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(Adnkronos) - Nonostante importanti progressi scientifici e terapeutici, la gestione del tumore della prostata presenta ancora gravi disomogeneità a livello nazionale, sia per quanto riguarda l'esistenza di percorsi di cura strutturati sia per l'accesso alle terapie di nuova generazione. Lo rileva il report 'Tumore della prostata metastatico: nuovi approcci nella gestione multidisciplinare del paziente', presentato oggi nella Sala Stampa di Palazzo Montecitorio durante l'incontro 'Oltre la frammentazione: strategie integrate per la gestione del tumore della prostata metastatico', promosso dall'onorevole Gian Antonio Girelli, membro della XII Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, con il contributo non condizionante di Pfizer. Frutto del lavoro di un team di clinici, economisti, farmacisti, rappresentanti dei pazienti e delle istituzioni regionali, il rapporto ha messo in luce come la patologia rappresenti una delle sfide clinico-organizzative più rilevanti per il Servizio sanitario nazionale, sia per l'alto numero di pazienti coinvolti, sia per la crescente complessità nella gestione della patologia. Nel 2024 - ricorda una nota - sono state stimate circa 40.192 nuove diagnosi di tumore della prostata. Ad oggi in Italia sono circa 485mila gli uomini che vivono con una diagnosi di tumore della prostata. Tra il 2020 e il 2040, secondo le stime prodotte dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), il numero assoluto/annuo di nuove diagnosi di carcinomi prostatici in Italia aumenterà dell'1% per anno. Per quanto riguarda la mortalità, nel 2022 sono stati stimati 8.200 decessi per tumori della prostata, mentre la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è stata pari al 91%. Nel corso dell'ultimo decennio il carcinoma prostatico è diventato il tumore più diagnosticato nella popolazione maschile dei Paesi occidentali, grazie alla maggiore diffusione dello screening precoce, come il dosaggio del Psa, l'esame digito rettale, l'ecografia prostatica e la biopsia sotto guida ecografica. Una volta identificato, se non opportunamente diagnosticato e trattato, il tumore della prostata può metastatizzare - principalmente nelle ossa, fegato e polmoni - rendendo la gestione del paziente e della malattia più complicata. Spesso il decorso della malattia può essere lento e, se individuato nelle fasi iniziali, gestito efficacemente. "Serve una cornice nazionale più omogenea, con standard assistenziali chiari e tempi certi per diagnosi, presa in carico e accesso alle terapie più innovative - dichiara Girelli - Rafforzare le reti oncologiche e urologiche regionali, investire in screening e diagnostica precoce e sostenere i centri territoriali con telemedicina e Pdta condivisi è fondamentale. Solo con risorse adeguate e monitoraggio degli esiti possiamo ridurre le disuguaglianze e garantire cure di qualità per tutti i pazienti con tumore alla prostata". Un esempio virtuoso di prevenzione, riportato nel documento presentato alla Camera, è quello attivato in Lombardia con la collaborazione di Europa Uomo Italia. Si tratta - riferisce la nota - del primo programma di screening prostatico organizzato in Italia, che si inserisce all'interno di un modello di presa in carico multidisciplinare basato su una Prostate Cancer Unit, il lavoro di un team integrato in grado di garantire percorsi diagnostico-terapeutici personalizzati. Tale approccio è conforme alle linee guida nazionali e internazionali che concordano sulla necessità di un approccio multidisciplinare, che coinvolga in modo strutturato tutti gli attori di riferimento e che includa la gestione olistica del paziente che passa anche attraverso il supporto psicologico e la riabilitazione, spesso sottovalutati, ma fondamentali. "La gestione del paziente affetto da carcinoma della prostata, dalla presa in carico ai percorsi di cura che seguono la diagnosi, ha bisogno di un approccio multidisciplinare e tempestivo - afferma Giuseppe Procopio, direttore del Programma Prostata e della Struttura dipartimentale di Oncologia medica genitourinaria della Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori di Milano - E' necessario osservare il paziente da tutti i punti di vista, focalizzandosi non soltanto sul piano terapeutico, ma considerando anche le diverse complessità che la persona può trovarsi ad affrontare". Per poter garantire la messa a terra di un approccio che sia davvero multidisciplinare, serve un team di professionisti (oncologi, radiologi, psicologi, urologi, nutrizionisti, radioterapisti) e altre professionalità quali l'infermiere specializzato, l'anatomopatologo e il fisioterapista, che insieme a quella del medico di medicina generale - che riveste un ruolo chiave nell'intercettare precocemente i primi segnali della malattia - possono accompagnare il paziente e assicurare continuità assistenziale lungo tutto il percorso di cura. Tale percorso può essere implementato attraverso l'introduzione di una Prostate Cancer Unit che rappresenta un passaggio fondamentale per migliorare la gestione del paziente con tumore della prostata, perché consente di strutturare in modo sistematico e coordinato l'approccio multidisciplinare alla malattia. Una rete nazionale di Prostate Cancer Unit, organizzata secondo un modello 'Hub & Spoke' e sostenuta da un Pdta nazionale certificato - suggeriscono gli esperti - potrebbe trovare il suo sviluppo nell'ambito della programmazione sanitaria nazionale creando le basi per un approccio integrato e condiviso, 'agevolando' sistemi di raccolta dati e monitoraggio degli esiti clinici, oltre a permettere un utilizzo più efficiente delle risorse sanitarie e un accesso a trattamenti innovativi. Serve però un salto culturale che interessi non solo i professionisti, ma anche i pazienti attraverso un coinvolgimento attivo delle associazioni di pazienti che possono giocare un ruolo cruciale non solo in termini di advocacy e promozione di una rete assistenziale più equa e accessibile, ma anche come interlocutori chiave per l'ascolto dei bisogni reali dei pazienti e dei loro caregiver. "Per l'uomo che deve affrontare un tumore della prostata - commenta Claudio Talmelli, presidente di Europa Uomo Italia - essere curato in un'unità prostatica multidisciplinare (Prostate Cancer Unit) significa accedere a un percorso organizzato, dove viene accompagnato in ogni passaggio, dalla diagnosi fino alla riabilitazione psicofisica, sotto la guida di un team di professionisti di diverse discipline con esperienza specifica nel carcinoma prostatico. Significa avere la garanzia di ricevere il piano terapeutico migliore per il proprio caso, quello che offre le maggiori probabilità di guarigione con il minimo impatto sulla qualità di vita, e poter condividere e partecipare attivamente a ogni decisione sul proprio percorso di cura". E' essenziale quindi, coinvolgere il paziente nel percorso di cura attraverso strumenti di informazione, counseling e accompagnamento decisionale. Inoltre, la formazione continua degli operatori sanitari è imprescindibile per garantire cure aggiornate, personalizzate e multidimensionali. Nel dettaglio, il report presentato oggi individua le azioni necessarie per realizzare un modello nazionale in grado di garantire una presa in carico del paziente uniforme e globale, che riduca le diseguaglianze territoriali: estendere il modello delle Breast Cancer Unit anche alla salute maschile, garantendo la continuità e dignità nella cura e promuovendo la creazione di percorsi assistenziali dedicati (Pdta) al tumore della prostata (anche metastatico) basati su un'organizzazione strutturata e una gestione multidisciplinare; istituire una rete nazionale di Prostate Cancer Unit, formalmente riconosciuta dal ministero della Salute e coordinata in collaborazione con le Regioni. Ogni unità dovrà rispondere a requisiti minimi condivisi (come la presenza di un team multidisciplinare stabile, riunioni regolari di valutazione congiunta, e Pdta specifici), ispirandosi ai modelli regionali già operativi; garantire a tutti i pazienti affetti da carcinoma prostatico, inclusi i casi metastatici, un accesso uniforme ai servizi del Ssn tramite percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali definiti, strutturati e aggiornati, per assicurare cure tempestive, appropriate ed eque su tutto il territorio nazionale; valorizzare e diffondere le esperienze regionali più virtuose, adattando le buone pratiche ai contesti locali attraverso una strategia nazionale che favorisca l'omogeneizzazione degli standard di cura, e infine investire in programmi continuativi di formazione e aggiornamento per tutti i professionisti coinvolti nella presa in carico del paziente con tumore della prostata, nonché in iniziative informative rivolte alla popolazione maschile per aumentare consapevolezza, prevenzione e accesso ai percorsi di cura.
(Adnkronos) - Changemaker e iniziative che stanno trasformando le disuguaglianze in opportunità per milioni di persone in Brasile, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Turchia sono stati premiati durante l’ottava edizione della cerimonia 'Heroes of Tomorrow: Un Sdg Action Awards', tenutasi a Roma ieri sera. La cerimonia è stata accompagnata da esibizioni dal vivo del cantautore italiano pluripremiato Diodato e dell’artivista nigeriana Cill. Selezionati tra oltre 5.500 candidature provenienti da 190 paesi, i vincitori sono stati scelti tra nove finalisti in tre categorie: Creatività, Resilienza e Changemaker. 'Heroes of Tomorrow: Un Sdg Action Awards', programma di punta della Un Sdg Action Campaign', è reso possibile grazie al partenariato con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e il ministero Federale Tedesco per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (Bmz). In un raro ex aequo, il 'Premio Changemaker - Celebrare coloro che plasmano un mondo più equo e pacifico' di quest’anno onora due persone la cui determinazione ha ridefinito il significato di cambiamento duraturo. La prima vincitrice è Julienne Lusenge, attivista per i diritti umani, che ha dedicato decenni alla difesa delle donne, alla lotta contro la violenza e alla costruzione della pace nella Repubblica Democratica del Congo, trasformando l’avversità in cambiamento e il coraggio in forza collettiva. "Ringrazio la Un Sdg Action Campaign a nome di tutte le donne, ragazze, uomini e ragazzi congolesi che ogni giorno lottano per la pace, la giustizia e la dignità", ha dichiarato Sandrine Lusamba per conto di Julienne Lusenge. L'altra vincitrice è Jîn Dawod che, costretta a fuggire dalla guerra in Siria, ha fondato una piattaforma di salute mentale che offre supporto psicologico a migliaia di persone sfollate, dimostrando che la cura può superare ogni confine. "Vorrei aver potuto dire alla me più giovane che avrebbe trovato la luce e trasformato il dolore in scopo. A chi si trova nel punto più buio della propria vita direi: io sono il tuo messaggio dal futuro. Questo premio non è la fine, è l’inizio", ha detto Jîn Dawod. Il 'Premio Creatività - Celebrare immaginazione, innovazione e potere della narrazione' è andato a Smartel che in Nigeria, dove 33 milioni di persone affrontano insicurezza alimentare acuta, utilizza sistemi idroponici - un metodo di coltivazione senza suolo - per creare nuove opportunità di lavoro per donne, giovani e piccoli agricoltori. "A ogni giovane sognatore che mi ascolta oggi, ricordate che siamo il ponte tra i fallimenti del passato e le benedizioni del futuro. Ora è il momento migliore per agire. Svegliatevi, costruite con sensibilità, innovate con amore e affrontate le sfide più grandi del mondo, perché potete farlo", ha affermato Smart Israel, fondatore di Smartel Agri-Tech. Il 'Premio Resilienza - Onorare coraggio, solidarietà e forza di ricostruire' è stato attribuito a Cufa-Central Única das Favelas, una realtà nata in Brasile che trasforma le favelas in vivaci centri di talento, creatività e innovazione, coinvolgendo milioni di persone nel mondo e ridefinendo lo sviluppo dalla comunità, per la comunità. "Cufa significa Centrale Unificata delle Favelas. Si tratta di offrire supporto e opportunità a comunità, bambini, donne e uomini. Vogliamo che tutti vivano senza povertà e disuguaglianza", ha spiegato Marcus Vinícius Athayde, presidente di Cufa. Inoltre, la Campagna #IBelong dell’Unhcr ha ricevuto la Menzione d’onore per il suo movimento globale decennale volto a porre fine all’apolidia per milioni di persone. Maha Mamo, rappresentante della Campagna #IBelong, ha commentato: "Sono stata apolide per 30 anni. L’apolidia è una gabbia invisibile. Hai sogni, potenziale, tanto da offrire, ma ti vengono negati diritti fondamentali: istruzione, sanità, libertà di movimento. La campagna #IBelong dell’Unhcr mi ha dato identità, cittadinanza e una casa". In riconoscimento dei vincitori Marina Ponti, direttrice globale della Un Sdg Action Campaign, ha dichiarato: "Tutti possiamo essere eroi di domani. Non lasciamoci paralizzare dal peso delle disuguaglianze. Lasciamoci ispirare dal potere delle possibilità. Perché il futuro non è qualcosa che ereditiamo, è qualcosa che costruiamo insieme". Diodato ha aperto e chiuso la cerimonia con due brani: una versione di ‘Us and Them’ dei Pink Floyd e la sua composizione originale ‘L’atto di Rivoluzione’, entrambi incentrati sul tema della serata: changemaker che costruiscono ponti tra realtà parallele. "Tutti possono cambiare il mondo con le azioni. Stasera siamo con persone che lo stanno facendo, lavorando per il pianeta e per le persone, grazie di cuore", ha detto Diodato.
(Adnkronos) - Economia circolare, innovazione e responsabilità estesa del produttore: sono le parole chiave dell’intervento di Giuseppina Carnimeo, direttrice generale di Ecopneus, durante la giornata inaugurale di Ecomondo 2025 a Rimini. “Ecopneus è una società consortile senza fine di lucro - ha spiegato Carnimeo - che si occupa della raccolta e del riciclo dei pneumatici fuori uso, cioè quelli arrivati al termine della loro vita utile. Diamo nuova vita a questo materiale, con applicazioni in numerosi settori, dall’edilizia alle infrastrutture, dallo sport alla mobilità sostenibile”. Nel 2024, il consorzio ha raccolto 168mila tonnellate di pneumatici fuori uso (Pfu) in tutta Italia, servendo 19mila punti di generazione - tra gommisti e officine - e rispondendo a 45mila richieste di ritiro. Numeri che testimoniano l’efficacia del modello di responsabilità condivisa tra produttori e operatori, previsto dal decreto del ministero dell’Ambiente che regola il settore. Tra le principali novità presentate a Ecomondo, spiccano i Cam strade, i criteri ambientali minimi dedicati agli asfalti modificati con gomma riciclata, che puntano a rendere le infrastrutture più silenziose, durevoli e convenienti. “Le strade realizzate con asfalto e gomma riciclata - ha sottolineato Carnimeo - sono più resistenti, richiedono meno manutenzione e comportano costi inferiori per la pubblica amministrazione. È un esempio concreto di come l’economia circolare possa coniugare benefici ambientali ed economici”. Ecopneus è presente in fiera anche con la campagna di comunicazione 'L’unica traccia che vogliamo lasciare nel futuro', dedicata a promuovere la cultura del riciclo e della sostenibilità. “L’economia circolare - ha concluso Carnimeo - non è solo un valore ambientale, ma anche un fattore di innovazione, coesione sociale e sviluppo economico. Ecomondo è il luogo ideale per costruire, insieme a istituzioni e imprese, una filiera sempre più sostenibile”.