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(Adnkronos) - Riportare all'attenzione del Governo i temi più urgenti legati alla dermatite atopica, malattia infiammatoria cronica che riguarda 3 milioni di italiani, dall'infanzia all'età adulta, con un impatto fortemente negativo sulla salute fisica e psicologica a causa del prurito severo e incessante che la caratterizza. E' l'obiettivo dell'evento istituzionale 'Dermatite atopica: i pazienti chiedono riconoscimento e tutele', promosso oggi a Montecitorio su iniziativa dell'onorevole Ilenia Malavasi, deputata, membro XII Commissione Affari sociali della Camera. Nel corso dell'incontro, l'Associazione nazionale dermatite atopica Odv (Andea) - alla presenza dell'Associazione dermatologi-venereologi ospedalieri italiani e della sanità pubblica (Adoi), della Società italiana di dermatologia allergologica e ambientale (Sidapa) e della Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (Sidemast) - ha lanciato per la prima volta una 'call to action' di raccolta firme nazionale rivolta ai cittadini, che potranno aderire alla chiamata sul sito andea.it. I pazienti chiedono il riconoscimento ufficiale della dermatite atopica come malattia cronica invalidante, passaggio essenziale per il suo inserimento nel Piano nazionale delle cronicità (Pnc) e all'interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea), e adeguate tutele sanitarie, sociali e finanziarie per un effettivo miglioramento della qualità di vita con un più equo accesso a prestazioni e terapie innovative. "Nonostante sia riconosciuta come malattia infiammatoria cronica della pelle, la dermatite atopica non è inserita nel Piano nazionale cronicità né nei Lea - dichiara Malavasi - Questo sarebbe un obiettivo fondamentale in quanto l'inclusione è indispensabile per omogeneizzare la presa in carico dei pazienti, uniformare i piani terapeutici e migliorare il percorso diagnostico sul territorio nazionale. Ho depositato per questo un'interrogazione al ministro della Salute con l'obiettivo di spingere il più possibile l'iter di inclusione. Garantire equità di accesso e adeguata copertura economica è fondamentale per i pazienti". Questo "si può raggiungere con l'inclusione" della patologia "nei Lea per supportare economicamente l'acquisto di farmaci e prestazioni, ma si rende necessario anche lo stanziamento di adeguate risorse economiche che non siano destinate solo ai farmaci". "L'evento di oggi - afferma Mario Coccioli, presidente Andea - nasce da un intento e da un sentire comuni a tutti i pazienti: la necessità di vedere riconosciuta la dermatite atopica a livello istituzionale e legislativo come malattia che incide in maniera pesante sulla quotidianità e sulla qualità della vita, ma che ancora non viene riconosciuta invalidante. L'esigenza di un evento portato all'attenzione delle maggiori istituzioni di governo è frutto di un lungo percorso e di ascolto delle storie e dei bisogni dei pazienti". Nel ripercorrere le tappe che hanno portato all'avvio dell'iniziativa, Coccioli ringrazia Malavasi "per la sensibilità mostrata e l'aiuto che si è concretizzato attraverso un impegno costante. Il primo passo è stata la decisione di una call action di raccolta firme - spiega il presidente Andea - preceduta dalla stesura di un Manifesto che contiene le principali istanze dei pazienti. L'iniziativa è segnalata sul sito dell'associazione e durerà almeno 6 mesi, con un monitoraggio sull'adesione dei cittadini, in itinere". E' enorme il peso sociale che la malattia comporta. Oltre il 50% dei pazienti - riporta una nota - lamenta una compromissione della qualità della vita, mentre quasi 2 pazienti su 3 la considerano un ostacolo significativo allo svolgimento delle attività quotidiane: un paziente con dermatite atopica moderata-grave perde in media 9 giorni lavorativi all'anno con una riduzione di produttività per ulteriori 21 giorni. Rilevante, inoltre, è lo stigma sociale che spesso accompagna i pazienti. "Un recente studio italiano ha stimato un costo medio annuo per paziente intorno ai 7mila euro, di cui circa 3mila a carico del Servizio sanitario nazionale, 2mila come spesa diretta sostenuta dal paziente (out-of-pocket) e altri 2mila legati alla perdita di produttività - riferisce Matteo Scortichini, statistico presso il Ceis- EeHta, Facoltà di Economia, università di Roma Tor Vergata - Una nostra analisi, focalizzata su pazienti con forme moderate o severe, ha evidenziato un costo medio di oltre 4mila euro annui a persona, di cui più del 60% riconducibili alla perdita produttiva del paziente e/o del caregiver. In sintesi, da questi dati si può stimare che la dermatite atopica generi ogni anno in Italia una spesa pari a 20 miliardi di euro, la metà a carico del Ssn. Introdurre terapie innovative ed efficaci - precisa - non solo significherebbe migliorare la salute e la qualità di vita dei pazienti, ma anche ridurre sensibilmente i costi, con un conseguente risparmio per lo Stato". Fino al 2017, anno in cui si è costituita Andea, le persone con dermatite atopica, soprattutto i pazienti con forme severe che necessitano di trattamento sistemico, avevano a disposizione solo ciclosporina e cortisone, scarsamente efficaci e gravati da effetti collaterali. "In questi ultimi anni, anche grazie al supporto di Andea e alla ricerca medica, le cose hanno iniziato a cambiare e oggi sono disponibili numerosi farmaci, alcuni innovativi e molto efficaci e sicuri - sottolinea Mario Picozza, consigliere Andea e delegato rapporti con la comunità scientifica, presidente Federasma e allergie Odv - La nostra associazione sin dai suoi primi passi si è attivata per essere al fianco dei pazienti e delle famiglie e per supportare fattivamente la ricerca, partecipando anche a molti studi osservazionali. Nonostante i progressi conseguiti, ci attendono ancora diverse sfide, sia sul fronte dello sviluppo di nuove molecole sempre più efficaci, maneggevoli e sicure, sia sul fronte dei diritti sociali, lavorativi ed economici dei pazienti, che Andea è pronta a intercettare per trovare risposte adeguate".
(Adnkronos) - L'innovazione tecnologica sta ridefinendo il modo di pensare, organizzare ed erogare l'assistenza sanitaria, con un impatto diretto e profondo sui servizi alla persona e nel welfare sanitario. Affronta questo tema la terza diretta della serie di webinar promossa da Cadiprof - dal titolo 'Sanità digitale, telemedicina e intelligenza artificiale. Trasformazione tecnologica e innovazione', in collaborazione con Adnkronos, per celebrare '20 anni di impegno e tutele per i lavoratori degli studi professionali'. Dopo aver parlato di 'Prevenzione e corretti stili di vita' e di 'Sostenibilità e non autosufficienza', l'iniziativa della Cassa di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori degli studi professionali - venerdì 24 ottobre alle 13 online sui canali web e social di Adnkronos e Cadiprof, dove sono disponibili anche le puntate precedenti - apre una finestra sul futuro della sanità dove il fascicolo sanitario elettronico, le piattaforme di telemedicina, i sistemi di monitoraggio remoto e gli strumenti predittivi grazie all'intelligenza artificiale diventano i tasselli di un unico disegno: un sistema sanitario più proattivo e vicino alle persone. In studio, a confrontarsi sulle nuove prospettive di assistenza sanitaria ci sono: Sergio Pillon, vicepresidente Aisdet - Associazione italiana dell'associazione sanità digitale e telemedicina; Giampaolo Stopazzolo, medico esperto per la transizione digitale in sanità; Gaetano Stella, presidente Cadiprof; Michele Carpinetti, vicepresidente Cadiprof. Nel corso della diretta - a cui sarà possibile intervenire inviando domande e osservazioni al numero WhatsApp 347.4412645 o all'indirizzo mail cadiprof@adnkronos.com - verranno piegate le potenzialità e di strumenti come la televisita, il telemonitoraggio o la teleassistenza, oltre che dell'Ia, con esempi di applicazione di queste tecnologie in grado di migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria e ridurre i costi. Nel corso della diretta si chiarirà anche il ruolo dell'intelligenza artificiale, le cui applicazioni spaziano dalla diagnostica per immagini alla medicina predittiva, dall'analisi dei dati clinici alla pianificazione dei percorsi terapeutici personalizzati. L'appuntamento per scoprire come la digitalizzazione consenta di spostare il baricentro dell'assistenza dall'ospedale al territorio, dal trattamento alla prevenzione, dalla reazione alla previsione, è per venerdì 24 ottobre alle 13 in diretta sui canali web e social di Adnkronos e sul sito e canale YouTube di Cadiprof, per il webinar 'Sanità digitale, telemedicina e intelligenza artificiale'.
(Adnkronos) - "L'Italia è un Paese che, secondo me, sta continuando a mantenere un'attenzione fortissima sui temi di sostenibilità, perché gli attori economici del nostro Paese si rendono conto che la sostenibilità aiuta a gestire il rischio climatico e i rischi fisici che ne derivano, perché è una tipologia di rischio che non è diversificabile, è un rischio sistemico: o lo si gestisce o ci si scontra e probabilmente si perde. Quindi l'Italia ha continuato a vedere una dinamica molto favorevole della finanza sostenibile, noi nella prima parte dell'anno come Ing in Italia abbiamo avuto una crescita del 95% anno su anno, semestre su semestre, degli strumenti di finanza sostenibile sul Paese". Così Andrea Diamanti, head of wholesale banking Ing Italia, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ in corso oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma. Diamanti ha sottolineato che "sicuramente il nostro team è stato molto bravo a produrre un più 95% ma significa anche che c'è una domanda di mercato particolarmente solida". "A livello globale abbiamo avuto un primo semestre dell'anno record come Ing perché abbiamo generato 68 miliardi di euro di finanza sostenibile per i nostri clienti, con un più 19% rispetto al semestre precedente e sicuramente è per ora un punto di massimo storico ma noi vogliamo continuare a crescere perché vediamo una domanda crescente", ha sottolineato. "Noi abbiamo un team che si occupa di transizione sostenibile per i nostri clienti a livello globale, abbiamo più di 60 professionisti dedicati a queste attività che fanno due cose sostanzialmente: aiutano i clienti nei piani di transizione sostenibile, quindi con servizi di consulenza, di advice e di monitoraggio dei progressi che si raggiungono nei piani di transizione sostenibile. Li aiutiamo - ha continuato - a disegnare dei business model che siano sostenibili e che siano presentabili alla comunità finanziaria sempre in maniera sostenibile", ha continuato. "Quest'anno -ha spiegato Diamanti- abbiamo lanciato un'ulteriore iniziativa, quella del Transition accelerator, abbiamo formato un team che era in parte già esistente ma lo abbiamo rifocalizzato, e aiuta le aziende nostre clienti ad accelerare la transizione in determinate tecnologie, quattro ambiti fondamentali: la transizione dei veicoli elettrici, tutto il settore delle tecnologie legate alla biodiversità, alla bio-based, natural-based, il clean tech e poi l'economia circolare". "Quindi noi che cosa facciamo? Aiutiamo -ha concluso- i nostri clienti a disegnare un percorso che gli consenta di scalare il più velocemente possibile le tecnologie che noi identifichiamo insieme a loro come quelle su cui puntare, in maniera tale da rimuovere le barriere potenziali, far affluire i capitali necessari per portare la tecnologia a un livello di scala efficiente che permetta poi un utilizzo a costi più bassi possibile e quindi un'espansione della tecnologia nei nostri sistemi economici e sociali", ha concluso.