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(Adnkronos) - Il Napoli batte l'Inter nel big match dell'ottava giornata di Serie A. Oggi, sabato 25 ottobre, gli azzurri hanno superato i nerazzurri, reduci da sette vittorie consecutive, al Maradona per 3-1 grazie ai gol, nel primo tempo, di De Bruyne su rigore, poi di McTominay e di Zambo Anguissa nella ripresa. Nel mezzo la rete, sempre dal dischetto, di Calhanoglu. Con questa vittoria la squadra di Conte torna al primo posto in classifica volando a 18 punti, mentre quella di Chivu rimane ferma a 15. I primi minuti di Napoli-Inter fanno capire quanto pesino i tre punti in palio. Le due squadre si studiano, lottano su ogni pallone, con un equilibrio in campo che rispecchia i valori di due squadre che lo scorso anno si sono giocate lo scudetto fino all'ultima giornata. A prendere il comando del gioco sono i nerazzurri, che fanno girare meglio il pallone ma si scontrano con la compattezza delle linee partenopee, pronte a ripartire grazie alla velocità di Neres, preferito a Lucca nell'insolita posizione di prima punta. L'Inter ci prova da fuori con Calhanoglu, ma l'occasione più grossa del match ce l'ha Lautaro Martinez, che al 15' sfrutta un grave errore del Napoli in uscita e si ritrova solo davanti a Milinkovic-Savic, bravissimo a rimanere in piedi e parare il tentativo dell'argentino. Il risultato si sblocca al 33': calcio di rigore per il Napoli con Di Lorenzo atterrato dall'intervento da dietro di Mkhitaryan. Sul dischetto si presenta De Bruyne, che segna ma si fa male calciando, costringendo Conte a sostituirlo con l'ex Zielinski. La reazione dell'Inter è immediata: Bastoni colpisce la traversa al 41' di testa, poi Dumfries scheggia il palo in pieno recupero. Nel finale di tempo anche un 'giallo' sulla seconda ammonizione di Gilmour, ma la prima frazione si chiude quindi 1-0. L'Inter inizia la ripresa determinata, sulla falsa riga del primo tempo, la doccia fredda arriva al 54'. McTominay viene pescato in contropiede dal lancio di Spinazzola dalla metà campo, si coordina e al volo infila Sommer sul secondo palo, facendo esplodere il Maradona con un gol spettacolare. Ci vuole un episodio per ravvivare l'Inter, e arriva al 59', quando Buongiorno colpisce con il braccio in area e l'arbitro, dopo revisione al Var, assegna calcio di rigore ai nerazzurri. Sul dischetto lo specialista Calhanoglu non sbaglia e accorcia spiazzando Milinkovic-Savic. La partita si riapre e gli animi si accendono, con Antonio Conte e Lautaro Martinez che hanno un botta e risposta da cui nasce un parapiglia che per poco non si trasforma in rissa. Dal nervosismo in campo esce meglio il Napoli, che al 67' cala il tris: Anguissa scappa in contropiede, salta un difensore dell'Inter e calcia con il destro bucando ancora Sommer e facendo 3-1. Nel finale i nerazzurri provano il forcing ma senza riuscire ad arrivare mai dalle parti di Milinkovic-Savic: vince il Napoli al Maradona.
(Adnkronos) - "Il problema generazionale è una delle cosiddette 'tre G' che ci affliggono: generazione, geografia e genere. Abbiamo dei dati estremamente deprimenti che definiscono queste tre G come un limite del nostro sistema perchè la differenza di genere implica per le donne guadagni molto ridotti per qualsiasi tipo di professione esercitata, la questione generazionale mostra come i soggetti under 40 guadagnano molto di meno dei colleghi over 50 in qualsiasi professione, e infine a livello geografico scendendo lo Stivale i guadagni si riducono qualsiasi sia la professione esercitata. E quindi dobbiamo lavorare su questi punti per migliorare la situazione". Lo ha detto Alberto Oliveti, presidente dell'Adepp, intervenuto oggi alla convention nazionale dei consulenti del lavoro a Napoli, in occasione dei 60 anni del consiglio nazionale dei professionisti. Entrando nel dettaglio dei dati "mediamente una professionista guadagna il 40% in meno degli uomini, un professionista o una professionista guadagna circa in media il 40% di un professionista al Nord, e un professionista under 30 un terzo in meno degli over 50", ha concluso.
(Adnkronos) - Città in affanno sulla sostenibilità. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, restituisce per il 2024 una fotografia in chiaroscuro. Ancora nessuna città raggiunge il punteggio del 100% e cala al 54,24% la media del punteggio raggiunta dai capoluoghi, registrando un -3,8% rispetto a due anni fa quando si attestava al 56,41%. Se si guarda ai singoli capoluoghi, nel 2024 sono Trento (79,78%) e Mantova (78,74%) le uniche città a superare la soglia di 75 punti e a dominare la classifica di Ecosistema Urbano ottenendo rispettivamente il primo e secondo posto. Trento torna sul gradino più alto (nel 2023 era seconda) rappresentando il meglio della vivibilità in città. Mantova ottiene la medaglia d’argento risalendo la classifica di cinque posizioni (nel 2023 era 7 settimana), grazie ad alcuni risultati negli indici più significativi come il calo dei consumi idrici e delle perdite idriche e la raccolta differenziata che è all’84%. Dietro di loro si piazza Bergamo, al terzo posto con un punteggio del 71,82%, risalendo la classifica di ben 13 posizioni (nella passata edizione era 16esima), grazie ad un impegno costante soprattutto nel settore della raccolta differenziata e della ciclabilità. Le altre città che rientrano della top ten sono Bolzano, quarta, seguita da Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna, Forlì: tutte aree urbane del nord Italia e con Bologna, al 9° posto, che si conferma la migliore tra le grandi città anche se perde una posizione rispetto alla passata edizione. Il Sud è sempre in grande affanno, ad eccezione di Cosenza, 16esima in classifica, unica città del Meridione nella top 20 anche se rispetto alla passata edizione perde 3 posizioni (era 13esima). In fondo alla classifica ci sono nove città del sud - Caltanissetta (97° posto), Caserta (98°), Catania (100°), Palermo (101°), Catanzaro (102°), Napoli (103°), Crotone (104°), Vibo Valentia (105°), Reggio Calabria (106°) - che non arrivano a toccare il 35% del punteggio. Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria sono al di sotto dei 25 punti su 100. Smog e rete idrica colabrodo - rileva il rapporto - restano le principali criticità da affrontare per i capoluoghi di provincia. Diminuiscono troppo lentamente le città con perdite d’acqua superiori o uguali al 50%: 20 quest’anno (erano 24 nel 2023 e 27 nel 2022). Nel 2024, inoltre, cala la media della superficie urbana dedicata alle infrastrutture per la ciclabilità - 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti (11,02 m eq/100 ab nella passata edizione e 10,69 due anni fa) - così come diminuisce sia l’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo passando dai 50,7 mq ogni 100 abitanti della scorsa edizione agli attuali 48,6 mq sia quella delle zone a traffico limitato che nel 2024 si attesta a 368,3 mq ogni 100 abitanti rispetto ai 406,9 della scorsa edizione. Cresce, stando ai dati Ispra, il consumo di suolo nel totale dei capoluoghi: dal 2018 al 2023 è pari a circa 4500 ha, a fronte di un calo del numero degli abitanti (-346mila abitanti). Ne deriva una crescita del suolo impermeabilizzato per ogni abitante delle città, sempre su base quinquennale, pari a +6,3 mq/ab dal 2018 al 2023 (+3,5% rispetto al 2018), con forti variazioni da città a città. Tra i segnali positivi che emergono dal nuovo report Ecosistema Urbano, c’è la raccolta differenziata che per la prima volta, tra i capoluoghi, supera la media del 65%. Inoltre, sono ben 15 i capoluoghi che sono oltre l’80% di Rd. Cresce il numero dei passeggeri trasportati dal servizio di Tpl nelle città capoluogo, anche se le performance generali sono ancora lontane dai livelli europei. C’è Milano con 424 passeggeri nel 2024 rispetto ai 415 dello scorso anno, i 357 del 2022 e ai 303 del 2021. Anche Roma mostra lievi segnali incoraggianti salendo dai 259 viaggi procapite all’anno della passata edizione ai 277 di quest’anno. Venezia resta la migliore sebbene in calo, interrompendo una crescita costante, mentre Firenze continua a migliorare (sale dai 225 dello scorso anno ai 247 passeggeri/ ab/anno).