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(Adnkronos) - In un'era tecnologica definita dalla rapida diffusione dell'Intelligenza Artificiale e dell’Ai agentica, Microsoft annuncia l’avvio di Microsoft Elevate in Italia. Un'iniziativa globale che fa leva sulle soluzioni, l’expertise, la ricerca e gli investimenti filantropici di Microsoft con l'obiettivo di espandere l'accesso alle nuove tecnologie, fornendo a individui e organizzazioni la formazione, gli strumenti e il supporto necessari per prosperare in un'economia guidata dall'Ia. In Italia, Microsoft Elevate si propone di trasformare le innovazioni di oggi in opportunità di crescita per il Paese, mettendo a disposizione opportunità di formazione che attestano competenze Ia a oltre 400.000 persone nei prossimi due anni. L’annuncio arriva da Cernobbio, in occasione dell’annuale Forum di Teha Group, con cui Microsoft ha consolidato la collaborazione presentando, in partnership anche con Avanade, l’AI Skills 4 Agents Observatory, una piattaforma permanente sviluppata per mappare, comprendere e rafforzare le competenze necessarie alla diffusione dell’Ia agentica - ovvero sistemi intelligenti capaci di agire proattivamente, operando in autonomia per il raggiungimento di obiettivi complessi - attraverso un percorso di ricerca, ascolto e indirizzo strategico. Mai come ora, l'Italia si trova di fronte a un momento cruciale. Secondo le stime della prima edizione dell’AI Skills 4 Agents Observatory, infatti, il livello di adozione complessivo di soluzioni di AI generativa tra le aziende italiane a livello di singoli individui, team o dell’intera organizzazione ha registrato un incremento del 66,1% nell’ultimo anno, passando dal 51% nel 2023 all’84,7% nel 2024. Efficienza e produttività, assistenza al cliente e ottimizzazione dei processi di progettazione sono i 3 principali vantaggi acquisiti da un utilizzo dell’AI generativa in azienda rispettivamente per il 64%, 39% e 36% delle aziende intervistate. Nonostante l’interesse crescente, la diffusione dell’Ia agentica procede a un ritmo più contenuto rispetto ad altre forme di intelligenza artificiale. In Italia solo il 2,3% delle imprese ha dichiarato di utilizzare tecnologie di AI agentica (vs. 4,2% media europea) con un tasso di crescita che in Italia si attesta intorno al +13,9% (vs. + 40,1% media europea). Questi dati confermano una minore reattività del mercato italiano verso l’adozione di tecnologie agentiche, probabilmente legata alla percezione di maggiore complessità tecnica e organizzativa richiesta per la loro integrazione. Tuttavia, è stato calcolato che un'adozione pervasiva dell'AI in tutte le sue declinazioni potrebbe generare un incremento annuale del PIL nazionale fino al 17,9%, un valore pari a 336 miliardi di euro annui, superiore all’intero PIL della Repubblica Ceca (303 miliardi di euro). Il report sottolinea inoltre come l’Ia agentica si configuri sempre di più come una leva tecnologica potenzialmente decisiva per il rilancio della competitività del sistema produttivo italiano. L’adozione di soluzioni agentiche, infatti, capaci di migliorare i processi decisionali, aumentare l’efficienza operativa e ridurre le attività a basso valore aggiunto, può rappresentare un cambio di paradigma, incrementando la produttività, da sempre fragilità strutturale del nostro Paese. I mercati verticali che secondo il report possono trarre i benefici maggiori dall’adozione dell’IA agentica, proprio in termini di produttività, automazione e qualità del lavoro sono: Commercio, Industria Manifatturiera, Pubblica Amministrazione, Servizi Professionali, Servizi Finanziari, e Settore ICT, settori in cui l’Ia agentica può contribuire a generare una ricchezza pari a rispettivamente di 346,7 mld, 304,1 mld, 257,2 mld, 176,9 mld, 93,1 mld e 57,8 mld. Tuttavia, per cogliere questa straordinaria opportunità e generare valore strategico è necessario colmare un significativo divario di competenze. L’Osservatorio evidenzia che solo il 46% degli Italiani possiede competenze digitali di base e il 67% delle aziende italiane segnala una carenza di know-how adeguato per implementare soluzioni di AI. Percentuale che sale al 70% quando si restringe il campo all’utilizzo degli agenti AI. Questo disallineamento tra domanda e offerta di professionalità qualificate rischia di diventare un freno strutturale per la competitività del Paese. Per superare questa barriera, è fondamentale investire in programmi mirati di formazione, aggiornamento e sviluppo professionale, al fine di colmare il divario esistente e supportare le imprese italiane in un percorso di integrazione responsabile e sostenibile dell’intelligenza artificiale. Inoltre, secondo l’ultima ricerca LinkedIn, quasi la metà dei lavoratori italiani (47%) ha la percezione di non sfruttare appieno le potenzialità dell’AI nel proprio lavoro, con più della metà (54%) dei lavoratori ottimista, secondo cui l’AI migliorerà la gestione quotidiana dei propri compiti. È in questo scenario che si inserisce Microsoft Elevate, programma globale che vede un investimento di Microsoft pari a 4 miliardi di dollari in cinque anni in donazioni e tecnologia. Microsoft Elevate ha l’obiettivo di portare percorsi di formazione che attestano le competenze AI richieste dal mercato a 20 milioni di persone in tutto il mondo nei prossimi due anni, fornendo competenze approfondite a istituti scolastici, organizzazioni non-profit e imprese pubbliche e private. “La storia ci insegna che le grandi innovazioni generano grandi opportunità. La vera sfida è la transizione, preparando chi lavora per l’AI Economy, attraverso la formazione. In questo contesto, è fondamentale che il tessuto produttivo italiano, composto in gran parte da piccole e medie imprese, possa accedere a tecnologie e competenze per evitare nuovi divari digitali. Per questo investiamo in iniziative come Microsoft Elevate, un programma con l’obiettivo di garantire che l’AI sia accessibile a tutti. L’Italia ha tutte le carte in regola per essere protagonista dell'AI economy: un patrimonio culturale unico, una tradizione di eccellenza artigianale e industriale, e un tessuto imprenditoriale dinamico. L’AI può diventare il motore di una nuova stagione di crescita. Unendo ingegno umano e tecnologia, possiamo costruire un futuro in cui l’Italia non solo adotta l’innovazione, ma la guida con visione, passione e spirito imprenditoriale” ha commentato Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato di Microsoft Italia. In Italia, Microsoft Elevate rappresenta un'evoluzione del percorso già avviato un anno fa con l’AI National Skills Initiative, progetto che ha già raggiunto oltre 700.000 persone tra professionisti, docenti, studenti e rappresentanti della pubblica amministrazione. Microsoft Elevate in Italia è un nuovo programma con l’obiettivo di portare alle persone nuove competenze e strumenti che possano aiutare chiunque a trarre beneficio dalla nuova AI economy. Con investimenti in 3 aree strategiche, Microsoft Elevate in Italia si propone di formare 400.000 persone in 2 anni, lavorando con partner e istituzioni locali affinché gli sforzi collettivi trovino riscontro nelle reali esigenze del Paese. Oggi Microsoft annuncia una serie di nuove partnership nei settori dell’istruzione, del non-profit e delle associazioni. 1.Istruzione: I docenti sono fondamentali per preparare le nuove generazioni. In collaborazione con Fondazione Mondo Digitale, Microsoft avvia percorsi di formazione per gli insegnanti, con una particolare attenzione ai contesti svantaggiati, per integrare l'AI nella didattica e nel lavoro quotidiano, attraverso una rete di oltre 30 hub formativi nelle scuole di tutto il Paese. 2.Terzo Settore: Le organizzazioni non-profit necessitano di innovazione per massimizzare il loro impatto sociale. Insieme a Fondazione Cariplo e Fondo per la Repubblica Digitale, Microsoft annuncia un programma formativo ad-hoc sull’AI per il Terzo Settore a due livelli ("AI Enthusiast" e "AI Evangelist"), che fornirà le competenze necessarie per applicare l'AI nelle proprie operazioni quotidiane, ottimizzando le attività e supportando al meglio i loro beneficiari. 3.Forza lavoro: per rispondere alla crescente domanda di competenze AI nel mercato del lavoro, Microsoft lancia l'AI Skills Alliance (www.aiskillsalliance.it), un’alleanza di organizzazioni unite per supportare i lavoratori nella transizione verso la nuova economia. L'Alleanza si propone di contribuire a colmare il divario di competenze digitali, favorendo l'adozione responsabile dell'AI e una trasformazione positiva del modo di vivere e lavorare. L'AI Skills Alliance offrirà un percorso di skilling su tre livelli: Conoscenza: un ciclo di cinque webinar teorici, da ottobre a gennaio, su temi fondamentali come AI Generativa, Sicurezza, Produttività e Uso Responsabile dell'AI. Utilizzo: opportunità pratiche di apprendimento attraverso hackathon e workshop. Adozione: accesso privilegiato al programma di adozione dell’AI L.A.B. e promozione di opportunità di finanziamento per le organizzazioni che intendono sviluppare soluzioni di intelligenza artificiale. All’AI Skills Alliance hanno già aderito Formaper – Azienda della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, la Provincia Autonoma di Bolzano, Confapi e Unimatica, Confesercenti, Anitec-Assinform e la divisione Confindustria Dispositivi Medici, che metteranno a disposizione di tutte le imprese e organizzazioni associate opportunità formative insieme a Microsoft Italia e i partner tecnici (Fast Lane, PCSNET, Lodestar, Var Group). Anche l’Assessorato allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia si è reso disponibile ad appoggiare l’Alleanza al fine di supportare le imprese e i lavoratori lombardi nella transizione verso l’AI economy.
(Adnkronos) - Quando il mare chiama, lo Stato deve rispondere. Con questo motto l'Anab, l'associazione nazionale degli assistenti bagnanti lancia la proposta di una gestione pubblica della categoria. "La salvaguardia delle vite umane in contesti balneari -spiega ad Adnkronos/Labitalia Guido Ballarin, presidente nazionale Anab- rappresenta un diritto fondamentale ed è parte integrante del concetto moderno di bene pubblico. Oggi, la sicurezza in spiaggia è affidata quasi integralmente agli stabilimenti balneari privati, con conseguenze operative, economiche e sociali significative. Proporre una gestione dello Stato per gli assistenti bagnanti significa non solo tutelare meglio i cittadini, ma generare anche entrate statali dirette e indirette, rafforzando professionalità e coesione territoriale", sottolinea. Professionalità che, sottolinea Ballarin, in Italia al momento spesso e volentieri mancano, "nella misura di un 20% della forza lavoro necessaria per la stagione estiva.Questo deficit si traduce in difficoltà operative per gli stabilimenti, in particolare nei periodi di punta". "E gli stipendi, quando sono accettabili, si aggirano tra 1.300 e 1.800 euro mensili, ma con contratti poco rappresentativi e scarsa tutela. Noi segnaliamo da tempo che 'salari bassi e stagione troppo corta' rendono la professione poco attrattiva, aggravando la carenza di personale", aggiunge. Secondo Ballarin "la durata della stagione varia significativamente: dal maggio a settembre al Nord, e periodi ancora più corti al Sud. Questo rende incerto il lavoro e svilisce la professione". E l'assenza di assistenti bagnanti va di pari passo con spiagge meno sicure. "Sebbene le ordinanze impongano la presenza di un bagnino ogni 80–150 metri, nelle spiagge libere il servizio è spesso assente, soprattutto per motivi economici. Nel 2024 sono stati registrati 221 decessi per annegamento, con oltre il 50% dei casi verificatisi nelle spiagge. Questo evidenzia il ruolo cruciale degli assistenti bagnanti nel prevenire tragedie e l’urgenza di un servizio sistematico e continuativo", continua ancora. E qui arriva la proposta dell'Anab: "si propone la creazione di un corpo statale di assistenti bagnanti, analogamente ai vigili del fuoco o alla forestale, con contratti nazionali stabilizzati, formazione coerente e organico centrale. Il passaggio sotto gestione statale dovrebbe migliorare le condizioni economiche e normative, garantendo formazione continua, stabilità contrattuale e riconoscimento professionale. E il servizio non sarebbe gratuito: i concessionari balneari pagherebbero un canone proporzionato a metratura, presenze, redditività allo Stato, generando un fondo nazionale stabile per sostenere il servizio", aggiunge ancora. Per Anab i benefici derivanti da questa scelta non sarebbero pochi. "Uno Stato unico coordinatore assicurerebbe la presenza del servizio anche sulle spiagge meno profittevoli o libere, garantendo migliori standard di sicurezza. E stipendi garantiti, formazione certificata e qualità contrattuale renderebbero il lavoro più sostenibile e attraente per i giovani", aggiunge. Inoltre, per Ballarin, "l'insieme dei canoni, armonizzati a livello nazionale, costituirebbe una fonte di entrata stabile, in controtendenza rispetto alla situazione attuale di canoni relativamente contenuti rispetto ai ricavi. Con un servizio centralizzato e regolato, le responsabilità legali sarebbero chiaramente definite, diminuendo l’esposizione dei concessionari e dello Stato stesso. Una gestione statale, sinergica con le campagne come 'Spiagge Sicure', promuoverebbe una cultura della balneazione consapevole e sicura". In conclusione per Ballarin: "La proposta di un servizio di assistenza balneare gestito dallo Stato non è solo un passo verso maggiore sicurezza, ma una vera e propria strategia di equo sviluppo socioeconomico. Equiparare la figura dell'assistente bagnanti a quella dei corpi civili nazionali significa restituire dignità a una professione troppo spesso marginale". "Parallelamente, lo Stato può trasformare un bisogno sociale in un modello di investimento pubblico-professionale, con ritorni in sicurezza, occupazione e turismo", conclude.
(Adnkronos) - Benessere delle famiglie con animali d’affezione, l’Italia non tiene il passo: i servizi offerti nel settore pet care mostrano ritardi strutturali e forte disomogeneità tra Comuni costieri e interni. E' la fotografia del XIV rapporto nazionale 'Animali in Città' di Legambiente sulle performance dei Comuni e delle Asl nella gestione degli animali nei centri urbani (con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enci, Fnovi, Amvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva), presentato questa mattina in occasione ella 37esima edizione di Festambiente, il festival nazionale del Cigno Verde dal 6 al 10 agosto a Rispescia (GR). Nel 2024, su un campione di 734 amministrazioni comunali (appena il 9,3% dei comuni italiani) che hanno risposto in modo completo al questionario di Legambiente, solo il 39,5% (meno di 4 comuni su 10) ha ottenuto una performance almeno sufficiente nella gestione degli animali d’affezione. Di questi - spiega l'associazione - 82 Comuni costieri (il 12,7% del totale in Italia) e 652 interni (il 9% del totale) che, pur condividendo ritardi strutturali, dimostrano andamenti divergenti, con differenze marcate nella qualità e disponibilità dei servizi offerti ai cittadini e ai loro animali. La disomogeneità più evidente riguarda l’accesso ad aree libere per cani: presenti nel 36,2% dei Comuni costieri e nel 10,4% appena dei Comuni interni - rileva Legambiente - Altra differenza si registra per i servizi di pensione per animali, disponibili nel 57,3% dei Comuni costieri e in appena il 21,9% di quelli dell’entroterra. Nella gestione del fine vita degli animali d’affezione, invece, solo il 28% dei Comuni costieri e il 10% degli interni ha predisposto regolamenti per cremazione, tumulazione o inumazione. Altro tema sensibile sono botti e fuochi d’artificio, spesso fonte di stress per gli amici a quattro zampe - si legge nel report - ad adottare regolamenti specifici per limitarne l’uso il 21,9% dei Comuni costieri e l’8,3% di quelli interni. Ancora limitata, poi, la presenza di Sportelli Animali o di un Garante per i diritti degli animali (l’8,5% dei Comuni costieri e il 4,4% per quelli interni) e di un sostegno economico ai cittadini nella sterilizzazione degli animali (14,6% e 4,7%). Un grave ritardo dei Comuni costieri - avverte l'associazione - è costituito dall’adozione di un regolamento per la corretta fruizione delle spiagge da parte delle famiglie con animali d’affezione, presente solo nel 23,2% dei casi. Il Cigno Verde è tornato a denunciare, poi, l'assenza di una sanità veterinaria pubblica di prossimità. Non solo la fotografia dei ritardi da colmare. Anche quest’anno Legambiente assegna il Premio 'Animali in città' a quelle realtà virtuose che si sono distinte per l’offerta di servizi e azioni dedicate alla prevenzione del benessere animale, sulla base di 36 indicatori per i Comuni e di 25 per le Aziende Sanitarie. Tra le amministrazioni comunali premiate, Napoli che si distingue per la copertura sanitaria e l’integrazione tra servizi veterinari e socioassistenziali; San Giovanni in Persiceto (BO) che eccelle grazie a servizi integrati, un forte attivismo civico e ordinanze comunali efficaci; Modena per l’investimento economico significativo e una regolamentazione urbana completa a tutela del benessere animale. Tra i Comuni sotto i 5mila abitanti, premiati Zocca (MO) e Campodolcino (SO) per i loro investimenti in educazione civica e in progetti sociali adattati al contesto rurale e montano. Tra le Asl più virtuose, invece, si distinguono Napoli 1, Bergamo e Vercelli, che oltre a fornire dati puntuali, integrano meglio i servizi sanitari con quelli offerti dai Comuni, operando con proattività. "Il XIV Rapporto di Animali in città - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente - conferma che solo grazie a solide alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati è possibile garantire il benessere delle famiglie con animali d’affezione. Per questo chiediamo di promuovere ed agevolare la firma di 1.000 accordi o patti di comunità in tutto il Paese. È urgente rilanciare la sanità veterinaria pubblica di prossimità, obiettivo per cui chiediamo al governo di realizzare un piano nazionale a supporto delle Regioni che consenta l’assunzione stabile di 6mila veterinari e alle Regioni il raggiungimento complessivo di 1.000 strutture veterinarie pubbliche (850 tra canili sanitari e gattili sanitari e circa 150 ospedali veterinari pubblici), distribuite equamente sul territorio in rapporto alla popolazione servita. Inoltre, alle Amministrazioni comunali l'appello è di potenziare le aree verdi con libero accesso dedicate alle famiglie con cani, di valorizzare l’applicazione di regolamenti e ordinanze e rafforzare il senso civico grazie al supporto di 10mila guardie ambientali e zoofile delle associazioni di volontariato, per migliorare concretamente la qualità della vita di cittadini e animali”.