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(Adnkronos) - Beppe Grillo non si arrende. E fa valere le sue prerogative da garante, che ancora ci sono, chiedendo la ripetizione del voto dell'Assemblea costituente, almeno per quanto riguarda i poteri nelle sue mani. La richiesta, inoltrata oggi, porterà la base del Movimento a una nuova consultazione, che avverrà presumibilmente entro una manciata di giorni, come scrive Giuseppe Conte in un lungo post sui social. "E' l'ultimo tentativo di agire in difesa di un proprio conflitto d'interessi", è il commento dei vertici del Movimento 5 stelle, che rincarano la dose dicendo che "quest'ennesimo sabotaggio tradisce la storia di Grillo e sconfessa la tradizione democratica del M5S". Il sunto di quello che il presidente dei pentastellati scrive su X. "Ieri si è concluso il processo costituente con il più intenso e coinvolgente bagno di democrazia partecipata e deliberativa che sia mai stato realizzato da una forza politica - inizia -. Ma Beppe Grillo ha appena avviato un estremo tentativo di sabotaggio: ha chiesto di rivotare, invocando una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto. Insomma, è passato dalla democrazia diretta al 'qui comando io' e se anche la maggioranza vota contro di me non conta niente". E ancora: "Potremmo contestare questa vecchia clausola, retaggio del passato e vincere con le nostre buone ragioni un contenzioso legale. Ma dobbiamo occuparci del Paese reale. Il ruolo dell'azzeccagarbugli lo lascio quindi a Grillo". "Noi preferiamo ancora e sempre la democrazia, la partecipazione, la vostra libertà di scelta. Per questo, dateci qualche giorno, e torneremo a votare sulla rete i quesiti sullo Statuto impugnati da Grillo. Avanti, ancora, insieme", conclude Conte. A dipanare la matassa, però, ci penserà la base. Ma chi vincerà quest'ennesima battaglia? Il risultato della nuova consultazione è tutt'altro che scontato: stando ai calcoli di Danilo Toninelli, il primo a ventilare l'ipotesi che il comico genovese potesse impugnare le decisioni della base, infatti, l'eliminazione della figura del garante, salutata con (troppo) favore dalla platea del Palazzo dei Congressi ieri, potrebbe tradursi in un nulla di fatto. Su un totale di 88.933 iscritti, 'solo' 34.438 hanno dato il via libera alla cancellazione dell'Elevato, troppo pochi per raggiungere la maggioranza assoluta degli iscritti che rende valida la votazione. A questi, poi, si devono aggiungere i 15.840 che, invece, si sono detti contrari e altri 4.174 che si sono astenuti. Se la campagna di astensione, che senza ombra di dubbio Grillo rimetterà in piedi, dovesse andare a buon fine, la seconda consultazione rimarrebbe sfornita di quorum, lasciando le cose come stanno e lasciando dunque il ruolo di garante al confondatore del Movimento. L'Assemblea ieri ha votato una serie di riforme che portano a compimento la parabola del Movimento, cambiandone la sua struttura anche a livello formale approvando la linea del leader Giuseppe Conte rispetto a quella del fondatore Beppe Grillo. In particolare, l’Assemblea ha deciso di eliminare il ruolo del garante (la carica ricoperta da Grillo dal 2017) e il limite massimo di due mandati per gli eletti 5 Stelle. Inoltre, ha detto sì alle alleanze (anche se sempre sulla base di ‘un accordo programmatico preciso’), all'adesione al campo progressista, al tesseramento e a eventuali modifiche di nome e simbolo decise dal consiglio nazionale. Grillo, che ha contribuito a creare il partito nel 2009 insieme all’imprenditore digitale Gianroberto Casaleggio, aveva mantenuto un ruolo formale come garante dei valori fondanti dell’M5S e un contratto annuale del valore di 300 mila euro come consulente per la comunicazione. Ieri però, dopo due giorni di assemblea costituente incentrata sulla riforma dello statuto, gli iscritti 5 Stelle hanno votato con il 63% di sì e il 29% di no a favore dell'abolizione del ruolo di garante. Conte, premier dal 2018 al 2021, prima con il governo gialloverde e successivamente con il Governo giallorosso, dal 2021 ricopre anche il ruolo di presidente del Movimento, ruolo che in più occasioni l’ha portato ad avere scontri con Grillo per la gestione del partito. Il comico genovese recentemente lo ha accusato di mancanza di visione politica e ha criticato i suoi tentativi di trasformare i 5 Stelle in un partito tradizionale incentrato sulla sua leadership. Grillo ieri non ha partecipato all’Assemblea costituente. Lo scontro tra i due leader è stato anche uno scontro sulla direzione del Movimento, passato dal 32% dei voti alle elezioni del 2018 al 15% di quelle del 2022 (oggi i sondaggi lo danno intorno all’11%). Resta da capire se Grillo è intenzionato a portare avanti la battaglia politica con Conte sul piano legale. Lorenzo Borrè, storico avvocato dei 'dissidenti' pentastellati, spiega all'Adnkronos che le armi in mano all'ormai ex garante, almeno dal punto di vista giuridico, sono molte di più rispetto a quelle di Conte che, dalla sua, può sicuramente contare sulla base, come ampiamente dimostrato nella due giorni di 'Nova'. Ma quali sono effettivamente questi strumenti? Per mettere al tappeto il presidente, il garante può, in prima istanza, riattivare la procedura di impugnazione del vecchio Statuto, quello del 2022, che lui stesso aveva definito 'seicentesco', perché ci sarebbero, dice il legale, "dei vizi di approvazione" tali da invalidare lo Statuto in cui era prevista la figura del presidente, come avvenne già nel febbraio 2022 quando il Tribunale di Napoli deliberò la sussistenza di gravi motivi per sospendere l'efficacia dell'approvazione dello Statuto e dell'elezione di Conte. L'impugnazione della seconda votazione non fu accolta, ma per il legale i vizi che inficerebbero anche la seconda approvazione dello Statuto rimangono sul tappeto. Con questa mossa, "sostanzialmente si eliminerebbe la figura di Conte", spiega ancora Borrè e sarebbe "l'ordalia finale, perché ne rimarrebbe soltanto uno". Non è l'unica possibilità di Grillo per rimanere al timone del Movimento 5 stelle. Quella di ieri, precisa l'avvocato, "è stata solo una consultazione". Le indicazioni uscite dalle 'urne', secondo il legale, per diventare effettive devono essere tradotte in uno nuovo Statuto, che poi deve essere rimesso ai voti dell'Assemblea. Anche in questo caso, trattandosi di modifiche allo Statuto, serve che si raggiunga un quorum: il 50% più uno degli iscritti al M5S deve prendere parte alla votazione. Se non si dovesse arrivare a dama al primo tentativo, e le modifiche fossero approvate in seconda battuta senza il quorum qualificato, il comico genovese potrebbe chiedere di rinnovarla, mettendo la base di fronte allo stesso bivio: la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto deve prendere parte alla votazione affinché la cancellazione di Grillo diventi reale. E se le truppe grilline disertassero la votazione il raggiungimento del quorum salvifico questa volta potrebbe essere più problematico. Secondo Enrico Maria Nadasi, amico e commercialista di Grillo, nonché cofondatore insieme al comico dell'Associazione Movimento 5 Stelle 2013 "è opportuno che Conte adesso si faccia il suo simbolo, 'Oz con i 22 mandati', e lasci perdere quel simbolo lì. Il Movimento che abbiamo fondato non può essere stravolto. Se continua col simbolo del Movimento, si valuterà il da farsi", prosegue Nadasi all'Adnkronos . "Beppe - spiega ancora il commercialista - ha espresso la volontà di rivolere il simbolo indietro e di estinguerlo. Questo è quello che vuole Beppe e io sono d'accordo con lui". Insomma, per voi Conte non può più utilizzare il logo del M5S... "Quel simbolo rappresentava tanto per noi: un Movimento che doveva realizzare una forma di politica nuova e una gestione nuova della cosa pubblica. Quel simbolo ora non rappresenta più quella cosa lì: noi lo rivogliamo indietro per estinguerlo. Lo metteremo in un museo: faremo un museo dei simboli politici e ci sarà anche quello del Movimento...". Nadasi ha avuto modo di scambiare con Grillo alcune impressioni sul processo costituente M5S, culminato con l'evento 'Nova' andato in scena all'Eur il 23 e 24 novembre: "Abbiamo preso atto di ciò che è successo, osservando i fatti. Che delusione. Beppe? Era stupito: delle tante persone che hanno fatto parte della storia del Movimento, nessuna di esse ha preso le sue difese. Non si sono schierate, hanno aspettato. Tutti appiattiti sull'attesa che Conte potesse archiviare la regola dei due mandati. Concordo con Grillo: c'è stato un passaggio da francescani a gesuiti. Un'assemblea farsa - racconta ancora l'amico di Grillo - dove si sono votati quello che volevano. Non è più il Movimento ma un partito. Che fare ora? Faremo tutte le valutazioni del caso, a 360 gradi...".
(Adnkronos) - Elevare la consapevolezza sulla sicurezza come valore imprescindibile e come elemento centrale nella formazione e pratica ingegneristica, coerentemente con l’obiettivo di tutela dell’interesse pubblico e della qualità delle prestazioni professionali. Questo l’obiettivo che si pone la 12sima Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza, un evento ormai classico del Consiglio nazionale degli ingegneri che si terrà domani e sabato a Torino e che si avvale della collaborazione dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino. L’importanza della sicurezza e della prevenzione come pilastri della società civile e del progresso sono stati confermati da un importante riconoscimento. L’evento, infatti, ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, a testimonianza dell’alto valore istituzionale, culturale e sociale dell’iniziativa. La Medaglia rappresenta una delle forme più significative con cui il Capo dello Stato esprime il suo personale apprezzamento verso eventi di rilevante interesse istituzionale, culturale, sociale per il Paese. L’iniziativa del Cni si svilupperà attraverso due giorni di dibattiti e confronti che si svolgeranno domani presso la Fiera Restructura all’interno del Lingotto Oval e sabato presso il Politecnico di Torino. I lavori della prima giornata saranno moderati da Guido Razzano (Cni), mentre quelli di sabato da Gianluca Semprini (Giornalista Rai). Diversi i contributi istituzionali, tra i quali quelli del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, del ministro della Pa Paolo Zangrillo, del Sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del Vice Ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo. “La grande e costante attenzione che il Consiglio nazionale riserva al tema della sicurezza - afferma Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni - è testimoniata dal fatto che la Giornata Nazionale dell’Ingegneria della sicurezza è diventata ormai un appuntamento fisso per la nostra categoria. A questo proposito, siamo particolarmente orgogliosi del fatto che questo nostro impegno sia stato riconosciuto anche dal Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha voluto conferire all’evento la Medaglia del Presidente della Repubblica. Al di là dei singoli temi che saranno trattati, mi preme sottolineare che queste iniziative rispondono alla necessità che tutte le componenti interessate lavorino nella direzione della diffusione di una più profonda cultura della sicurezza. In questo senso, continuiamo a pensare che spetti a noi ingegneri proporre nuove idee e soluzioni che siano di supporto alle istituzioni e alla collettività”. “Innanzitutto - dichiara Tiziana Petrillo, consigliera del Cni delegata ai temi della sicurezza e della prevenzione incendi, oltre che responsabile della Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza - voglio sottolineare l’importanza del riconoscimento che il Presidente Mattarella ha voluto dare alla nostra iniziativa: ci riempie di orgoglio e rappresenta un’importante conferma del nostro lavoro. La sicurezza è un valore fondamentale, e ricevere la Medaglia del Presidente della Repubblica è un incoraggiamento a impegnarci con ancora maggiore dedizione. La Giornata nazionale, che quest’anno ha come tema 'Tecnologia e innovazione: scenari futuri dell’ingegneria della sicurezza', rappresenta un’importante occasione per riflettere sul ruolo cruciale che l’innovazione tecnologica e metodologica gioca nel migliorare la percezione del rischio e la consapevolezza della sicurezza. E’ necessario continuare ad esplorare come le nuove tecnologie possano rivoluzionare il modo in cui affrontiamo la sicurezza. Vedremo esempi concreti di applicazioni innovative che stanno trasformando il nostro settore”. “Questa giornata - prosegue Tiziana Petrillo - è dedicata alla sensibilizzazione e alla formazione sulle pratiche di sicurezza e prevenzione dei rischi, con un’attenzione particolare all’importanza di un confronto continuo e di una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. Nessuno può essere escluso, e il dialogo deve essere sistematico e strutturato. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, attraverso questo evento, si impegna a favorire uno spazio di confronto utile a individuare soluzioni condivise e a promuovere approcci che rendano la sicurezza un elemento concreto e integrato nei processi operativi, rispondendo alle sfide della società e alle esigenze dei diversi interlocutori”. "E' con grande orgoglio - afferma Giuseppe Ferro, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino - che, per la prima volta, ospitiamo la Giornata Nazionale dell’Ingegneria della Sicurezza nella nostra città, recentemente premiata come 'Capitale europea dell’innovazione’ 2024/2025. Nelle motivazioni di assegnazione del riconoscimento si legge che Torino si è reinventata negli ultimi decenni in un vivace laboratorio per l’innovazione tecnologica, sociale e ambientale, fornendo soluzioni all’avanguardia a vantaggio dei cittadini. Credo sinceramente che, quest’anno più che mai, un evento così intriso di innovation e orientato al futuro come la Giornata non potesse trovare casa migliore”.
(Adnkronos) - “Si parla molto delle aziende di Stato un po’ meno delle multiutility ma le multiutility sono quelle che investono in Italia, nei comuni e nei territori, non in Africa o in Sudamerica, e sono quelle che impiegano 300 mila persone. Quindi, che c’è spazio per tutte, per le grandi, per le piccole, ma le multiutility sono una delle cinghie di trasmissione dell’economia reale”. Così il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro, intervenendo ad un incontro nell’ambito dell’assemblea annuale di Anci in corso a Torino. “Credo che il sistema delle multiutility in Italia possa essere utile per lo sviluppo dell’energia e dei servizi sostenibili nei Comuni. Le utility italiane hanno circa 300 miliardi di euro in fatturato annuo, coprono il 15% del Pil”, ha aggiunto Dal Fabbro dicendosi convinto che “il futuro sia sempre più della partnership pubblico-privato". "Penso - ha spiegato - una delle soluzioni che possiamo sviluppare insieme con i comuni e con le istituzioni siano i partenariati pubblici -privati in tutte le attività che insistono nei servizi pubblici, acqua, energia, ambiente”. "Per fare questo bisogna fare anche un po’ di formazione alle multiutility, alle aziende che lavorano in questo settore, ai comuni e alle istituzioni perché oggi la legge ci permette di fare operazioni virtuose a beneficio del cittadino e delle aziende unendo le competenze pubblico privato e questo lo si fa liberando finanza, oggi l’economia ia supporta questo tipo di progetti, quindi il problema non è trovare il denaro ma quelle strutture più trasparenti e virtuose possibili che dimostrano di dare un beneficio ai cittadini”, ha concluso.