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(Adnkronos) - Ogni anno oltre 14mila italiani ricevono una diagnosi di tumore allo stomaco, ma la malattia è in uno stadio iniziale in meno del 20 per cento dei casi. Dall’annuale congresso dell’American Society of Clinical Oncology in corso a Chicago arrivano buone notizie sui farmaci che prolungano la sopravvivenza anche nello stadio precoce di questa neoplasia. Secondo i risultati dello studio di fase 3 Matterhorn - presentato ad Asco 2025 nella sessione plenaria e pubblicato su The New England Journal of Medicine - seguire una chemioterapia associata a immunoterapia con il farmaco durvalumab di AstraZeneca, prima dell’intervento, riduce il rischio di progressione della malattia, di recidiva e di morte del 29%. Lo studio per la prima volta dimostra che nel carcinoma dello stomaco localizzato aggiungere l’immunoterapico all’approccio chemioterapico standard Flot (fluorouracile, leucovorina, oxaliplatino e docetaxel) migliora in maniera significativa la sopravvivenza libera da eventi (Efs). I pazienti sono stati trattati con durvalumab neoadiuvante in combinazione con chemioterapia prima dell'intervento chirurgico, seguito da durvalumab adiuvante in combinazione con chemioterapia, e infine con durvalumab in monoterapia. Lo studio ha valutato questo regime rispetto alla sola chemioterapia perioperatoria nei pazienti con tumore gastrico e della giunzione gastroesofagea (Gej) resecabile, in stadio iniziale e localmente avanzato (stadi II, III, IV A). "La chirurgia rappresenta il trattamento principale ad intento curativo nei pazienti con tumore dello stomaco e della giunzione gastro-esofagea in stadio non metastatico– afferma Lorenzo Fornaro, oncologo dell’Unità di Oncologia Medica 2, Aou Pisana -. L’elevato tasso di recidive loco-regionali o a distanza dopo il trattamento chirurgico esclusivo ha portato a sviluppare un approccio multimodale nella malattia operabile, basato sull’impiego della chemioterapia perioperatoria con il regime Flot, che attualmente rappresenta lo schema di riferimento in questo setting". Nello "studio Matterhorn – continua Fornaro - nel tumore gastrico o della giunzione gastro-esofagea operabile, l’aggiunta dell’immunoterapia con durvalumab al regime chemioterapico Flot, prima e dopo la chirurgia, aveva già evidenziato un aumento significativo del tasso di risposta patologica rispetto a solo Flot. I nuovi dati dello studio, presentati a Chicago, dimostrano risultati significativi in termini di sopravvivenza libera da eventi, con un trend positivo anche nella sopravvivenza globale. È la prima volta che, grazie all’immunoterapia, vengono ottenuti questi benefici nella malattia operabile. Va evidenziato anche il buon profilo di tollerabilità del regime perioperatorio a base di durvalumab, che non ha compromesso la possibilità di sottoporsi alla chirurgia. Sulla base dei dati di Matterhorn, questo nuovo approccio terapeutico dovrebbe diventare il nuovo standard di cura in questo setting". "Nel 2024, in Italia, sono stati stimati circa 14.100 nuovi casi di carcinoma gastrico - spiega Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia -. È una neoplasia aggressiva con una prognosi particolarmente infausta, per l’elevato tasso di recidive, anche dopo la chirurgia radicale con intento curativo, e per la frequente presentazione in fase avanzata. Da qui l’importanza di nuove opzioni nella malattia operabile, come il regime perioperatorio a base di durvalumab". La presa in carico delle persone con tumore dello stomaco "richiede, a partire dalla diagnosi, un approccio multidisciplinare, che può ottimizzare il programma terapeutico, e quindi migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti – sottolinea Pinto -. In particolare, in questo setting è fondamentale il riferimento a centri di riferimento per questa patologia sia per volumi che per la disponibilità di team multidisciplinari di esperti in questa patologia. È indispensabile, pertanto, in quest’ambito un’appropriata stadiazione della neoplasia, che permette di programmare la terapia peri-operatoria e la chirurgia, definendo l'estensione della neoplasia, il coinvolgimento dei linfonodi e l’eventuale presenza di metastasi. Una corretta stadiazione prevede l’imaging radiologica, l’ecoendoscopia e, quando richiesto, anche una valutazione laparoscopica. Inoltre, è fondamentale che siano sempre offerti al paziente una valutazione dello stato nutrizionale e piani dietetici, che permettono di sottoporre il paziente al trattamento programmato nelle migliori condizioni cliniche. Le persone colpite da tumore dello stomaco, infatti, possono presentare problematiche nutrizionali, anche rilevanti, già dalle prime fasi della malattia. Dopo la chirurgia demolitiva fornire corrette indicazioni sulle abitudini nutrizionali e sulla dieta da seguire permette poi di mantenere quotidianamente una buona alimentazione, con un significativo impatto positivo sul peso corporeo e sulla qualità di vita". "Questo regime perioperatorio basato sull'immunoterapia – dichiara Cristian Massacesi, Chief Medical Officer e Oncology Chief Development Officer, AstraZeneca - ha il potenziale di cambiare il paradigma clinico nel tumore gastrico e della giunzione gastroesofagea in fase precoce, grazie alla riduzione di quasi un terzo del rischio di progressione, recidiva o morte e all’importante trend di miglioramento della sopravvivenza. Come terzo studio positivo sul trattamento perioperatorio con durvalumab in diversi tipi di tumore, lo studio Matterhorn valida ulteriormente questo approccio e sottolinea il nostro impegno nell’offrire nuove terapie nelle fasi precoci della malattia, dove le possibilità di guarigione sono maggiori".
(Adnkronos) - Un confronto a più voci sui rischi e sulle opportunità dell’AI nei contesti lavorativi, con un’attenzione particolare alle nuove normative europee e nazionali di prossima entrata in vigore e alle implicazioni etiche connesse all’uso dell’intelligenza artificiale nel posto di lavoro. Questo il tema al centro dell'evento 'La sanzione etica - Trasparenza, rischi e soluzioni dei nuovi divieti in tema di Ai', organizzato e promosso dal fondo interprofessionale Fonarcom, nell'ambito del Festival del lavoro in corso ai Magazzini del Cotone a Genova. Per il presidente di Fonarcom e Cifa, Andrea Cafà, "le aziende non è che siano tutte pronte, perché noi abbiamo un tessuto produttivo molto particolare, abbiamo le grandi imprese che già sono sulla buona strada, le piccole imprese hanno bisogno di essere accompagnate, a partire da quelle che sono le attività di alfabetizzazione sull'intelligenza artificiale". "Noi come parti sociali, essendo soci fondatori di Epar, il nostro ente bilaterale, dal prossimo mese offriremo gratuitamente questa formazione ai dipendenti delle aziende aderenti, in modo tale che a costo zero potranno avere questo privilegio di conoscere cosa sia l'intelligenza artificiale e come va usata all'interno delle aziende in maniera consapevole e responsabile. In più, nel recente accordo interconfederale abbiamo dato vita all'osservatorio sull'intelligenza artificiale, un osservatorio che proverà a misurare l'impatto dell'intelligenza artificiale, come entra in azienda e come viene accolta dai lavoratori e dagli imprenditori", ha sottolineato. E per Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal, "oggi abbiamo voluto ribadire alcuni punti essenziali per il sindacato a fronte delle opportunità e delle sfide che ci pone l'era della digitalizzazione avanzata, quelle che noi chiamiamo intelligenza artificiale". "Primo che l'introduzione dell'intelligenza artificiale nei processi produttivi avvenga nel rispetto delle normative europee e nel rispetto delle normative che riguardano la considerazione delle persone. Ovviamente a fronte di questo il sindacato è impegnato attraverso anche le sue articolazioni, i fondi interprofessionali e i fondi bilaterali a promuovere la consapevolezza dei lavoratori, a fronte sia delle nuove competenze sia anche della consapevolezza con la quale devono affrontare queste sfide attraverso opportune iniziative di formazione", ha continuato. "Però ritengo che comunque il sindacato -ha continuato- debba presidiare, debba rivendicare il mantenimento di quella che è la relazione umana, una relazione che dovrà basarsi su tre principi, la consapevolezza, in modo che tutti i lavoratori siano consapevoli, la condivisione delle scelte che si vanno a fare e il coinvolgimento nell'implementazione e nella realizzazione di queste decisioni", ha concluso. "Io ho analizzato -ha detto Tiziana Orrù, presidente terza sezione lavoro del Tribunale di Roma- i profili etici del regolamento comunitario che sono oggetto di questo evento, di questo festival, da un punto di vista normativo e con riferimento soprattutto a tutte le norme contenute nell'Ia-Act che riguardano la sorveglianza umana, che è un aspetto molto importante e che istituisce anche delle figure professionali specifiche in alcune norme, tra cui la più importante è l'articolo 14 dell'Ia-Act che prevede una figura che ha delle competenze interdisciplinari alla quale sono attribuiti dei poteri enormi per far rispettare da parte degli utilizzatori e da parte dei costruttori di sistemi di intelligenza artificiale i principi fondamentali garantiti dall'ordinamento europeo del rispetto della persona umana e dei diritti fondamentali", ha concluso. E per Giuseppe Tango, giudice del lavoro del Tribunale di Palermo, "il diritto del lavoro è destinato ad inseguire il cambiamento organizzativo che si situa a valle a sua volta del progresso tecnologico. Ebbene l'intelligenza artificiale non ha costituito una deviazione da questo consolidato paradigma. In un brevissimo lasso di tempo l'intelligenza artificiale si è anzi imposta come strumento utilizzato trasversalmente e non solo nel laboratorio delle piattaforme digitali ma anche nelle tradizionali lavorazioni classiche", ha sottolineato.
(Adnkronos) - Procede con successo il progetto di reinserimento del Barbagianni sull’isola di Pianosa. A due anni dall’introduzione di quattro esemplari, i primi risultati emersi dal monitoraggio in corso confermano la presenza stabile di individui nidificanti. Nella cornice della Settimana Europea dei Parchi, Fondazione UNA - Uomo, Natura, Ambiente e Federparchi, presentano i primi risultati ottenuti con il progetto di reinserimento della specie, particolarmente protetta in Italia, sull’isola, avviato nel 2023 con il contributo dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano. L’iniziativa, della durata complessiva di 25 mesi, vuole favorire la ricolonizzazione naturale dell’isola da parte del Barbagianni (Tyto alba), specie non più rilevata in quest’area in modo stabile a seguito dell’eradicazione del ratto nero, una delle sue principali fonti di alimentazione. Per ovviare quindi alla perdita di biodiversità, grazie al lavoro congiunto delle istituzioni coinvolte, nella primavera del 2024 sono stati reintrodotti sull’isola quattro individui di Barbagianni di popolazione italiana, provenienti da centri di recupero della fauna selvatica. Grazie a un attento programma di monitoraggio, poi, è stato possibile constatare che il Barbagianni è tornato a nidificare stabilmente sull’isola: in una prima fase, sono stati condotti sopralluoghi notturni e ricerche diurne per accertarne la presenza. In un secondo momento, invece, sono stati raccolti in laboratorio nuovi elementi, utili a definire la dieta dei rapaci in questo ambito territoriale e ad anticiparne le condizioni trofiche utili a preservare la specie. Tutte attività che hanno richiesto l’impiego di svariate tecnologie di rilevamento, dai sensori infrarossi per monitorare le presenze fino agli appositi strumenti di geolocalizzazione satellitare. Un tavolo di lavoro articolato che proseguirà fino alla fine del 2025, con ulteriori sessioni di monitoraggio, con l’obiettivo di consolidare la presenza stabile della specie sull’isola e promuovere una convivenza armoniosa tra uomo, natura e ambiente. Il progetto si inserisce, per questo, nell’ambito delle iniziative promosse a livello nazionale da Fondazione UNA e Federparchi, tra cui il programma ‘Biodiversità in Volo’ che ha coinvolto fino ad ora otto Parchi nazionali con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di tutelare la fauna selvatica. “Il successo del progetto di reinserimento del Barbagianni sull'isola di Pianosa è la prova tangibile di come una collaborazione efficace tra istituzioni, enti locali e comunità scientifica possano, unita a una visione condivisa, possa giovare al mantenimento degli l'equilibri naturali - ha commentato Maurizio Zipponi, presidente di Fondazione UNA - Questo risultato, frutto della sinergia con Federparchi e l'Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, va ben oltre i confini dell'isola di Pianosa: rappresenta un tassello fondamentale nella missione più ampia di Fondazione UNA, che si impegna nella tutela della fauna selvatica su tutto il territorio nazionale con azioni concrete”. "Il progetto per la reintroduzione del barbagianni nel Pnat è l'ultimo di una proficua collaborazione tra Federparchi e Fondazione UNA, finalizzata a rafforzare la cooperazione con le aree protette a partire dai parchi nazionali. Il progetto, infatti, si svolge nell'ambito di ‘Biodiversità in Volo’, un programma di lavoro che vede insieme il mondo dei parchi e quello venatorio per la tutela degli ecosistemi e la lotta al bracconaggio", ha concluso Luca Santini, presidente di Federparchi.