ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Marco Bezzecchi conquista il Gp di Gran Bretagna di MotoGp a Silverstone e riporta l'Aprilia alla vittoria. Il pilota italiano ha la meglio sui leader del mondiale nella seconda partenza dopo che la gara era ripresa in seguito alla bandiera rossa esposta al secondo giro per una macchia d'olio in pista. I fratelli Marquez, Alex e Marc erano caduti entrambi ma hanno potuto riprendere la gara con la nuova partenza. Quartararo riparte bene e va in testa, ma è poi costretto al ritiro a 7 giri dalla fine per problemi tecnici mentre era in testa al Gp con 4 secondi di vantaggio su Bezzecchi. Gara sfortunata anche per Pecco Bagnaia, che prima va lungo in curva e poi cade ed è costretto al ritiro. Alla fine ne approfitta Bezzecchi che si impone davanti a Johann Zarco e Marc Marquez, che vince la battaglia con Morbidelli e allunga ulteriormente in classifica su Bagnaia e sul fratello Alex che chiude quinto alle spalle del'italiano. A chiudere la top ten Acosta, Miller, Marini, Aldeguer e Di Giannantonio. Ecco l'ordine di arrivo del Gp di Silverstone: 1) Marco Bezzecchi (Aprilia Factory) 2) Johann Zarco (Honda LCR) 3) Marc Marquez (Ducati Lenovo) 4) Franco Morbidelli (VR46 Ducati) 5) Alex Marquez (Gresini Ducati) 6) Pedro Acosta (KTM) 7) Jack Miller (Pramac Yamaha) 8) Luca Marini (Honda HRC) 9) Fermin Aldeguer (Gresini Ducati)* 10) Fabio Di Giannantonio (VR46 Ducati) 11) Joan Mir (Honda HRC) 12) Maverick Viñales (KTM Tech3) 13) Raul Fernandez (Trackhouse Aprilia) 14) Brad Binder (KTM) 15) Alex Rins (Yamaha) 16) Miguel Oliveira (Pramac Yamaha) 17) Enea Bastianini (KTM Tech3) 18) Lorenzo Savadori (Aprilia) 19) Somkiat Chantra (Honda LCR)* Ritirati: Fabio Quartararo (Yamaha), Francesco Bagnaia (Ducati), Aleix Espargaro (Honda Test Team)
(Adnkronos) - "Il nostro sistema fiscale, ce lo dicono Ocse e Banca d’Italia, penalizza il lavoro dipendente, soprattutto nelle fasce medio-alte. Un dirigente in Italia paga aliquote che altrove si applicano solo a chi guadagna quattro volte di più. Non è equità. E un disincentivo al merito. Accogliamo le proposte del Ministero dell’Economia sul taglio delle tasse per i ceti medi. Ma l’attesa non è più un’opzione. Il percorso va accelerato. Chiediamo una riforma fiscale all’altezza del tempo che stiamo vivendo. Una riforma che alleggerisca la pressione sul lavoro dipendente, che valorizzi chi crea occupazione e competenze, e che riconosca il ruolo strategico della dirigenza italiana come leva di competitività, coesione e progresso". A dirlo il presidente Cida, Stefano Cuzzilla intervenendo alla presentazione del 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare'. "Non possiamo più accettare - sottolinea - che chi investe in previdenza complementare, sanità integrativa, formazione e innovazione venga penalizzato da un sistema che taglia detrazioni e benefici in base a soglie di reddito nominale, scollegate dalla realtà economica di chi ogni giorno contribuisce al benessere del Paese. Difendere il ceto medio e chi lo guida significa anche difendere il risparmio, che è da sempre il caposaldo di questa fascia: un patrimonio non solo economico, ma anche culturale". "Tra le priorità da affrontare - avverte - c’è anche un altro nodo strategico: la questione del tetto agli stipendi nel settore pubblico e in ambiti ad alta funzione istituzionale. Una soglia rigida e generalizzata rischia di produrre una pericolosa emorragia di competenze in settori nevralgici per la tenuta del Paese: magistratura, forze armate, pubblica amministrazione, sanità, università, enti di ricerca". "Se le migliori professionalità, soprattutto tra le nuove generazioni, sono spinte - ribadisce il presidente Cuzzilla - a cercare altrove riconoscimento e prospettive, a perdere è l’interesse generale. Serve una riflessione concreta, che superi l’approccio ideologico, per valorizzare il capitale umano e garantire al Paese istituzioni all’altezza delle sfide che lo attendono". "Continuare a considerare i pensionati - ha aggiunto - solo come un costo è miope. I pensionati rappresentano un gigantesco giacimento di competenze ed esperienza, oltre che di welfare. Con l’espulsione indiscriminata dal mercato del lavoro, rischiamo di impoverire definitivamente il sistema. Serve una nuova visione: che riconosca il diritto alla libertà di lavoro, che valorizzi i percorsi senior, che costruisca una previdenza davvero accessibile e sostenibile. Non per generosità, ma per intelligenza collettiva".
(Adnkronos) - Coripet, consorzio riconosciuto dal ministero dell’Ambiente che riunisce produttori e riciclatori di bottiglie in Pet, chiude l’esercizio economico 2024 approvando all’unanimità un bilancio con un fatturato di oltre 160 milioni di euro, un utile netto di 7,5 milioni di euro e una quota di mercato del 52,6% (51% nell’anno precedente) sull’immesso a consumo di contenitori per liquidi in Pet (pari a circa 234mila tonnellate). Più in dettaglio, grazie all’estensione dell’Accordo Anci-Coripet, la copertura del servizio di raccolta differenziata raggiunge il 94,9% della popolazione italiana (quasi 56 milioni di cittadini) e oltre 7mila Comuni. A ciò si aggiunge il contributo della raccolta selettiva tramite eco-compattatori, che consente a circa 29,6 milioni di abitanti di conferire le bottiglie in Pet presso oltre 1.800 macchine (con un incremento di eco-compattatori su scala nazionale del 31% rispetto al 2023) dislocate su tutto il territorio italiano, tra punti vendita della Gdo, scuole e altri luoghi pubblici di aggregazione. Sul fronte ambientale, nel 2024 oltre 165mila tonnellate di bottiglie in Pet sono state avviate a riciclo, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo europeo di riciclo del 50% entro il 2025, già superato con un tasso del 52,1%. Inoltre, Coripet ha gestito 28.331 tonnellate di frazione non valorizzabile, normalmente destinata a termovalorizzazione e discarica, avviandole interamente a recupero energetico, raggiungendo così il traguardo di 'discarica zero'. Questi risultati sono stati possibili anche grazie alla crescita dei ricavi da Crc (67 milioni di euro) e da vendita del Pet riciclato (82,8 milioni di euro), oltre a un’attenta gestione dei costi e alla ripresa del mercato dei contenitori in Pet per liquidi post-consumo. “Il 2024 rappresenta un anno di svolta. Abbiamo dimostrato che un sistema autonomo può garantire risultati concreti per l’ambiente, l’economia e i cittadini. Continuiamo a lavorare per un futuro dove ogni bottiglia abbia una nuova vita”, osserva il presidente Coripet Corrado Dentis.