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(Adnkronos) - Il 2024 segna il giro di boa del governo Meloni, consegnandogli la targa di settimo governo più longevo della storia repubblicana. Un anno di luci ed ombre per la premier, che porta a casa la casella di vicepresidente esecutivo della Commissione europea per Raffaele Fitto, l'endorsement di Donald Trump -"è una leader e una persona fantastica"- e l''incoronazione' di 'Politico' come “persona più potente d'Europa", l'"uomo forte" nei rapporti tra Bruxelles e States. Di contro il 2024 è l'anno in cui la presidente del Consiglio incassa la battuta d'arresto sugli hotspot in Albania, vive un avvio d'anno ammaccato dalla vicenda Delmastro-Pozzolo e un'estate terremotata dall'affaire Sangiuliano, assiste al braccio di ferro FI-Lega sulla manovra vedendosi costretta a bacchettare gli alleati dopo un infruttuoso vertice 'apparecchiato' a casa sua. L'anno che stiamo per lasciarci alle spalle è segnato anche della presidenza italiana del G7, con il summit dei Grandi a Borgo Egnazia, l'ultimo per Joe Biden nelle vesti di Presidente degli States. E l'anno dall'amicizia 'chiacchierata' della premier con Elon Musk, l'uomo domino della campagna elettorale di 'The Donald'. Se il 2024 di Palazzo Chigi venisse raccontato con una raccolta di scatti, tra questi non potrebbero mancare la foto del paterno bacio sulla testa di Biden a Meloni nella cornice della Casa Bianca, lo scatto della premier con la testa nella giacca per canzonare le opposizioni finita sul Wall Street Journal, la photo opportunity con Chico Forti rientrato in Italia dopo 24 anni di carcere in America, la stretta di mano con stoccata a Vincenzo De Luca: ''sono quella stronza della Meloni", si auto-apostrofò la premier facendo calare il gelo sul fumantino governatore dem. Ma procediamo per gradi raccontando il 2024 in salsa Meloni. Un anno che a gennaio si apre col disco verde alla discussa riforma dell'autonomia differenziata, nel mirino delle opposizioni come 'spacca Italia', e con il 'vertice internazionale Italia-Africa' che ha visto approdare a Roma, su iniziativa della premier, tutte le nazioni del continente per dare linfa al Piano Mattei. A febbraio, a seguito di un procedimento giudiziario su un possibile furto di beni culturali, il sottosegretario al ministero della Cultura Vittorio Sgarbi rassegna le dimissioni, dopo un incontro con la presidente del Consiglio a Palazzo Chigi. Il 24 febbraio, in occasione del secondo anniversario dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, Meloni vola a Kiev con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il primo ministro belga Alexander De Croo e il canadese Justin Trudeau, dove presiede una riunione del G7 insieme al Presidente Volodymyr Zelensky. E' l'ennesima conferma del sostegno italiano alla causa ucraina, rispetto alla quale, anche in questo 2024, la premier non ha mai compiuto passi indietro né mostrato tentennamenti. A marzo la presidente del Consiglio si reca a Washington D.C. per un nuovo incontro con il Presidente Joe Biden. Dagli Usa annuncia il ritorno a casa di Chico Forti, al centro di un controverso caso giudiziario che lo vede detenuto in America da ben 24 anni. Marzo è anche il mese di un acceso botta e risposta con la magistratura, né il primo né l'ultimo, stavolta innescato dal via libera del Cdm all'introduzione di test psico-attitudinali per i magistrati. Aprile si apre con due mozioni di sfiducia, entrambe respinte: una tocca Matteo Salvini e riguarda i rapporti della Lega con il partito di Vladimir Putin Russia Unita, l'altra la ministra del Turismo Daniela Santanché in ordine alle inchieste sulle società Visibilia, Bioera e Ki Group. A fine mese, dalla convention di Fdi a Pescara, Meloni annuncia la sua discesa in campo per le elezioni europee invitando gli elettori a scrivere sulla scheda elettorale anche solo il suo nome di battesimo, 'Giorgia'. La premier gioca la carta dell'empatia e punta sulla propria leadership. I risultati sembrano darle ragione: alle urne di giugno Fdi si conferma primo partito italiano (28,8%) migliorando di quasi tre punti il risultato delle elezioni politiche che le hanno consegnato le chiavi di Palazzo Chigi. Dopo aver approvato l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, il governo a fine maggio torna ad occuparsi di giustizia e approva un disegno di legge di revisione costituzionale finalizzato a riformare l'ordinamento della magistratura, prevedendo, nello specifico, un'obbligatoria separazione in magistratura requirente e giudicante e la relativa introduzione di due nuovi organi di autogoverno destinati a mandare in pensione il Consiglio Superiore della Magistratura. A giugno il Consiglio dei ministri approva due provvedimenti per 'sforbiciare' le liste d'attesa di una sanità in affanno. Rumoreggiano le opposizioni puntando il dito contro misure che giudicano vuote e prive di risorse. Sempre a giugno, prima di volare in Puglia per il summit del G7, Meloni si reca in Albania insieme al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per verificare lo stato dell'arte dei lavori dei due hotspot battenti bandiera italiana. La visita viene funestata dall'accesa contestazione del segretario di +Europa Riccardo Magi, spintonato dalla sicurezza e protagonista di un botta e risposta al vetriolo con la premier. Dal 13 al 15 giugno i riflettori del mondo si accendono sulla Puglia, a Borgo Egnazia, per il summit dei 7 grandi del mondo. Il vertice centra l'obiettivo di un prestito di 50 miliardi all'Ucraina acceso sugli asset russi congelati, ma viene segnato anche dalle tensioni tra Meloni e il Presidente francese Emmanuel Macron. A innescare il duello è il tema dell'aborto nelle dichiarazioni finali del summit, ma sottotraccia si gioca anche la partita della nuova governance dell'Unione europea. Su Bruxelles a luglio la premier compie una scelta inattesa e, nello stupore generale, vota contro la riconferma di Ursula von der Leyen, destinata al bis al timone della Commissione europea. Meloni, a capo del gruppo dei conservatori, nonostante gli ottimi rapporti con la leader tedesca si chiama fuori, assieme ai Patrioti di Matteo Salvini, Viktor Orban e Marine Le Pen. Una mossa che, nello scacchiere internazionale, molti leggono come un potenziale e pericoloso isolamento dell'Italia. A fine mese la premier vola in Cina e cerca di ricucire lo strappo consumatosi a fine 2023 con l'addio alla via della Seta. Dopo un'estate in cui ha destato non poco stupore l''outing' di Arianna Meloni sulla separazione dal ministro Francesco Lollobrigida, il 30 agosto il Consiglio dei ministri approva ufficialmente la candidatura di Raffaele Fitto a Commissario europeo. A distanza di una manciata di giorni esplode una nuova mina in grado di far tremare l'intero governo: il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano viene coinvolto in uno scandalo che rimbalza di bocca in bocca, diventando motivo di gossip anche sotto gli ombrelloni. L'imprenditrice e influencer Maria Rosaria Boccia va all'attacco del governo, a muoverla è la sua presunta nomina da parte dello stesso ministro della Cultura a consigliere per i grandi eventi, una nomina abortita a causa della relazione tra i due. Meloni, dopo aver inizialmente respinto le dimissioni del titolare della Cultura, si vede costretta ad accettarle per frenare l'onda d'urto che ha travolto il governo e 'chiama' Alessandro Giuli a sostituire Sangiuliano. A settembre Meloni vola a New York per la 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite e, prima dell'avvio dei lavori, incontra i ceo di Google, Motorola e Open Ai per discutere di investimenti delle big i-tech in Italia. Nei giorni newyorkesi è soprattutto la decisione della premier di ricevere il premio dell'Atlantic Council dalle mani di Elon Musk a far discutere, tanto più che si accompagna alla decisione di 'disertare' la tradizionale cena offerta dai Biden ai capi di stato e di governo presenti nella 'Big Apple', una scelta che molti leggono come uno 'smarcamento' di Meloni verso l'amministrazione dem alla luce della possibile ascesa di Donald Trump. Ad ottobre la maternità surrogata, già vietata in Italia, diventa reato universale, perseguibile anche all'estero se attuata da cittadini italiani. Negli stessi giorni il governo, Meloni in testa, si trova a fare i conti con una nuova grana: i primi 12 migranti sbarcati nel porto albanese di Shengjin vengono ricondotti in Italia perché il tribunale di Roma non convalida il loro trattenimento nel centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader, frutto dell’accordo Roma-Tirana. La decisione dei giudici di Roma rischia di mettere in discussione l’intero impianto del Memorandum siglato da Meloni e Edi Rama. Una manciata di giorni dopo, il Cdm adotta un decreto legge ad hoc per definire ed aggiornare la lista dei 'paesi di origine sicuri', prima regolata da un semplice decreto interministeriale, 'elevandola' così a fonte di livello primario. L'obiettivo è saltare l'ostacolo che mina l'avvio dei due hotspot in Albania, che ancora oggi, tuttavia, continuano a restare vuoti in attesa della pronuncia della Corte di giustizia europea. Meloni continua a difendere a spada tratta il progetto di 'colonia detentiva' in terra albanese, dicendosi convinta che si tratti di una strategia non solo valida ma esportabile e spendibile in Europa per arginare la "mafia dei trafficanti di vite umane" e fermare le morti in mare. Il 21 novembre, dopo il G20 di Rio de Janeiro, Meloni raggiunge Buenos Aires per la sua prima missione in Argentina. Con l'"amico" Javier Milei la premier si affaccia dal balcone della Casa Rosada, reso celebre per i discorsi con cui Evita Peron infiammava i 'descamisados'. Milei il 'loco', come lo chiamano in Argentina e come ama esser chiamato anche fuori confine, amico di Trump tanto da volare a Mar-a-Lago per celebrarne la vittoria, il presidente argentino rilancia l'idea di una 'internazionale sovranista' che unisca "Paesi del mondo libero che condividono valori e obiettivi comuni" liberando l"Occidente dalla tenebre che l'avvolgono". Nel cielo di Milei, i puntini uniscono gli States di Trump alla "vecchia Europa" impersonificata da Meloni e a Israele di Benjamin Netanyahu. Il 27 novembre nasce la nuova Commissione europea, ancora una volta guidata da von der Leyen. Fdi vota a favore, dopo il segnale positivo arrivato dalla leader tedesca sulla nomina di Fitto, eletto commissario europeo e vicepresidente esecutivo della Commissione. Le opposizioni salgono sulle barricate e puntano il dito contro "la giravolta di Meloni", "un'inversione a U" impensabile fine a qualche mese prima. La premier risponde per le rime, accusando i socialisti, 'famiglia' del Pd a Bruxelles, di aver scritto una lettera chiedendo a von der Leyen di tenere Fitto fuori dalla squadra, "un'iniziativa contro l'Italia", l'accusa della presidente del Consiglio reiterata ad ogni occasione utile. Dopo l'addio di Fitto, al suo posto Meloni chiama Tommaso Foti in squadra, tenendo tuttavia per se la delega per il Sud. Il sette dicembre, quasi a sorpresa, Meloni vola insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Parigi per assistere alla riapertura al pubblico della Cattedrale di Notre-Dame, distrutta da un incendio nell'aprile del 2019. Durante la cena organizzata da Macron, con lo zampino dell'amico Musk, ha il suo primo faccia a faccia, fruttuoso, con Donald Trump, 'antipasto' di un'alleanza che si preannuncia già solidissima. E che potrebbe condurre Meloni a rivestire un ruolo di primo piano sulla rotta Washington-Bruxelles: potrebbe essere lei la persona giusta per oliare un meccanismo che al momento sembra cigolare, tra lo spauracchio dei dazi e l'incognita sul futuro dell'Ucraina. E' con questa convinzione che 'Politico' le tributa il titolo di “persona più potente d'Europa". "Chi chiami se vuoi parlare con l’Europa?”, si legge nella motivazione del riconoscimento: “Se sei Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo e consigliere chiave del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il numero che componi è quello di Giorgia Meloni”. (di Ileana Sciarra)
(Adnkronos) - L’Istituto nazionale tributaristi (Int), per mano del suo presidente Riccardo Alemanno, ha inviato una lettera di felicitazioni e di buon lavoro al nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vicenzo Carbone, in cui il numero uno dell’Int scrive: “Sono certo che grazie alla Sua competenza e alla Sua esperienza saprà affrontare l’impegnativo incarico con la necessaria determinazione ed equità, in un settore sempre più importante per la Nazione” ribadendo la piena disponibilità al confronto e alla collaborazione. “L’Istituto nazionale tributaristi, che mi pregio di presiedere, sarà a sua disposizione per proseguire nel confronto costruttivo e nella collaborazione, instaurati negli anni sia a livello centrale che territoriale, con l’Amministrazione finanziaria.” Ma Alemanno ha inviato anche una lettera al dimissionario Ernesto Maria Ruffini, ringraziandolo per il suo operato e per aver dialogato con equità e senza pregiudizi con tutte le rappresentanze degli intermediari fiscali, augurando all’ex direttore ogni successo nei suoi prossimi impegni professionali. “La lettera al direttore Carbone va oltre ai doveri istituzionali, è un messaggio sentito per confermare e ribadire la nostra disponibilità a collaborare per contribuire a migliorare il rapporto fisco contribuente e affrontare i cambiamenti legati alla riforma tributaria” dichiara il numero uno dei tributaristi Int, che precisa “così come sentito è il ringraziamento inviato a Ruffini per il lavoro svolto. Ritengo che anche nei rapporti istituzionali non si possa mai dimenticare il lato umano e l’importanza della persona”.
(Adnkronos) - Un calcestruzzo stampato in 3D e soprattutto sostenibile. È questa la scommessa vinta dagli esperti della Nanyang Technological University di Singapore, che con la loro proposta potrebbero dare un contributo fondamentale alla difficile transizione ecologica del settore delle costruzioni. Gli scienziati hanno raggiunto il loro obiettivo mettendo a punto un metodo di stampa che cattura il carbonio. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista di settore “Carbon Capture Science & Technology”.