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(Adnkronos) - E' morto oggi a Roma, all'età di 85 anni, Pellegrino Capaldo, banchiere, per molti anni docente alla Sapienza e consulente. Originario di Atripalda (Avellino), la comunità locale ha espresso vicinanza alla famiglia: "Il sindaco Paolo Spagnuolo, l’amministrazione comunale, la comunità atripaldese tutta, esprimono il più profondo cordoglio alla famiglia Capaldo per la scomparsa del caro congiunto prof. Pellegrino Capaldo, docente dal 1970 alla Sapienza, presidente della Cassa di Risparmio di Roma e successivamente della Banca di Roma - si legge in un post sul profilo Fb del Comune - Tanti altri sono stati gli incarichi di prestigio ricoperti, così come tante volte si mostrò indisponibile a rappresentare ruoli governativi di primo piano. Economista di altissimo profilo e consulente del Vaticano". "Mai distante dalla nostra città che amava molto e dove aveva abitazione e molteplici affetti. Numerose le sue iniziative filantropiche", continua l'amministrazione annunciando che "nella giornata dei funerali ad Atripalda, previsti per domani 15 gennaio alle ore 16 nella chiesa di Sant’Ippolisto M. re, l’Amministrazione Comunale ha proclamato il lutto cittadino". Pellegrino Capaldo era nato il 10 luglio del 1939. Dopo la laurea aveva intrapreso la carriera accademica, diventando nel 1970 professore di ragioneria all’Università 'La Sapienza' di Roma. All'inizio degli anni Ottanta fu uno dei tre probiviri designati dalla Segreteria di Stato della Santa Sede per dirimere la questione Banco Ambrosiano-Ior. Nel 1987 diventò presidente della Cassa di Risparmio di Roma e portò a compimento l’acquisizione dall'Iri del pacchetto di controllo del Banco di Santo Spirito e, successivamente, del Banco di Roma. Nel 1992 diventò presidente dell’istituto di credito nato dalla fusione, la Banca di Roma. Nel 1991 Pellegrino Capaldo è stato nominato Cavaliere del Lavoro dall'allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga. A fine 1995 diede le dimissioni dalle sue cariche per ritornare alla precedente attività universitaria e professionale. Esponente della Democrazia Cristiana, appoggiò nel 1998 la nascita dell'Unione Democratica per la Repubblica (Udr) creata da Cossiga.
(Adnkronos) - In un Paese che invecchia e si riduce a causa della crisi demografica, cambia il rapporto degli italiani con il lavoro e in particolare le aspettative dei giovani, ma cambiano anche le prospettive previdenziali specialmente dei cosiddetti boomer che vorrebbero continuare a lavorare anche oltre l’età di pensionamento. E quanto emerge dal secondo report dell’Osservatorio Enpaia-Censis del mondo agricolo nel quale si evidenzia come se da una parte l’innalzamento dell’età di pensionamento viene vissuto nel 65,1% dei casi come “una costrizione alla libertà individuale” (che arriva al 69,6% nella fascia dei 35 ai 64 anni), dall’altra una quota ancora più ampia degli italiani (circa il 70%) afferma che si debba consentire ai pensionati, se vogliono, di continuare a lavorare (percentuale che sfiora l’80% tra gli over 64) . Una richiesta – viene sottolineato nel report – coerente con la struttura demografica di una società che invecchiando si fa longeva e che deve essere accompagnata da un sistema integrato e coerente di misure di active ageing, permettendo ai più anziani di essere attivi nei diversi ambiti della sfera sociale, mercato del lavoro incluso, senza che l’età sia un fattore discriminante. Il report, spiega il direttore generale di Enpaia Roberto Diacetti, “fotografa un’Italia dove il 92% degli occupati non disdegnerebbe avere più libertà di scelta per quanto riguarda l’età di pensionamento, con una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro, quindi con la possibilità di poter andare in pensione un po’ prima con delle penalizzazioni ridotte, ma anche di poter restare al lavoro più a lungo, oltre l’età pensionabile”. Ma nel nostro Paese, aggiunge Diacetti, "abbiamo un enorme problema costituito da salari troppo bassi che impatta negativamente anche sulle future pensioni oltre che sulla domanda interna". Perciò, conclude il Dg di Enpaia, "l’idea di rinunciare a una minima quota di dividendi da parte delle imprese per aumentare le retribuzioni, merita una riflessione seria".
(Adnkronos) - Dall’energia solare alla produzione di idrogeno pulito. È questa la strada tortuosa su cui si è incamminato un gruppo di ricerca internazionale coordinato dalla Flinders University, in Australia, ottenendo risultati eccezionali. Gli esperti avrebbero infatti messo a punto un nuovo metodo che dall’energia immagazzinata nelle celle fotovoltaiche porta dritto alla scissione fotocatalitica dell’acqua, con una netta riduzione delle emissioni inquinanti. I risultati dello studio sono stati pubblicati su “The Journal of Physical Chemistry C”.