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(Adnkronos) - S&P alza il rating dell'Italia portandolo da 'BBB' a 'BBB+'. L'outlook è stabile. Lo rende noto l'agenzia di rating internazionale in un comunicato. "Le prospettive stabili bilanciano i punti di forza fondamentali del credito italiano – la sua economia diversificata, le riserve di risparmio del settore privato e l'appartenenza all'Unione economica e monetaria (Uem) con le sue debolezze creditizie – vale a dire gli elevati livelli di debito pubblico e le sfide demografiche", sottolinea S&P. "Il giudizio di S&P premia la serietà dell’approccio del governo italiano alla politica di bilancio. Nel clima generale di incertezza, prudenza e responsabilità continueranno a essere la nostra linea di azione", dice in una nota è il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. La decisione dell'amministrazione statunitense di sospendere per tre mesi i dazi del 20% annunciati sui beni dell'Ue e di imporre un 10% più moderato significa che le ripercussioni sull'economia italiana "sarà gestibile" e "parzialmente ammortizzato dall'accelerazione degli investimenti pubblici e dallo stimolo fiscale tedesco". L'agenzia di rating spiega che prenderà "in considerazione la possibilità di abbassare i rating se le posizioni economiche, esterne e di bilancio dell'Italia dovessero deteriorarsi ben oltre le nostre attuali previsioni. Ciò potrebbe verificarsi, ad esempio, se lo shock commerciale in corso causato dai dazi statunitensi minasse in modo significativo la fiducia dei consumatori e delle imprese, nonché la bilancia dei pagamenti e le posizioni di bilancio dell'Italia". Al contrario, sottolinea S&P, "aumenteremmo i nostri rating se l'Italia continuasse a ridurre il proprio disavanzo di bilancio, portando il debito pubblico in rapporto al pil su una solida traiettoria discendente, o se la crescita economica potenziale migliorasse in modo sostenibile oltre l'1% sulla scia delle riforme volte ad affrontare le sfide economiche strutturali dell'Italia". La revisione del rating, spiega ancora l'agenzia di rating, "riflette il miglioramento delle riserve economiche, esterne e monetarie dell'Italia in un contesto di crescenti venti contrari a livello globale e i graduali progressi compiuti nella stabilizzazione delle finanze pubbliche dall'inizio della pandemia". Il governo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, "oggi tra i più longevi della storia recente d'Italia, gode di un solido sostegno pubblico", sottolinea S&P. Il governo "beneficia inoltre di una maggioranza parlamentare stabile e di limitate minacce da parte dell'opposizione, il che lo rende probabile che rimanga al potere fino alle elezioni del 2027. Questa continuità politica ha contribuito a mantenere la stabilità dei mercati finanziari e ha sostenuto progressi costanti nell'ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, evitando nel contempo bruschi cambiamenti di politica. Detto questo, l'attenzione del governo si è spostata più verso le riforme istituzionali – come i cambiamenti alla premiership e alla magistratura – che verso la modernizzazione economica e industriale".
(Adnkronos) - "Di fronte a questa situazione a livello storico vengono in mente casi precedenti di cambiamenti radicali nel potere economico dei Paesi, che poi purtroppo sono sfociati in conflitti non soltanto economici ma anche bellici. Prima della Grande Guerra la Germania ha avuto una crescita della produzione industriale e del prodotto interno lordo più rapido, molto più rapido di quello della Gran Bretagna e nel 1913 aveva un prodotto più grande di quello della Gran Bretagna. E questo ha portato alle tensioni che poi hanno portato alla prima guerra mondiale. La speranza che io ho è che non si arrivi a un conflitto bellico, ma i rischi ci sono purtroppo, e che gli Usa capiscano che hanno bisogno di alleanze e quella ovvia resta quella dei Paesi Nato e che ci sia un riavvicinamento con l'Europa". Lo ha detto l'economista Carlo Cottarelli, intervistato da Paolo Mieli, all'evento per gli 80 anni di Manageritalia.
(Adnkronos) - Il terremoto avvenuto questa mattina in Myanmar si è verificato in "un'area altamente sismica. Nel secolo scorso ci sono state parecchie scosse di magnitudo superiore a 7: in soli 26 anni, dal 1930 al 1956, ce ne sono state 6 di magnitudo superiore a 7, quindi è un terremoto del tutto atteso in quell'area". Così all'Adnkronos il presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni, dopo il violentissimo sisma che ha colpito l'Asia. Si tratta di "una zona del mondo dove la placca indiana si muove verso nord-nordest sotto l'Asia e in quella zona della Burma ha una componente obliqua, sono dei terremoti che hanno una componente compressiva ma anche di movimento laterale tra le placche quello che noi chiamiamo transpressione destra". E', dunque, l'"effetto di questa convergenza obliqua tra l'India e l'Asia di circa 4 cm all'anno, velocità 10 volte più grandi di quelle che abbiamo in Italia dove la deformazione è dell'ordine dei millimetri all'anno: questo spiega perché lì ci sono terremoti molto più energetici che da noi". Il sisma di questa mattina "è di energia simile a quella dell'evento di febbraio 2023 in Turchia, difficile immaginare che non ci siano grossissimi danni e molte vittime". "Se persino a Bangkok, che si trova a parecchie centinaia di chilometri di distanza, ci sono stati crolli, dentro l'area epicentrale ci sarà sicuramente grande distruzione, molte frane e fenomeni di liquefazione (lo scuotimento del suolo che sembra solido, si liquefa e se ci sono abitazioni sopra queste collassano e ci possono essere ulteriori danni)", spiega. Non ci sono indicazioni per un rischio tsunami. "Il terremoto è avvenuto a centinaia di chilometri dalla costa, non ha rotture sul fondo mare, quindi non c'è un rischio tsunami come quello dell'Indonesia o di Tohoku, in Giappone", chiarisce. Sull'evoluzione del fenomeno nelle prossime ore, l'esperto spiega che "è avvenuto ciò che definiamo un main shock, cioè una scossa principale. Può succedere che, a volte, queste scosse principali siano accompagnate da scosse di magnitudo simile, come nel caso della Turchia, a distanza di poche ore. E' possibile. D'altronde c'è una sequenza che decade nel corso dei giorni in termini di numero di scosse di magnitudo che diventano sempre più piccole e sempre più diradate. Ma se la discesa è iniziata in maniera definitiva non lo sappiamo perché se c'è un'ulteriore recrudescenza, con un altro main shock, si riazzera l'orologio ". (di Francesca Romano)