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(Adnkronos) - Israele non accetterà un accordo ad ogni costo per Gaza. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di essere in sintonia con il presidente statunitense Donald Trump su strategia e obiettivi nella trattativa per la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas, ma ha precisato che Israele e Usa non accetteranno un accordo "a qualsiasi prezzo". Parlando con i giornalisti al Congresso prima di incontrare il leader della maggioranza al Senato, John Thune, Netanyahu ha affermato: "Io e il presidente Trump" - continua a considerare vicina un'intesa - abbiamo un obiettivo comune. Voglio ottenere la liberazione dei nostri ostaggi. Vogliamo porre fine al dominio di Hamas a Gaza. Vogliamo assicurarci che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele". Il premier ha poi aggiunto che tra lui e Trump vi è "la stessa strategia e le stesse tattiche" per arrivare a un'intesa, e che non vi è "alcuna pressione degli Stati Uniti su Israele". E ha ribadito: "Il presidente Trump vuole un accordo, ma non a qualsiasi prezzo. Io voglio un accordo, ma non a qualsiasi prezzo. Israele ha esigenze di sicurezza e altri requisiti, e stiamo lavorando insieme per cercare di raggiungerlo". Netanyahu inoltre ha respinto le accuse secondo cui Israele starebbe cercando di espellere forzatamente la popolazione palestinese dalla Striscia di Gaza, dichiarando invece che l’obiettivo è quello di offrire "un’opportunità" a chi desidera partire. "Non stiamo cacciando nessuno, e non credo che sia nemmeno ciò che suggerisce il presidente Trump", ha detto. "Si chiama libertà di scelta, e niente più di questo. Nessuna coercizione, nessuna dislocazione forzata. Se le persone vogliono lasciare Gaza, dovrebbero avere il diritto di farlo e non essere tenute sotto la minaccia delle armi da Hamas", ha aggiunto. Le dichiarazioni arrivano mentre circolano indiscrezioni secondo cui Netanyahu avrebbe confidato ai deputati del Likud che la distruzione sistematica degli edifici a Gaza mira a lasciare ai palestinesi una sola opzione: andarsene. Il piano originario di Trump, annunciato a febbraio, prevedeva un trasferimento permanente della popolazione di Gaza, ma il presidente è tornato sui suoi passi da allora, mentre Israele continua a presentare la proposta come un’iniziativa di "migrazione volontaria".
(Adnkronos) - È stato pubblicato dalle Edizioni Frate Indovino il nuovo volume della collana Familiando, 'Rivoluzione Famiglia – Un ecosistema per il futuro', di Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. Si tratta di un’opera corale che affronta con profondità e visione il ruolo della famiglia nella società contemporanea, tra sfide educative, crisi relazionali e nuove prospettive di speranza. 'Rivoluzione Famiglia – Un ecosistema per il futuro' non è solo un libro, ma un manifesto culturale e sociale che invita a ripensare la famiglia come organismo vivente, soggetto sociale attivo e motore di speranza per la società. Attraverso un linguaggio accessibile, uno stile coinvolgente e profondo e una narrazione ricca di metafore naturali – dal suolo all’acqua, dal clima alla luce – Bordignon ci guida in un viaggio che intreccia scienza, spiritualità, educazione e politica. Affronta temi cruciali come la natalità, la scuola, il lavoro, la spiritualità domestica, le politiche familiari e il ruolo dell’associazionismo, offrendo proposte concrete per un cambiamento culturale e politico che metta davvero la famiglia al centro. Il testo propone una visione sistemica della famiglia, paragonandola a un ecosistema complesso, fatto di relazioni, valori, risorse e fragilità, che ha bisogno di essere nutrito, protetto e valorizzato. La famiglia è presentata come luogo generativo, capace di produrre capitale sociale, educare alla reciprocità, affrontare le crisi e contribuire al bene comune. In un tempo segnato da solitudini diffuse, crisi educative e relazioni sempre più fragili, la famiglia torna al centro del dibattito culturale e sociale grazie a queste pagine che sono insieme riflessione, proposta e visione. Per Bordignon: "attraverso la metafora dell’ecosistema ho voluto rappresentare la famiglia come un organismo vivo interconnesso ed essenziale alla vita del Paese, una realtà in continuo movimento che deve essere protetta, tutelata. Solo ripartendo dalla famiglia, recuperando speranza e fiducia nei concreti, resistenti e resilienti nuclei familiari, possiamo costruire davvero un futuro più umano, giusto e sostenibile". Il volume è disponibile sul sito ufficiale www.frateindovino.eu e in libreria.
(Adnkronos) - Il mese scorso è stato il terzo giugno più caldo a livello globale, con una temperatura media di 16,46°C, 0,47°C in più rispetto alla media di giugno del periodo 1991-2020. Per l'Europa occidentale, invece, è stato il più caldo mai registrato. Due importanti ondate di calore, a metà e fine mese, hanno colpito ampie zone dell'Europa occidentale e meridionale: gran parte della regione ha registrato temperature percepite superiori a 38°C che in alcune zone del Portogallo hanno raggiunto i 48°C. E' quanto fa sapere Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell'Ue. Secondo Samantha Burgess, responsabile strategico per il Clima dell'Ecmwf, "giugno 2025 ha visto un'ondata di calore eccezionale colpire ampie zone dell'Europa occidentale, con gran parte della regione colpita da un forte stress termico. Questa ondata di calore è stata resa più intensa dalle temperature record della superficie del mare nel Mediterraneo occidentale. In un mondo che si riscalda, è probabile che le ondate di calore diventino più frequenti, più intense e colpiscano un numero maggiore di persone in tutta Europa". Nel dettaglio, giugno 2025 è stato di 1,30°C superiore alla media stimata del periodo 1850-1900, utilizzata per definire il livello preindustriale (è stato solo il terzo mese degli ultimi 24 con una temperatura globale inferiore di 1,5°C rispetto al livello preindustriale). Guardando al Vecchio Continente, la temperatura media per il mese scorso è stata di 18,46°C, 1,10°C in più rispetto alla media di giugno del periodo 1991-2020, rendendolo il quinto giugno più caldo mai registrato. La maggior parte dell'Europa occidentale e centrale ha registrato temperature atmosferiche superiori alla media: l'Europa occidentale nel suo complesso ha vissuto il giugno più caldo mai registrato, con una temperatura media di 20,49°C, 2,81°C in più rispetto alla media del periodo 1991-2020. Ha superato di poco (di soli 0,06°C) il precedente record di giugno stabilito nel 2003 (20,43°C). Due importanti ondate di calore a metà e fine giugno 2025 hanno colpito ampie zone dell'Europa occidentale e meridionale. Gran parte della regione ha registrato temperature percepite superiori a 38°C, corrispondenti a uno 'stress da calore molto forte'. In alcune zone del Portogallo, le temperature percepite hanno raggiunto i 48°C, ovvero 'stress da calore estremo'. Guardando alla temperatura della superficie del mare, un'eccezionale ondata di calore marino si è sviluppata nel Mediterraneo occidentale a giugno, portando alla più alta Sst (sea surface temperature) giornaliera mai registrata per l'intera regione a giugno (27°C), corrispondente alla più alta anomalia giornaliera della Sst in qualsiasi mese (3,7°C sopra la media).