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(Adnkronos) - Una fonte della sicurezza israeliana stima che tra 70.000 e 80.000 persone siano state sfollate da Gaza City, la maggior parte delle quali nelle ultime 72 ore. Lo riporta Haaretz. Prima dell'occupazione pianificata, circa 1,2 milioni di residenti e sfollati si trovavano in città. "Hamas sta adottando diverse misure per impedire lo spostamento della popolazione verso sud da Gaza City", ha affermato la fonte, aggiungendo che l'area umanitaria nel sud di Gaza sarà ampliata per ospitare circa due milioni di persone. "Le infrastrutture umanitarie nel sud sono predisposte e dimensionate per la popolazione in conformità con il diritto internazionale", ha affermato la fonte, sottolineando che i miglioramenti continueranno parallelamente all'evacuazione da Gaza City. Intanto le forze dell’Idf e lo Shin Bet, i servizi di sicurezza interni israeliani, hanno annunciato di aver sventato un piano di Hamas che prevedeva un attentato contro il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. Secondo una dichiarazione congiunta, la cellula terroristica, operante nell’area di Hebron, stava pianificando di utilizzare droni carichi di esplosivo per compiere l’attacco. Lo riporta Ynet. Le indagini hanno rivelato che il gruppo agiva sotto la direzione della leadership di Hamas in Turchia. Durante l’operazione, le forze israeliane hanno sequestrato diversi droni che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati equipaggiati con ordigni esplosivi per colpire Ben Gvir. I membri della cellula sono stati arrestati e il materiale destinato all’attacco è stato confiscato. Almeno 21.000 bambini nella Striscia di Gaza presentano disabilità conseguenti alle ferite subite dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, scoppiata il 7 ottobre 2023. Lo ha denunciato il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Secondo il rapporto, negli ultimi quasi due anni di conflitto circa 40.500 bambini hanno riportato "nuove ferite legate alla guerra", e più della metà di loro ha subito conseguenze permanenti che hanno comportato una disabilità. Il Comitato delle Nazioni Unite ha espresso "profonda preoccupazione per la drammatica escalation umanitaria" e ha invitato la comunità internazionale ad adottare misure urgenti per proteggere i minori e garantire assistenza medica alle vittime. Cassonetti e pneumatici sono stati incendiati a Gerusalemme questa mattina per protestare contro il primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo mancato accordo per riportare in Israele gli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito la polizia israeliana condannando gli ''atti vandalici'' e segnalando che non ci sono stati feriti. Attivisti si sono radunati anche sotto la casa del ministro per gli Affari Strategici Ron Dermer, incaricato di garantire il rilascio degli ostaggi. Un gruppo dii attiviste della Coalizione delle Madri e delle Donne si sono barricate sul tetto della Biblioteca Nazionale, vicino alla Knesset a Gerusalemme, chiedendo un accordo per il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra. "La polizia israeliana consentirà a chiunque di esercitare il proprio diritto alla libertà di espressione nell'ambito di una protesta legittima'', si legge in una nota. ''Allo stesso tempo, la polizia non permetterà che vengano arrecati danni all'ordine pubblico, inclusi l'incendio di bidoni della spazzatura, atti vandalici, blocchi stradali o qualsiasi altra azione illegale che metta a repentaglio la sicurezza pubblica o interrompa la vita quotidiana", prosegue la nota. Dal tetto della Biblioteca nazionale sono stati srotolati due striscioni giganti con lo slogan "Negligenza e uccisioni" accanto a una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Gli attivisti sono rimasti sul tetto, mentre decine di altri sono radunati nel giardino sottostante. In una nota, i manifestanti hanno dichiarato: "698 giorni di fallimento. 698 giorni in cui cittadini israeliani sono stati abbandonati alla morte'', ma ''il governo israeliano e il suo leader si rifiutano di discutere l'accordo sul tavolo. Scelgono invece di continuare una guerra politica senza scopo né giustificazione operativa, abbandonando gli ostaggi nei tunnel di Hamas, abbandonando i soldati dell'Idf, uccidendoli – uccidendo noi. Basta! Risolveremo il problema''. Gli attivisti sotto casa Dermer hanno letto ad alta voce i nomi dei 48 ostaggi rimasti e hanno esposto uno striscione con la scritta: "48 ostaggi - Dermer 0". I manifestanti hanno poi affermato che "dalla nomina di Dermer, nessun ostaggio è tornato a casa. E' ora di promuovere un accordo e riportare tutti indietro, anche a costo di fermare la guerra".
(Adnkronos) - Quando il mare chiama, lo Stato deve rispondere. Con questo motto l'Anab, l'associazione nazionale degli assistenti bagnanti lancia la proposta di una gestione pubblica della categoria. "La salvaguardia delle vite umane in contesti balneari -spiega ad Adnkronos/Labitalia Guido Ballarin, presidente nazionale Anab- rappresenta un diritto fondamentale ed è parte integrante del concetto moderno di bene pubblico. Oggi, la sicurezza in spiaggia è affidata quasi integralmente agli stabilimenti balneari privati, con conseguenze operative, economiche e sociali significative. Proporre una gestione dello Stato per gli assistenti bagnanti significa non solo tutelare meglio i cittadini, ma generare anche entrate statali dirette e indirette, rafforzando professionalità e coesione territoriale", sottolinea. Professionalità che, sottolinea Ballarin, in Italia al momento spesso e volentieri mancano, "nella misura di un 20% della forza lavoro necessaria per la stagione estiva.Questo deficit si traduce in difficoltà operative per gli stabilimenti, in particolare nei periodi di punta". "E gli stipendi, quando sono accettabili, si aggirano tra 1.300 e 1.800 euro mensili, ma con contratti poco rappresentativi e scarsa tutela. Noi segnaliamo da tempo che 'salari bassi e stagione troppo corta' rendono la professione poco attrattiva, aggravando la carenza di personale", aggiunge. Secondo Ballarin "la durata della stagione varia significativamente: dal maggio a settembre al Nord, e periodi ancora più corti al Sud. Questo rende incerto il lavoro e svilisce la professione". E l'assenza di assistenti bagnanti va di pari passo con spiagge meno sicure. "Sebbene le ordinanze impongano la presenza di un bagnino ogni 80–150 metri, nelle spiagge libere il servizio è spesso assente, soprattutto per motivi economici. Nel 2024 sono stati registrati 221 decessi per annegamento, con oltre il 50% dei casi verificatisi nelle spiagge. Questo evidenzia il ruolo cruciale degli assistenti bagnanti nel prevenire tragedie e l’urgenza di un servizio sistematico e continuativo", continua ancora. E qui arriva la proposta dell'Anab: "si propone la creazione di un corpo statale di assistenti bagnanti, analogamente ai vigili del fuoco o alla forestale, con contratti nazionali stabilizzati, formazione coerente e organico centrale. Il passaggio sotto gestione statale dovrebbe migliorare le condizioni economiche e normative, garantendo formazione continua, stabilità contrattuale e riconoscimento professionale. E il servizio non sarebbe gratuito: i concessionari balneari pagherebbero un canone proporzionato a metratura, presenze, redditività allo Stato, generando un fondo nazionale stabile per sostenere il servizio", aggiunge ancora. Per Anab i benefici derivanti da questa scelta non sarebbero pochi. "Uno Stato unico coordinatore assicurerebbe la presenza del servizio anche sulle spiagge meno profittevoli o libere, garantendo migliori standard di sicurezza. E stipendi garantiti, formazione certificata e qualità contrattuale renderebbero il lavoro più sostenibile e attraente per i giovani", aggiunge. Inoltre, per Ballarin, "l'insieme dei canoni, armonizzati a livello nazionale, costituirebbe una fonte di entrata stabile, in controtendenza rispetto alla situazione attuale di canoni relativamente contenuti rispetto ai ricavi. Con un servizio centralizzato e regolato, le responsabilità legali sarebbero chiaramente definite, diminuendo l’esposizione dei concessionari e dello Stato stesso. Una gestione statale, sinergica con le campagne come 'Spiagge Sicure', promuoverebbe una cultura della balneazione consapevole e sicura". In conclusione per Ballarin: "La proposta di un servizio di assistenza balneare gestito dallo Stato non è solo un passo verso maggiore sicurezza, ma una vera e propria strategia di equo sviluppo socioeconomico. Equiparare la figura dell'assistente bagnanti a quella dei corpi civili nazionali significa restituire dignità a una professione troppo spesso marginale". "Parallelamente, lo Stato può trasformare un bisogno sociale in un modello di investimento pubblico-professionale, con ritorni in sicurezza, occupazione e turismo", conclude.
(Adnkronos) - "Acea come operatore infrastrutturale ha l’obbligo di coniugare il passato e la tradizione con l’innovazione e il futuro". Ad affermarlo è Marco Pastorello, Chief Transformation Officer del Gruppo, illustrando al Meeting di Rimini i progetti di digitalizzazione e trasformazione. La società sta sperimentando sia la robotica sia l’intelligenza artificiale. "Con i cani robot e i droni effettuiamo ispezioni preventive, aumentando la sicurezza dei nostri dipendenti. Proprio a luglio abbiamo siglato un importante accordo con l’Istituto Italiano di Tecnologia", ha ricordato Pastorello. L’innovazione per Acea non è solo tecnologia ma anche attenzione alle persone: "In quest’ultimo anno abbiamo incontrato 5.000 dipendenti in tutta Italia, portando la voce dell’azienda anche in Europa, dal World Economic Forum in poi. Non si può parlare di innovazione senza mettere la persona al centro". Tra i benefici concreti della digitalizzazione, Pastorello ha citato "efficienza, perché consente di rilevare e risolvere più rapidamente i guasti, e sicurezza, perché permette di evitare che le nostre squadre si trovino in situazioni di pericolo, grazie all’impiego dei droni nelle ispezioni".