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(Adnkronos) - Tutto pronto per la finale di X Factor 2024, che si svolgerà per la prima volta in esterna con un palco allestito nel cuore di Napoli, in Piazza Plebiscito. La serata vedrà la proclamazione del vincitore tra i quattro finalisti: Lorenzo Salvetti, Mimì, I PATAGARRI e Les Votives. Appuntamento giovedì 5 dicembre alle ore 21:00 in diretta su Sky, in streaming su NOW e in simulcast anche in chiaro su TV8. Per la prima volta nella sua storia internazionale, la finale del format si svolgerà in esterna, con un palco allestito nel cuore di Napoli, in Piazza del Plebiscito. Il palco, a forma di X, sarà il fulcro di una grande festa di popolo, con la partecipazione di migliaia di persone. Il sindaco Gaetano Manfredi ha espresso la sua soddisfazione per l'evento, sottolineando l'importanza di ospitare a Napoli la prima finale all'aperto di X Factor. "È un grande privilegio per noi. Mi fa piacere che ci siano questi giovani talenti che si esibiranno perché Napoli è una città in cui tanti giovani hanno trovato una strada positiva grazie alla musica. Mi auguro che questo porti fortuna alle loro carriere”. A partire dalle 21:00, giovedì 5 dicembre, in diretta su Sky, in streaming su Now, e in simulcast in chiaro su TV8 prenderà il via l’ultimo atto della competizione. Per condurre il pubblico verso lo show, dalle 20 in diretta su Sky Uno, Now e in simulcast su TV8 ci sarà l’Ante Factor condotto da Gianluca Gazzoli. La puntata speciale, della durata di circa un’ora, accoglierà ospiti e sorprese e raccoglierà le emozioni degli ultimi minuti prima dello show e soprattutto racconterà tutto quello che c’è da sapere sulla notte dell’attesissimo ultimo round di X Factor 2024. Achille Lauro ha portato in finale la sua squadra al completo: Lorenzo Salvetti, I PATAGARRI, Les Votives, Mimì invece è della squadra di Manuel Agnelli. Mimì Caruso, guidata dal giudice Manuel Agnelli, ha una voce unica, che spazia tra generi come il soul, l’indie e l’hip hop. Alla serata inediti Mimì ha stupito il pubblico con il suo brano originale 'Dove si va', scritto da Madame. Nell'ultimo live si è guadagnata un posto nella finale vincendo il ballottaggio contro Francamente della squadra di Jake La Furia. I Patagarri, della squadra di Achille Lauro, è una delle band di quest’edizione, composta da cinque giovani musicisti provenienti da Milano e dintorni: Francesco Parazzoli (tromba e voce), Jacopo Protti (chitarra), Daniele Corradi (chitarra), Giovanni Monaco (clarinetto e sassofono) e Arturo Monaco (trombone e percussioni). La vera rivelazione, secondo il pubblico online, è stata la serata cover dove la band ha presentato 'Caravan' (scritto da loro stessi) che ha spiazzato tutti per la sua energia e modernità. Altra band dell’edizione: I Les Votives, capitanati da Achille Lauro. Il gruppo è formato da Riccardo Lardinelli, frontman e chitarrista di 23 anni, Angelo Maria Randazzo, batterista di 25 anni e Tommaso Venturi, bassista di soli 19 anni. Les Votives vantano una maturità artistica che si riflette nella loro capacità di mescolare il fascino senza tempo del rock classico con una visione contemporanea e moderna. Lorenzo Salvetti, giovanissimo cantautore di 17 anni proveniente da Verona, entrato nella squadra di Achille Lauro e ora tra i finalisti del talent show. Con il suo stile romantico e un sound indie pop fresco e autentico, Lorenzo ha conquistato pubblico e giudici, dimostrando di essere una vera promessa della musica italiana. Per gli esperti Planetwtin365, dopo la 'vittoria' in semifinale, in pole ci sono i Patagarri, passati da 6,75 a 1,95 in una sola settimana, davanti a Lorenzo Salvetti primo inseguitore a 4 volte la posta, seguiti da un altro gruppo, i Les Votives, offerti a 4,50. I primi tre in lavagna sono tutti del team capitanato da Achille Lauro, mentre chiude in lavagna Mimì Caruso, unica speranza di Manuel Agnelli, favorita in quota fin dal primo live e ora ultima a 4,75. Tra i giudici, con tutti gli artisti ancora in gara, domina Achille Lauro, proposto a 1,15 su Goldbet e Better, mentre per la categoria del vincitore, con due possibilità su quattro, comanda il successo di un gruppo, visto a 1,40 sul 4 degli 'Uomini' e il 4,50 delle 'Donne'. Per quanto riguarda invece il primo eliminato della serata è sfida sul filo dell’equilibrio tra Mimì Caruso, a 2,50, e Les Votives, a 2,75 volte la posta. La finale di X Factor vedrà la partecipazione di Robbie Williams, super ospite internazionale, che presenterà sul palco "Better Man", il nuovo film di Michael Gracey sull'incredibile storia dell'inizio della sua carriera. Uno degli artisti musicali più premiati al mondo (sono suoi 6 dei 100 album più venduti nella storia del Regno Unito, 85 milioni di album venduti in tutto il mondo, 14 album al numero 1 nel Regno Unito e un record di 18 Brit Awards - più di qualsiasi altro artista). Tra i protagonisti della serata ci sarà anche Gigi D'Alessio, per un omaggio indimenticabile alla 'sua' Napoli. Da oltre trent’anni è il cantautore, compositore, produttore discografico e showman da record per eccellenza. Trenta album di successo, oltre 30 milioni di dischi venduti, 3 dischi di diamante, 102 dischi di Platino e innumerevoli dischi d’oro, un pilastro della musica d’autore italiana, Gigi ha riempito arene e piazze in Italia e nel mondo e ha collaborato con i grandi nomi della musica nazionale e mondiale. La serata di domani si preannuncia spettacolare e segna il culmine di un lungo percorso che ha coinvolto non solo giudici e concorrenti, ma anche tutta la squadra di lavoro di X Factor 2024 capitanata dalla capo progetto Paola Costa e dagli autori Giacomo Carrera, Laura Mariani, Matteo Lena e Lorenzo Campagnari, con la produzione esecutiva di Barnaby Boccoli e Paolo Scarbaci e la direzione musicale di Antonio Filippelli. "La finale sarà speciale anche grazie al pubblico di Napoli, che sappiamo quanto dà in termini di energia. Confido tantissimo in questa energia, che farà la differenza. Il supporto del pubblico sarà fondamentale", afferma Giorgia che per la conduzione dell'anno prossimo non si tira indietro: "Sarebbe carino tornare perché adesso due cosette le ho imparate", scherza la cantante. Un'esperienza ricca e formativa anche per Paola Iezzi, al suo esordio nel programma: "Ognuno dei ragazzi mi ha insegnato qualcosa di nuovo e importante. Il loro entusiasmo ha risvegliato le belle sensazioni che si hanno quando si inizia a fare questo mestiere". Jake La Furia, che ha portato un tocco di ironia al tavolo dei giudici, dichiara: "È stato bellissimo partecipare a un programma del genere che è diventato forte anche emotivamente. Siamo diventati tutti amici e al tavolo ci siamo molto rispettati. Adesso c'è molta meno gente che mi odia", ha scherzato Jake. Manuel Agnelli, invece, ha posto l’accento su Mimì, la sua finalista: "Lavorare con Mimì è stata un’occasione pazzesca. La sua voce, a livello di potenziale, è la migliore mai trovata a X Factor. È stata una grande responsabilità". Infine, Achille Lauro, che entra nella storia del programma come il primo giudice a raggiungere la finale con la sua squadra al completo, commenta: "È stata un’esperienza pazzesca. Questa edizione ha visto grandi talenti e per me è stato un privilegio". Il palco, con una superficie di circa 1000 metri quadri, sarà arricchito da 500 mq di videowall e 1000 corpi luminosi. 20 telecamere saranno a disposizione del regista Luigi Antonini, coadiuvato dal direttore della fotografia Ivan Pierri. La direzione artistica è affidata al team di Laccio e Shake, esponenti del Modulo Project, che dirigeranno sul palco 60 artisti, tra cui un corpo di ballo composto da 40 ballerini, creando oltre 20 performance, ciascuna con un proprio visual e una scenografia unica. La scenografia è a cura di Paola Spreafico, i costumi del corpo di ballo sono di Maria Sabato mentre lo styling dei concorrenti di Susanna Ausoni: in totale verranno usati più di 200 costumi in scena. Non mancheranno fuochi d'artificio ed effetti speciali curati da Luca Toscano, inclusa una coreografia pirotecnica con 20 postazioni distribuite tra il palco e le terrazze della Basilica, per uno spettacolo che vuole lasciare il segno. Nel complesso, per questa finale lavoreranno circa 650 persone.
(Adnkronos) - Una fotografia chiara e dettagliata del rapporto tra i professionisti tecnici e il mondo assicurativo emerge dall’indagine conoscitiva recentemente promossa da Agefis e condotta da GruppoPiù. Lo studio, realizzato su un campione omogeneo rappresentativo della categoria dei geometri, ha messo in luce tendenze, preoccupazioni e barriere legate all’adozione di coperture assicurative. “Questa indagine - dichiara Mirco Mion, presidente di Agefis - rappresenta un passo fondamentale per comprendere meglio i bisogni e le priorità dei professionisti tecnici. La copertura assicurativa non è più un semplice obbligo per i professionisti, ma una leva strategica per garantire stabilità e serenità, tanto nella vita professionale quanto in quella familiare”. L’indagine svela una categoria professionale che dimostra maturità e consapevolezza. Quasi tutti i partecipanti, infatti, hanno sottoscritto una polizza rc professionale, dimostrando un’adesione pressoché totale alle coperture obbligatorie. Tuttavia, emerge un crescente interesse verso polizze facoltative come quelle infortuni e tutela legale, a testimonianza di un’attenzione sempre più marcata alla gestione del rischio. Non mancano, però, ostacoli significativi: il costo delle polizze rappresenta il principale freno alla sottoscrizione di ulteriori coperture, seguito da una sfiducia generale nei confronti del settore assicurativo. Le preoccupazioni principali dei geometri si concentrano sugli aspetti personali e familiari. La salute è indicata come la maggiore fonte di apprensione, seguita dall’impossibilità di lavorare e dalla tutela del benessere dei propri cari. Questi dati sottolineano come il mondo assicurativo possa e debba rispondere in maniera più incisiva a esigenze che vanno ben oltre la protezione dell’attività professionale, abbracciando un concetto più ampio di sicurezza e serenità. L’indagine, inoltre, rivela un approccio analitico alla scelta delle coperture: il 66% dei professionisti valuta diverse offerte prima della sottoscrizione, dimostrando una mentalità orientata a scelte consapevoli. Tuttavia, solo il 3% si definisce realmente competente in ambito assicurativo, evidenziando l’importanza di percorsi formativi mirati. L’indagine si propone come un punto di partenza per rafforzare il dialogo tra professionisti tecnici e settore assicurativo, aprendo la strada a iniziative concrete per migliorare la qualità della vita e del lavoro dei geometri. “Questi risultati ci invitano a riflettere sulle strategie da adottare per promuovere una maggiore cultura assicurativa. E' necessario lavorare sulla trasparenza, sull’accessibilità delle informazioni e sulla costruzione di un rapporto di fiducia con le compagnie assicurative”, conclude Mion. Le preoccupazioni principali emerse dall’indagine riflettono un’attenzione marcata verso aspetti personali e familiari: il 67% dei professionisti individua la salute come la maggiore fonte di apprensione, seguita dall’impossibilità di lavorare (50%) e dal benessere dei familiari (32%). Questi dati sottolineano l’importanza di soluzioni assicurative che tutelino tanto l’attività professionale quanto il nucleo familiare, garantendo stabilità e sicurezza. Sul fronte assicurativo, si evidenzia una buona adesione alle polizze obbligatorie: il 95% dei partecipanti all’indagine dichiara, infatti, di aver ha sottoscritto una polizza di rc professionale. Tuttavia, anche l’interesse verso coperture facoltative come polizze infortuni (40%), tutela legale (33%) e polizze sanitarie (22%) suggerisce una crescente attenzione alla gestione del rischio. Nonostante questa sensibilità, persistono ancora barriere come il costo delle polizze (indicata dal 52% come motivo principale per non sottoscriverle) e una generale sfiducia nelle assicurazioni (22%), segnalando l’esigenza di un lavoro di comunicazione e trasparenza da parte di compagnie e intermediari. Interessante è anche il rapporto con i consulenti assicurativi, dove prevale un approccio analitico: il 66% valuta diverse offerte prima della sottoscrizione, rivelando una mentalità orientata alla scelta informata, mentre il 3% si definisce competente in ambito assicurativo, evidenziando necessità di formazione, ma al tempo stesso una forte fiducia nei consulenti assicurativi (32%). In conclusione, l’indagine non solo fotografa le attuali abitudini assicurative dei professionisti geometri, ma offre spunti chiave per sviluppare strategie mirate. Questi risultati rappresentano, infatti, un’opportunità per migliorare la trasparenza, promuovere prodotti più accessibili e favorire una cultura assicurativa più consapevole e diffusa, rispondendo in maniera efficace ai bisogni dell’intera categoria professionale. Le preoccupazioni dei professionisti tecnici emerse dall’indagine rivelano un'attenzione predominante verso la salute personale e le malattie, citate dal 70% dei partecipanti, seguite dall’impossibilità di lavorare (oltre il 50%) e dal benessere dei familiari (oltre il 30%). Questi dati riflettono una forte sensibilità verso la sfera personale e familiare, evidenziando come la stabilità fisica e relazionale siano percepite come fondamentali per la qualità della vita e l’equilibrio professionale. Le preoccupazioni relative alla perdita del lavoro (22%) e ai disastri naturali (19%) appaiono meno rilevanti, suggerendo che, sebbene presenti, queste ansie siano secondarie rispetto a problematiche più immediate e tangibili. E' stato chiesto ai partecipanti all’indagine se, dato un rischio di 1 su 1.000 di perdere 50.000 euro, preferirebbero correre il rischio senza avere una polizza a protezione, oppure pagare una polizza a protezione del rischio. Oltre tre quarti dei partecipanti sostengono che preferirebbero pagare una copertura da 100 euro all’anno per essere protetti, mentre circa un quarto preferirebbe correre il rischio. Queste risposte evidenziano una buona sensibilità assicurativa dei professionisti, soprattutto quando si parla di cifre importanti, ed un approccio responsabile e attento alla gestione del rischio, indicando una consapevolezza diffusa dell'importanza della prevenzione. Analogamente, è stato chiesto ai partecipanti se, ipotizzando una possibile perdita economica di 5.000 euro causata da un infortunio, preferirebbero aver pagato un premio di 500 euro all’anno per 10 anni per avere il rimborso della perdita oppure rischiare di perdere l’intera somma al momento dell’evento. In questo caso, le risposte sono opposte rispetto a quelle della domanda precedente: quasi il 60% dei rispondenti, infatti, sostiene che preferirebbe perdere 5.000 euro al momento dell’evento, piuttosto che aver pagato un premio di 500 euro all’anno per 10 anni per avere il rimborso della perdita (il 41%). Queste risposte fanno capire come, in caso di somme più contenute, i professionisti preferiscano, tendenzialmente, correre il rischio di avere una perdita piuttosto che sostenere un impegno economico ricorrente, dimostrando fiducia nella propria capacità di gestire una perdita contenuta. Interessante il dato relativo alla polizza obbligatoria di RC Professionale: dichiara di esserne in possesso il 95%. Per quanto riguarda le coperture facoltative, si nota una buona diffusione della polizza infortuni (40%), della tutela legale (33%) e della temporanea caso morte (28%), segnale di un'attenzione crescente alla gestione dei rischi personali e professionali. Anche le polizze sanitarie (22%) e ufficio (16%) sono ben rappresentate, mostrando un ulteriore livello di pianificazione. Sebbene meno diffuse, la presenza di polizze Long Term Care (10%) e a copertura dei rischi informatici (4%) suggerisce una nicchia di professionisti particolarmente attenta a rischi specifici e innovativi. Questo panorama evidenzia un impegno generale verso la protezione, con margini per ulteriori sensibilizzazioni su coperture emergenti e sempre più rilevanti. Per quanto riguarda le polizze non obbligatorie, oltre il 50% di chi ne è in possesso dichiara di averla sottoscritta per iniziativa personale, mentre il 13% di averlo fatto su proposta del proprio intermediario di fiducia. In pochi (poco oltre l’1%) sono stati convinti dalla lettura di dati statistici, mentre nessuno sostiene di essere stato influenzato dalla pubblicità o di averla sottoscritta dopo aver subito un sinistro. Un ulteriore dato interessante è che oltre il 30% dei partecipanti dichiari di non avere sottoscritto nessuna polizza non obbligatoria: si tratta di un’opportunità per sensibilizzare ulteriormente sui benefici di una protezione assicurativa più ampia, valorizzando la possibilità di affrontare con maggiore serenità anche rischi non obbligatoriamente tutelati. Per quanto riguarda le azioni preventive messe in atto da un professionista prima di sottoscrivere una polizza, oltre il 65% dei partecipanti all’indagine afferma di valutare diverse offerte (segno di una volontà di confrontare le opzioni disponibili per scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze, questo approccio riflette una mentalità analitica e orientata alla scelta informata), e il 31% dichiara di avere molta fiducia nel suo consulente assicurativo, testimonianza dell'importanza di un rapporto professionale di qualità, basato su competenza e affidabilità: la consulenza personalizzata continua a rappresentare un valore aggiunto nella scelta delle coperture assicurative. Una percentuale più ridotta (circa il 3%), infine, sostiene di sentirsi competente in ambito assicurativo. Il 60% dei partecipanti pensa che, in caso di sinistro, le procedure per ottenere un rimborso sarebbero poco o per nulla agevoli. Mentre circa il 40% pensa che sarebbero abbastanza o molto agevoli. Questi dati evidenziano una scarsa fiducia nell’efficienza della gestione dei sinistri da parte delle compagnie assicurative. Per quanto riguarda la scelta della propria polizza di rc professionale, quasi l’87% dei partecipanti all’indagine dichiara che il fattore più importante sia il costo combinato con le condizioni della polizza: questo dimostra un approccio maturo e ponderato, in cui i professionisti cercano soluzioni che garantiscano sia convenienza economica sia coperture adeguate alle proprie esigenze. Per il 9%, invece, l’elemento chiave sono esclusivamente le condizioni, indipendentemente dal costo della polizza. Inoltre, circa il 4% dei partecipanti ammette che l’unico elemento di cui tiene conto in fase di scelta di una polizza sia il costo (più basso è meglio). Circa il 5% dei partecipanti sostiene che l’assicurazione sia uno spreco di soldi. Sulla stessa lunghezza d’onda, il 4% sostiene che – dal momento che la probabilità di un sinistro è bassa – l’assicurazione sia inutile e il 28% che l’assicurazione sia utile solo in caso di eventi con alta probabilità. Tuttavia, la maggioranza (6 partecipanti su 10), sostiene che l’assicurazione sia utile anche per eventi con bassa probabilità, evidenziando una consapevolezza diffusa del valore della protezione preventiva e della pianificazione contro imprevisti di ogni natura. Anche queste risposte mettono in evidenza una buona sensibilità assicurativa per la maggioranza dei rispondenti. Questi dati, infatti, sottolineano un panorama in cui prevale una visione positiva e strategica, con margini per sensibilizzare ulteriormente anche chi, al momento, sottovaluta l’importanza di una copertura completa e mirata. Per il 67% l’elemento ritenuto più importante sono le coperture, segno di un’attenzione predominante alla qualità e all’adeguatezza della protezione assicurativa. A seguire, entrambi al 13%, massimali ed esclusioni: questo dato riflette una sensibilità verso aspetti tecnici cruciali per una scelta consapevole. Interessante notare come il premio sia ritenuto l’elemento più importante solamente dal 6% dei partecipanti all’indagine, a sottolineare come la convenienza economica venga subordinata a fattori qualitativi. Per analizzare il comportamento dei partecipanti all’indagine, è stato chiesto loro quali siano le ragioni principali per cui abbiano scelto di non sottoscrivere una polizza nonostante il rischio: per il 52% dei partecipanti, l’elemento ostativo principale è stato il costo della polizza, seguito da sfiducia nelle assicurazioni e bassa probabilità di accadimento di un sinistro, entrambi al 22%. Questi dati riflettono un atteggiamento prudente e critico, ma allo stesso tempo rappresentano un invito a rafforzare la comunicazione sulla trasparenza e il valore della protezione assicurativa. Un numero decisamente minore di partecipanti, invece, sostiene di non aver sottoscritto una polizza a causa di difficoltà di comprensione della polizza (circa il 16%) e a causa di precedenti esperienze negative con un sinistro (per il 13%). Per quanto riguarda i canali di acquisto delle polizze assicurative, la maggioranza dei partecipanti (circa tre quarti), si rivolge ad agenzie assicurative, agenti o broker, dimostrando una chiara preferenza per il contatto diretto e personalizzato. Circa il 23%, invece, si affida a compagnie telefoniche e online, evidenziando l’apertura verso soluzioni digitali e modalità più immediate, segnale di una crescente fiducia nelle tecnologie e nella semplicità di utilizzo di questi canali. Più basse, invece, le percentuali di coloro che si affidano alla banca o alla posta (il 3%) o a siti aggregatori e comparatori (l’1,33%). Anche la scelta del proprio consulente assicurativo è un elemento importante da analizzare. Per 3 rispondenti su 10, gli elementi più importanti nella scelta del proprio consulente assicurativo sono l’esperienza e la professionalità, seguite dalla fiducia e dalla capacità di comprensione dei bisogni (per il 17%): questi dati confermano il valore di un rapporto personalizzato ed empatico nella scelta del consulente. Il costo delle polizze proposte è un elemento fondamentale per il 13% dei partecipanti, mentre per l’8% lo sono la trasparenza e la semplicità della spiegazione delle polizze. L’elemento ritenuto meno importante, scelto dal 5% dei soggetti, è il consiglio di conoscenti. I dati evidenziano una chiara priorità dei professionisti nel richiedere informazioni dettagliate prima di sottoscrivere una polizza: i professionisti che hanno risposto all’indagine chiedono informazioni soprattutto in merito a franchigie, scoperti, esclusioni e coperture (ben il 93%), evidenziando una consapevolezza elevata nell’analizzare le caratteristiche tecniche più rilevanti della polizza. In misura minore, ma comunque significativa, sono richieste informazioni in merito ai servizi post-vendita (per il 21%, segnale dell’importanza attribuita all’assistenza continuativa), alla durata e alla gestione del contratto (per il 17%) e agli eventuali costi accessori (per il 15%). Nel complesso, questo panorama conferma l’attenzione dei professionisti a tutti gli elementi che possono influire sulla qualità e sull’efficacia della polizza, evidenziando una propensione a scelte informate e consapevoli. Un altro elemento fondamentale per la sottoscrizione di una polizza è la fama e fiducia nel marchio (compagnia): i partecipanti all’indagine hanno assegnato a questo elemento una votazione di 3,2 su un massimo di 5. Questo risultato indica come la reputazione dell'azienda giochi un ruolo significativo nella scelta di una polizza, rappresentando un elemento di sicurezza e credibilità per i clienti. Invece, i set informativi delle polizze sono generalmente ritenuti poco chiari e non facilmente comprensibili: a questo elemento, infatti, è stato assegnato un voto di 2,3 su 5. Questi risultati riflettono l'importanza di bilanciare una forte immagine con una comunicazione efficace e accessibile, creando un'esperienza che ispiri fiducia e faciliti la comprensione delle caratteristiche della polizza.
(Adnkronos) - "Dalla Social Sustainability Week ci aspettiamo soprattutto tanti paradossi". Così Cristina Cenci, Senior Partner Eikon Strategic Consulting Italia e presidente Reworld intervenendo all’evento di apertura della Social Sustainability Week ‘I giovani e la sostenibilità, talenti da valorizzare’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma "Il primo - spiega - da un lato la sostenibilità sociale riguarda ognuno di noi, dall’altro è socialmente invisibile. A due livelli almeno: quando si dice sostenibilità ognuno di noi vede 'verde' (ambiente, natura, ecc...) ma non possiamo dimenticare che esiste una sostenibilità sociale. Se riusciamo a superare il 'verde', c'è un'altra associazione spontanea: la parola 'aiuto', cioè la sua declinazione come responsabilità di prendersi cura di chi ha più bisogno, una declinazione assistenzialista che è una componete ma non è l'unica e ci distoglie dal pensare la sostenibilità sociale come leva strategica di trasformazione". "Secondo paradosso: se si mette una 'S' davanti ad una serie di parole, questa ne trasforma il significato (comunicare-scomunicare, correre-scorrere, ecc...). La sostenibilità sociale nei suoi obiettivi rischia spesso di trasformarsi nel suo contrario: ci diamo un obiettivo e purtroppo ne deriva un altro; un fattore 'S' che da un lato trasforma, dall’altro inverte", continua. "Terzo paradosso: mi collego all’Agenda 2030 e alla nuova direttiva Ue che porterà migliaia di aziende a confrontarsi con la dichiarazione non finanziaria cioè con il racconto della loro azione sostenibile. Rischiamo che questa rendicontazione miri a standardizzare ciò che non può essere standardizzato: il sociale, la qualità soggettiva, l'adattamento, la trasformazione, il dinamismo. Altrimenti lo sterilizziamo. Allo stesso tempo lo dobbiamo misurare per poterci dare degli obiettivi". L'ultimo paradosso riguarda la Diversity&Inclusion. "Siamo a rischio perché per come si sta strutturando rischiamo che questa Diversity assuma le forme di un neo razzismo, identificando delle caratteristiche specifiche di una persona e trasformandole nella caratteristica unica di questa persona che poi includiamo nella nostra presunta normalità. Di tutto questo vogliamo parlare e i giovani sono uno specchio importante di questi paradossi", conclude.