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(Adnkronos) - "Monza è una delle gare più iconiche della Formula 1, un luogo dove storia e passione si fondono. Per la FIA, non rappresenta solo una celebrazione dell'automobilismo ai massimi livelli, ma è anche un'opportunità per continuare a garantire gare sicure, eque e sostenibili". Mohammed Ben Sulayem inizia dalla portata storica del Gran Premio d’Italia per ‘leggere’ il futuro dell’automobilismo. In una chiacchierata con l’Adnkronos nei giorni del Gp di Monza, il presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile ha detto la sua sui temi del momento. Dal futuro della Formula 1 alle prossime elezioni federali a Place de la Concorde, Parigi, senza dimenticare il tema della sostenibilità, sempre più attuale nel Circus. "Monza ha un'atmosfera unica, un incredibile seguito di tifosi e un circuito che spinge i piloti a dare il meglio - dice -. Essere qui rafforza il nostro impegno a proteggere il patrimonio di questo sport, continuando a plasmarne il futuro". Presidente, come immagina il futuro della Formula 1? "È molto promettente. Stiamo assistendo a una crescita globale record, con un nuovo pubblico che si avvicina a questo sport. Allo stesso tempo, il flusso di talenti verso la Formula 1 continua a svilupparsi, la FIA ha introdotto nuovi formati 'arrive and drive' nel karting per garantire l'accessibilità e la competizione a livello di base, mentre a Monza abbiamo assistito a prestazioni incredibili in F2 e F3, con nuovi campioni promettenti in lotta per il titolo. In tutta la FIA stiamo rafforzando i nostri campionati con una chiara visione a lungo termine. L'avvio della procedura di gara per un nuovo promoter WRC segna un passo importante per il futuro dei rally, l'obiettivo è portare il campionato a un livello superiore. Il nostro continuo investimento nel WRX ne garantisce la stabilità e la crescita, mentre la recente proroga di 10 anni con la Formula E è una potente dimostrazione della forza duratura e del fascino degli sport motoristici". La crescita avanza anche dietro le quinte... "Il nuovo dipartimento Volontari e Ufficiali della FIA è una risorsa dedicata a garantire formazione e supporto adeguati alle numerose persone che rendono sicuri e fluidi i weekend di gara, con nuovi programmi di leadership avanzati che aiutano a sviluppare il talento degli ufficiali. La FIA si impegna a continuare a promuovere il nostro sport in modo sostenibile, equo e inclusivo. Ci sforziamo sempre di trovare il giusto equilibrio tra tecnologia, competizione e responsabilità ambientale". Una prima sfida è quella del prossimo anno, che riguarderà i motori. Che svolta sarà? "Il regolamento FIA 2026 porterà una nuova era nelle competizioni automobilistiche. Avremo power unit più efficienti, carburanti sostenibili al 100% e vedremo tante innovazioni. Il 2026 rappresenta un passo importante per rendere il nostro sport più sostenibile, mantenendo il livello di prestazioni e l'emozione delle corse ai massimi livelli. Questa innovazione rafforza anche il legame tra il motorsport e l'industria automobilistica, dove gli sviluppi in pista possono contribuire al progresso su strada. Come pilota, ovviamente ho le mie preferenze in fatto di motori, so cosa mi piace. Ma la collaborazione è fondamentale e la FIA continua a lavorare a stretto contatto con i team e i costruttori su come sarà il futuro. È una sfida sì, ma anche un'enorme opportunità per dimostrare che il motorsport può essere all'avanguardia nella tecnologia e nella sostenibilità". Qualche mese fa ha parlato della possibile entrata di una squadra cinese in Formula 1. A che punto sono le trattative? "Nel 2026 torneranno in pista 11 squadre con l'ingresso di Cadillac nel paddock. Si tratta di un'opportunità incredibile per il nostro sport, che non potrà che aumentare la competitività e spingere tutti i team a dare il meglio. La FIA è sempre alla ricerca di modi per continuare ad aumentare la popolarità globale di questo sport che tutti amiamo. Abbiamo il privilegio di poter gareggiare durante tutta la stagione in luoghi e comunità davvero diverse. Per ora ci stiamo concentrando sulle 11 squadre che gareggeranno nella prossima stagione, ma pensiamo sempre al futuro del campionato e a come garantirlo per le prossime generazioni". Presto ci saranno le nuove elezioni presidenziali FIA in cui sfiderà Tim Mayer, che ha affermato come con lei ci sia un “regno del terrore” all’interno della Federazione. Cosa pensa di questa frase? "La FIA è un'organizzazione democratica, è questo che ci rende così forti. Accolgo con favore queste elezioni e la candidatura del signor Mayer. Lo vediamo sui circuiti dei nostri campionati. Solo attraverso la competizione possiamo migliorare e rafforzarci. È stato un onore essere presidente della FIA negli ultimi quattro anni e spero di continuare a ricoprire questo ruolo e di mantenere le promesse del mio programma per costruire una Federazione migliore, più forte ed equa. Invito chiunque a venire a trascorrere una giornata alla FIA e a vedere con i propri occhi questa fantastica comunità. È un'organizzazione in cui tutti i miei colleghi sono orgogliosi del lavoro che svolgono e della differenza che fanno, io sono orgoglioso di lavorare al loro fianco". Quali sono le sfide più importanti da vincere per il mondo FIA? "Ci sono tre sfide principali che definiscono la nostra missione. In primo luogo la sostenibilità, garantire cioè che tutti i nostri campionati, a partire dalla Formula 1, siano all'avanguardia nella riduzione dell'impatto ambientale, sviluppando e promuovendo nuove tecnologie che possano essere adottate a livello globale. In secondo luogo l'accessibilità, aprendo le porte del nostro sport alla prossima generazione e a un nuovo pubblico, sia attraverso programmi di base come il karting o l'Affordable Cross Car, sia attraverso opportunità per ingegneri, funzionari e volontari. Naturalmente, attirando nuovi appassionati per condividere l'emozione degli sport motoristici. Il terzo punto è la governance, mantenendo il nostro sport sicuro, equo e trasparente a tutti i livelli, rafforzando al contempo la FIA come federazione al servizio sia degli sport motoristici che della mobilità in tutto il mondo. Il raggiungimento di queste priorità continuerà a garantire alla FIA una posizione di forza nel servire i nostri membri, i nostri campionati e i nostri appassionati". In passato ha preso posizione contro i guadagni eccessivi dei piloti e dei team principal. Come pensa di superare la questione? "È importante considerare l'equilibrio e la sostenibilità a lungo termine del nostro sport. La Formula 1 è cresciuta rapidamente, ma con questa crescita arrivano anche delle responsabilità. Non possiamo permettere che i guadagni ai vertici oscurino l'ecosistema più ampio del nostro sport. La FIA sta lavorando per garantire che gli investimenti vengano effettuati nelle aree giuste come sicurezza, base, formazione e sviluppo. Il tutto per proteggere il futuro degli sport motoristici. Non si tratta di limitare il successo o punire i risultati raggiunti, ma di creare una struttura più equa in cui i benefici della crescita siano condivisi più ampiamente, garantendo la forza del nostro sport per gli anni a venire". Che voto dà al suo mandato? "Preferisco lasciare il voto agli altri, le opinioni più importanti sono quelle dei membri della FIA e della nostra comunità. Sono però orgoglioso dei progressi che abbiamo compiuto in breve tempo. Abbiamo rafforzato la governance della Federazione, introdotto una nuova trasparenza finanziaria e portato la FIA dall'indebitamento al profitto, che ora può essere reinvestito nelle nostre attività fondamentali. Siamo passati da un deficit ereditato di -24 milioni di euro nel 2021 a un risultato operativo di 4,7 milioni di euro per il 2024. Ci sono stati grandi passi avanti in materia di sostenibilità, lavoro normativo e garanzia del futuro dei nostri campionati. Abbiamo ampliato la nostra rete. Abbiamo aperto nuove opportunità per giovani talenti, funzionari e membri in tutto il mondo, rendendo la FIA una Federazione più globale e inclusiva". (di Michele Antonelli)
(Adnkronos) - C’è il santuario e il fortino, l’arco affiancato da un muro, radici e tralci protesi verso il futuro, gabbiette fermatappo giganti, ma anche un grafico fatto con doghe di botti, e poi lei, la mucca senza passaporto, simbolo di un confine imposto a un territorio che per secoli è stato comunità. Sono le opere realizzate da giovani artisti under 35 per il Concorso promosso nell’ambito di ‘Ars Sine Finibus’, progetto artistico transfrontaliero unico nel suo genere sviluppato in quella terra di frontiera che è il Collio italiano e il Brda sloveno, dove i vigneti terrazzati degradano lungo le colline al di qua e al di là di un confine reso invisibile dal secolare lavoro degli agricoltori. Ma che nel 1947 tagliò in due Gorizia, facendo nascere dal nulla, sul fronte dell’allora Jugoslavia, la città di Nova Gorica. Per riaffermare quell’identità da secoli condivisa dai custodi di questa terra divisa a metà, è nata una collaborazione Italia-Slovenia che alla natura vuole unire la cultura, come due facce della stessa medaglia. A promuovere questo progetto due viticoltori visionari, Robert Princic, titolare dell’azienda italiana Gradis’ciutta, e Matjaz Cetrtic, fondatore della slovena Ferdinand. Entrambi classe 1975, da anni hanno sposato, oltre che una comune filosofia enologica, basata su pratiche sostenibili e rispetto del paesaggio, anche l’idea che quel confine, almeno in vigna, si possa superare o almeno ignorare. Così, dopo aver studiato insieme al Master in Wine Business di Trieste, nel 2008 hanno deciso di dare vita a un vino che parla due lingue: una Ribolla spumantizzata, prodotta con uve italiane e slovene, che in etichetta reca la dicitura ‘Made in European Union’. E’ l’unico vino transfrontaliero prodotto in Europa, dal nome evocativo ‘Sinefinis’, e incarna l’idea di superare i confini politici per ricostruire l’unità di un territorio attraverso i suoi frutti. Un vino da cui poi è nata un’azienda in società, che oggi produce dalle 10mila alle 25mila bottiglie l’anno di questo spumante che negli anni è stato presentato a Capi di Stato e ambasciatori e che oggi è considerato una best practice. E proprio nell’anno che vede Gorizia e Nova Gorica in tandem detenere il titolo di ‘Capitale europea della cultura’, per la prima volta transfrontaliera, all’insegna dello slogan ‘Go!2025’, arriva ‘Ars Sine Finibus’, nato con l’obiettivo di ricucire quel tessuto agricolo-culturale che fu diviso per quasi 80 anni, attraverso installazioni artistiche site-specific tra i vigneti. Ne è nato così un parco artistico transfrontaliero dove le opere sono realizzate con materiali ecosostenibili e di riuso provenienti dalle cantine della zona. Il primo filone del progetto, curato dal gallerista Salvatore Marsiglione, è il Concorso per artisti under 35, che ha visto giovani italiani e sloveni confrontarsi con un tema impegnativo come quello dell’abbattimento di un confine per dare vita, lavorando divisi in gruppi, alle opere che sono state collocate nei vigneti. A risultare vincitrice è stata l’opera ‘Scritto nelle pietre’ di Juliana Florez Garcia, Gloria Veronica Lavagnini e Tajda Tomsic, che rappresenta un arco affiancato da un muro e tutto intorno pietre sospese e steli metallici, metafora di trasformazione e attraversamento verso una coscienza condivisa. La premiazione si è svolta in Friuli Venezia Giulia, venerdì 5 settembre, nella sede dell’azienda Gradis’ciutta, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e personalità del mondo dell’arte. L’evento è stato anche l’occasione per inaugurare le opere che costituiscono il secondo filone del progetto voluto da Robert Princic e Matjaz Cetrtic: due installazioni dell’artista Marco Nereo Rotelli, collocate nelle rispettive aziende, in Italia e Slovenia, nate dalla sinergia creativa con altri artisti. ‘So(g)no’, infatti, sono due sfere gemelle multisensoriali, a raffigurare due grandi acini, del diametro di 4 metri, realizzate in acciaio Cor-Ten, materiale ecosostenibile: all’interno, risuona la musica firmata da Alessio Bertallot, musicista e dj, riecheggiano le poesie di Valerio Magrelli e Aleš Šteger, e poi le ceramiche del maestro friulano Giorgio Ciliberti e la mano della scienza rappresentata da Riccardo Valentini con il sistema ‘Tree talking’ da lui brevettato e installato sulle viti piantumate in prossimità delle sfere, generando una sinergia tra l’uomo e la terra. La forza espressiva dell’arte e della cooperazione, dunque, per superare la frontiera. "Vino, arte, cultura, scienza trasmettono un messaggio chiaro: collaborare è possibile e porta vantaggi per tutti. 'Go!2025' è stata un'occasione per concretizzare questo progetto, che ci dà energia e soddisfazione e che non sarà l'ulitmo", afferma Matjaz Cetrticc. "Il nostro progetto Sinefinis - spiega Robert Princic - è stato definito una best practice di collaborazione dal nostro ambasciatore italiano in Slovenia. Nell’anno di 'Go!2025', che ha unito Gorizia e Nova Gorica, ci sentiamo parte di questo progetto, che è qualcosa di estremamente importante per il nostro territorio. Quindi abbiamo voluto partecipare anche noi, sviluppando un'idea che poi ha vinto un bando e da lì abbiamo realizzato una serie di opere in collaborazione con ragazzi italiani e sloveni che hanno lavorato insieme per creare un percorso artistico nei nostri vigneti. E successivamente abbiamo sviluppato un ulteriore progetto chiamato ‘So(g)no’, portato avanti con importanti artisti di fama internazionale, che hanno creato due sfere gemelle poste una nella mia cantina e l’altra in quella del mio socio in Slovenia". "E' la stessa idea da cui nasce il vino Sinefinis, che vuol dire senza fine, senza confine. Si parte da una base spumante italiana e da una slovena, di due territori identici, Collio e Brda, separati da questa linea di confine che non vogliamo. Un vino che racconta la nostra storia, la storia delle nostre famiglie, che non è propriamente italiano o propriamente sloveno, ma che è ‘proud to be european’, ci piace definirlo così: orgoglioso di essere europeo", conclude Princic.
(Adnkronos) - "Acea come operatore infrastrutturale ha l’obbligo di coniugare il passato e la tradizione con l’innovazione e il futuro". Ad affermarlo è Marco Pastorello, Chief Transformation Officer del Gruppo, illustrando al Meeting di Rimini i progetti di digitalizzazione e trasformazione. La società sta sperimentando sia la robotica sia l’intelligenza artificiale. "Con i cani robot e i droni effettuiamo ispezioni preventive, aumentando la sicurezza dei nostri dipendenti. Proprio a luglio abbiamo siglato un importante accordo con l’Istituto Italiano di Tecnologia", ha ricordato Pastorello. L’innovazione per Acea non è solo tecnologia ma anche attenzione alle persone: "In quest’ultimo anno abbiamo incontrato 5.000 dipendenti in tutta Italia, portando la voce dell’azienda anche in Europa, dal World Economic Forum in poi. Non si può parlare di innovazione senza mettere la persona al centro". Tra i benefici concreti della digitalizzazione, Pastorello ha citato "efficienza, perché consente di rilevare e risolvere più rapidamente i guasti, e sicurezza, perché permette di evitare che le nostre squadre si trovino in situazioni di pericolo, grazie all’impiego dei droni nelle ispezioni".