiamo 25 delle nostre maggiori eccellenze a livello mondiale che hanno ritenuto di legare questo loro brand a questo momento celebrativo. Servono investimenti che non devono andare solo sulle macchine, come già si sta parlando in questa prossima legge di bilancio, ma noi sosteniamo che altrettanta attenzione vada data alle competenze". Così, a margine dell'assemblea per gli 80 anni di Federmanager, Mario Cardoni, direttore generale della Federazione, conversando con Adnkronos/Labitalia. "Abbiamo bisogno -ha ribadito Cardoni- di imprese maggiormente managerializzate, oggi ne abbiamo solo un 5%. Perché è questo che fa la differenza, quindi le macchine da solo non danno quella crescita valoriale che invece un sistema organizzato, guidato, in modo consapevole e professionale può dare". Così, a margine dell'assemblea per gli 80 anni di Federmanager, Mario Cardoni, direttore generale della Federazione, conversando con Adnkronos/Labitalia. E ancora, secondo il direttore generale di Federmanager, serve "uno Stato più leggero, in cui la fiscalità sia meno pesante e sia più equamente distribuita. Abbiamo un problema dell'evasione che continua ad essere molto serio, molto importante e questo mette un po' in difficoltà anche il sistema dei servizi pubblici, come la sanità e potremmo avere in prospettiva anche dei seri problemi sul piano previdenziale".
(Adnkronos) - "L'anniversario di questi ottanta anni è un traguardo storico ma anche un momento riflessione su figura del manager ieri e tanto più oggi, nella nostra economia e società. Solo il 5% delle 370mila imprese industriali è 'managerializzato' ed è un dato che impone una profonda riflessione, in un contesto in rapida evoluzione che richiede la vostra professionalità. La transizione digitale ed ecologica che stiamo affrontando non riguarda solo la tecnologia ma anche il contesto organizzativo e culturale". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo con un video messaggio all'assemblea per gli 80 anni di Federmanager. Secondo Urso, "la capacità di adattarsi rapidamente, di rinnovare i modelli di management e di integrare nuove competenze diventa una leva di competitività e talvolta di sopravvivenza stessa per l'impresa. Una governance efficace deve sapere accompagnare queste evoluzioni, incentivando l'innovazione e promuovendo la responsabilità, sia sul piano sociale che su quello ambientale". "Ricordo che nella legge di bilancio abbiamo messo a disposizione delle imprese oltre 9 miliardi di euro in più per il triennio 2026-2028, con varie misure che richiedono la vostra collaborazione per diventare pienamente operativi e centrare gli obiettivi di sviluppo e di crescita. In particolare abbiamo stanziato 4 miliardi di euro per la nuova transizione 5.0, una misura automatica e di semplice accesso che integra in unico strumento i precedenti piani 5.0 e industria 4.0, offrendo una forte spinta all'innovazione digitale ed energetica dell'impresa, attraverso lo strumento dell'iper ammortamento con premialità, a fronte di un incremento di efficienza energetica". "A questo strumento si aggiungono 4 miliardi di euro per la Zes unica nei prossimi 3 anni di cui 2,3 miliardi già nel 2026. Un miliardo nel 2027 e 750 milioni nel 2028. In più 750 milioni per la nuova Sabatini, 550 milioni per i contratti di sviluppo e 150 milioni per le imprese turistiche e alberghiere. In tutto, appunto, oltre 9 miliardi di euro in più in questo progetto politica industriale nei prossimi tre anni", ha concluso.
(Adnkronos) - "L'Italia è il primo paese al mondo, attraverso il consorzio Biorepack, ad occuparsi del riciclo organico degli imballaggi compostabili. Questo avviene perché l'Italia è in Europa il Paese che raccoglie di più e meglio la frazione organica dei rifiuti organici". Così Marco Versari, presidente Consorzio Biorepack, intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. "Il rifiuto organico rappresenta il 40% dei rifiuti che noi produciamo ogni giorno, è la parte più grossa ed è anche quella più difficile da raccogliere. Quindi bisogna trovare il modo di aiutare i cittadini a raccoglierla. Ed essendo il Paese che da ormai 30 anni fa la raccolta della frazione organica, anche se è diventata obbligatoria dal 2022, l'Italia si è inventata dei materiali che si comportano come la plastica quando li adoperi, ma si comportano come la frazione organica quando li metti negli impianti di trattamento della frazione organica. In questo modo poi producono energie e compost", spiega Versari. Il sacchetto prima, "poi sono arrivate le buste della spesa, piatti, posate, bicchieri". Quindi, conclude: "C'è chi fa la raccolta, c'è chi produce gli imballaggi e ci sono quelli che li riciclano e quindi noi chiudiamo il cerchio, lavorando con i Comuni e mettendo a loro disposizione le risorse della responsabilità estesa dei produttori".