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(Adnkronos) - Una primavera di lavoro intenso, con un rush finale verso l'estate che si preannuncia particolarmente serrato, e il rischio ingorgo sempre dietro l'angolo a causa dello slalom tra campagna elettorale, referendum ed elezioni. Nelle prossime settimane Camera e Senato sembrano essere destinate a un 'tour de force', soprattutto a causa di un 'pacchetto' particolarmente ricco di decreti in scadenza e da approvare entro termini precisi. Per questo, di fatto, a Montecitorio i ponti lunghi primaverili sono stati ridimensionati, con l'aula che torna a riunirsi martedì 22 per approvare il giorno dopo, con la fiducia, il Dl Pa che scade il 13 maggio e che deve essere inviato al Senato. Per assicurare al provvedimento una corsia preferenziale è scattata la 'tagliola' sulla discussione alla Camera, provocando le ire dell'opposizione: "A maggio faremo ostruzionismo su tutto", ha promesso il M5S dopo l'ultima capigruppo di Montecitorio. Sulla stessa linea Avs e anche Pd, che ha lamentato la "chiusura totale di maggioranza e governo" sui lavori parlamentari. Scintille si prevedono, quindi, in aula sempre la prossima settimana quando (giovedì) bisognerà votare alla Camera le risoluzioni legate al Dfp. Anche qui le opposizioni hanno promesso battaglia dopo aver chiesto in capigruppo, senza trovare soddisfazione, la presenza del ministro dell'Economia e della premier in aula. Dopo il Dl Pa le Camere hanno subito un'altra scadenza da rispettare: il Dl sicurezza, in scadenza il 10 giugno e anche questo da inviare al Senato. Montecitorio se ne occupa già giovedì prossimo, con il voto sulle pregiudiziali presentate dalle opposizioni. Intanto il Senato, da martedì, ha in programma di licenziare l'ennesimo decreto, il Dl bollette, già approvato dalla Camera. L'aula di palazzo Madama ospiterà inoltre mercoledì Giorgia Meloni per l'atteso premier time. A questo punto, dopo i voti della prossima settimana, le Camere dovrebbe godere di qualche giorno di tranquillità. A Montecitorio sarà una capigruppo giovedì 24 a definire il programma dei lavori di maggio. Il Senato ha già stabilito che la settimana dal 28 aprile al 2 maggio sarà riservata ai lavori delle Commissioni: niente aula quindi, con l'eventuale eccezione dell'esame del Dfp se fosse necessario. Ma il calendario di maggio rischia di essere particolarmente impegnativo da definire, per non parlare di quello di giugno. Al Senato, per fare un esempio, sono in coda il Dl sulle consultazioni elettorali e referendarie (scadenza il 18 maggio), il Dl sulla cittadinanza (scadenza il 27 maggio), il Dl sull'immigrazione irregolare (scadenza 27 maggio), il Dl calamità naturali (scadenza il 30 maggio). Diversi di questi provvedimenti sono in attesa del via libera della Camera, prima. A giugno invece, il 6, scade il Dl Pnrr. Tutto questo al netto delle decisioni del Cdm, con nuovi provvedimenti che potrebbero essere approvati da qui alla pausa estiva, come i decreti (annunciati o attesi) sugli acconti Irpef 2025 e sul 'salva pensioni'. I lavori del Parlamento dovranno, infine, tenere conto delle scadenze elettorali per le quali di prassi è prevista una pausa a ridosso delle urne per la campagna elettorale. I prossimi appuntamenti sono quelli delle amministrative e del referendum. Domenica 25 e lunedì 26 maggio è in programma il primo turno delle amministrative, con ballottaggio l'8 e il 9 giugno quando ci sarà l'election day con i referendum abrogativi relativi a 5 quesiti in tema di lavoro e cittadinanza. In totale al voto andranno oltre 400 comuni italiani, molti di questi in regioni a statuto speciale che hanno un altro calendario elettorale: FVG 13 e 14 aprile (ballottaggio 27 e 28 aprile); Sardegna 8 e 9 giugno (ballottaggio 22 e 23 giugno); Sicilia 25 e 26 maggio (ballottaggio 8 e 9 giugno); Trentino-Alto Adige 4 maggio (ballottaggio 18 maggio).
(Adnkronos) - Nonostante la complessità dello scenario geopolitico internazionale con l’ulteriore elemento di incertezza legato ai recenti dazi, le aziende familiari italiane confermano la crescita e un ruolo di rilevanza a livello globale. Secondo il Global 500 Family business index 2025, l’indice biennale realizzato da EY in collaborazione con Saint Gallen University, che classifica le 500 migliori aziende familiari sulla base dei ricavi, l’Italia è al quarto posto su scala globale e al terzo in Europa per numero di aziende presenti nella top 500. Rispetto all’Indice elaborato da EY nel 2023, i ricavi combinati delle aziende familiari italiane sono cresciuti del 12%, raggiungendo 179 miliardi di dollari nel 2025. “L’analisi del Global 500 Family business index 2025 evidenzia la crescita e la rilevanza delle aziende familiari italiane nel panorama economico globale, posizionando l’Italia al quarto posto dopo Stati Uniti, Germania e Francia. Nonostante le sfide degli ultimi anni e i recenti dazi che hanno introdotto un ulteriore elemento di incertezza, le aziende italiane continuano a dimostrare una forte capacità di adattamento al contesto esterno e crescita, anche grazie ad una gestione attenta ed orientata agli investimenti in tecnologia, ricerca e innovazione. La resilienza e la flessibilità, già dimostrate durante la pandemia, sono ora più che mai qualità cruciali su cui far leva, oltre alla prontezza decisionale. Inoltre, in settori chiave come il consumer products e l’advanced manufacturing, tipici del panorama delle aziende familiari italiane, la focalizzazione sulla qualità del prodotto rappresenta un fattore differenziale che può aiutare ad affrontare l’attuale contesto economico”, ha commentato Massimo Meloni, EY Italy private leader and Italy audit & assurance market leader. Tra i dati principali che emergono dal 500 Global family business, la crescita del numero di aziende del nostro Paese: delle 500 aziende top a livello globale, 22 sono italiane, pari al 4,4% del totale, con 4 nuove entrate nell’indice del 2025, a fronte dell’uscita di due realtà incluse nella precedente analisi. Una crescita che si evidenzia ancora di più dal punto di vista dei ricavi combinati, aumentati da 160 miliardi a 179 miliardi di dollari, pari a circa il 12% in più rispetto all’indagine precedente realizzata nel 2023. Per contro, i ricavi medi delle aziende italiane, 8,1 miliardi di dollari, risultano inferiori sia rispetto alla media europea (16,1 miliardi di dollari) che a quella globale (17,6 miliardi). Un dato fondamentale che contraddistingue le imprese familiari italiane riguarda la loro longevità, infatti, il 36% delle società comprese nel Global 500 Family business index 2025 ha più di un secolo di storia. Circa la distribuzione territoriale, la Lombardia si segnala con 8 società family business nella top 500, mentre a livello di ricavi maggiori, le imprese lombarde e piemontesi contribuiscono per il 58% del totale nazionale. Limitata, invece, la presenza delle aziende familiari del Centro-Sud: solo il 27% delle imprese incluse appartiene a queste regioni, con una contribuzione sui ricavi combinati italiani del 23%, a testimonianza di un tessuto economico-imprenditoriale che in quelle aree del Paese presenta ancora significativi margini di crescita. In quanto al settore di pertinenza, le società familiari nazionali operano in 11 diversi macrosettori, principalmente nel consumer products, circa 23% delle società, seguito dall’advanced manufacturing e dal retail products, ciascuno con il 14%.
(Adnkronos) - Nel 2025 su 63 spiagge sono oltre 56mila i rifiuti raccolti e catalogati, una media di 892 rifiuti ogni 100 metri. In vista della Giornata nazionale del mare (11 aprile), Legambiente dà il via alla 35esima edizione di Spiagge e Fondali puliti (4-6 aprile), la storica campagna dell'associazione dedicata al monitoraggio e alla pulizia dei rifiuti abbandonati lungo le coste della Penisola, quest’anno realizzata con il supporto di Sammontana in qualità di partner principale, e presenta la nuova indagine Beach Litter 2025, una delle più grandi campagne di citizen science, condotta su 63 spiagge campionate (quasi il doppio rispetto all’edizione del 2024, in cui erano state 33) in 13 Regioni. Nel 2025, su un’area complessiva di 196.890 mq, sono stati 56.168 i rifiuti raccolti e catalogati. Una media di 892 rifiuti ogni 100 metri lineari. Rispetto all’edizione del 2024, si registra un peggioramento del 'grado di pulizia' delle spiagge, calcolato per il secondo anno utilizzando il Clean Coast Index (Cci), un indicatore utilizzato a livello internazionale che stabilisce il livello di pulizia di una spiaggia sulla base della densità dei rifiuti presenti nelle aree campione monitorate: il 28% delle 63 spiagge monitorate risulta avere un Cci corrispondente ad un giudizio 'spiaggia sporca' o 'molto sporca' (nel 2024 il valore delle due categorie era stato del 6,6%). Diminuiscono rispetto al 2024 le spiagge 'molto pulite', che passano dal 42% al 27%, e le spiagge 'pulite', dal 24,2% al 14%. La plastica rappresenta il 77,9% degli oggetti rinvenuti su tutte e 63 le spiagge campionate (43.776 sui 56.168 totali). Seguono con l’8,3% gli oggetti in vetro/ceramica, il 4,3% carta e cartone, il 3,6% metalli e il 2,4% legno. Tornando alla categoria plastica, tra gli 'osservati speciali' i 10 prodotti in plastica monouso e reti e attrezzi da pesca e acquacoltura che, a tre anni dalla loro messa al bando dalla Direttiva Sup (Single Use Plastics), rappresentano ancora il 40,5% del totale dei rifiuti monitorati. I mozziconi di sigaretta rappresentano il 7,5% del totale dei rifiuti, una media di 7 ogni 10 metri lineari di spiaggia. I cotton fioc in plastica, messi al bando in Italia dal 2019, sono il 5,6% del totale. “Da trentacinque anni Legambiente, grazie ai volontari e alle volontarie dei Circoli e alla collaborazione con associazioni, istituzioni, cittadini e imprese, realizza un importante lavoro di citizen science, raccogliendo, monitorando e classificando i rifiuti dispersi sulle nostre spiagge, un lavoro che ha anticipato e contribuito a far nascere i monitoraggi istituzionali in Italia e nel Mediterraneo - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente - Ma il nostro impegno va anche oltre, con tante iniziative di raccolta dei rifiuti per contrastare i loro effetti negativi sull’ecosistema marino costiero e sensibilizzare verso stili di vita più sostenibili e comportamenti responsabili. Particolarmente importante è, in tal senso, che tutti noi facciamo la nostra parte per ridurre l’utilizzo di prodotti usa e getta. Prodotti che, nonostante l’approvazione di una direttiva europea che ha fissato obiettivi ambiziosi per la loro riduzione e messa a bando, nel caso della plastica monouso, di fatto continuano ad essere venduti ed utilizzati a causa della mancata definizione normativa del concetto di riutilizzabile, come denunciato già dalla nostra Indagine del Cliente Misterioso appena pubblicata”. Nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti sono oltre 90 le iniziative in tutta Italia (di cui 76 aperte al pubblico) organizzate in 17 regioni (non solo costiere ma dell'entroterra, per la presenza di fiumi e laghi) da Legambiente e 78 dei suoi Circoli e Regionali, che rientrano tra le azioni che contribuiscono alla missione dell’Ue 'Restore our Ocean and Waters' per il 2030. Protagonisti centinaia di volontari e volontarie, tra cittadinanza, scuole, associazioni, aziende e amministrazioni comunali, equipaggiati di pinze raccogli-rifiuti e guanti.