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(Adnkronos) - "Sono giornate che profumano di appartenenza, vedervi così orgogliosi con le nostre bandiere mi ripaga di tutto il lavoro fatto per il bene di questa nazione". Lo dice Giorgia Meloni, da placo di Atreju, rivolgendosi "alla comunità di Atreju". "Noi siamo stati gli artefici del nostro destino". dice, sottolineando che "questo è il luogo in cui le idee, tutte le idee, hanno diritto di cittadinanza. Questo è il luogo in cui dove Nietzsche e Marx si davano la mano direbbe Antonello Venditti cioè dove le identità si sfidano rispettandosi". "Voglio dire ancora una volta che sono orgogliosa dei miei alleati, di quello che stiamo facendo insieme. Ancora di più. Sono convinta che continueremo a farlo con la stessa unità, con la stessa determinazione, con la stessa forza per molto tempo ancora. Noi siamo tutti consapevoli che quella che c'è stata data è un'occasione storica di fare dell'Italia la nazione che abbiamo sempre sognato". "Noi vogliamo che i nostri figli vivano in una nazione credibile - aggiunge la presidente del Consiglio -. Credibile, certo, per gli investitori, per le istituzioni internazionali, per i mercati finanziari, ma ancora più importante, molto più importante, credibile per i mercati rionali, cioè per gli italiani. Che oggi come mai in passato, scelgono di investire i loro risparmi in titoli di Stato italiani perché finalmente si fidano. E guardate, la credibilità è importante non solo perché produce orgoglio. La credibilità è importante perché produce ricchezza". Quindi un attacco al centrosinistra che, dice, "si porta sfiga da solo". "Ogni volta che a sinistra parlano male di qualcosa va benissimo. Cioè: parlano male di Atreju ed è l'edizione migliore di sempre; parlano male del governo, il governo sale nei sondaggi; hanno tentato di boicottare una casa editrice, è diventata famosissima. Insomma, si portano da soli una sfiga che manco quando capita la carta della pagoda al Mercante in fiera, visto che siamo in clima natalizio, allora grazie a tutti quelli che hanno fatto le macumbe". Ringraziando i tanti leader dell'opposizione che hanno partecipato anche quest'anno alla kermesse - tra cui Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Matteo Renzi, Carlo Calenda, Riccardo Magi, Luigi Marattin - Meloni lancia quindi una stoccata a Elly Schlein, "che con il suo nannimorettiano ‘mi si nota di più se vengo e me ne sto disparte o se non vengo per niente’ ha comunque fatto parlare di noi. La cosa divertente è che il campo largo lo abbiamo riunito noi ad Atreju e l’unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli…". "Questo è il luogo in cui il valore delle persone si misura solo sui contenuti e chi scappa dimostra di non avere quei contenuti", ha aggiunto Meloni." Pungente anche la battuta quando Meloni parla della "notizia bellissima che abbiamo ricevuto mercoledì, quando l'Unesco ha designato un nuovo patrimonio immateriale dell'umanità, che è la cucina italiana, la prima e unica cucina al mondo ad avere questo riconoscimento. Un premio alla storia, all'anima più profonda dei nostri territori, dei nostri agricoltori, delle nostre filiere, degli chef, fino ai ristoratori, al personale di sala. Un patrimonio economico, culturale e sociale che tutto il mondo ci riconosce". "Però a sinistra - dice - non gli è andato bene manco questo. Loro non sono riusciti a gioire per un riconoscimento che non è del governo, è un riconoscimento, voglio dire, alle nostre mamme, alle nostre nonne, alle nostre filiere, alla nostra tradizione, alla nostra identità. A noi è andata bene, loro hanno rosicato. Hanno rosicato così tanto che è una settimana che mangiano tutti dal kebabbaro". Per la premier "il problema della sinistra è che giudica noi partendo da quello che vivono e sono loro, cioè loro sperano nell'implosione della maggioranza, perché a loro, banalmente, è sempre andata così. Però dalle nostre parti è diverso. Dalle nostre parti si discute per ragionare insieme e per trovare una sintesi che abbiamo sempre trovato. Perché c'è una differenza di fondo che fingono di non vedere. Noi siamo alleati e siamo amici. Noi ci capiamo l'un l'altro. A loro ho proposto un confronto due contro uno, qui ad Atreiu, e mi hanno detto di no ma non perché loro non volessero confrontarsi con me perché loro non si volevano confrontare fra di loro. E questi vogliono governare la nazione insieme come la governano? Con le lettere degli avvocati!". "Bisogna affrontare con forza il fenomeno dei cosiddetti maranza , perché chi coltiva odio e violenza nelle nostre strade non deve più poter contare sull'impunità. L'Italia non è più la Repubblica delle banane che piaceva tanto alla sinistra". "Le agenzie di rating che rivedono al rialzo il giudizio per l'Italia, portandola dove merita, cioè in serie A, significa attrattività per i nostri titoli di Stato. Gli 80 miliardi di investimenti che abbiamo portato in Italia in tre anni grazie agli accordi con altre nazioni, con le grandi aziende, significano posti di lavoro. Lo spread, che oggi è a un terzo rispetto a quando ci siamo insediati, i tassi dei nostri titoli di Stato che scendono vogliono dire miliardi di euro di interessi risparmiati, soldi che noi possiamo investire sui bisogni degli italiani. Perché la verità è che le figuracce che l'Italia ha fatto negli anni sono costate soldi, i governi che cambiavano in continuazione, secondo stime del Sole 24 Ore. Ci sono costati in 10 anni 265 miliardi di euro. È l'equivalente di un'intera legge di bilancio ogni anno. Ecco quanto gli italiani hanno pagato di tasca loro per i giochi di palazzo della sinistra. Ma vogliamo anche che i nostri figli crescano in una nazione coraggiosa. E c'è voluto coraggio per chiudere una volta per tutte la stagione degli sprechi, delle plurimiliardarie mance elettorali con cui qualcuno pensava di comprare il consenso scaricando i costi sulle generazioni a venire, abbiamo detto basta. Così abbiamo sostituito il reddito di cittadinanza con il diritto al lavoro, il bonus monopattino con i soldi per le strade e le ferrovie, il cashback di Stato con il taglio dell'irpef, i banchi a rotelle", dice Meloni. Meloni annuncia quindi che "al posto del loro superbonus per ristrutturare gratuitamente le ville e i castelli con i soldi della povera gente noi faremo un piano casa per dare alle giovani coppie un alloggio a prezzi calmierati perché quella che vogliamo costruire è anche una nazione giusta che investe prioritariamente le risorse dove servono e non regala soldi a chi già ce li ha". La premier rivendica poi "con orgoglio la norma sul consenso informato per l'educazione sessuale nelle scuole, perché educare i figli su materie così delicate è compito dei genitori, lo Stato non può sostituirsi alla famiglia. Può sostenerla, può accompagnarla, ma niente di più. Perché i figli non sono dello Stato, non sono di una ideologia, i figli sono delle mamme e dei papà. E uno Stato che pretenda di sostituirsi a quelle mamme e a quei papà ha dimenticato i suoi limiti. Come il limite superato da chi non si è fatto remore con la decisione di mettere in comunità dei bambini che vivono con i propri genitori nella natura e poi però rimane in silenzio davanti alla vergogna di bambini che vivono nelle baraccopoli, nei campi rom, che vengono mandati a fare accattonaggio o vengono mandati a rubare. Banali principi di buon senso". "Sulla sanità pubblica abbiamo investito risorse mai viste prima. Bastano i numeri, voglio dire ancora una volta a spazzare via Ogni falsità della sinistra, 143 miliardi di euro nel 2026, 6,5 in più rispetto al 2025, quasi 17 miliardi in più rispetto al 2022, cioè l'ultimo anno in cui la sinistra era in maggioranza. Sono fondi importanti con i quali vogliamo continuare ad assumere i medici e gli infermieri, aumentare le loro buste paga, abbattere le liste d'attesa, rafforzare la prevenzione. Vogliamo cioè invertire la tendenza del disastro che abbiamo ereditato da quelli che oggi scoprono il tema, ma fino a quando governavano fingevano che non esistesse". Parlando delle elezioni regionali, Meloni riconosce che "molti sperano che il dibattito tra i partiti della maggioranza finisca per degenerare, per mandare il governo a casa, però qualcosa mi dice che non accadrà. Come non è accaduto tutto quello che la sinistra ha preconizzato in questi anni prima di dover drammaticamente fare i conti con la realtà. L'ultimo in ordine di tempo era il famoso 5 a 1 che dovevano infliggerci alle elezioni regionali. Ci speravano così tanto che si sono giocati ogni carta possibile, dal riconoscimento dello Stato di Palestina se avessero vinto nelle Marche, fino all'esenzione dal bollo auto se avessero vinto in Calabria, roba che Cetto Laqualunque, in confronto era Otto von Bismarck. Però non è andata così. È andata che a mettere fine alla guerra in Palestina è stato l'odiato Donald Trump e le regionali sono finite come erano partite, cioè 3 a 3 palla al centro. E quindi ragazzi, ritentate, sarete anche stavolta più fortunati". "Noi dal primo giorno siamo stati al fianco del popolo ucraino che combatte contro il neo imperialismo di stampo sovietico della Russia, perché nessuno qui ha nostalgia dell'Unione sovietica che ha calpestato mezza Europa per mezzo secolo. È per questo che continueremo a farlo. Per senso di giustizia, certo. Ma soprattutto per difendere il nostro interesse nazionale e la nostra sicurezza e per arrivare alla pace. Perché, signori, oggi come ieri la pace non si costruisce con le canzoni di John Lennon, non si costruisce con la deterrenza", le parole di Meloni. "Da qualche giorno ci sono valutazioni molto allarmate, perché Donald Trump ha detto in maniera diciamo più decisa dei precedenti presidenti americani che gli Stati Uniti intendono disimpegnarsi al Vecchio continente, che quindi gli europei devono organizzarsi per essere in grado di difendersi da soli. Che dire: 'Buongiorno Europa'...", dice Meloni. "Abbiamo appaltato la nostra sicurezza agli Stati Uniti d'America pensando che questo giorno non sarebbe arrivato, ma soprattutto fingendo che fosse gratis, solo che non lo era - aggiunge la presidente del Consiglio -. C'era un prezzo da pagare e si chiama condizionamento. L'ho detto 1000 volte, la libertà ha un prezzo. E noi, che al contrario di altri, non abbiamo mai amato le ingerenze straniere, da qualsiasi parte quelle ingerenze arrivino, abbiamo sempre preferito una costosa libertà a una costosissima ma apparentemente comoda servitù, per questo abbiamo parlato in tempi non sospetti della necessità di rafforzare la nostra capacità di difesa e sicurezza. Per questo abbiamo rivendicato, quando nessuno lo faceva, la necessità di creare finalmente una colonna europea della Nato di pari forza e dignità rispetto a quella americana, in grado di parlare a pieno titolo con tutte le potenze del mondo, come si conviene a una a una gloriosa civiltà come quella europea, che significa anche rafforzare il nostro legame con gli Stati Uniti, ma in un dialogo tra pari e non in condizioni di subalternità". "La cosa assurda è che la stessa sinistra che ci accusa di sudditanza verso gli americani, poi nei fatti chiede agli americani che non rinuncino a considerarci subalterni e a trattarci da subalterni, perché loro sono così, a loro il padrone gli piace. Da tempi non sospetti. Prima, quando c'era il Partito comunista italiano era Mosca, poi è diventato Parigi, Berlino e Bruxelles. Vanno bene pure gli americani, però finché governano i democratici, quando arrivano i repubblicani cambiano idea. Ecco, noi non ragioniamo così. Noi vogliamo un'Italia leale con tutti i suoi partner, ma che sia subalterna a nessuno. Libertà, sovranità, responsabilità sono i valori che noi costruiamo", dice ancora Meloni. "Avanti con il premierato che finalmente restituirà agli italiani il banale, sacrosanto diritto di scegliere da chi essere governati, mettendo fine ai giochi di palazzo che per troppi anni hanno permesso alla sinistra di restare abbarbicata alla poltrona senza aver mai vinto un'elezione. Avanti con l'autonomia differenziata che renderà l'Italia più efficiente, ma anche le classi dirigenti più responsabili. Avanti con Roma Capitale, indispensabile per dare a questa città meravigliosa gli strumenti che servono a svolgere il ruolo che le spetta e avanti appunto con la storica riforma della giustizia". Le riforme "sono misure che servono all'Italia, sono misure che non hanno nulla a che vedere con il 'mandiamo a casa Meloni', invocato da chi chiaramente non ha alcun argomento nel merito delle norme che abbiamo proposto, tant'è che prima le proponevano pure loro hanno cambiato idea. Fregatevene di Meloni tanto questo governo rimane in carica fino alla fine della legislatura". Lo dice Giorgia Meloni dal palco di Atreju. Meloni parla anche di migranti ."Ieri ci dicevano che l'unica via erano i porti aperti. Oggi le parole d'ordine della Ue sono: difesa dei confini, rafforzamento dei rimpatri, contrasto alle reti criminali, accordi con i Paesi di partenza e di transito, regolamentazione delle Ong, hotspot in territori extra Ue sul modello del protocollo Italia-Albania e oggi perfino le liste comuni di Paesi terzi sicuri per mettere al riparo le nostre procedure dalle sentenze della magistratura politicizzate. E voglio sapere, mi diverte immaginare cosa diranno adesso i giudici italiani, visto che l'Europa sta approvando quella lista nella quale figurano esattamente le nazioni di provenienza di quei migranti che sentenze ideologiche ci hanno impedito di trasferire in Albania. Sta andando esattamente come vi ho sempre detto: i centri in Albania funzioneranno! Solo che funzioneranno grazie ai giudici con un anno e mezzo di ritardo. E lo dico anche perché a chi dice che c'è si configura un danno erariale, il tema c'è ma non è al governo che va mossa la contestazione visto che potevamo partire un anno e mezzo fa". . "Un grazie sincero e profondo ai nostri alleati del centrodestra, ad Antonio, a Maurizio, ad Antonio, a Matteo. L'Italia può contare su un'alleanza che non nasce per ravanare qualche poltrona, ma per mettere al servizio della nazione una visione condivisa fondata sulla libertà, sulla responsabilità, sull'amore. Noi non siamo un incidente della storia, noi non siamo un accordo di convenienza, noi non siamo una somma di disperazioni come accade ad altri. Noi siamo una comunità di destino, costruita mattone su mattone in trent'anni di battaglie comuni". Meloni ringrazia quindi "soprattutto a chi ha organizzato" Atreju. "Siete stati straordinari particolarmente quest'anno. Grazie a Giovanni, grazie ad Arianna, a Francesco, a Caterina, a Fabio, a tutti gli straordinari ragazzi di Gioventù nazionale. Vedere la vostra passione, vedere il vostro sacrificio, vedere il vostro amore ci dà la certezza che quello che abbiamo costruito non è una parentesi, perché una comunità che riesce a trasmettere valori ai più giovani è una comunità che non muore mai. E grazie ovviamente a tutti i Fratelli d'Italia, ai ministri, ai sottosegretari, ai nostri capigruppo, alla Camera, al Senato, al Parlamento europeo, ai nostri parlamentari. Grazie ai governatori. Grazie a chi ci rappresenta nelle giunte, nei consigli regionali, ai nostri sindaci, all'esercito straordinario degli amministratori locali, ma su tutto grazie a ogni singolo militante. Senza di voi noi non saremmo qui".
(Adnkronos) - Il rischio sismico sugli edifici residenziali italiani pesa quasi 4 miliardi di euro all’anno. Lombardia, Piemonte e Sicilia le regioni con il patrimonio immobiliare più esposto. Ecco cosa emerge dal nuovo modello di mappatura del territorio italiano che mira a integrare il rischio sismico, idrogeologico e climatico e il consumo energetico del patrimonio immobiliare italiano. L’analisi del Dipartimento Casa Italia in collaborazione con Plinivs aps è stata messa a punto dal professore Giulio Zuccaro, responsabile scientifico centro ricerche Plinius e ordinario presso l’Università di Napoli, ed è stata presentata oggi in occasione della VIII Giornata nazionale della prevenzione sismica promossa da Fondazione Inarcassa e dai Consigli nazionali degli ingegneri e degli architetti ppc. Lo scopo della mappatura è quello di non sprecare l’occasione della direttiva Green e facilitare l’accoppiamento di interventi di efficientamento energetico alle misure di prevenzione sismica per rendere il patrimonio immobiliare italiano più sicuro ed efficiente. Per rispondere al bisogno di rendere l’investimento in prevenzione quanto più̀ efficiente possibile, è necessario intervenire secondo una logica di prevenzione sismica programmata. Ed è proprio in quest’ottica che durante l’evento è stato presentata la nuova mappatura del rischio sismico del nostro Paese in grado di monitorare pericolosità, l'esposizione e la vulnerabilità degli edifici, utilizzando dati provenienti da Ingv e Istat per generare mappe di rischio su celle di territorio della grandezza di 1 km quadrato. Dall'analisi emerge che la regione con il patrimonio immobiliare residenziale maggiormente esposto è la Lombardia con quasi 500 mila edifici in massima classe di rischio, seguito da quello del Piemonte con valori molto simili, al terzo posto la Sicilia con poco meno di 400 mila edifici a rischio sismico elevato. Sicilia, Calabria e Emilia Romagna le regioni che hanno un rischio maggiore. In sintesi, la mappatura che si ottiene permette di stimare in maniera sempre più puntuale il rischio costituendo una base di conoscenza finalizzata a creare una piattaforma operativa per definire con precisione obiettivi prioritari e indirizzare investimenti, anche riguardanti il Pnrr. All’evento anche un messaggio del Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti: “Il tema scelto per l'edizione di quest'anno l'integrazione tra efficientamento energetico e prevenzione sismica, mi pare particolarmente centrato e penso di poter dire che è cruciale in un Paese come l'Italia a elevata vulnerabilità. La convergenza tra sicurezza strutturale e transizione energetica non è soltanto una scelta tecnica, ma una strategia necessaria per indirizzare con efficacia le risorse nazionali ed europee, anche alla luce del prossimo recepimento della direttiva green”. “In questo percorso - ha proseguito il ministro - in questa lunga strada, che ovviamente ci separa dal raggiungimento di obiettivi ambiziosi, il Pnrr ha rappresentato un perno essenziale. Ad oggi gli interventi finalizzati all'adeguamento o al miglioramento sismico hanno mobilitato infatti oltre 2,3 miliardi di euro su tre ambiti strategici: l'edilizia scolastica, con 884 progetti per un costo superiore al 1,5 miliardi; la sicurezza dei luoghi di culto e del patrimonio culturale, con 432 interventi per circa 400 milioni di spesa cui vanno aggiunti altri 400 milioni del fondo edifici di culto e il programma verso un ospedale sicuro e sostenibile con 91 interventi per un costo di circa 408 milioni di euro. A questi si aggiungono altri 141 progetti per oltre 170 milioni di euro inseriti in misure di riqualificazione e rigenerazione urbana che contribuiscono anch'essi al miglioramento sismico”. E ha concluso Foti: “I risultati sono già concreti: sono stati completati circa 209 interventi nelle scuole, 32 nei luoghi di culto e 4 negli ospedali, per un totale di 245 opere ad oggi concluse. E' un progresso significativo che testimonia l'impegno delle amministrazioni, dei professionisti e delle imprese coinvolte nell'attività. Il governo Meloni continuerà a sostenere con convinzione politiche che uniscono prevenzione, innovazione e sostenibilità. Sono certo che dal confronto di oggi emergeranno idee e contributi preziosi per orientare le scelte dei prossimi anni a livello nazionale e a livello europeo”. La proposta vuole massimizzare il recepimento della direttiva Green anche in un'ottica di prevenzione antisismica, evitando quanto accaduto nell’ambito dell’applicazione del Superbonus. Secondo un’analisi della Fondazione Inarcassa su dati Enea presentata durante la mattinata di lavori, infatti, negli ultimi 5 anni solo il 40% degli interventi realizzati nell’ambito del Superbonus e condotti con una detrazione al 110% delle spese, ha riguardato le zone sismiche 1 e 2, quelle cioè a più altro rischio sismico, e solo la minima parte di questi interventi ha interessato la messa in sicurezza contro i terremoti. Ma secondo un’analisi di Mauro Dolce, presidente del Consorzio interuniversitario Reluis e del comitato tecnico scientifico della VIII Gnps, accoppiare gli interventi antisismici a quelli di efficientamento energetico porta ad un generale risparmio di tempo e a una maggiore efficacia. Dolce, infatti, dopo aver mostrato le perdite economiche previste a livello dal modello di rischio Reluis adottato dal dipartimento della Protezione Civile per il National risk assessment 2018 e 2023, ha mostrato uno studio svolto da Reluis nel quinquennio 2019-2024, nel quale prendendo 12 edifici reali che necessitano di entrambi gli interventi l’analisi risulta che con interventi che vanno dai 200 euro fino ai 1100 euro al metro quadro è possibile migliorare lo stato di un edificio da 1 a 7,5 classi di rischio combinato fra sismico ed energetico. Oggi in Italia sono 18 milioni gli edifici a uso immobiliare che necessitano di interventi antisismici urgenti, mentre 5 milioni di edifici privati e 500 mila edifici pubblici dovranno essere efficientati dal punto di vista energetico con una riduzione dei consumi del 55% entro il 2030. “L’accoppiamento di queste due esigenze è possibile attraverso la conoscenza il territorio” spiega Andrea Di Maio, presidente della Fondazione Inarcassa. “Quello che auspichiamo - prosegue il presidente - è fare in modo che le politiche che prevedono interventi sul patrimonio edilizio, inclusa la Direttiva Green, si traducano in un reale investimento e non in uno spreco di risorse pubbliche e private e questo è possibile dotando il decisore pubblico di uno strumento operativo che consenta di pianificare gli interventi sul costruito secondo una logica di priorità di esigenze, al fine di rispondere ad esigenze combinate, ottimizzando l'utilizzo delle risorse economiche e massimizzando i benefici dell'investimento”. L’VIII Giornata nazionale della prevenzione sismica, quindi, vuole sensibilizzare gli attori istituzionali, anche europei, sull’opportunità di declinare il recepimento della direttiva in un’ottica integrata con la riduzione del rischio sismico. L’obiettivo finale è fornire alla Politica strumenti che, partendo dall’analisi combinata delle due esigenze, consentano di definire a priori dove gli interventi sono necessari e come massimizzarne i risultati, per rendere gli investimenti quanto più efficaci e sostenibili. “Il nostro Consiglio nazionale - afferma Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni - è stato il primo a promuovere l’idea che programmare nel medio e lungo periodo interventi di prevenzione e mitigazione del rischio sismico sul costruito più vetusto sia l’unica strada percorribile I dati a nostra disposizione confermano che i costi per opere di prevenzione risultano nettamente inferiori a quelli di ricostruzione. Tuttavia, senza conoscere lo stato dell’arte non potremo mai programmare un quadro organico di prevenzione sismica e stabilire dove allocare in via prioritaria, per questa attività, le risorse pubbliche sempre più scarse. In questa ottica, il modello di mappatura del territorio presentato oggi rappresenta un importante passo in avanti”. Per Massimo Crusi, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, "prevenzione sismica ed efficientamento energetico sono strettamente connesse nella riqualificazione edilizia. Serve, però, inserirle e connetterle all’interno di politiche di rigenerazione urbana che integrino la ristrutturazione degli edifici con gestione dell’ambiente, progresso tecnologico e conservazione culturale, promuovendo una visione coesa della città. Ciò al fine di creare spazi che favoriscano la sicurezza, la felicità collettiva e il benessere della comunità, rigenerando ambiti urbani, a partire dagli spazi pubblici, cuore della vita urbana, intesi come ambienti dinamici in cui ogni individuo possa vivere e prosperare in armonia con l’ambiente circostante”. La Giornata, infine, nella sua sessione istituzionale ha visto, oltre alla partecipazione dei principali Ministri nazionali con competenza in materia di prevenzione del rischio sismico e sicurezza energetica, il coinvolgimento degli attori istituzionali della Commissione e Parlamento europei, dei referenti del Dipartimento di Protezione Civile, del dipartimento Casa Italia, dell'Autorità e agenzie indipendenti.
(Adnkronos) - “Della filiera del riciclo, quello degli pneumatici fuori uso (Pfu) è un pilastro fondamentale: è un motore di innovazione e competitività che genera benefici economici e ambientali tangibili per l’intero sistema Paese”. Così Giuseppina Carnimeo, direttore generale di Ecopneus, all’Adnkronos mentre è in corso oggi a Milano la Conferenza Nazionale sul Riciclo. La conferma arriva dai numeri. “Da gennaio a fine novembre 2025, Ecopneus, società senza scopo di lucro per il tracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero dei Pneumatici Fuori Uso, costituita dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia ha gestito oltre 180mila tonnellate di Pfu. Un risultato pienamente in linea per superare entro la fine dell’anno il target di legge del 20%, rispondendo così alla richiesta di extra raccolta formulata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. È un traguardo che conferma la capacità di Ecopneus di operare con responsabilità, efficienza e flessibilità, mettendo sempre al centro la tutela ambientale e l’interesse collettivo”, spiega Carnimeo ricordando che, in termini di benefici tangibili, “l’attività promossa da Ecopneus permette di evitare, ogni anno, circa 95mila tonnellate di CO2 e di generare un beneficio economico stimato in quasi 75 milioni di euro”. Guardando al futuro, “le sfide che il sistema dei Pfu si trova ad affrontare si manifestano a più livelli, data la complessità della filiera, e riguardano: la frammentazione del panorama degli attori coinvolti, le coperture territoriali disomogenee e l’ingresso illegale sul mercato di una quota di pneumatici che eludono il versamento del contributo ambientale”. Per il dg di Ecopneus, si tratta di “un punto importante: ridurre il numero di operatori significherebbe favorire una concorrenza sana, assicurando al contempo una massa critica sufficiente per gestire i Pfu in modo efficace, con standard uniformi su tutto il territorio nazionale. Contrastare il fenomeno del nero e aumentare l’efficienza organizzativa sono passi chiave per rendere la filiera più equa, sostenibile ed efficace”. Inoltre, “serve una razionalizzazione del sistema, per garantire uniformità di operatività e maggiore trasparenza. In questo senso, l’avvio del Renap - il Registro nazionale dei produttori istituito dal Mase - potrà contribuire in questa direzione”. Da considerare, poi, anche “la grande sfida di aprire nuovi mercati per la gomma riciclata e quella di una profonda sensibilizzazione culturale: dobbiamo far comprendere che un Pfu non è un prodotto da smaltire, ma una risorsa strategica da valorizzare. Ecopneus, in collaborazione con università, amministrazioni e partner industriali, è in prima linea per superare queste sfide e rendere la circolarità una realtà diffusa e riconosciuta da tutti”. La gomma riciclata da Pfu può essere, infatti, impiegata in numerosi settori (applicazioni sportive, rigenerazione urbana, asfalti, isolanti acustici, ecc...). Con gli asfalti modificati grazie all'utilizzo del polverino di gomma riciclata “stiamo costruendo un'infrastruttura stradale più resiliente, sicura e silenziosa che, ad oggi, è una realtà presente su oltre 900 km di strade in Italia. L’utilizzo della gomma non solo garantisce una durata di 2-3 volte superiore all’asfalto tradizionale, riducendo significativamente i costi di manutenzione per le Pubbliche Amministrazioni, ma migliora anche la qualità della vita delle persone, diminuendo l'inquinamento acustico. È una soluzione matura e all'avanguardia che combina durabilità, sicurezza e sostenibilità ambientale: un vero investimento per il Paese”.