ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Un colpo di calore ferma Anna Kalinskaya, tennista russa e fidanzata di Jannik Sinner. Nel torneo Wta di Adelaide, Kalinskaya si è sentita male durante il match valido per i sedicesimi di finale contro Belinda Bencic e ha dovuto chiedere al medico d'intervenire per farsi misurare la pressione. Attimi di paura, poi la tennista russa ha dato forfait. "Giusta precauzione la sua e dello staff medico, il caldo è nemico soprattutto per gli sportivi che corrono seri rischi: ipotensione, mancato afflusso di sangue al cervello e al cuore". Così all'Adnkronos Salute Giuseppe Capua, Specialista in Medicina e Traumatologia dello Sport interviene sul malore della tennista ad una settimana dall'inizio del torneo Australian Open 2025. "Con la pressione bassa si può andare incontro a scompenso cardiaco e cerebrale, alla perdita di sensi (svenimento) ma anche a problemi all'apparato osteo-articolare e muscolare. In questi casi la valutazione va fatta attraverso alcuni parametri - spiega Capua - ovvero la misurazione della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa ed eseguendo anche una spirometria, l'esame più comune per valutare la funzionalità respiratoria". Ma le alte temperature "per chi come uno sportivo, che ha un dispendio energetico molto più elevato rispetto ad una persona comune che non pratica agonismo, possono causare anche problemi a ossa, articolazioni e muscoli". "Giusta la precauzione dei medici che sono intervenuti per soccorrere la tennista, costretta poi a sospendere il match, in attesa di saperne di più e capire quando Kalinskaya potrà riprendere a giocare" conclude.
(Adnkronos) - "Il bilancio 2024 dell'Inca Cgil è ancora una volta positivo perché abbiamo fatto fronte alle richieste di tutela individuale che provengono da cittadini, lavoratori e pensionati". Lo dice, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, il presidente del patronato della Cgil, Michele Pagliaro. "Abbiamo fatto del nostro meglio - spiega - per dare risposte concrete in una situazione di disagio che è palese, perché nel nostro Paese continua a sparire il ceto medio e ad aumentare la povertà". (Video) "Nel 2024 abbiamo fatto il nostro lavoro - ricorda - lavorando un milione di pratiche, in Italia e nel mondo, ma come Inca e come Cepa (Acli, Inas, Inca e Ital), che rappresento, auspichiamo una riforma che ci era stata promessa dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, in occasione della presentazione del nostro Bilancio sociale nel 2023. Abbiamo avuto diversi incontri con il Ministero, anche con lo stesso ministro Calderone che ci aveva rinnovato l'idea e la volontà, da parte del governo, di procedere ad una riforma che però non è arrivata". "Speriamo - sottolinea - che il 2025 sia l'anno della riforma perché il patronato, che è un istituto unico di prerogativa istituzionale e che esiste solo in Italia, è regolamentato è vigilato dal ministero del Lavoro attraverso la legge 152 del 2001, che però deve essere assolutamente rivista". "Di fronte a noi - avverte - ci sono sfide importanti come, ad esempio, la transizione digitale oggetto di un protocollo siglato dall'Inail con i Patronati, che giunge dopo un'attesa di 12 anni dall'ultimo rinnovo, un'occasione da non perdere se si ha a cuore la tutela della persona che si ammala o si fa male a causa del lavoro. L'obiettivo comune è di dare risposte adeguate e tempestive agli assicurati e garantire l'uniformità della tutela e dell’azione amministrativa su tutto il territorio nazionale". "Pensiamo poi che sia fondamentale - avverte - mettere mano all'attività ispettiva. Invece di guardare pratica per pratica, il lavoro può essere svolto attraverso l'incrocio tecnologico fra il mandato di patrocinio telematico e il provvedimento di deliberazione da parte dell'Inps e dell'Inail. Questo farebbe risparmiare tempo risorse e consentirebbe agli ispettori di ispezionare le aziende evitando così il tragico fenomeno degli infortuni sul lavoro". "Il 2025 sarà importante per l'Inca Cgil perché celebra 80 anni di impegno costante. Noi siamo nati per volontà dei padri costituenti; uno di questi, Giuseppe Di Vittorio, immaginò l'idea di Istituto che subito dopo l'oppressione nazifascista avrebbe dovuto dare sostegno ai più deboli. Con tanto orgoglio e tanta voglia di fare, siamo stati i fautori dell'emancipazione sociale del Paese e della collettività".
(Adnkronos) - Lavorare sulla transizione dagli ioni di litio a quelli di sodio per risparmiare e ridurre la dipendenza dai paesi in cui si estraggono e vengono lavorate le terre rare. È questa la sfida in cui si sono cimentati gli esperti del Canepa Lab e quelli del CNRS, in Francia, ottenendo buoni risultati. In tal senso, giocherebbero un ruolo chiave il fosfato di sodio e vanadio, che nei test di laboratorio hanno fatto registrare delle performance molto interessanti. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati su “Nature Materials”.