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(Adnkronos) - Giorgio Armani ha lasciato due testamenti, entrambi scritti di suo pugno, che decideranno il destino di un impero stimato in 11-13 miliardi di euro e il futuro della Giorgio Armani Spa, il gruppo che porta il suo nome e che lo stilista, morto il 4 settembre scorso, ha fondato mezzo secolo fa. Martedì 9 settembre il notaio Elena Terrenghi li ha aperti e pubblicati, dando ufficialmente il via all’iter successorio. Pur non essendo ancora noti i contenuti nel dettaglio, la conferma dell’avvenuta apertura segna un passaggio cruciale per il futuro del Gruppo Armani, chiamato ora ad avviare il nuovo assetto societario immaginato dallo stilista. Armani non aveva né figli né coniuge e in assenza di eredi legittimi 'necessari', secondo la legge italiana, ha potuto disporre autonomamente del proprio patrimonio. In vita lo stilista aveva predisposto già uno statuto blindatissimo per il gruppo, articolato in sei categorie di azioni, con un ruolo centrale affidato alla Fondazione Armani. Le persone chiamate dal notaio per la lettura del testamento, salvo sorprese, dovrebbero essere state la sorella Rosanna Armani, le nipoti Silvana e Roberta Armani, figlie del fratello defunto Sergio e Andrea Camerana, figlio di Rosanna, oltre a Leo Dell'Orco, compagno di vita e braccio destro di Armani. Tutti e cinque siedono già nel cda del Gruppo: Dell'Orco è indicato come il coordinatore del comitato ristretto che traghetterà l'azienda fino all'entrata in vigore del nuovo assetto societario. Camerana e le cugine Armani rappresentano la componente familiare del board, accanto a manager di peso come il fondatore di Yoox, Federico Marchetti e il banchiere di Rothschild, Irving Bellotti. Lo statuto, aggiornato nel 2023, prevede una ripartizione in sei categorie di azioni con diritti di voto e di governance differenziati ma uguali diritti economici. Le azioni A (30% del capitale) e F (10%) avranno un peso determinante: le prime valgono 1,33 voti ciascuna, le seconde 3. In questo modo, pur detenendo solo il 40% del capitale, i soci titolari delle categorie A e F controlleranno oltre il 53% dei voti in assemblea e potranno nominare la maggioranza dei membri del cda, compreso il presidente e l'amministratore delegato. È molto probabile che la Fondazione Armani sia la destinataria delle azioni A e F, centralizzando così il controllo strategico del gruppo. Gli eredi e i collaboratori fidati potrebbero ricevere le categorie B-E, che detengono la maggioranza del capitale ma non il potere decisionale da sole. Oltre alla quota societaria, il testamento disciplinerà anche la destinazione di un patrimonio personale stimato in circa 11-13 miliardi di euro, che include immobili di grande valore - tra cui un attico a New York, la storica villa di Forte dei Marmi e la Capannina, acquisita dal gruppo a fine agosto, pochi giorni prima della scomparsa dello stilista. Proprio la Capannina era uno dei luoghi più cari ad Armani, che vi conobbe l'amore della sua vita, Sergio Galeotti, scomparso prematuramente a 40 anni nel 1985. Intanto, le sfilate del gruppo sono state confermate: Emporio Armani avrà luogo il 25 settembre alle 15 nell'Armani Teatro di via Bergognone, mentre lo show di Giorgio Armani si svolgerà domenica 28 settembre alle 19 nella Pinacoteca di Brera, luogo che ospiterà anche la mostra dedicata ai 50 anni della maison. Anche la città di Milano prepara il suo omaggio. Il sindaco Giuseppe Sala ha annunciato che Giorgio Armani sarà iscritto al Famedio, il Pantheon dei milanesi illustri al Cimitero Monumentale. Per intitolargli una via, invece, serviranno i dieci anni di attesa previsti dalla legge.
(Adnkronos) - Al via a Senigallia la XXII edizione di 'Pane Nostrum - Salone nazionale dei lievitati' che, dal 26 al 28 settembre, chiamerà a raccolta panificatori, pizzaioli, pasticceri e ristoratori per tre giorni all’insegna di masterclass, laboratori e incontri b2b. Sono oltre 200 le tipologie di pane esistenti in Italia. Dal nord al sud, ogni regione, ogni provincia, ogni città, ne vanta almeno uno tipico che si distingue dagli altri per forma, farina uti lizzata, lievitazione e cottura. Se poi a questi si aggiungono pizze, focacce e piadine, come pure biscotti, dolci, grandi e piccoli lievitati, ci si rende subito conto di quanto l’arte bianca sia fondamentale per il nostro paese non solo a livello cultura le ma anche per l’indotto economico che genera. In ogni momento della giornata, infatti, questi prodotti riempiono le nostre tavole guadagnandosi di diritto il primato nella dieta mediterranea e nella nostra piramide alimentare. Ed è per questo che da ben ventidue anni, Confcommercio Marche Centrali e Cia Provincia di Ancona vuole rendergli omaggio con un evento che chiama a raccolta i più autorevoli professionisti e artigiani del paese (pizzaioli, panificatori, pasticceri, ristoratori, buyer della gdo, operatori ho.re.ca . e fornitori) che hanno così l’occasione di incontrarsi, confrontarsi e approfondire tutte le novità del settore attraverso workshop, incontri a tema e laboratori. Il tutto all’interno di un affascinante borgo, ricco di storia e di tradizione: Senigallia . E sarà proprio il Foro Annonario della cittadina in provincia di Ancona ad ospitare l’edizione 2025 di Pane Nostrum - Il Salone Nazionale dei Lievitati. Obiettivo dell’evento, aperto anche al grande pubblico e che lo scorso anno ha registrato oltre 50 mila presenze di cui 6 mila operatori specializzati, è fare cultura sul pane e sulle farine, sulle nuove tecnologie e sulle imprese che, giorno dopo giorno, lavorano con dedizione per garantire al consumatore i migliori prodotti. Pane Nostrum mira anche a dare nuova luce alla figura del panificatore che, pur rimanendo un vero e proprio artigiano, si associa sempre più a quella di imprenditore che, nonostante il costante legame con la tradizione, guarda al futuro attraverso lo studio e l’uso di nuove metodologie di produzione. Pane Nostrum non vuole dunque essere uno spazio di competizione tra i professionisti ma piazza di scambio, di studio e di confronto tra realtà differenti e geograficamente lontane, una piattaforma di business e di formazione per chi opera nel settore. "Pane Nostrum è ormai un punto di riferimento nazionale per il settore – dichiara Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche – e l’edizione 2 025 offrirà agli operatori l’occasione di valorizzare il proprio lavoro, fare rete e sviluppare nuove opportunità di business in un contesto qualificato e riconosciuto. Non abbiamo solo voluto limitarci a una selezione di espositori operata da noi ma abbia mo dato il via anche alle autocandidature per aziende e operatori per partecipare come protagonisti nell’area B2B. Diamo a tutti occasione di crescita e di innovazione e tutte le informazioni sono sul nostro sito www.panenostrum.it". La kermesse sarà, come di consueto, suddivisa in aree tematiche , fruibili da tutti i partecipanti. Oltre 50 espositori provenienti da tutte le regioni animeranno l’ area b2c dando la possibilità ai visitatori di conoscere e acquistare i prodotti realizzati anche con ingredienti alternativi come farine senza glutine e lieviti naturali. Nell’area b2b , invece, si darà ampio spazio ad aziende e professionisti che porteranno in esposizione macchinari, forni, arredamento, packaging e materie prime di ultima generazione. Nella piazza adiacente andranno invece in scena le masterclass, i corsi e i laboratori aperti a tutti, su prenotazione mentre, nella Temporary Bakery, i visitatori potranno assistere a originali show cooking tenuti dai maestri dell’arte bianca. Nell’ex pescheria del Foro Annonario, prenderà vita l’atteso format 'Un caffè con i Maestri' dove, tra il profumo del caffè appena tostato e quello sprigionato dalla tazzina di espresso fumante, si svolgeranno dibattiti, convegni e momenti di confronto informali e conviviali finalizzati ad esplorare e approfondire tutta la filiera, dal campo di grano alla tavola. Qui, tra i relatori dei panel, ci sarà Moreno Cedroni, chef e patron dello stellato ristorante Madonnina del pescatore di Senigallia, presidente Fipe Confcommercio Marche Centrali. Tra gli ospiti d’eccezione anche Ezio Marinato, uno dei massimi esperti di panificazione in Italia, nel 2002 Campione d’Europa e maestro d’arte e mestieri nel 2016. Nel corso della tre giorni, inoltre, l’intera città di Senigallia sarà coinvolta attraverso un gran numero di iniziative che dal Foro Annonario si espanderanno in tutto il borgo. Pane Nostrum, infatti, mira a creare connessioni tra tutti i partecipanti e le tante attività locali con l’atteso format 'Lievitati in città' che darà l’opportunità di assaggiare specialità tipiche della città balneare della riviera adriatica. E oggi a Roma, negli spazi della sede di Confcommercio Nazionale in piazza Giuseppe Gioacchino Belli, si è svolta la conferenza stampa di presentazione dell'evento. “La città di Senigallia è nota per le sue eccellenze gourmet e accoglie il festival della panificazione con orgoglio", ha dichiarato Massimo Olivetti, sindaco di Senigallia. “La Confcommercio Marche ha dato grande impulso a questa manifestazione che, nel corso degli anni, ha assunto, anche per la città di Senigallia, molta importanza soprattutto perché, svolgendosi tra settembre e ottobre, prolunga la stagione turistica. Si tratta, inoltre, di un momento di crescita per i nostri panificatori ma, soprattutto, è anche un momento promozionale non indifferente in quanto coinvolge tutta la nostra città”, ha continuato. “Nato come festa di piazza, Pane Nostrum è via via diventato un momento di ritrovo e confronto per pizzaioli, pasticceri, fornai e professionisti dell’arte bianca a livello Nazionale”, ha sottolineato Federica Polacco, responsabile area sindacale, marketing e territorio Confcommercio Marche Centrali. Marco Sestili, presidente consiglio direttivo panificatori Confcommercio Marche Centrali ha aggiunto: “Il tema del senza glutine avrà un'attenzione particolare quest'anno. Pane Nostrum - il Salone Nazionale dei Lievitati è un evento nato per confrontarsi con altri panificatori: noi siamo sempre al lavoro nei nostri laboratori e grazie a questo evento possiamo condividere consigli, esperienze, esperimenti e ricette con altri panificatori. È una cosa importantissima: un evento di confronto per incontrarsi con i colleghi e conoscerne di nuovi”. “Questo evento valorizza le Marche non solo per il pane ma anche a livello turistico. La città di Senigallia, infatti, grazie alla collaborazione tra Camera di Commercio e Confcommercio è sempre più aperta ai visitatori anche fuori dal periodo estivo. Ogni anno questa manifestazione cresce e c'è il progetto di portare questo format nei balcani” , ha sottolineato Gino Sabatini, presidente Camera di Commercio Unica Marche. Roberto Calugi, direttore generale Fipe Confcommercio, è intervenuto dicendo: “La Fipe ha sempre sostenuto Pane Nostrum per due motivazioni. La prima è che il pane è stato, dal dopoguerra, un elemento centrale del nostro pasto. In tempi recenti, invece, ha perso gradualmente importanza. Ma oggi è tornato prepotentemente a prendersi la scena delle tavole fine dining proprio come esempio di cura della cucina. Un esempio si può avere sulla tavola di Moreno Cedroni, chef patron de La Madonnina del Pescatore proprio a Senigallia. La seconda è che proprio per questa centralità, Fipe Confcommercio farà una collaborazione con l’associazione Celiachia con approfondimenti legati a questa patologia, così che tutti si possano sentire inclusi in questa manifestazione”. “Sono orgoglioso di ciò che Pane nostrum è diventata in questi 22 anni e di cosa diventerà in futuro", ha sottolineato Giacomo Bramucci, presidente Confcommercio Marche. “Il Salone nazionale dei lievitati è un' esperienza immersiva in tutti i sensi: a Senigallia, durante l'evento, è possibile vedere i maestri all'opera, immergendosi nel mondo dei lievitati e sentire il profumo del pane. La sfida è costruire professionalità: vi aspettiamo a Senigallia”.
(Adnkronos) - Save the Children, la Cooperazione Italiana e Ferrero insieme per migliorare le condizioni di vita dei minori che vivono nelle comunita’ di coltivatori di cacao in Costa d’Avorio. Il progetto - che coinvolge istituzioni, mondo aziendale e società civile - si svilupperà nella regione dell'Haut Sassandra e nel distretto delle Montagnes creando le condizioni per proteggere i bambini, dando loro accesso all’istruzione e ai servizi sanitari di base, migliorando la registrazione delle nascite, assicurando i mezzi di sussistenza e la nutrizione, supportando le comunità e l’imprenditoria femminile e contrastando il fenomeno del lavoro minorile. L’intervento, che durerà complessivamente fino al 2030, si innesta e rappresenta l’ampliamento di un programma dell’Organizzazione, avviato fin dal 2017 con il sostegno di Ferrero, che continuerà a finanziare l’iniziativa in un’ottica di partenariato pubblico-privato. L’iniziativa si avvarrà dei fondi della Cooperazione italiana, in seguito all’esito della selezione di una procedura comparativa gestita dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Con la dotazione prevista dal bando dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e al rinnovato sostegno di Ferrero, l’intervento può contare su un finanziamento totale di quasi 20 milioni di euro, di cui oltre 8 milioni e 800mila euro provengono dalla Cooperazione Italiana, 8 milioni sono stanziati da Ferrero e la restante parte garantita da un co-finanziamento di Save the Children. L’ innovazione del progetto, spiegano i promotori, consiste nel lavorare con un approccio integrato e di sistema, sia sul campo, mettendo in connessione comunità, famiglie, fornitori e governi locali, sia a livello di sostenibilità economica attraverso finanziamenti privati ed istituzionali che possono abilitare un cambiamento strutturale e di lungo termine. Lavorare nella filiera del cacao, con partner del mondo corporate e i supplier sul territorio, coinvolti direttamente nel processo fin dalla definizione degli interventi, proseguono, crea una potente contaminazione di conoscenze e competenze tra settore pubblico e privato, che moltiplica l'impatto ben oltre l'investimento iniziale e trasforma gradualmente le buone pratiche in politiche pubbliche. In questo modo, inoltre, le misure di protezione dell'infanzia vengono integrate all'interno delle operazioni della supply chain, garantendo che gli interventi raggiungano i bambini più vulnerabili, promuovano la sostenibilità a lungo termine e possano essere replicati su scala. Infine, l’intervento si basa su indicatori di performance e sistemi di valutazione per garantire risultati concreti e duraturi. “Da sempre crediamo nell’importanza della collaborazione tra istituzioni pubbliche, sia a livello nazionale sia internazionale, società civile e settore privato, che valorizzi l’esperienza e le competenze di ognuno di questi attori. Il vero cambiamento non nasce da azioni isolate, ma da alleanze trasformative e durature. Ecco perché, come Save the Children, pensiamo che questa partnership dia significato alla parola investimento: investire nel lungo periodo con azioni trasversali, coinvolgendo più attori per risultati duraturi - spiega Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children - questo progetto dimostra come uno sviluppo socioeconomico sostenibile in un paese come la Costa d’Avorio sia possibile, grazie alle competenze sulla supply chain di un’azienda come Ferrero, alla strategia della cooperazione italiana, che con i finanziamenti adeguati e l’impegno dell’Italia può creare condizioni abilitanti per lo sviluppo, e un’organizzazione come Save the Children da sempre presente sul territorio con competenza e professionalità. Più attori, che insieme possono raggiungere un risultato superiore alla somma delle sue parti, diventando reali agenti di cambiamento.” “In Ferrero, il rispetto e la promozione dei diritti umani sono fondamentali. Questi principi cardine sono integrati nelle nostre pratiche di sourcing a supporto delle persone e delle comunità che fanno parte della nostra filiera - aggiunge Isabel Hochgesand, Global Chief Procurement Officer di Ferrero - questa nuova fase della collaborazione con Save the Children e la Cooperazione Italiana rappresenta un passo importante verso un ecosistema del cacao più sostenibile. Lavorando insieme lungo l’intera filiera del cacao, miriamo a costruire una supply chain trasparente, inclusiva e duratura, capace di generare un impatto concreto sia per le comunità che per il nostro business”.