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(Adnkronos) - Una firma "storica", una svolta che arriva in un momento particolarmente difficile della guerra in corso con la Russia.La Francia e l’Ucraina hanno infatti siglato un accordo che prevede l’acquisizione da parte di Kiev fino a 100 caccia Rafale, oltre a droni, radar e sistemi di difesa aerea. La firma, avvenuta alla base di Villacoublay durante la visita di Volodymyr Zelensky a Parigi, rappresenta il più significativo impegno francese nei confronti dell’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. I velivoli saranno consegnati nell’arco dei prossimi dieci anni, ha spiegato il presidente Emmanuel Macron, mentre la produzione dei droni e degli intercettori dovrebbe partire entro la fine dell’anno. Per Zelensky l’accordo rafforzerà la capacità dell’Ucraina di resistere all’avanzata russa mentre il Paese affronta pressioni interne legate a recenti scandali di corruzione e nuove offensive nemiche nell’est. L’intesa arriva alle porte di un inverno che si preannuncia difficile per Kiev, tra attacchi missilistici russi sempre più intensi e un fronte orientale in sofferenza. Macron ha confermato che Parigi attingerà al proprio bilancio e a strumenti di finanziamento europeo per sostenere l'accordo, mentre Francia e Regno Unito stanno preparando a Mont Valérien il quartier generale di una possibile forza multinazionale da dispiegare in Ucraina dopo un eventuale cessate il fuoco. Secondo Parigi, sono già 34 i Paesi che hanno offerto la propria partecipazione. Zelensky ha definito quella di Parigi come "una delle visite più produttive dell'anno". Il leader ucraino ha quindi annunciato la consegna di radar francesi ad alta efficacia, nuovi sistemi di difesa aerea Samp/T, missili aria-aria e bombe aeree guidate. "La Francia sta preparando un nuovo pacchetto di supporto militare che avremo entro la fine dell’anno", ha aggiunto, sottolineando anche l'intenzione di rafforzare la cooperazione tra le industrie della difesa dei due Paesi. I Rafale sono i velivoli più avanzati della flotta francese. Sviluppato da Dassault Aviation e operativo dai primi anni Duemila, il Rafale è un caccia multiruolo di "generazione 4.5", in grado di svolgere nella stessa missione combattimento aereo, attacchi al suolo, ricognizione e operazioni navali. Dotato di radar Aesa, sistemi sofisticati di guerra elettronica e una vasta gamma di armamenti di precisione, unisce grande maneggevolezza, una velocità che può superare Mach 1,8 (oltre 2 mila km/h) e un’autonomia prolungata. Caratteristiche che lo hanno reso protagonista di numerose operazioni francesi in Medio Oriente, Africa e Afghanistan. Per l’Ucraina, impegnata da oltre tre anni nella difesa contro l’invasione russa, l’arrivo dei Rafale, secondo analisti citati dal Kiyv Post, rappresenta un salto tecnologico significativo rispetto alla flotta di epoca sovietica ancora in uso. Le loro capacità avanzate di individuazione dei bersagli, la protezione elettronica e l’efficacia tanto nel combattimento aereo quanto nell’intercettazione di missili e droni rispondono direttamente alle necessità operative di Kiev, che affronta attacchi quasi quotidiani e una crescente pressione sul fronte orientale. A ciò si aggiunge la piena compatibilità con gli standard Nato, elemento chiave per la trasformazione dell’aviazione ucraina in una forza moderna e interoperabile con gli alleati occidentali. L’intesa con Parigi ha inoltre una forte valenza strategica di lungo periodo: il piano decennale punta a ricostruire e consolidare le capacità aeree ucraine dopo un eventuale cessate il fuoco, garantendo un livello di deterrenza sufficiente a scoraggiare future aggressioni. Come ha ricordato Macron, una pace duratura richiede "un esercito ucraino capace di dissuadere qualsiasi nuova incursioni". Insieme agli F-16 forniti da diversi Paesi europei e ai Gripen svedesi già previsti, i Rafale diventeranno uno dei pilastri della futura aviazione ucraina, rafforzandone autonomia, resilienza e sicurezza negli anni a venire.
(Adnkronos) - "Con l’Anci e con i Sindaci italiani stiamo portando l’INPS dove oggi non è presente. L’accordo siglato a settembre prevede l’attivazione fino a 4.500 Punti Utente Evoluti nei Comuni privi di sportello, per garantire ai cittadini l’accesso diretto ai servizi dell’Istituto anche nei territori più lontani". Lo ha dichiarato il Presidente dell’Inps, Gabriele Fava, intervenendo all’Assemblea Anci di Bologna, intitolata “Insieme per il bene comune”. "I Punti Utente Evoluti – ha spiegato Fava – sono sportelli telematici attivati presso i municipi, con personale locale formato dall’Inps. Consentiranno di gestire in modo guidato le principali prestazioni e certificazioni, dall’Assegno Unico alle pensioni, dalla Naspi ai servizi per la famiglia. L’obiettivo è ridurre le distanze, assicurando la stessa qualità del servizio pubblico, indipendentemente da dove si viva". "Lì dove le fragilità sociali sono più alte, l’Inps deve essere presente. E non soltanto presente: deve essere il primo ad arrivare. Questo è il significato operativo del welfare di prossimità che stiamo costruendo insieme ai Comuni – una rete di collaborazione istituzionale che unisce innovazione, responsabilità e servizio al Paese", sottolinea.
(Adnkronos) - A Bologna, in occasione della premiazione del Cresco Award 2025 – Comuni sostenibili e Agenda 2030, il Comune di Vimodrone (Milano) è stato premiato per la categoria dei Comuni sopra i 10 mila abitanti grazie al progetto Luoghi Comuni, iniziativa dedicata ai giovani e al loro protagonismo nella vita cittadina. "Luoghi Comuni è un concetto di apertura e relazione – ha spiegato Marco Albertini, vicesindaco di Vimodrone – un progetto che offre ai ragazzi spazi e momenti di incontro, dove potersi esprimere liberamente e costruire insieme il futuro della città". Il programma, ha proseguito, nasce dalla volontà dell’amministrazione di investire sulle nuove generazioni come risorsa strategica per la comunità: "Puntare sui giovani significa investire nel futuro. Abbiamo creato luoghi aperti, con educatori e percorsi partecipativi, per dare ascolto alle loro esigenze e alle loro idee". Il progetto mira a rafforzare la coesione sociale e a rendere la sostenibilità non solo ambientale ma anche umana, educativa e comunitaria, in linea con i principi dell’Agenda 2030.