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(Adnkronos) - Kvicha Kvaratskhelia è sempre più lontano dal Napoli. Dopo le voci di mercato che volevano l'attaccante georgiano vicino al Paris Saint-Germain, la conferma è arrivata direttamente da Antonio Conte: "Ha chiesto al club di essere ceduto. Sono deluso perchè stato un fulmine a ciel sereno per me. Non gli chiederò di rimanere perché non vorrei mai che un domani possa pensare che l'ho incatenato qui", ha dichiarato il tecnico azzurro in conferenza stampa alla vigilia della partita contro l'Hellas Verona, valida per la 20esima giornata di Serie A. "Stiamo parlando di un giocatore importante per noi. La scorsa estate prima di accettare il Napoli avevo chiesto al presidente De Laurentiis delle certezze tecniche, a partire dalla conferma di alcuni calciatori come Kvara", ha raccontato Conte, "nonostante lui, così come altri, avessero chiesto di andare via ci ho lavorato e sono riuscito a tenere chi volevo che restasse. L'ho fatto convincendoli della bontà del nostro progetto, ma evidentemente non ci sono riuscito fino in fondo. Perdiamo un giocatore molto importante". Su Kvaratskhelia c'è da tempo l'interesse del Paris Saint-Germain. Il club francese ci aveva pensato già la scorsa estate, scontrandosi però con la ferma volontà di Antonio Conte di trattenere il giocatore. Ora però la situazione è diversa. Il Psg ha presentato un'offerta da circa 70 milioni, che comprende anche l'inserimento di alcune contropartite tecniche come Milan Skriniar, ex difensore dell'Inter già accostato al Napoli per il proprio reparto arretrato. De Laurentiis però non si schioda dall propria richiesta: 90 milioni di euro senza alcun giocatore inserito nella trattativa. La forbice tra domanda e offerta, insomma, è ancora ampia, ma considerata la volontà di Kvara e la disponibilità economica del Psg, impegnato in diverse operazioni in uscita tra cui quella di Randal Kolo Muani, che interessa alla Juventus, un accordo potrebbe arrivare già la prossima settimana. Il sostituto di Kvaratskhelia il Napoli ce l'ha in casa: David Neres. Il brasiliano, arrivato in estate dal Benfica, fin qui è stato impiegato principalmente a gara in corso, riuscendo comunque a collezionare 2 gol e 5 assist in 17 presenze. Con la partenza di Kvara, Neres è destinato a una maglia da titolare, ma il club interverrà comunque sul mercato alla ricerca di un esterno offensivo di livello. Il Napoli sta monitorando Edon Zhegrova, attaccante esterno del Lille valutato circa 25 milioni dal club francese. Il kosovaro, 25 anni, in stagione ha raccolto fin qui 8 gol e 2 assist in 21 presenze tra campionato e Champions League. Nei radar partenopei è finito anche Galeno, ala del Porto valutato intorno ai 30 milioni di euro, con con 12 gol e 3 assist in 26 presenze in tutte le competizioni. L'occasione potrebbe arrivare dalla Premier League. Federico Chiesa sta vivendo una stagione fin qui nera con il Liverpool, dove si è trasferito in estate dalla Juventus, e non è escluso il suo ritorno in Italia a prezzo di saldo.
(Adnkronos) - "Del Piano Mattei ci è piaciuta molto l'attenzione da parte del governo a un Continente in così forte sviluppo. Il Piano nel corso del 2024 è stato riempito piano piano di contenuti, e i contenuti hanno iniziato a dare risultati. E mano a mano che passava il tempo è stato come un aggregatore del sistema Paese, con le banche di investimento, la cooperazione economica, Confindustria. Tutti hanno iniziato a parlare del tema in modo più coordinato. Il Sistema Paese ha dato quindi attenzione, dal punto di vista dell'impresa, allo sviluppo del Continente. E quindi il Piano è diventato non solo strategico e importante per l'Italia, ma è riconosciuto come l'unico vero piano per l'Africa sia da tutto il mondo dell'economia reale che dal mondo finanziario". Così con Adnkronos/Labitalia, Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, commenta le parole di oggi su Africa e Piano Mattei della premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa con la stampa parlamentare. Per Dal Checco quindi il Piano Mattei è diventato "un piano non più fatto solo di annunci e di che cosa si voleva fare, ma un piano concreto. Noi abbiamo fatto a settembre scorso un incontro con 70 aziende, al quale hanno partecipato tutti gli attori coinvolti". E per Dal Checco è fondamentale che "con questo piano la cooperazione italiana, che prima era rivolta esclusivamente a tutto il mondo no profit, si sia rivolta anche al mondo profit. Perché si è capito che lo sviluppo economico in questi Paesi fa molto bene, anche associato a quella che era tutta la parte no profit". Positivo per Dal Checco, l'ampliamento del Piano ad altri Paesi, come annunciato dalla premier. "Da due punti di vista: il primo motivo sicuramente per le imprese, per avere più opportunità di più Paesi dove si può essere appoggiati dal piano Mattei. Ma l'altra cosa secondo me molto importante, non solo dal punto di vista economico, è contribuire alla crescita dell'Africa in un'etica che è conforme alla nostra, in modo tale da avere più facilità di rapporto nel futuro", sottolinea. E il prossimo 22 gennaio Confindustria Assafrica & Mediterraneo terrà la propria assemblea pubblica che sarà occasione per fare il punto proprio con le imprese associate sul piano Mattei. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Pesano sull'Italia gli effetti della crisi climatica: nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: il 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A pesare in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua. Questo il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che mette in fila i numeri della crisi climatica in Italia nel 2024. Il 2024 è stato segnato, nel dettaglio, da 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record. Il Nord Italia risulta il più colpito con 198 eventi meteo estremi, seguito dal Sud, 92, e dal Centro, 61. A livello regionale, quest’anno l’Emilia-Romagna con 52 eventi, è la regione più martoriata dalla crisi climatica, seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province svetta al primo posto Bologna con 17 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna e Roma entrambe a quota 13, Torino con 12 e Palermo con 11. Tra le grandi città, la Capitale è quella più colpita con 8 eventi meteo estremi, seguita da Genova (7) e Milano (6). Legambiente segnala anche le conseguenze che gli eventi meteo estremi stanno causando in generale sui trasporti: 22 quelli che nel 2024 hanno provocato danni e ritardi a treni e trasporto pubblico locale nella Penisola. In quota, gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più tangibili, con impatti sui ghiacciai, sempre più sottili e in arretramento, ecosistemi e biodiversità. Nel 2024, in Piemonte, lo zero termico in quota è arrivato a 5.206 metri, sfiorando il record di 9 anni fa, quando era salito fino a 5.296 metri. “Nel 2024 l’Italia - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata. Il governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del Pnacc, fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata. Auspichiamo che nel 2025 da parte dell’esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento. È urgente approvare anche una legge per fermare il consumo di suolo, problema affrontato in modo ideologico col Dl Agricoltura vietando il fotovoltaico a terra, e il Dpr per facilitare il riutilizzo delle acque reflue depurate sui terreni agricoli. Le vere minacce per l’agricoltura italiana sono, infatti, la crisi climatica e la cementificazione, non il Green Deal europeo”. “Tra gli eventi meteo estremi in crescita - aggiunge Andrea Minutolo responsabile scientifico di Legambiente - preoccupa il fenomeno della siccità che a più riprese ha colpito in questi anni l’Italia. Simbolo di quest’estate il lago Pergusa, in provincia di Enna, ridotto più o meno ad una pozza. L'emergenza in Sicilia è figlia della siccità del Po del 2022 e di un trend collegato alla crisi climatica in continua evoluzione che rappresenta un monito severo. Per questo è importante che il Paese definisca una strategia nazionale della gestione idrica, più attenta e circolare, con interventi concreti che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi”. Classifica regioni più colpite da siccità, esondazioni e allagamenti: per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Sul fronte allagamenti spicca la Lombardia (con 25 eventi meteo estremi), seguita da Emilia-Romagna (22), Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (con 14 eventi), a seguire Lombardia (8), Veneto (5).