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(Adnkronos) - Jannik Sinner sfiderà Carlos Alcaraz nella finale di Wimbledon 2025. Dopo aver battuto Novak Djokovic oggi, venerdì 11 luglio, in semifinale in tre set con il punteggio di 6-3, 6-3, 6-4, il tennista azzurro affronterà nell'ultimo atto dello Slam londinese lo spagnolo, che ha superato nella sua semifinale Taylor Fritz in quattro set: "È un grande onore per me condividere il campo con Carlos. È uno dei giocatori che ammiro", dice Sinner in campo al termine del match contro Djokovic, "adoro guardarlo giocare. Non so se sarà meglio dell'ultima partita, non credo sia possibile". Il riferimento è alla finale del Roland Garros disputata poco più di un mese fa. A Parigi i due si erano affrontati in una partita-maratona di oltre cinque ore e mezza, con Alcaraz che era riuscito a vincere in cinque set rimontando Sinner, che aveva conquistato i primi due parziali. Sebbene Sinner abbia ammesso che sarà difficile fare meglio, soprattutto per lo spettacolo offerto, sottolinea che "ci proveremo per tutti gli appassionati di tennis". "Ci evolviamo come giocatori e miglioriamo. In campo non vogliamo essere prevedibili, entrambi ci prepareremo nel miglior modo possibile. Quando la partita non ha soste e il ritmo sono così alti, si gioca molto d'istinto e seguendo le sensazioni del momento. Carlos è il favorito. Ha vinto qui due volte di fila ed è di nuovo in finale. È molto difficile batterlo sull'erba ma mi piacciono queste sfide", dice Sinner nella conferenza stampa. La finale persa a Parigi, con 3 match point non sfruttati, lascia il segno nella testa di Sinner? "Se fosse solo una questione di testa, non sarei qui a giocare di nuovo una finale. Sono molto felice di condividere di nuovo il campo con Carlos. Sarà difficile, ma non vedo l'ora", ripete. Anche contro Djokovic, Sinner ha giocato indossando un 'manicotto' per proteggere il gomito destro dopo l'infortunio subito negli ottavi contro Igor Dimitrov: "Non c'è nessun problema per domenica, non ci sono scuse. Penso che al momento stiamo gestendo molto bene questo piccolo problema. Ero molto più preoccupato prima della partita contro Shelton".
(Adnkronos) - Il lavoro irregolare è un fenomeno allarmante che coinvolge in Italia un numero enorme di persone: 2,5 milioni di lavoratori non regolari nel 2022 (pari al 9,7% degli occupati). In termini di unità di lavoro (Ula o Full time equivalent) si tratta invece di quasi 3 milioni di unità nel 2022 con un tasso di irregolarità, calcolato come incidenza percentuale delle Ula non regolari sul totale, pari al 12,5% (sceso dal 12,9% del 2021). Il lavoro sommerso e irregolare è oggi sempre più concentrato nei servizi non solo rispetto all’incidenza sulle unità di lavoro di ciascun settore, ma anche in termini di volume di occupazione irregolare. Il 79,5% del lavoro nero o irregolare nel 2022 è infatti concentrato nei servizi. Sono alcuni dei dati diffusi oggi da Assolavoro. In questo scenario, i fenomeni di carattere interpositorio rappresentano la seconda patologia che l'Inl riscontra tra le violazioni più rilevanti nel mercato del lavoro. Nonostante le modifiche normative intervenute negli anni, infatti, è la seconda tipologia di illecito più importante dopo i fenomeni di lavoro nero che impegna le attività dell’Ispettorato nazionale del lavoro. In un anno vengono 'scovati' 100-110mila lavoratori in nero; la somministrazione illecita arriva a 80mila. In questo scenario le agenzie per il lavoro giocano un ruolo importante come baluardo contro il lavoro irregolare, stante la correlazione tra tasso di legalità e tasso di penetrazione del lavoro tramite agenzia: la somministrazione di lavoro è infatti maggiormente presente nei territori con tassi di irregolarità inferiori. Al crescere del tasso di irregolarità del mercato del lavoro regionale (es. Calabria, Campania, Sicilia) si registrano livelli inferiori di ricorso allo strumento della somministrazione di lavoro; considerazione opposta vale per quelle regioni dove l’irregolarità risulta più contenuta (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia) e che si configurano come aree del Paese in cui le agenzie per il lavoro operano maggiormente.
(Adnkronos) - “Le utilities operano su un ampio spettro di attività energetiche: dalla gestione delle reti tradizionali agli investimenti su rinnovabili, idrogeno e cattura della CO2”. Così Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia, durante l'Assemblea generale, organizzata a Roma in occasione del decennale della Federazione, per riflettere sull'evoluzione dei servizi pubblici negli ultimi dieci anni e sulle principali sfide future. “Quando si parla di energia – ha sottolineato – è fondamentale pensare non solo alla produzione rinnovabile o all’elettrificazione dei consumi, ma anche all’adeguamento delle reti di distribuzione elettrica e gas, che rappresentano la spina dorsale della transizione. Le nostre utilities hanno previsto 19 miliardi di investimenti per i prossimi 5 anni, di cui oltre 7 miliardi destinati alle reti elettriche, di teleriscaldamento e di distribuzione del gas”. Brandolini ha poi ricordato come anche le infrastrutture gas abbiano un ruolo strategico nella decarbonizzazione: “Le reti di distribuzione del gas sono fondamentali per quelle utenze che non potranno elettrificare i consumi nel breve termine. Mantenere e innovare queste reti significa mettere in campo investimenti rilevanti”.