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(Adnkronos) - "Da più di 2 anni sono fermi ai blocchi di partenza i nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) che, nonostante i numerosi appelli delle 75 società scientifiche riunite nel Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani (Fossc), tardano ad essere attuati e, quando lo saranno, dovranno essere considerati già vecchi e, quindi, da riformare di nuovo. Il complesso di tutti questi provvedimenti, di cui peraltro esiste la copertura finanziaria, è già pronto da molti mesi e non è ancora stato portato ad attuazione per lo stallo burocratico che si è venuto a creare tra Governo centrale e Conferenza Stato-Regioni. A tutto svantaggio dei poveri cittadini. Quelli che se lo possono permettere, sono costretti a spostarsi dalle regioni più povere a quelle meglio dotate per erogare questi servizi, gli altri più poveri ne rimangono privi". Così Francesco Cognetti, coordinatore Fossc, in una nota chiede che le 2 norme che aggiornano i Lea, a distanza di 8 anni dall'ultimo Dpcm del 12 gennaio 2017, siano subito promulgate. "Gli standard di attuazione dei Lea nel 2023, pubblicati recentemente dal ministero della Salute, ripartiti nelle 3 aree prese in considerazione, cioè prevenzione, distrettuale e ospedaliera - spiega Cognetti - mettono in evidenza una situazione di particolare gravità, con un divario tra Nord e Sud che rimane molto netto, ma anche con peggioramenti significativi, rispetto ai dati 2022, di alcune Regioni (Lazio, Sicilia, Lombardia e Basilicata). Inoltre - precisa - non possono essere considerate adempienti, nei confronti dei Lea, 13 Regioni solo per aver superato la soglia del 60% in ognuna delle 3 aree di assistenza considerate. Stiamo parlando di livelli essenziali di assistenza - sottolinea il professore - e, quindi, di strumenti che necessariamente devono essere garantiti a tutti i cittadini. Inoltre, questi dati si riferiscono a quelli che, ben 8 anni fa, erano stati giudicati elementi assistenziali essenziali. Negli ultimi 8 anni, gli avanzamenti nel settore della sanità sono stati tanti e tali da considerare gli elementi finora presi in considerazione ormai in parte anche superati". Nel dettaglio, prosegue Cognetti, "le 2 norme che aggiornano i Lea includono numerose modifiche - ad esempio l'ampliamento di screening preventivi, nuove prestazioni sanitarie, aggiornamenti in tema di esenzioni e introduzione di nuove tecnologie e ausili terapeutici - nonché lo screening e la sorveglianza attiva per tumori della mammella e dell'ovaio in persone con mutazioni genetiche Brca1 e Brca2. Il tutto per un target stimato di circa 10mila donne l'anno e l'esecuzione di 45 pannelli standard o avanzati di test molecolari per la ricerca di mutazioni in 22 tumori solidi ed ematologici ai fini dell'uso di 62 farmaci a bersaglio molecolare, per i quali da diversi anni sono già disponibili farmaci specifici che, in studi clinici, hanno dimostrato un importante impatto sulla sopravvivenza e che sono stati già approvati e rimborsati dall'Agenzia italiana del farmaco" Aifa. In questa analisi, sottolinea il coordinatore Fossc, "sono inclusi anche i test genomici da utilizzare nel carcinoma mammario ormonoresponsivo in stato precoce per la scelta del miglior trattamento adiuvante, cioè successivo alla chirurgia, al fine di ridurre potenzialmente il tasso di recidiva in circa 10mila donne, coperti temporaneamente ogni anno da un fondo speciale". Dalla comunicazione di questi dati, conclude Cognetti, "emerge un quadro desolante sui livelli di assistenza che i cittadini italiani attualmente ricevono. E, se consideriamo anche gli enormi ritardi attualmente in atto sull'autorizzazione e rimborso centrale e da parte delle Regioni per l'introduzione dei nuovi farmaci, decisivi al miglioramento delle condizioni cliniche da cui sono affetti milioni di cittadini italiani con dati anche peggiori rispetto alla precedente Aifa, il complesso di queste analisi rende conto della necessità dell'avvio di una riforma radicale del nostro sistema sanitario pubblico".
(Adnkronos) - Un podcast che trasforma l'arte di organizzarsi in un'avventura cinematografica. E' 'Organizzazione da Oscar' condotto da Sarah Benedetti professional organizer. "Organizzazione da Oscar - racconta all'Adnkronos/Labitalia - nasce dall’unione di due mondi che da sempre fanno parte della mia vita: l’organizzazione personale e il cinema. Da professional organizer aiuto le persone a semplificare e ritrovare equilibrio, e ho sempre pensato che il cinema fosse un linguaggio universale capace di parlare al cuore e alla mente. Un giorno mi sono detta: perché non raccontare i principi dell’organizzazione attraverso le storie e i personaggi che tutti conosciamo? Così è nato il podcast: breve, diretto e con un tocco di magia cinematografica". "Ci sono centinaia di podcast in circolazione - spiega - ma questo è l'unico che parla di organizzazione legata al cinema. Ho pensato a questa accoppiata perché il cinema è un grande specchio della vita. Nei film troviamo conflitti, soluzioni, strategie, errori e successi: in una parola, organizzazione. Portare esempi cinematografici aiuta a rendere concreti e immediati concetti che altrimenti sembrerebbero teorici o lontani. E poi, ammettiamolo: chi non ama un buon film? Volevo che l’organizzazione non fosse percepita come rigida o noiosa, ma come qualcosa di creativo, accessibile e persino divertente". Nelle varie stagioni Sarah Benedetti è sempre riuscita ad essere coerente alla promessa 'mai più di 5 minuti': "Viviamo tutti giornate piene, spesso caotiche, e non volevo che il podcast diventasse un altro impegno lungo da incastrare. Cinque minuti sono sufficienti per lanciare uno spunto utile, ispirare una riflessione o suggerire una strategia concreta. È come un caffè con un amico: breve, ma capace di darti la carica giusta per la giornata". "Dietro Organizzazione da Oscar - fa notare - ci sono sicuramente le tue passioni per cinema e organizzazione. C’è tanta ricerca e tanta voglia di rendere semplice ciò che sembra complicato. C’è l’ascolto delle persone con cui lavoro ogni giorno, che mi portano le loro difficoltà e mi ispirano nuove puntate. C’è anche la mia curiosità: mi piace trovare collegamenti insoliti, leggere tra le righe delle storie e scoprire come possono aiutarci nella vita quotidiana. In fondo, dietro ogni episodio c’è il desiderio di dare un piccolo strumento concreto a chi ascolta". "L'obiettivo - continua - era dimostrare che l’organizzazione non è una gabbia, ma un mezzo per vivere meglio, e dai feedback ricevuti posso dire di aver trasmesso questo messaggio. Il bilancio è molto positivo: ho scoperto che le persone non solo ascoltano il podcast, ma si riconoscono nei personaggi e nelle storie, e iniziano a riflettere su come applicare quei principi nella loro vita. Per il futuro voglio continuare a sperimentare, raccontare nuovi film e nuove prospettive, e magari aprire sempre di più al dialogo con la community degli ascoltatori".
(Adnkronos) - “Iren è una società all'avanguardia in termini di innovazione e sostenibilità, molto radicata sul territorio. Il ritorno in Italia con il suo programma Emtn di 5 miliardi ci inorgoglisce. Si inserisce all'interno della nostra iniziativa di rimpatrio degli emittenti obbligazionari su borsa italiana”. A dirlo Maurizio Pastore, responsabile della quotazione debito e fondi per il gruppo Euronext, in occasione della ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren. È stata l’occasione per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. “Il mercato obbligazionario è in crescita - prosegue Pastore - c'è molta domanda da parte degli investitori e un'offerta importante anche di emittenti. Su questa base abbiamo insistito per rimettere Borsa Italiana e il mercato del capital market italiano al centro dell'attenzione”. I risultati non si sono fatti attendere: “Da novembre 2024 ad oggi, sono tornati 15 emittenti con programmi da circa 120 miliardi di cui già 9 emessi. Pertanto è importante rivitalizzare questo settore dove eravamo già forti” conclude.