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(Adnkronos) - Nuova giornata di colloqui indiretti tra Hamas e Israele oggi a Doha, dove ieri sono ripresi i negoziati terminati senza progressi, date le modifiche chieste dal gruppo palestinese alla proposta americana e che sono state considerate "inaccettabili" dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. "I veri negoziati si svolgono a Washington, non a Doha", ha detto un funzionario palestinese citato a condizione di anonimato dall'emittente del Qatar al-Araby, facendo riferimento all'incontro in programma oggi alla Casa Bianca tra Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Secondo quanto riporta Sky News Arabiya citando una fonte palestinese, la quale la delegazione israeliana "non ha un mandato adeguato per arrivare a un accordo" con Hamas. Lo scorso 4 luglio Hamas aveva dato una risposta positiva alla proposta americana del piano per un cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti.Il gruppo aveva però chiesto "lievi modifiche", tra cui il ritiro delle Idf e la consegna di aiuti umanitari affidata alle agenzie Onu. Hamas ha intanto ammesso di ver perso il controllo di circa l'80 per centro della Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato un alto funzionario delle forze di sicurezza di Hamas a condizione di anonimato alla Bbc, spiegando che il vuoto viene colmato dai clan armati sostenuti da Israele, che sono presenti ''ovunque''. L'esponente di Hamas, che è rimasto ferito nella prima settimana di guerra con Israele e ha abbandonato il suo incarico per motivi di salute, ha affermato che il sistema di comando e di controllo del gruppo è crollato a causa degli attacchi israeliani che hanno devastato la leadership politica, militare e di sicurezza. "Siamo realistici: non è rimasto quasi nulla della struttura di sicurezza. La maggior parte dei leader, circa il 95 per cento, sono ormai morti. Le figure attive sono state tutte uccise", ha detto. "Quindi, cosa impedisce a Israele di continuare questa guerra?", si è chiesto affermando che ''logicamente, continuerà fino alla fine. Ci sono tutte le condizioni: Israele ha il sopravvento, il mondo è in silenzio, i regimi arabi sono silenziosi, le bande criminali sono ovunque, la società è al collasso''. Secondo l'alto funzionario di Hamas, il gruppo ha tentato di riorganizzarsi durante il cessate il fuoco di 57 giorni con Israele all'inizio di quest'anno, in particolare i consigli politici, militari e di sicurezza. Ma da quando Israele ha posto fine alla tregua a marzo, le restanti strutture di comando di Hamas sono state prese di mira. "Per quanto riguarda la sicurezza voglio essere chiaro: è completamente crollata. Completamente distrutta. Non c'è più controllo da nessuna parte", ha detto. "La gente ha saccheggiato il più potente apparato di sicurezza di Hamas (Ansar), il complesso che Hamas utilizzava per governare Gaza'', ha proseguito. "Hanno saccheggiato tutto, gli uffici, materassi, persino pannelli di zinco, e nessuno è intervenuto. Niente polizia, niente sicurezza'', ha spiegato. Uno dei clan armati che potrebbe prendere il posto di Hamas è quello guidato da Yasser Abu Shabab, una figura che ha attirato l'attenzione dell'Autorità Nazionale Palestinese e degli attori regionali, in particolare dopo che Israele ha confermato di fornirgli armi. Il primo ministro israeliano è già arrivato a Washington. Ad accoglierlo, tra gli altri, l'ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter, il console generale a New York Ofir Akunis e il vice ambasciatore Eliav Benjamin. Netanyahu incontrerà Trump alla Casa Bianca alle 18:30 ora di Washington, mezzanotte e mezza in Italia Previsto anche un incontro tra Netanyahu, il Segretario di Stato americano Marco Rubio e l'inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff. Per il presidente degli Stati ''siamo vicini a un accordo su Gaza'' e ''potremmo averlo questa settimana''. Parlando con i giornalisti, Trump ha detto di credere che ci siano ''buone probabilità di raggiungere un accordo con Hamas durante la settimana per quanto riguarda molti degli ostaggi''. Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, ha accusato Israele di aver tentato di assassinarlo. "Ci hanno provato, sì. Hanno agito di conseguenza, ma hanno fallito", ha dichiarato Pezeshkian durante un'intervista rilasciata a Tucker Carlson. "Non sono stati gli Stati Uniti dietro l'attentato alla mia vita. È stato Israele. Ero in riunione e hanno cercato di bombardare la zona in cui si stava tenendo" ha detto Pezeshkian secondo una traduzione dal persiano, senza specificare se il presunto attentato sia avvenuto durante la recente guerra dei 12 giorni. Il mio Paese, aggiunge, non ha "alcun problema" a riprendere i colloqui con gli Stati Uniti, nonostante i bombardamenti condotti dall'esercito americano su diversi siti nucleari in Iran durante la guerra dei 12 giorni con Israele. "Non vediamo alcun problema nel riprendere i negoziati" sul programma nucleare, ha detto Pezeshkian durante un'intervista rilasciata a Tucker Carlson, ma "c'è una condizione per la ripresa dei colloqui - ha aggiunto -. La nostra domanda è: come possiamo fidarci di nuovo degli Stati Uniti?". I miliziani yemeniti Houthi hanno rivendicato di aver preso di mira l'aeroporto internazionale di Ben Gurion a Tel Aviv e altre località in Israele con tre missili. Secondo quanto riferito dal portavoce degli Houthi Yahya Saree, durante la notte i miliziani hanno lanciato tre missili balistici e otto droni contro diversi obiettivi in Israele. I missili hanno preso di mira l'aeroporto Ben Gurion, il porto di Ashdod, il porto di Eilat e una centrale elettrica ad Ashkelon, mentre i droni hanno preso di mira il porto di Eilat.
(Adnkronos) - È stato pubblicato dalle Edizioni Frate Indovino il nuovo volume della collana Familiando, 'Rivoluzione Famiglia – Un ecosistema per il futuro', di Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. Si tratta di un’opera corale che affronta con profondità e visione il ruolo della famiglia nella società contemporanea, tra sfide educative, crisi relazionali e nuove prospettive di speranza. 'Rivoluzione Famiglia – Un ecosistema per il futuro' non è solo un libro, ma un manifesto culturale e sociale che invita a ripensare la famiglia come organismo vivente, soggetto sociale attivo e motore di speranza per la società. Attraverso un linguaggio accessibile, uno stile coinvolgente e profondo e una narrazione ricca di metafore naturali – dal suolo all’acqua, dal clima alla luce – Bordignon ci guida in un viaggio che intreccia scienza, spiritualità, educazione e politica. Affronta temi cruciali come la natalità, la scuola, il lavoro, la spiritualità domestica, le politiche familiari e il ruolo dell’associazionismo, offrendo proposte concrete per un cambiamento culturale e politico che metta davvero la famiglia al centro. Il testo propone una visione sistemica della famiglia, paragonandola a un ecosistema complesso, fatto di relazioni, valori, risorse e fragilità, che ha bisogno di essere nutrito, protetto e valorizzato. La famiglia è presentata come luogo generativo, capace di produrre capitale sociale, educare alla reciprocità, affrontare le crisi e contribuire al bene comune. In un tempo segnato da solitudini diffuse, crisi educative e relazioni sempre più fragili, la famiglia torna al centro del dibattito culturale e sociale grazie a queste pagine che sono insieme riflessione, proposta e visione. Per Bordignon: "attraverso la metafora dell’ecosistema ho voluto rappresentare la famiglia come un organismo vivo interconnesso ed essenziale alla vita del Paese, una realtà in continuo movimento che deve essere protetta, tutelata. Solo ripartendo dalla famiglia, recuperando speranza e fiducia nei concreti, resistenti e resilienti nuclei familiari, possiamo costruire davvero un futuro più umano, giusto e sostenibile". Il volume è disponibile sul sito ufficiale www.frateindovino.eu e in libreria.
(Adnkronos) - "Questo festival ci porta a parlare e ad approfondire i temi della sostenibilità ambientale e lo facciamo con grande piacere, guardando soprattutto all’aspetto delle norme europee che, talvolta, per ottimizzare la sostenibilità sacrificano quella economica e quella sociale. In questo contesto, il trasporto intermodale, cioè il trasporto dell’ultimo miglio, attraverso un sistema di rottura di carico - che prevede il passaggio della merce da un deposito ad un camion e poi dal camion ad una banchina portuale o ferroviaria - significa sicuramente valorizzare il trasporto, rendendolo meno caro e più sicuro”. Lo ha detto Marcello Di Caterina, vicepresidente e direttore generale di Alis, l’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, alla presentazione della terza edizione di ‘Eco Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti’ che si svolgerà il 16 e 17 settembre 2025 nel Centro Congressi di Piazza di Spagna. L’appuntamento è pensato per fare il punto sullo stato dell’arte della transizione ecologica nella mobilità delle persone e delle merci nel nostro Paese. L’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile oggi non si occupa solo di trasporto, come spiega Di Caterina: “Attraverso una serie di attività legate ai servizi, abbiamo voluto fare un focus molto importante sulla digitalizzazione e sull’intelligenza artificiale, ambiti fortemente interessati dai contributi del Pnrr per la costruzione della piattaforma logistica nazionale che” grazie ad un importante e strategico utilizzo dei dati “offrirà informazioni che serviranno ad avere una maggiore capacità di conoscenza dei ‘tappi di bottiglia’, ossia le difficoltà di trasporto inutili e i nodi da evitare, piuttosto che quelli da utilizzare”. “Siamo di fronte ad un’epoca di trasformazione totale dove, al di là degli scenari mondiali legati ai dazi da una parte e alle guerre dall’altra, i mercati sono sempre pronti ad adeguarsi alle difficoltà - conclude - ma occorre che ci sia la capacità di alimentare gli sforzi reciproci”.