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(Adnkronos) - Mentre la Russia e Putin minacciano Usa e Europa e la guerra in Medio Oriente si inasprisce, il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha incontrato il segretario generale della Nato Mark Rutte a Palm Beach, in Florida. Ad annunciarlo la portavoce dell'Alleanza Atlantica, precisando che il faccia a faccia si è svolto ieri. "Hanno discusso di tutte le questioni di sicurezza globale che l'Alleanza deve affrontare", ha affermato Farah Dakhlallah in una breve dichiarazione. Il manager miliardario degli hedge fund, Scott Bessent, è stato intanto scelto come nuovo segretario al Tesoro dal presidente eletto, Donald Trump. Lo ha riferito il New York Times, sottolineando come Bessent avrà il delicato compito di guidare un'agenda economica che dovrebbe essere costruita attorno all'aumento dei dazi e al taglio delle tasse. Bessent, il fondatore della società di investimento Key Square Capital Management, è stato nell'ultimo anno tra i principali consiglieri di Trump in materia economica. Tra i punti centrali della sua idea di economia, sottolinea il giornale, ci sono la riduzione dei sussidi governativi, la deregolamentazione e l'aumento della produzione nazionale di energia. A differenza di molti a Wall Street, Bessent - 62 anni - è anche un sostenitore del ricorso ai dazi. Continua intanto a prendere forma la squadra di governo. Oltre a Bessent, il presidente eletto ha annunciato una nuova raffica di nome, a partire da Russell T. Vought, una figura chiave dell'agenda politica conservatrice chiamata 'Project 2025', per guidare l'Ufficio di Gestione e Bilancio (Office of Management and Budget). La deputata dell'Oregon, Lori Chavez-DeRemer, sarà la nuova segretaria al Lavoro, Martin A. Makary dirigerà la Food and Drug Administration ed, infine, Dave Weldon, ex membro del Congresso della Florida, sarà il direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention). Secondo due persone vicine al team di transizione di Trump, il presidente eletto intenderebbe intanto licenziare l'intera squadra che ha lavorato con il procuratore speciale Jack Smith e usare il dipartimento di Giustizia Usa per indagare sulle elezioni del 2020. A rivelarlo è il 'Washington Post'. "Trump - scrive il quotidiano Usa che cita una delle fonti - sta anche pianificando di riunire squadre investigative all'interno del Dipartimento di Giustizia per andare a caccia di prove negli Stati in bilico e dimostrare che ci sono stati brogli durante le elezioni del 2020". Alla domanda sui piani di Trump per licenziare il team di Smith e indagare sulle elezioni del 2020, una portavoce di Trump ha fatto eco alla frequente affermazione del presidente eletto secondo cui i casi del Dipartimento di Giustizia contro di lui sono motivati politicamente. "Il Presidente Trump ha fatto una campagna elettorale per licenziare i burocrati disonesti e il popolo americano può aspettarsi che manterrà questa promessa", ha dichiarato l'addetta stampa Karoline Leavitt in un comunicato. "Una delle molte ragioni per cui il Presidente Trump ha vinto le elezioni con una valanga di voti è che gli americani sono stufi di vedere i dollari delle loro tasse spesi per colpire i nemici politici dell'Amministrazione Biden-Harris piuttosto che per dare la caccia ai veri criminali violenti nelle nostre strade". Trump parla ancora spesso delle elezioni del 2020, che ha perso contro Joe Biden, e continua a insistere sul fatto che la vittoria gli sarebbe stata rubata. Il presidente eletto ha sostenuto fin dall'inizio che le indagini di Smith sui suoi sforzi per ribaltare la sconfitta, così come la sua presunta cattiva gestione di documenti riservati dopo aver lasciato la Casa Bianca, sono esempi degli attacchi contro di lui e che deve essere vendicato. Quando diventerà di nuovo presidente, Trump "vuole sbarazzarsi dei cattivi e delle persone che gli hanno dato la caccia", ha detto una delle persone che hanno familiarità con i piani del presidente eletto.
(Adnkronos) - Capitale indiscussa del design mondiale, Milano accoglie nel cuore del quadrilatero della moda, in via Monte di Pietà 13/1, il lancio internazionale di un nuovo marchio d’arredo destinato a riscuotere un grande successo. Si tratta di Diviana, brand indiano che ha l’ambizione di proporre mobili di lusso che coniugano modernità e tradizione, stile e contemporaneità, superando i confini prestabiliti tra eleganza e innovazione. Una sfida che vede alleati manifattura indiana e design italiano: infatti l’Art director del marchio e autore delle prime due collezioni per l’Europa è Marco Corti, architetto e designer di grande esperienza e fama internazionale. I numeri di Diviana - 900 professionisti appassionati e qualificati in tutto il mondo, un fatturato di circa 15 milioni di euro e un investimento in Italia e in Europa che nel prossimo biennio raggiungerà i 50 milioni di euro - mostrano le dimensioni dell’investimento internazionale in corso da parte del brand indiano. Fondato nel 2009 da Kapil Chopra, imprenditore visionario con una profonda conoscenza del settore dell’arredo-design, Diviana è un marchio che in pochi anni è cresciuto fino a diventare un simbolo di raffinatezza in tutta l’area Asian e Middle Est. “L’obiettivo di Diviana - spiega Chopra - non è solo quello di partecipare al mercato del lusso, ma stabilire nuovi standard di raffinatezza ed esclusività grazie alla nostra miscela unica di qualità, eleganza e a una vasta gamma di prodotti premium-to-luxury. Noi creiamo mobili che trascendono la mera estetica, infondendo in ogni ambiente un senso di raffinata eleganza e profondità emotiva. Ogni pezzo è meticolosamente progettato per ispirare, elevando spazi ordinari in straordinari santuari di stile e raffinatezza, incarnando l'essenza stessa del vivere moderno". "Non ci limitiamo a creare mobili - prosegue il Ceo - ma creiamo pezzi che parlano di uno stile di vita definito dall'eleganza, dall'innovazione e dal rifiuto di scendere a compromessi con la qualità. L’azienda è consapevole che il vero lusso consiste nel creare ambienti su misura che riflettano lo stile unico dei clienti e ne elevino lo stile di vita. I nostri clienti sono intenditori di design, individui che cercano non solo la bellezza, ma anche il significato e la distinzione in ogni angolo dei loro spazi". Per questo motivo, il marchio ha creato un processo di soluzioni personalizzate progettate per soddisfare ogni esigenza e superare le aspettative. Dalla consultazione iniziale all'installazione finale e oltre, ogni fase è ottimizzata per offrire ai clienti un'esperienza di progetto senza soluzione di continuità. Servizi di progettazione e produzione su misura di mobili, fornitura di rivestimenti, armadi e porte, l’azienda offre un pacchetto completo chiavi in mano per creare ambienti unici e sofisticati. Per il proprio debutto nel Vecchio Continente, Diviana ha scelto Milano e, in particolare, via Monte di Pietà 13/1, in pieno Quadrilatero della moda, cuore pulsante dell’economia meneghina dove arte, moda e design sono protagonisti assoluti. Una location che conferma quel percorso creativo che mette in contatto le tradizioni indiane e il moderno design italiano per dare vita a un hub di sofisticata eleganza. Realizzato su una superficie di circa 220 mq, il progetto di interior design per il primo Flagship Store Diviana ha avuto come obiettivo principale la valorizzazione delle nuove collezioni Sublime e Q Collection entrambe firmate da Marco Corti. “L’approccio progettuale - sottolinea l’Art director - si è basato sulla creazione di un contesto raffinato e accogliente, pensato per mettere in risalto le qualità distintive degli arredi, grazie all’utilizzo di pannellature murali di vario tipo e lampade decorative accuratamente progettate. L'idea - prosegue Corti - è stata quella di dare vita a un ambiente sobrio ed elegante, dove ogni elemento fosse studiato per esaltare al meglio l’essenza dei prodotti esposti. Texture murali neutre e una pavimentazione armoniosa sono state scelte per creare un equilibrio visivo che permettesse agli arredi di emergere come veri protagonisti dello spazio, trasmettendo un’esperienza sensoriale unica e coinvolgente per il visitatore". “Stabilire un hub a Milano - conferma Chopra - ci darà l’opportunità di connetterci con i mercati chiave di tutto il continente in modo più efficace, sfruttando i forti legami della città con i settori del design, della moda e del lusso. Una base da cui coordinare i nostri sforzi commerciali, produttivi e di partnership in tutto il Vecchio Continente, assicurandoci di rimanere agili e reattivi alle esigenze del mercato europeo e alle preferenze dei consumatori". “Milano - rimarca Chopra - è più di una località, è un simbolo di eccellenza globale, nella moda, nella cultura e ovviamente, nel design. Dopo aver considerato altre candidate in ogni lato del pianeta, abbiamo scelto Milano perché incarna lo spirito di eleganza, artigianalità e design lungimirante che definisce Diviana. Questo debutto non è solo un ingresso in Europa, non siamo qui solo per aprire uno showroom, ma per aggiungere la nostra voce alla ricca narrativa del design di questa città, per diventare una parte importante dell'eredità di Milano nel mondo del design. "Con l’arrivo a Milano, ci proponiamo di trarre ispirazione da questo contesto così dinamico per offrire ai consumatori qualcosa di diverso. La clientela esigente di una città così cosmopolita e l'apprezzamento per l'artigianato di alta qualità si allineano perfettamente con la nostra visione di elevare la scelta dei consumatori attraverso offerte innovative e ponderate", aggiunge. Le collezioni in anteprima firmate Marco Corti sono Sublime Collection e Q Collection. Definizione pulita, chiara, mai serpeggiante né rigidamente geometrica, morbidezza controllata, mai lasciata all'abbandono caratterizzano Sublime, dove la qualità dei materiali si veste di colori semplici, dettagli sartoriali che non accecano né giocano, ma riposano. L'ambiente della collezione Sublime è infatti un luogo lussuoso e accogliente che favorisce la calma e le voci sommesse di chi comprende l'importanza delle parole e delle relazioni. “Per Sublime - racconta il designer - i miei riferimenti sono l'architettura e gli interni italiani degli anni '20 e '30 del XX secolo, dove i dettagli avevano forti richiami al passato. Questa è la mia collezione, il mio significato di stile, lusso e bellezza amichevole; in una parola il mio stile di vita. Citando Baudelaire, i miei mobili e i miei interni si chiudono con calma, lusso e sensualità”. La Collezione Q, invece, è una famiglia di arredi con una forte personalità internazionale, il cui concetto si basa su tre qualità: moderno, minimale e sofisticatezza. Forme morbide e colori cipria caratterizzano tutti i pezzi, creando un ambiente in cui ognuno contribuisce a raccontare un'identità unica. Queste caratteristiche distintive diventano il motore della realizzazione di ogni singolo articolo, infatti la collezione è pensata per creare un linguaggio contemporaneo nell'atmosfera domestica. “La nostra aspirazione - dice Corti - è quella di progettare una collezione ricca, solida e completa, che si distingua sia per il design che per la qualità, e che proietti in modo coerente il nostro valore e la nostra visione dell'abitare contemporaneo, affinché tutti possano condividerla. A 'moderno, minimale e sofisticato' potremmo aggiungere anche 'rigore, semplicità e lusso'. Infatti, tutti i singoli elementi della collezione sono stati progettati con linee pulite, sensazione di equilibrio e attenzione alla qualità”. Ogni singolo particolare è stato curato al dettaglio, dalle forme morbide alla scelta di texture e colori tenui. Il mondo della Collezione Q si esprime non solo attraverso i singoli pezzi, ma anche nella capacità di trasformarla in uno 'stile di vita' in ogni ambiente e in ogni contesto interno.
(Adnkronos) - La comunità scientifica è da tempo a caccia di un’alternativa sostenibile alle proteine della carne e potrebbe averla trovata nella lattuga di mare. È la tesi degli esperti della Chalmers University of Technology, in Svezia. Gli esperti sono convinti che le proprietà di questo particolare tipo di alga potrebbero fargli acquisire una certa importanza nella nostra dieta. Non è tutto: i processi legati alla produzione, alla raccolta e alla raffinazione avrebbero un impatto molto ridotto sull’ambiente rispetto alla ben più inquinante filiera della carne. Lo studio è comparso su “Food Chemistry”.