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(Adnkronos) - Con l’appuntamento 'Cuore, reni e metabolismo, tra musica, cinema e connessioni', presso la Terrazza Caffarelli a Roma, torna ‘Principi attivi’, l’iniziativa promossa da Boehringer Ingelheim per sensibilizzare sulla prevenzione delle patologie cardio-renali-metaboliche (Crm). Nel corso della cena-evento è stato proiettato in anteprima il cortometraggio ‘Compagni per la vita’, prodotto da Boehringer, scritto e diretto da Alessandro Guida e in collaborazione con il cantautore Virginio, autore della colonna sonora originale ‘Connessi’. L’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio di Farmindustria - informa una nota - mette al centro le patologie cardio-renali-metaboliche, condizioni strettamente interconnesse che si influenzano reciprocamente: la presenza di una aumenta infatti la probabilità che se ne sviluppino altre. Attraverso la metafora dei ‘compagni di scuola’, il cortometraggio mostra come la salute di cuore, reni e metabolismo sia legata da un equilibrio comune e come il diabete non sia una malattia isolata, ma possa favorire l’insorgenza o il peggioramento di queste problematiche. Il racconto sottolinea così l’importanza della prevenzione e dell’intervento precoce. "La musica è una delle più potenti alleate della salute: riduce stress e dolore, migliora l’umore, sostiene le funzioni cognitive e accompagna i percorsi di riabilitazione – ha commentato Antonio Vandoni, direttore artistico musicale di Radio Italia solo musica italiana e Radio Italia Tv – Ma soprattutto, parlando direttamente alla nostra sfera emotiva, ci spinge ad ascoltare il nostro corpo e a prenderci cura di noi stessi. Per questo può diventare uno strumento straordinario anche nella prevenzione: perché una canzone può cambiare lo stato d’animo, ma a volte può cambiare anche un comportamento, un’abitudine, una scelta di salute". In Italia sono 24 milioni le persone che convivono con almeno una malattia cronica: di queste, 11,6 milioni con la condizione cardio-renale-metabolica e 4 milioni con una forma di danno renale cronico. Solo la malattia renale cronica ha un impatto di 2,5 miliardi di euro l’anno, pari al 2% dell’intero bilancio del Servizio sanitario nazionale. L’obiettivo del progetto - spiegano gli organizzatori - è favorire una maggiore consapevolezza sull’importanza di riconoscere i segnali di rischio e, partendo da questi, adottare un approccio diagnostico e terapeutico multidisciplinare. ‘Compagni per la vita’ nasce "dalla volontà di contribuire ad accendere i fari sull’importanza della prevenzione cardio-renale-metabolica, in un Paese in cui il numero delle persone che convivono con almeno una malattia cronica è destinato a crescere – ha dichiarato Nedim Pipic, presidente e amministratore delegato del Gruppo Boehringer Italia – Vogliamo entrare nelle case degli italiani non con la paura, ma con la consapevolezza. Con un messaggio semplice: la prevenzione è un diritto, ma anche un dovere verso noi stessi". È importante “ricordare che ciò che conta davvero non è il costo economico - ha continuato Pipic - ma quello umano: ogni diagnosi tardiva, ogni occasione persa, ogni vita che avrebbe potuto cambiare direzione. E oggi, in questa sala, scriviamo una nuova pagina grazie all’impegno delle associazioni dei pazienti e delle società scientifiche che hanno aderito al patto per la prevenzione e che saranno la voce” del cortometraggio. È urgente quindi assicurare una presa in carico tempestiva dei pazienti affetti da patologie cardio-renali-metaboliche, attraverso un vero e proprio cambio di paradigma basato su una strategia proattiva e integrata. Strumenti chiave di questo nuovo approccio teso a migliorare la qualità di vita dei pazienti sono i programmi di screening, essenziali per diagnosi precoci e per una maggiore sostenibilità del Ssn, soprattutto per la malattia renale cronica. "Ci sono buone compagnie, cattive compagnie e poi ci sono compagnie da evitare - ha commentato Giorgio Mulè, Vicepresidente della Camera dei Deputati - Il cortometraggio di Alessandro Guida ha il merito di indicare proprio il modo di non incrociare alcune spiacevoli compagnie. La chiave è quella della prevenzione, dell’attenzione continua e consapevole a ‘guardarsi intorno’ attraverso esami semplici ma fondamentali. L’obiettivo dichiarato dell’iniziativa di portare avanti, insieme alle Istituzioni, alle associazioni e alle Società scientifiche, un percorso di sensibilizzazione volto a promuovere percorsi di screening e diagnosi precoce è dunque meritorio e va sostenuto con convinzione”. Il giurista, esperto di economia sociale, Gabriele Sepio ha aggiunto: “Come l’evasione fiscale danneggia il Paese, così il non prendersi cura di sé genera costi enormi per il sistema: per questo dobbiamo riconoscere e sostenere, anche fiscalmente, chi investe nella cultura della prevenzione. La comunicazione sociale ha un valore economico concreto: ogni messaggio che cambia un comportamento riduce malattia, ospedalizzazioni e spesa pubblica. Investire in prevenzione significa generare risparmio e benessere per tutta la comunità". Il cambio di paradigma è fondamentale e, in questa prospettiva, si inserisce il ‘Patto per la prevenzione’ che è stato siglato, con cui associazioni dei pazienti e società scientifiche si impegnano a dare la massima diffusione al corto e al brano, attraverso i loro canali, congressi, siti web, social. Ad oggi, hanno aderito al Patto: Associazione medici diabetologi (Amd); Associazione italiana scompensati cardiaci (Aisc); Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg); Fondazione italiana del rene (Fir); Diabete Italia; Società italiana dell’ipertensione arteriosa (Siia); Società italiana interdisciplinare per le cure primarie (Siicp); Federazione associazioni nazionale diabetici (Fand); Federazione società medico-scientifiche (Fism) e Medicinema. L’evento - conclude la nota - è stata anche l’occasione per un focus sul Piano nazionale delle cronicità, grazie al Contributo del senatore Massimo Garavaglia, Ppesidente della 6° Commissione Finanze e tesoro del senato e del Senatore Guido Quintino Liris, presidente Intergruppo parlamentare sulla cronicità.
(Adnkronos) - Il sistema informativo Excelsior (2024) rivela che in Italia, nel quinquennio 2024-2028, la previsione del fabbisogno per i lavoratori in possesso di una formazione terziaria in ambito stem (science, technology, engineering, and mathematics) dovrebbe attestarsi tra 72mila e 82mila unità in media all’anno. Tuttavia, la ridotta presenza di studenti in possesso di questo tipo di formazione determinerà una carenza di queste figure compresa tra 8mila e 17mila giovani ogni anno, nonostante il numero di immatricolazioni sia in aumento (+73,4% nel gruppo scientifico dal 2000 al 2024, dati Censis). Come rendere le competenze nelle stem accessibili a un numero sempre maggiore di persone attraverso la formazione scientifica è stato il focus del talk Non solo numeri, cosa raccontano i dati che si è svolto nell’ambito del Cicap Fest 2025 a Padova. Oltre a essere un fattore di competitività, l’istruzione stem può essere un potente motore di promozione sociale, fornendo alle persone competenze tecniche e di risoluzione dei problemi e migliorando le loro prospettive di carriera. Ma proprio la dimensione sociale rappresenta spesso il primo ostacolo. "Le disuguaglianze economiche e sociali hanno un peso enorme nelle scelte formative e l’Università oggi non è più un vero ascensore sociale. I figli dei laureati hanno più possibilità di laurearsi a loro volta -afferma Lorenzo Montali, presidente di Cicap, professore associato di psicologia sociale, dipartimento di psicologia, università degli studi di Milano-Bicocca- secondo l’Istat 2025 nel periodo 1992-2022, al netto delle caratteristiche individuali (genere) e di territorio, si stima che uno dei due genitori laureato aumenti la probabilità di laurearsi della figlia/o di 20 punti percentuali rispetto ai figli di genitori non diplomati". Rafforzare le competenze stem è uno degli obiettivi della Commissione europea, che lo scorso marzo ha lanciato un piano strategico per la formazione in queste discipline, sulla base di una specifica raccomandazione contenuta nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi. Rispetto a Paesi come Cina e India, dove oltre il 30% dei laureati proviene da aree stem, in Europa la percentuale di laureati Stem si aggira sul 25% (dato Oecd/Commissione Europea 2023). Le stem rappresentano oggi un importante elemento formativo non solo per il mondo del lavoro. "La conoscenza delle stem dovrebbe riguardare tutti, anche chi non diventerà mai un ingegnere o un biologo – osserva Silvia Bencivelli, giornalista scientifica, scrittrice, autrice e conduttrice radiotelevisiva – 'Cittadinanza scientifica' (scientific citizenship) significa che ogni persona debba avere un livello minimo di cultura scientifica per orientarsi nel mondo". Avvicinare i giovani alla scienza richiede un cambiamento di percezione sociale della conoscenza che superi lo stereotipo dello scienziato come monade isolata dal contesto. "Secondo i dati Eurostat 2024, in Italia il 23,4% dei laureati proviene da percorsi scientifici o tecnologici – dichiara Donata Columbro, Giornalista, divulgatrice e scrittrice – tendiamo a considerare le discipline scientifiche come qualcosa di 'tecnico', riservato a pochi. Invece, sono fondamentali in ogni contesto. I dati e la statistica permeano ormai tutti gli ambiti della società". Promuovere la formazione scientifica significa sostenere la crescita personale e sociale, stimolare la curiosità, rafforzare il legame tra scienza e comunità e ispirare talenti nelle stem anche attraverso il contributo decisivo del mondo delle imprese. È il principio alla base dell’impegno di Fondazione Amgen, che, attraverso diversi programmi di formazione nelle scienze della vita, offre agli studenti universitari la possibilità di vivere esperienze di ricerca in Università e Centri di eccellenza in tutto il mondo. Solo nel 2024 Fondazione Amgen ha raggiunto 25 milioni tra studenti e docenti a livello globale. Col progetto Amgen Scholars – attivo dal 2007 – la Fondazione ha coinvolto oltre 5.800 studenti universitari provenienti da più di 1000 college e Università, che partecipano a intense esperienze di ricerca estiva sotto la guida di professori di primo piano, prendendo parte a seminari, eventi di networking e simposi regionali. Per gli studenti europei sono cinque i centri ospitanti: Eidgenössische Technische Hochschule Zürich (Svizzera), Institut Pasteur (Francia), Karolinska Institutet (Svezia), Ludwig-Maximilians-Universität München (Germania) e University of Cambridge (UK). Ad oggi, gli alumni di questo programma lavorano in ambiti scientifici in oltre 40 Paesi. In parallelo, l’anno scorso è stato raggiunto il traguardo di 1 milione di studenti che dal ’90 hanno partecipato ad Abe (amgen biotech experience), il programma di insegnamento delle discipline stem che porta le biotecnologie sui banchi della scuola secondaria. "Amgen intende sostenere non solo l’innovazione tramite terapie di ultima generazione, studi clinici e ricerca in Italia, ma con Fondazione Amgen si impegna a promuovere il capitale umano del Paese, aspetto che consideriamo altrettanto fondamentale", dichiara Alessandra Brescianini, direttore medico Amgen Italia. "Realizziamo progetti rivolti a universitari che già studiano nel campo della scienza, e a cui offriamo l’opportunità di frequentare centri di eccellenza per affinare le proprie competenze ed inserirsi presso prestigiosi network internazionali. Intendiamo in questo modo incentivare l’approccio scientifico affinché i giovani apprendano non solo elementi che possano poi utilizzare in un successivo percorso di carriera, ma anche un metodo, che permetta loro di appassionarsi alla scienza e sviluppare un pensiero critico sempre più indispensabile a comprendere e capire il mondo", conclude.
(Adnkronos) - In Italia la sostenibilità sociale ha il volto della fragilità: quasi nove cittadini su dieci guardano con paura al futuro del pianeta, oltre l’80% teme per quello del Paese e più di sette su dieci vivono con ansia il proprio domani. È uno dei segnali più forti che emergono dall’indagine realizzata da Eikon Strategic Consulting Italia in occasione della Social Sustainability Week, che racconta un Paese consapevole della connessione tra salute e ambiente (92%), ma allo stesso tempo schiacciato da preoccupazioni globali - guerre, clima e deterioramento ambientale - e dalla sensazione che il proprio destino dipenda soprattutto da fattori economici incontrollabili (62,4%). L’indagine, condotta su un campione di oltre 2000 intervistati tra i 16 e i 75 anni, delinea un quadro in cui gli italiani individuano con chiarezza le priorità della sostenibilità sociale: la lotta alla povertà, indicata dal 49% del campione, la tutela della salute e del benessere, considerata essenziale dal 48%, e la garanzia di un lavoro dignitoso, ritenuto importante dal 33%. Questi tre elementi rappresentano la base su cui i cittadini costruiscono la propria idea di sviluppo sostenibile, ponendo la qualità della vita e la protezione delle persone al centro dell’agenda del Paese. “Una visione problematica, segnala Enrico Pozzi, presidente e Ceo di Eikon Strategic Consulting Italia. La sostenibilità sociale rischia di essere ridotta a questione privata e atomizzata: salute e benessere rimandano al 'me', non al 'noi'. È una visione profondamente individualistica che ha perso il radicamento collettivo. L'ansia per il futuro - personale, nazionale, planetario - non trova più aggancio con dimensioni sociali concrete. Quando la percezione dominante è di non poter influenzare il proprio futuro, resta solo la cura ossessiva del corpo vulnerabile". La sostenibilità sociale tocca direttamente anche il rapporto con il sistema sanitario nazionale. Il 46% degli italiani dichiara di avere fiducia nel Ssn, mentre il 54% esprime scetticismo o sfiducia; una criticità che non riguarda la qualità del personale, considerato preparato dal 58% degli intervistati, ma piuttosto la capacità organizzativa e la carenza di risorse, tanto che l’81% ritiene che il numero degli operatori sanitari sia insufficiente. Questa percezione porta oltre la metà del campione (53%) a considerare indispensabile una assicurazione integrativa e spinge il 67% a ritenere inevitabile il ricorso alla sanità privata, segnale di un bisogno crescente di sicurezza e accessibilità nelle cure. “La nostra indagine mostra un Paese che chiede più protezione e accesso alla salute - commenta Paola Aragno, vicepresidente di Eikon - In questo quadro, il dialogo tra sistema pubblico e privato non è più un’opzione, ma una responsabilità condivisa. Significa mettere a fattor comune competenze, capacità organizzative e prossimità ai cittadini, senza sovrapporsi ma rafforzandosi reciprocamente. Solo così possiamo costruire un ecosistema della salute sostenibile, capace di rispondere alle fragilità emergenti e di garantire quella continuità di cura che oggi gli italiani chiedono con forza”. In un contesto in cui le istituzioni e i soggetti collettivi sono percepiti come meno efficaci, si ampliano le aspettative nei confronti delle imprese, chiamate sempre più a svolgere un ruolo sociale. Quando organizzazioni e aziende parlano di sostenibilità trasmettono speranza o interesse (54%). Solo l’8% si dichiara indifferente. Al mondo del lavoro si chiedono innanzitutto stabilità contrattuale, considerata prioritaria dal 53%, relazioni positive tra colleghi, indicate dal 47% e flessibilità e smart working (34%). L’attenzione alla salute e la domanda di un’ampia offerta di welfare aziendale (26%) superano, anche se di poco, la rilevanza attribuita all’assenza di discriminazione e pari opportunità (23%) e alla formazione (22%). Il 60% ritiene tuttavia insufficiente l'attuale impegno aziendale per il benessere e il 61% del campione pensa che le aziende dovrebbero promuovere servizi psicologici, ma solo il 16% conosce aziende che li offrono. “La crescente vulnerabilità e la carenza dei presìdi collettivi spingono le persone a rivolgere alle imprese aspettative un tempo rivolte alle istituzioni - dichiara Cristina Cenci, antropologa e Senior Partner di Eikon - Il lavoro diventa il luogo in cui si cercano stabilità, relazioni sane e tutela del benessere. Questa trasformazione segnala un cambiamento profondo nei bisogni comunitari. Le aziende che sapranno accoglierlo contribuiranno a rafforzare nuove forme di sicurezza condivisa”. E proprio l’attenzione verso le persone, il benessere e la sostenibilità sociale è emersa con forza anche dalle testimonianze delle aziende. Lo hanno raccontato, durante l’evento di presentazione, i rappresentanti delle organizzazioni partner: Fabrizia Bottiroli, Head of Health Offering, Services and Uw Retail Axa Italia, Cristiano Gianni, Chief Health Officer, Axa Italia; Giampaolo Montesano, Distribution&Transport Director, Logista Italia; Claudia Rutigliano, Coordinatrice Scientifica della Fondazione Msd. Le loro esperienze mostrano come innovazione, servizi integrativi, educazione alla salute e pratiche sostenibili possano diventare leve concrete per generare valore sociale e contribuire a una sostenibilità che metta al centro le priorità delle persone.