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(Adnkronos) - La Dda della procura di Trento ha emesso un mandato di arresto nei confronti del magnate austriaco René Benko, fondatore del gruppo Signa, nell'ambito dell'inchiesta su un gruppo affaristico in grado di influenzare e controllare le principali iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore della speculazione edilizia in Trentino Alto Adige. Mentre gli arresti domiciliari sono scattati per la sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi e altre 8 persone tra cui quattro professionisti, tre imprenditori e un dirigente comunale. Sono 77 in tutto le persone, tra cui 11 amministratori pubblici, 20 dirigenti e funzionari di enti locali e società partecipate, membri delle forze dell’ordine, professionisti e imprenditori, quelle coinvolte nell'operazione portata avanti questa mattina dai carabinieri e dalla Guardia di Finanza in Trentino Alto Adige. Le indagini hanno ipotizzato l’esistenza di una sorta di gruppo affaristico in grado di influenzare e/o controllare le principali iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore della speculazione edilizia in tutta la Regione. Gli imprenditori coinvolti si sarebbero resi disponibili a finanziare le campagne elettorali di amministratori pubblici, ottenendo poi agevolazioni, procedure semplificate e concessioni per iniziative immobiliari. Le accuse contestate includono: associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Oltre 100 le perquisizioni nei confronti di altre persone sottoposte ad indagine, società ed enti pubblici territoriali nelle province di Trento, Bolzano, Brescia, Milano, Pavia, Roma e Verona nonché all’estero attraverso i canali di cooperazione giudiziaria internazionale.
(Adnkronos) - "Ogni anno il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, un momento dedicato a valorizzare le differenze e a costruire una società che sappia accogliere ogni individuo. Questa ricorrenza rappresenta una straordinaria opportunità per riconoscere il valore di ogni persona e per promuovere azioni che mettano al centro il rispetto e l’inclusione. Celebrare questa giornata significa scegliere di guardare la diversità come una fonte di ispirazione. Ogni differenza arricchisce la comunità e offre occasioni di crescita personale e collettiva. E' un invito a tutti noi a costruire ambienti che favoriscano l’espressione piena delle potenzialità di ogni individuo". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Daniele Cassioli, atleta paralimpico, non vedente dalla nascita, fondatore di Real eyes sport e presidente onorario di Piramis onlus. "In ogni contesto - spiega - dalla scuola al lavoro, l’inclusione rappresenta una grande occasione per migliorare le relazioni e creare ambienti più accoglienti. Le persone portano contributi unici quando vengono valorizzate per ciò che sanno fare. Penso al mondo del lavoro: il vero valore di un ambiente inclusivo si vede nel momento in cui ogni collega si sente parte integrante del team. E' un risultato che si costruisce con la volontà di creare relazioni autentiche e un clima di fiducia reciproca". "Anche nella scuola - precisa Cassioli - dove si formano le basi della nostra società, l’inclusione offre enormi opportunità. I ragazzi che crescono in un ambiente dove le diversità vengono accolte con rispetto imparano a vedere il mondo con occhi nuovi. Gli insegnanti, quando ricevono il giusto supporto, riescono a creare percorsi capaci di valorizzare ogni studente". "Il 3 dicembre - afferma - è per me un giorno speciale. Vivo questa ricorrenza come un’occasione per celebrare le opportunità che la disabilità mi ha regalato. La mia esperienza mi ha insegnato che ogni sfida porta con sé un’opportunità di crescita. Ogni giorno imparo quanto sia importante accettarsi e costruire il proprio percorso con fiducia. Questo mi ha portato a fondare Real eyes sport, un progetto che aiuta tanti bambini con disabilità visiva a scoprire il loro potenziale attraverso lo sport. Vederli affrontare il campo, superare le proprie paure e scoprire nuove abilità è un’esperienza che riempie il cuore". "La diversità - sottolinea - rappresenta un grande valore per la società. Quando impariamo a collaborare e a rispettarci, creiamo un ambiente dove tutti possono contribuire. Ogni gesto di apertura verso gli altri rafforza la comunità e genera un senso di appartenenza. La scuola e lo sport offrono spazi straordinari per imparare questi valori. I bambini che crescono in ambienti inclusivi sviluppano una maggiore sensibilità e un approccio aperto verso il mondo. Questa capacità di accogliere l’altro diventa una competenza che li accompagna per tutta la vita". "Immagino il 3 dicembre - continua - come una grande festa, un momento di incontro per celebrare le differenze e scoprire quanto possono arricchire le nostre vite. Ogni persona ha qualcosa di unico da offrire, e la diversità rende il mondo un posto più bello e interessante. Oggi possiamo scegliere di fare un passo in più verso un futuro inclusivo. Guardiamoci intorno, impariamo dalle storie degli altri e lasciamoci ispirare. La costruzione di un mondo migliore inizia da noi, dalle nostre azioni e dalla nostra capacità di accogliere".
(Adnkronos) - "È la più importante indagine sulla sostenibilità e i giovani mai fatta in Italia, è complessa e piena di sfaccettature. Abbiamo cercato di capire cosa sanno i giovani della sostenibilità sociale e la loro percezione del futuro". Così Enrico Pozzi, Ceo Eikon Strategic Consulting Italia, illustrando i risultati della ricerca dal titolo ‘Giovani e sostenibilità sociale’, presentata all’evento di apertura della Social Sustainability Week ‘I giovani e la sostenibilità, talenti da valorizzare’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. "La ricerca è una conseguenza diretta dell’indagine dell’anno scorso che era partita dalla sensazione di una crescente indifferenza verso la sostenibilità - spiega - L’ipotesi che avevamo dimostrato è semplice: la sostenibilità è stata ridotta alla sostenibilità ambientale, che è solo una modesta parte dell’Agenda 2030, dimenticando un anello cruciale, la sostenibilità sociale, quella più vicina alla domanda, alle percezione e ai comportamenti quotidiani delle persone". Perché? “Perché il sociale è pericoloso, problematico ed evoca parole sfidanti come uguaglianza, parità dei diritti, ecc…”. "Altro elemento emerso lo scorso anno: i giovani, che sono il futuro. Quindi cosa pensano e dicono sulla sostenibilità, in particolare di quella sociale, era un terreno misterioso", conclude.