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(Adnkronos) - Microgame annuncia di aver ottenuto la prestigiosa certificazione G4 (Global Gambling Guidance Group) per il Gioco Responsabile, "un riconoscimento internazionale che - si spiega in una nota - attesta l'impegno dell'azienda nell'offrire un ambiente di gioco sicuro e responsabile". La certificazione G4 è riservata a operatori di primo piano nel settore del gaming e rappresenta uno standard di eccellenza globale. Questo traguardo, raggiunto dopo un rigoroso processo di valutazione, conferma l'impegno di Microgame nella promozione di pratiche di gioco etiche e trasparenti, focalizzandosi sulla tutela del giocatore e sull’adozione di misure di prevenzione del gioco problematico. L'ottenimento di questa certificazione conferma il percorso verso la responsabilità sociale d’impresa, con un forte impegno a garantire pratiche di gioco sicure per tutti i propri utenti. Attraverso la messa in atto di politiche di autoesclusione, supporto continuo ai giocatori e misure di protezione dei dati, Microgame conferma il proprio impegno a favore della trasparenza e della sicurezza, tanto per i clienti quanto per i dipendenti. "Con orgoglio – ha commentato il CEO Microgame, Marco Castaldo - annunciamo il conseguimento della certificazione G4, un riconoscimento che ci inserisce tra i principali operatori del settore, dimostrando il nostro impegno nel promuovere un gioco responsabile e sicuro. Questo traguardo è il frutto di un impegno costante verso l'integrità e la trasparenza, che ci ha permesso di offrire ai nostri clienti un ambiente di gioco conforme ai più alti standard internazionali. Continueremo a investire in innovazione e sostenibilità, con l’obiettivo di mantenere la fiducia dei nostri clienti e di garantire sempre un servizio di qualità.” Questo nuovo traguardo si aggiunge alle recenti certificazioni ottenute da Microgame, come ISO 9001, ISO 27001 e ISO 26000, che confermano l’impegno continuo dell’azienda per la qualità, la sicurezza, la sostenibilità e l'affidabilità dei processi. Inoltre, nelle scorse settimane è stata conseguita anche la certificazione UNI/PdR 125 per la parità di genere, un ulteriore passo verso la costruzione di una cultura aziendale inclusiva e rispettosa delle diversità. Microgame "conferma così la sua posizione di leadership nel settore, sempre al passo con i principali gruppi internazionali e promuovendo una visione di gioco responsabile, sostenibile e sicuro".
(Adnkronos) - E’ partita, nelle aule di Officine Capodarno a Stia (Arezzo) la scuola per pastori. Alla Shepherdschool sono arrivate 75 domande e da queste sono stati selezionati otto studenti e studentesse hanno deciso di intraprendere un percorso sia teorico che pratico. Alle lezioni teoriche saranno affiancate lezioni pratiche e un periodo di stage presso le aziende dei Comuni del Parco nazionale delle Foreste casentinesi. Rispetto allo scorso anno il programma è stato ampliato con nuovi moduli e nuove uscite in campo. La scuola per pastori e allevatori rientra tra le attività di Shepforbio, un progetto cofinanziato dal programma Life dell’Unione Europea che ha l’obiettivo di conservare alcuni habitat di prateria attraverso la promozione e la rivalutazione delle professioni tradizionali di questi territori. Il corso si articolerà in una prima parte teorica, della durata di 23 giorni distribuiti nei fine settimana di aprile-giugno, con lezioni in classe e visite alle aziende del territorio, a cui seguirà una parte di stage pratico di 30 giorni, vero fiore all’occhiello della scuola. Durante questo periodo gli studenti saranno ospitati nelle aziende e affiancheranno i pastori e gli allevatori in tutte le loro attività. Le lezioni si terranno a Pratovecchio Stia e presso il centro visita di Premilcuore del Parco nazionale e saranno tenute da docenti, ricercatori ed esperti di Dagri-Università di Firenze, Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università La Sapienza di Roma, Dream Italia, Regione Toscana e Parco con la collaborazione di Rete Appia e Difesattiva e il coinvolgimento diretto di pastori e allevatori. Tra gli otto allievi selezionati c’è l’aretina Caterina Blasi, 30 anni a giugno, laureata in scienze forestali lo scorso febbraio, ha alle spalle molte iniziative legate all’ambiente come quella di Difesaattiva sul monitoraggio sul lupo. Dallo studio sul lupo è arrivata la passione per la pastorizia e la volontà, come dice Caterina “di chiudere il cerchio, dare una mano al processo di coesistenza con il lupo e incidere su questo presente per riportare le persone più vicine alla natura”. Caterina non esclude di andare a lavorare in un’azienda, ma il suo obiettivo è quello più ampio di approfondire la conoscenza di questo mondo e ricucire gli strappi con la modernità, cooperando alla tutela della biodiversità. Lapo Ghelli è di Rignano sull’Arno e ha 21 anni. Ha concluso la scuola Agraria a Firenze e è partito per alcune esperienze all’estero. Lui viene da una famiglia di produttori di vino e olio all’Isola del Giglio e a Rignano sull’Arno. Dalla famiglia viene la passione per l’agricoltura e l’allevamento. Per lui seguire questa scuola significa portare più competenze alla realtà di famiglia. Giulia Piermartiri, 35 anni, viene dalla Marche, ha studiato architettura per tre anni, poi fotogiornalismo e da quindici anni lavora come documentarista freelance per molte testate internazionali. “Girando il mondo mi sono resa conto che i popoli più felici sono quelli che hanno una vita semplice a contatto con la natura. Questo mi ha ricondotto alle mie origini e al legame con mio nonno Enzo di 96 anni dal quale ho appreso tante conoscenze sull’agricoltura di sussistenza. Tutto questo mi ha portato alla scuola per pastori, ovvero la volontà di ricollegare la mia vita all’allevamento e alla natura, contro lo spopolamento delle campagne e delle montagne e per dare voce a queste tradizioni”. Marta, 32 anni, della provincia di Bologna, lavora già in un allevamento di ovini e ha scelto la scuola per avere una preparazione più completa e adeguata alle esigenze delle aziende moderne collegando il tutto anche alla conservazione dell’ambiente. Arianna Faccini, 26 anni di Rocca San Casciano Cesena, ha finito il socio-sanitario oggi vive in un’azienda agricola e la scuola per pastori per lei significa apprendere di più per sostenere i suoi animali e ampliare le sue opportunità di vita e di lavoro. Roberta Bernardi, 26 anni, dall’Aquila, Abruzzo. Laurea triennale in scienze Politiche a Bologna, poi laurea magistrale in geografia. La sua famiglia ha delle attività ristorative in montagna. Il suo sogno è quello di aprire una propria attività agrituristica anche gli animali e un piccolo gregge. Il fatto che spesso si sia sentita dire “lascia perdere, è troppo difficile”, l’ha spinta a iscriversi a un percorso di scuola per pastori professionale per avere maggiori competenze anche sul fronte della sostenibilità ambientale. Matteo Chimenti 33 anni, ha fatto la scuola alberghiera e viene dal Mugello, dove la sua famiglia ha un’attività di ristorazione. La sua passione per gli ovini nasce da piccolo grazie a un amico del Mugello che aveva un gregge. Lui è cresciuto in questo contesto e oggi, grazie alla scuola, vorrebbe portare avanti questa attività in modo equilibrato con l’ambiente. Il suo sogno è quello di aprire una piccola attività agrituristica dove unire le sue anime di ristoratore e amante del pascolo.
(Adnkronos) - Un'ondata di colore, solidarietà e partecipazione sta attraversando la scuola primaria Leonardo Da Vinci di Milano grazie a 'Il bosco invisibile', un progetto promosso dall'associazione dei genitori 'Amici della Leonardo' e realizzato in collaborazione con l'associazione 'We Are Urban! Milano', che lo ha già portato a termine in quattordici scuole. L'obiettivo è semplice, ma potentissimo: migliorare la qualità dell’aria e degli ambienti scolastici ridipingendo tutte le 36 classi in uso nell’istituto con Airlite, una speciale pittura che purifica l’aria, elimina in modo permanente muffe e batterie migliora la vivibilità quotidiana. L’impresa sta coinvolgendo oltre 200 genitori e volontari, decisi a regalare, nei primi due weekend di aprile, tempo, energie, braccia e buona volontà per dipingere la scuola di oltre 700 bambini, che è anche un punto di riferimento per tutta la zona Città Studi con i suoi oltre 90 anni di storia. Il risultato atteso? Classi più sane, pulite e accoglienti per alunni e insegnanti: "Il bosco invisibile è un progetto che trasforma la scuola, ma anche la comunità che la abita -spiega il preside della scuola Leonardo Da Vinci, Antonio Re-. Non solo muri ridipinti, ma relazioni che si rafforzano, alleanze educative che crescono e un esempio concreto di cittadinanza attiva". "Vogliamo che sia prima di tutto un momento di aggregazione -spiega l'associazione genitori Amici della Leonardo, che ha coordinato il progetto e lo ha finanziato per la maggior parte-. Abbiamo messo a frutto le competenze di ognuno nell’organizzazione e abbiamo scommesso sulla volontà di reinventarsi pittori per qualche ora per la realizzazione. Abbiamo scoperto un forte senso di comunità che aspettava il progetto giusto per emergere". L’iniziativa viene realizzata con il supporto di Wau! Milano, associazione che promuove la cura del bene comune, comprendendo anche la risorsa 'aria', attraverso la partecipazione diretta dei cittadini. "Siamo felici di aver incontrato tutti gli studenti della scuola per un momento didattico che promuove la cultura del bene comune a partire dall’importanza di un elemento vitale che non vediamo e che non dovremmo sentire -commenta Andrea Amato, presidente di Wau! Milano-. Un progetto che deve essere spiegato per meglio comprendere il valore un gesto di volontariato che presenta molteplici aspetti positivi". Tra i sostenitori del progetto, anche YesMilano, l’agenzia di promozione del Comune, che ha abbracciato Il Bosco Invisibile come esempio virtuoso di integrazione e attivazione territoriale: "Abbiamo coinvolto la nostra rete di studenti internazionali, oltre 11.000 a Milano, per mostrare come i progetti di comunità siano uno straordinario ponte di integrazione -afferma la direttrice generale di YesMilano, Fiorenza Lipparini-. Il bosco invisibile è un modello da raccontare e replicare". Innamorata del progetto anche l’associazione Officine Rousseau (realtà educativa storicamente riconosciuta fra Milano e provincia come ex cooperativa Centri Rousseau dal 1968) che ha deciso di dare supporto al progetto Bosco invisibile degli Amici della Leonardo regalando due ore di attività nel parco della scuola per i figli dei volontari. Fondamentale anche il contributo degli sponsor e dei partner locali. Vittoria Pirovano di Leonardo Frontero-Frontero Case, ha scelto di sostenere con un contributo economico l’iniziativa: "Abbiamo creduto da subito nella forza di questo progetto. E' raro vedere così tanto entusiasmo, concretezza e impatto positivo in un’unica iniziativa. Era naturale volerla supportare". Anche i fornai di zona, da Viale Romagna a Piazza Piola, hanno voluto partecipare, donando teglie di pizza e focaccia per le giornate di pittura, mentre il Carrefour di via Spinoza ha offerto le bevande e gli snack per chi ha esigenze alimentari particolari, dimostrando la sua consolidata affinità elettiva con gli studenti di tutte le età che popolano Città Studi. Il progetto, realizzato nei primi due weekend di aprile,trasforma la scuola Leonardo Da Vinci in un esempio concreto di collaborazione tra famiglie, istituzioni, associazioni e attività del territorio. Un bosco invisibile che ha reso visibile la forza di una comunità unita.