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(Adnkronos) - Premier e vacanze? Una miscela esplosiva, quasi sempre condita da polemiche infuocate. Un binomio che ha sempre aperto discussioni accese sul dovere, sugli obblighi, sul rispetto della privacy. Tanto che il week end a New York di Giorgia Meloni oggetto di una interrogazione parlamentare risulta un 'format' già visto sui grandi schermi della politica italiana. Ho svolto "il ruolo più naturale, quello di madre", si è difesa la presidente del Consiglio annunciando querele. A innescare la polemica, il senatore Enrico Borghi di Iv, il partito guidato da Matteo Renzi, chiedendo formalmente in Parlamento "che fine ha fatto Giorgia Meloni?". E ancora, "ha usato un volo di Stato?". Ma gli stessi ingredienti si ritrovano tutti in fila 10 anni prima. Nel mirino, quella volta, lo stesso Renzi. Non avendo news natalizie dell'allora premier, il big del M5s Carlo Sibilia, sui social, rivelò del viaggio di un Falcon 900 di Stato da Firenze ad Aosta con a bordo la famiglia Renzi. "Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Chigi non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza regole", la replica di Renzi su quel suo breve 'break' sulla neve finito, intanto, al centro del dibattito politico. Mentre da palazzo Chigi si faceva sapere che il premier aveva messo mano al suo portafogli per pagare affitto degli sci (450 euro), pasti e skipass (485 euro al giorno). Di qualche anno fa è, invece, la polemica scoppiata intorno a una vacanza di Giuseppe Conte, sempre sulla neve. A innescarla, ancora una volta, Italia viva: "Quanto è costata la vacanza di Conte a Cortina?", chiedeva la senatrice di Iv Silvia Fregolent con una interrogazione parlamentare. Anche in questo caso, come per la Meloni, a 'spifferare' tutto era stata la rete con siti e social intasati da una foto del leader M5s davanti a un lussuoso resort della 'capitale' delle Dolomiti. "Ho raggiunto per Capodanno la mia famiglia che era a Cortina, per non rimanere solo a Roma. Se c'è la mia famiglia a Cortina la raggiungo, pagando di tasca nostra, e credo che non ci sia nessuna colpa, nulla di cui giustificarsi", replicò Conte. Ma c'è anche chi, di privacy, si è dimostrato vera e propria cintura nera. A parte la leader dem Elly Schlein, che da quando è diventata un personaggio di primo piano riesce a mantenere il riserbo più assoluto sulle sue vacanze, l'allora premier Enrico Letta superò tutti. Per le vacanze di Natale del 2013 riuscì a far perdere letteralmente le tracce. A cavallo di Capodanno apparì improvvisamente, senza scorta e in compagnia della famiglia, in fila alla 'Maggiore' dell'aeroporto di Trieste: era appena sceso da un volo di linea Alitalia e stava noleggiando una automobile (una Peugeut familiare) per un giro in Slovenia e Croazia. Una vacanza 'fai da te' rimasta top secret fino alla fine. Ma da quando i politici sono diventati dei personaggi a tutti gli effetti, più o meno dalla Seconda Repubblica, le cose non sono andate sempre così. Certamente non si poteva pretendere di bussare a casa Berlusconi per trovare esempi di privacy blindata. Il Cavaliere amava apparire e condividere le sue 'gesta'. Come quell'estate del 2004 quando sì, era riuscito brevemente a far perdere le sue tracce. Ma poi era apparso a Porto Cervo, bandana in testa, per una passeggiata con Tony Blair e la moglie. Mentre il suo alter ego Romano Prodi, nei giorni di palazzo Chigi, si distingueva non per le polemiche e i colpi di scena ma per il 'low profile'. Come quando, per Natale, si trasferiva regolarmente con la famiglia nel suo residence Campolongo a Livinallongo, sulle Dolomiti, per qualche giorno sugli sci.
(Adnkronos) - Fondirigenti, il fondo interprofessionale leader in Italia per il finanziamento della formazione dei dirigenti promosso da Confindustria e Federmanager, è da sempre impegnato nella ricerca sui temi della cultura manageriale d’impresa, e nella promozione dello sviluppo sostenibile e inclusivo, anche per favorire la crescita di nuove generazioni di manager. Nell’ambito di questo impegno, ha istituito il Premio Giuseppe Taliercio, con l’obiettivo di promuovere tra i giovani il ricordo della figura e dei valori del manager a cui la Fondazione è intitolata, e per sostenere la ricerca sulle grandi trasformazioni che interesseranno l’economia e l’imprenditorialità. Il Premio, giunto quest’anno alla quinta edizione, prevede l’assegnazione di tre premi (ciascuno del valore di 3 mila euro) per tesi di laurea magistrale sul ruolo del management e della formazione manageriale e si rivolge a laureati di età inferiore o uguale a 29 anni che abbiano discusso, tra il 02.10.2024 e il 31/10/2025, presso qualsiasi ateneo italiano, una tesi per il conseguimento di una Laurea magistrale, con una votazione non inferiore a 105/110. Il titolo dovrà essere conseguito, entro la data di presentazione delle candidature, in uno dei seguenti ambiti disciplinari: economia, sociologia, giurisprudenza, scienze politiche, psicologia, scienze della formazione, ingegneria, statistica, marketing, comunicazione. “Il Premio conferma l’impegno del Fondo nel promuovere la cultura manageriale d’impresa come elemento imprescindibile di crescita per il Paese, trasmettendo, al tempo stesso, l’eredità di Giuseppe Taliercio alle nuove generazioni di manager –spiega il presidente di Fondirigenti Marco Bodini - a conferma di quanto sia importante, per il nostro Paese, investire in competenze per avere dirigenti competenti, responsabili e capaci di innovare”. Le tesi dovranno avere per oggetto le competenze manageriali e il ruolo del management in una o più delle seguenti macroaree tematiche relative alla gestione d’impresa, per le quali si indicano, a titolo esemplificativo, alcune possibili declinazioni di contenuto.Innovazione e transizione digitale: transizione digitale: management e gestione delle tecnologie emergenti (ia, iot, blockchain, ...); applicazione dei principi di gestione agile e lean nelle aziende; gestione dati e sicurezza: big data e analisi dei dati, cybersecurity. Leadership, cambiamento e governance: leadership in tempi di crisi e strategie di resilienza organizzativa; gestione del cambiamento; governance ed etica: buone pratiche di governance; trasparenza e accountability. Sostenibilità, benessere organizzativo e hr: sostenibilità ambientale, sociale ed economica e csr: modelli di business responsabile; esg e reportistica non finanziaria; benessere organizzativo, strategie e approcci; smart working e lavoro agile; d&i, strategie e buone pratiche; formazione manageriale e hr, nuove tecniche formative e knowledge management, talent attraction e retention. Finanza, marketing e comunicazione: gestione finanziaria e rapporti con gli intermediari finanziari, fintech e finanza sostenibile, fusioni e acquisizioni per le pmi, normative internazionali, export e dogane; marketing digitale e omnicanale, social e new media, brand management e reputazione aziendale. Sarà possibile candidarsi da oggi 3 settembre al 31 ottobre 2025 seguendo le informazioni sulle modalità di partecipazione indicate nel Regolamento. Gli esiti della selezione, con l'individuazione dei vincitori e l'assegnazione dei premi, verranno pubblicati sul sito www.fondirigenti.it entro il mese di dicembre 2025. Tutte le informazioni sul Premio sono a disposizione nella pagina dedicata sul sito di Fondirigenti.
(Adnkronos) - Dopo due anni e mezzo di diminuzioni, tornano a crescere nel I semestre 2025 le emissioni di CO2 (+1,3%), nonostante i consumi energetici complessivi siano rimasti stazionari (gas +6%, petrolio -2%, generazione elettrica da rinnovabili -3%). Lo evidenzia l’Analisi Enea del sistema energetico nazionale che rileva, inoltre, prezzi di elettricità e gas tra i più elevati in Europa e un trend negativo per la transizione energetica (-25%) misurato dall’indice Ispred. In particolare, riguardo ai prezzi, quello dell’energia alla Borsa italiana (120 €/MWh media semestrale) è risultato doppio rispetto a quello di Spagna (62 €/MWh) e Francia (67 €/MWh). “Di fatto, ne risente la produzione industriale dei settori energy intensive, che resta inferiore di oltre il 10% rispetto a quella dell’intera industria manufatturiera, già sui minimi di lungo periodo”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore Enea che cura l’aggiornamento trimestrale. Dall’analisi emerge che nel primo trimestre le fonti rinnovabili hanno registrato un forte calo della produzione idroelettrica (-20%) ed eolica (-12%), non compensato dall’aumento del fotovoltaico (+23%), che è cresciuto in linea con il progressivo incremento della capacità installata (+3,3 GW). I consumi di gas naturale sono stati invece sostenuti dal clima rigido del primo trimestre 2025, che ha spinto i consumi per il riscaldamento. Una situazione che rispecchia sostanzialmente il quadro europeo dove l’inverno rigido ha fatto salire il consumo di gas (+5%), mentre sono diminuite le rinnovabili (-3%), con il solo fotovoltaico in crescita (+20%). Segno positivo anche per la produzione di energia nucleare (+2%), legata all'aumento della produzione francese. “Nel complesso i consumi energetici dell’area euro sono stimati stazionari e così le emissioni di CO2, un dato in chiaro contrasto con la traiettoria necessaria per il target 2030, che richiede un calo medio annuo di circa il 7%”, sottolinea Gracceva. A livello di settori, in Italia si rileva una contrazione dei consumi nei trasporti (-1%), concentrata nel primo trimestre, e un incremento nel civile (+3%), attribuibile principalmente all’aumento della domanda di gas per riscaldamento e alla maggiore domanda elettrica del settore terziario. Nel complesso, nel semestre la domanda elettrica nazionale risulta in lieve aumento (+0,4%), confermando la sostanziale stazionarietà del grado di elettrificazione dei consumi energetici in Italia. Il peggioramento dell’indice della transizione Enea Ispred è da attribuirsi soprattutto alla componente decarbonizzazione: “Nei prossimi cinque anni le emissioni di CO2 dovranno scendere del 6%, quasi il doppio di quanto fatto negli ultimi 3 anni. Se la traiettoria delle emissioni seguisse il trend degli ultimi 3 anni, il target 2030 sarebbe raggiunto non prima del 2035”, prosegue Gracceva. Sul fronte sicurezza energetica, e con particolare riferimento al gas, il sistema è risultato solido anche per la bassa domanda invernale. Un contributo è arrivato anche dall’entrata in funzione del rigassificatore di Ravenna, che a maggio e giugno ha portato il gas liquefatto ad essere la prima fonte di approvvigionamento di gas italiana (35% del totale), superando l’import dall’Algeria. Nel sistema elettrico europeo sono divenute sempre più frequenti le ore con prezzi zero o negativi, fino a un massimo raggiunto in Spagna con una media di oltre 6 ore al giorno. “Si tratta di segnali di un eccesso di produzione di elettricità da fonti intermittenti, in primis il fotovoltaico, e di flessibilità non adeguata a gestire la variabilità delle rinnovabili. Ma è notevole come sul mercato italiano questi effetti risultino al momento radicalmente più contenuti, con prezzi zero solo nello 0,5% delle ore nella zona Sud, a conferma del persistente ruolo del gas nella fissazione dei prezzi sul mercato all’ingrosso”, conclude Gracceva.