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(Adnkronos) - Marco Mazzocchi si scaglia contro Dazn. Il giornalista Rai ha criticato l’operato della piattaforma che detiene i diritti della Serie A per quanto accaduto domenica scorsa in Fiorentina-Inter, con il malore di Bove allo stadio Franchi: “Nel 1985 Bruno Pizzul fu costretto a raccontare dal posto la tragedia dell’Heysel. Dico questo perché Dazn, che detiene i diritti del calcio italiano, ha scelto di spegnere il canale dopo quanto successo a Edoardo Bove” ha spiegato Mazzocchi in una storia condivisa su Instagram. “Questo non va bene – ha poi continuato - perché per fare questo lavoro bisogna stare sul posto, voler raccontare, saper raccontare. I diritti che si acquistano per un evento non valgono soltanto per ciò che viene trasmesso all’interno dei pollici di un televisore, ma valgono per tutto. Perché purtroppo ci sono cose che accadono, al di là dell’evento agonistico. Dazn questo non lo ha fatto, non ha voluto farlo, non ha saputo farlo. Non lo so, ma questo non va bene. Mazzocchi ha poi concluso: "Lo dico da giornalista e anche da fruitore del servizio di Dazn e mi chiedo se alla Lega tutto questo va bene. Credo e spero di no”. Nelle ore convulse di domenica sera, su X molti tifosi e appassionati hanno evidenziato - in tempo reale - il servizio offerto da Sky Sport con aggiornamenti costanti fino alla tarda serata, quando sono filtrate news rassicuranti sulle condizioni del giocatore. Dopo la sospensione della partita, è scattata la copertura all'ospedale Careggi - dove Bove si trova tuttora - con lo studio gestito da Fabio Caressa e i collegamenti con Vanessa Leonardi e Marco Nosotti.
(Adnkronos) - Formare figure specializzate sui temi dell’inclusività per facilitare l’accesso al lavoro delle persone con disabilità. È questo l'obiettivo del nuovo corso WorkAcademy, l'Accademia dei consulenti del lavoro, intitolato 'Disability Manager: una figura professionale in evoluzione per l’inclusione lavorativa', che mira a fornire ai professionisti competenze specifiche e strumenti pratici per creare ambienti di lavoro inclusivi e sostenibili. Il percorso formativo, in partenza dal 20 gennaio 2025, combina un approccio multidisciplinare che spazia dall’approfondimento normativo – con focus sulla Legge 227/2021, sul D. Lgs n.62/2024 e sulle disposizioni europee sull'accomodamento ragionevole – allo sviluppo di competenze trasversali. Tra queste, la gestione delle dinamiche di gruppo, le tecniche di comunicazione inclusiva, la sicurezza sul lavoro e l'adattamento delle postazioni per i lavoratori con disabilità, oltre all’opportunità di condividere esperienze pratiche e strategie con esperti del settore. La figura del Disability Manager e infatti determinante per promuovere un cambiamento culturale e organizzativo nelle imprese. Il suo ruolo è proprio quello di supportare le aziende nel rispettare le normative, ma anche guidarle verso una gestione più etica e inclusiva del capitale umano. Questa missione si sposa con l’impegno assunto da tempo dai consulenti del lavoro, che nel loro ruolo sussidiario nei confronti di imprese, lavoratori e istituzioni, promuovono il lavoro etico e inclusivo. Un impegno testimoniato dai protocolli firmati ad esempio con Anffas e Anmil, che rappresentano un riferimento essenziale per progetti di inclusione lavorativa concreti, destinati a soggetti fragili del mercato. “In un mondo del lavoro che si evolve rapidamente, l'inclusione delle persone con disabilità non è solo un dovere morale, ma un’opportunità di crescita per l’intero sistema economico. Come consulenti del lavoro, continueremo a promuovere la cultura dell’inclusione, sostenendo le imprese nel creare ambienti lavorativi basati sul rispetto delle diversità e delle pari opportunità, di cui possono beneficiarne tutti i lavoratori. Formazione e sensibilizzazione sono gli strumenti per realizzare questo cambiamento. Il Disability manager ne è il simbolo", ha dichiarato Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro.
(Adnkronos) - "Fs è un gruppo che è molto cresciuto nel corso degli anni, dal punto di vista del business e anche dal punto di vista sociale. Oggi conta 92mila dipendenti, si impegna su più fronti e possiamo dire che la sostenibilità è nel nostro dna perché il treno è un mezzo sostenibile. Ma oggi lavoriamo moltissimo anche sulla sostenibilità sociale, da anni abbiamo un bilancio di sostenibilità". Così Anna Maria Morrone, responsabile organization & people development del Gruppo FS, intervenendo a 'I giovani e la sostenibilità. Talenti da valorizzare', evento di apertura della 'Social Sustainability Week' in corso al Palazzo dell'Informazione del Gruppo Adnkronos a Roma, commentando i contenuti della ricerca di Eikon Strategic Consulting Italia dal titolo ‘Giovani e sostenibilità sociale’. Non solo, Fs segue la strada "della diversity&inclusion, da anni lavoriamo sulla presenza non solo femminile ma trasversale", ha sottolineato. "Abbiamo ad esempio portato nel nostro gruppo autisti di bus che sono rifugiati politici. E abbiamo lavorato per includere personale detenuto, per farli reinserire nella società", ha aggiunto. Attenzione a giovani e donne. "Negli ultimi 2 anni 20mila ragazzi e ragazze sono stati assunti da Fs, la presenza femminile nel gruppo è cresciuta negli ultimi 5 anni del 12%", ha concluso.