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(Adnkronos) - Andrew Mountbatten-Windsor è stato avvistato lunedì, per la prima volta dopo che re Carlo lo ha privato dei titoli reali, mentre andava a cavallo nel parco del Castello di Windsor. La sua passeggiata di 45 minuti nella tenuta avrebbe irritato alcuni membri della famiglia reale: un vero e proprio schiaffo al re, ma soprattutto al principe William e alla principessa Kate. Un modo di dire che "sono ancora qui e non me ne andrò tanto presto". Il fratello di Charles è stato sfrattato dalla Royal Lodge, la dimora di 30 stanze dove da tempo abita e che è finanziata dai contribuenti britannici, per trasferirsi a Sandringham, nella tenuta del re. Ma se si sa che Andrea deve andarsene, ciò che è ignoto è quando. E questo infastidisce particolarmente i principi di Sussex. William abita, assieme a Kate e ai figli, a poco più di due chilometri dallo zio, nella Forest Lodge. La famiglia si è trasferita nella sua 'casa per sempre' all'inizio del mese e l'ipotesi che davvero dispiacerebbe ai futuri regnanti è quella di incontrare l'ex duca di York mentre si gode una felice passeggiata nella tenuta di Windsor, come ha detto una fonte al Daily Mail. "Catherine rabbrividisce al pensiero di vivere così vicino alla Royal Lodge mentre il principe Andrea è ancora lì", aveva poco tempo fa dichiarato una fonte al Mail on Sunday . E anche "il re non sarà contento che suo fratello sia stato fotografato mentre cavalca nel parco". Ma c'è anche dell'altro, che riguarda lo stratagemma utilizzato da Andrea per andare a prendere il suo destriero. Sempre secondo il Daily Mail, l'ex duca di York sarebbe stato "fatto uscire di nascosto dalla Royal Lodge, probabilmente nascondendosi sul sedile posteriore di un'auto, e condotto direttamente al Castello di Windsor per prendere un cavallo dalle Royal Mews". Dopo la sua cavalcata, si ritiene che Andrew sia tornato a casa "allo stesso modo in auto, per evitare di essere scoperto". Il 30 ottobre, Buckingham Palace ha annunciato che re Carlo aveva privato Andrea dei suoi titoli e onorificenze e gli aveva notificato un avviso di sfratto per lasciare la sua dimora storica, la Royal Lodge. Ma la sua uscita di lunedì è stata la prima prova che l'ex duca vive ancora nella tenuta di Windsor. Il Palazzo non ha ancora specificato dove si stabilirà Andrew, se non che si trasferirà in una casa nella tenuta di Sandringham. La proprietà di 8mila ettari si trova a circa tre ore di auto da Windsor ed è di proprietà privata del monarca, il che la rende una scelta ideale per Andrea, dato che non saranno impiegati fondi pubblici per la sua sistemazione. Ma "il trasferimento a Sandringham non arriverà mai abbastanza presto per allontanarlo da Windsor", ha dichiarato una fonte interna alla famiglia reale al Daily Mail.
(Adnkronos) - “Negli ultimi anni si è parlato molto di pensioni ma si sia fatto purtroppo molto poco, soprattutto per i lavoratori con redditi medio-bassi. Il sistema contributivo ha preso il posto di quello retributivo, ma non abbiamo visto l’introduzione di una vera flessibilità. Anzi, la flessibilità concessa è stata rigida e riservata a categorie spesso più abbienti”. E' quanto ha detto Paolo Ricotti, presidente nazionale del Patronato Acli intervenuto al seminario “Previdenza Next Gen” a Roma. Da qui il richiamo di Ricotti alla necessità di un “pacchetto flessibilità”, che permetta alle persone di scegliere quando andare in pensione: “Serve consentire l’uscita tra i 63 e i 65 anni con almeno 20 anni di contributi, come in un’evoluzione della riforma Dini. Ovviamente con delle decurtazioni, ma con la possibilità per ciascuno di decidere se privilegiare più tempo libero o più reddito. Questa è la vera flessibilità, possibile nel sistema contributivo ma oggi di fatto inesistente”. Ricotti ha sottolineato come le misure sperimentali degli ultimi anni abbiano avuto un impatto minimo: “Quota 103, nel 2024, è stata utilizzata da appena 1.100 persone in Italia. Segno evidente che non si trattava di un’opzione realmente accessibile”, ha detto. Il presidente del Patronato Acli ha messo poi in guardia sulle conseguenze della scomparsa della pensione minima nel contributivo. “Quando le carriere lavorative si interrompono per lutto, malattia o infortunio, oggi vengono liquidate pensioni da 100 o 200 euro al mese: importi insostenibili. Senza una pensione minima di garanzia –ha aggiunto– non rispettiamo l’articolo 38 della Costituzione, che impone allo Stato di assicurare mezzi adeguati anche in caso di eventi avversi. Dobbiamo ripristinare un livello minimo che garantisca alle persone una vita dignitosa”.
(Adnkronos) - "Asvis ha deciso di lanciare un progetto che si chiama Ecosistema Futuro. Con un vasto programma, cioè quello di mettere il futuro al centro della riflessione culturale, politica, sociale del Paese". Così Enrico Giovannini, direttore scientifico Asvis, nel suo intervento a 'Salute e benessere come priorità sociale', evento di apertura della Social Sustainability Week che si è svolto questa mattina presso il Palazzo dell’Informazione a Roma. "Come Asvis è attuatore dell'Agenda 2030, Ecosistema Futuro, che è un spin-off di Asvis, è l'attuatore del Patto sul futuro, una decisione delle Nazioni Unite di settembre 2024 con la quale viene chiesto a ogni Paese, tra le altre cose, di dotarsi di strutture di governance anticipante", spiega. Giovannini ricorda, poi, la modifica dell'articolo 9 della Costituzione del 2022, "che cita l'interesse delle future generazioni". Conseguentemente "il governo ha adottato la nostra proposta di creare la valutazione di impatto generazionale. Il Parlamento ha votato il testo definitivo qualche settimana fa, la Vig entrerà in vigore dopo il decreto attuativo e dice due cose: la prima è che bisognerà valutare l'impatto di tutte le nuove leggi in termini sociali e ambientali". Dopodiché, aggiunge, "il governo ha scritto il primo comma che dice: le leggi della Repubblica promuovono l'equità tra generazioni. Lo sottolineo perché capiate la potenza teorica, sperando che non diventi qualcosa di puramente burocratico, della rivoluzione: il combinato disposto del cambio della Costituzione e dell'adozione di questa legge". Dunque, conclude Giovannini, "se questi due passi che sono in linea con il Patto sul futuro verranno realizzati concretamente, forse recupereremo anche un po' di fiducia, dei giovani in particolare, nel sentire che chi è al comando ha un'idea di dove vuole andare ma soprattutto si sottopone alla valutazione pubblica dei propri atti. Una potenziale rivoluzione e spetta a tutti noi aiutare il governo ad attuarla nei prossimi mesi".