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(Adnkronos) - Emilio Fede è morto oggi martedì 2 settembre. Ex direttore del Tg1 e del Tg4, aveva compiuto 94 anni lo scorso 24 giugno 2025: da tempo era ricoverato in una residenza sanitaria alle porte di Milano. Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni. I funerali si terranno giovedì pomeriggio, 4 settembre, nella chiesa di Dio Padre a Milano 2: a officiarli sarà don Giovanni Cazzaniga. "Papà ci ha lasciato". Sono queste le parole commosse consegnate all'Adnkronos dalla figlia Sveva Fede. In precedenza, mentre Emilio Fede versava in condizioni critiche sempre all'Adnkronos aveva detto: "Siete tutti con lui e lui è contento, tutti con lui, tutti voi giornalisti siete con lui. È importante, noi non avremmo voluto che la notizia uscisse fino a che le cose non si fossero risolte in un modo o nell'altro. Però poi alla fine voi l'avete saputo e abbiamo pensato che era una bella cosa perché lui si meritava questo saluto e questo cenno d'onore da parte di tutti i suoi colleghi". Nella sua lunga carriera, Fede è stato uno dei volti più familiari dell'informazione televisiva italiana, prima pubblica e poi privata: all'inizio degli anni Sessanta era entrato in Rai e (dopo otto anni come inviato speciale dall'Africa) ha condotto il Tg1 delle 20 dal 1976 al 1981, quando ne è diventato direttore (1981-83). Lasciò la Rai per entrare in Fininvest, dapprima come direttore di Studio Aperto (il telegiornale di Italia 1), poi alla guida del Tg4 (dal 1992). Nonostante le frequenti accuse di parzialità, Fede ha mantenuto la direzione del Tg4 per vent'anni per poi dimettersi nel marzo del 2012. Fede ha anche compiuto scelte coraggiose per raccontare i fatti. Come quando nel 1991, all'epoca direttore di Studio Aperto, dette per primo in diretta la notizia dello scoppio della prima Guerra del Golfo con l'operazione 'Desert Storm', proprio nel giorno della prima messa in onda del tg di Italia 1. "Fu un momento di grande emozione ma anche di grande paura per una guerra che avremmo pagato cara, una guerra infinita. Sapevo che scadeva l'ultimatum e con Silvia Kramar, collega bravissima, ci siamo messi in ascolto e abbiamo catturato il momento del bombardamento di Baghdad prima degli altri colleghi", aveva raccontato Fede in un'intervista. Nato a Barcellona pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il 24 giugno 1931, Emilio Fede inizia giovanissimo la carriera giornalistica a "Il Momento - Mattino" di Roma, dove si trasferisce e porta a termine gli studi; poi passa alla "Gazzetta del Popolo" di Torino diventando inviato speciale. Le prime tappe della sua affermazione professionale sono, però, legate alla Rai dove inizia a collaborare nel 1954 e viene assunto 1961. Si sposa nel 1964 con Diana De Feo (figlia di Italo De Feo, allora vicepresidente della Rai, personaggio molto potente), dalla quale ha due figlie, Simona e Sveva. In quel periodo alla Rai Emilio Fede è inviato in Africa, per poi passare al ruolo di giornalista di inchiesta per il settimanale Tv7 del Telegiornale Nazionale, dove firma numerose inchieste, compresa quella della bistecca agli estrogeni. Con la riforma della Rai, nel 1976 diventa uno dei conduttori dell'edizione serale del Tg1 e la sua popolarità esplode, rimanendo in video per cinque anni. Diventato direttore nel 1981, sotto la sua guida il Tg1 trasmise la celebre diretta, condotta da Piero Badaloni, relativa all'incidente di Vermicino, con lo straziante tentativo di salvataggio di Alfredino Rampi, caduto nel pozzo e tragicamente morto il 10 giugno di quell'anno. La diretta fu seguita da 25 milioni di telespettatori, primo esempio di cronaca in tempo reale sui canali Rai. Lasciata la direzione del Tg1, dove restò come vicedirettore, nel 1983 e 1984 condusse il programma di intrattenimento "Test", che andava in diretta concorrenza con "Superflash" di Mike Bongiorno trasmesso da Canale 5. E sempre in quel biennio curò con Sandro Baldoni la rubrica d'attualità "Obiettivo su..." Si dimise dalla Rai nel 1987, anno in cui fu colpito da una condanna per gioco d'azzardo, e passò a Rete A di cui diresse il notiziario. Nel 1989 approda alla Fininvest rafforzando il suo legame di amicizia con Silvio Berlusconi. Dall'iniziale incarico di direttore della struttura informativa VideoNews, diventa ideatore, conduttore e direttore di 'Studio Aperto', il Tg di Italia 1 per passare nel 1992 a dirigere il Tg4. Il 28 marzo 2012, a seguito di una trattativa con Mediaset non andata a buon fine, Emilio Fede lascia la direzione del Tg4. Nel 1997 Emilio Fede esordisce come scrittore con il libro dal titolo 'Finché c'è Fede', al quale ne seguiranno altri sei: 'Privè. La vita è un gioco' (1998), 'L'invidiato speciale' (1999), 'La foglia di fico' (2000), 'Samba dei ruffiani' (2001), 'La cena dei cretini' (2002). I suoi libri sono caratterizzati da uno stile semplice attraverso il quale riesce a mescolare riflessioni sulla propria esperienza di giornalista e considerazioni sugli eventi mondani e non, sulle amicizie, i gossip, i personaggi politici e dello spettacolo. Celebra anche la sua apparizione nei panni di Babbo Natale nella casa della prima edizione del Grande Fratello, nel 2000, e alla conduzione di 'Striscia la Notizia' nel febbraio 2005. Emilio Fede vanta anche un fan club, presente in internet, nato il 27 ottobre 1995. Non mancano però i guai con la giustizia, dalla querela da parte del Comune di Venezia per un servizio del 2008 su una zona della città lagunare, identificabile come Campo Santi Giovanni e Paolo, il cui commento da parte del direttore stesso scatena una violenta protesta sul web, al caso Ruby, in cui Fede è condannato a 7 anni di reclusione per induzione alla prostituzione, favoreggiamento della prostituzione, più all'interdizione da uffici di mezzi di informazione considerati come pubblici uffici; pena poi ridotta, dopo un ricorso in appello e in Cassazione, a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione di Ruby. A causa dell'età avanzata e delle condizioni di salute, Fede ha scontato la pena in detenzione domiciliare, in quanto, recependo la giurisprudenza di Cassazione, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha stabilito l'11 ottobre 2019 che "in carcere sarebbe sottoposto ad un'enorme sofferenza". (di Paolo Martini)
(Adnkronos) - Per chi sogna un futuro come professionista della nutrizione, è imperdibile l’appuntamento del prossimo 5 settembre: alle ore 12, infatti, in diretta streaming dall’aula magna di UniCongress, avrà luogo l’open day del corso di laurea magistrale in Scienze della nutrizione umana dell’università UniCamillus. L’evento è stato pensato per far conoscere a tutti un percorso di studi che coniuga passione, innovazione scientifica e impatto sociale, e le cui iscrizioni sono aperte fino alle ore 13 del 10 settembre 2025. A guidare la presentazione saranno alcuni dei protagonisti della didattica UniCamillus: Costanza Montagna (manager didattico del corso di laurea), Marco Marchetti, Giacomo Lazzarino, Rosa Maria Paragliola e Maria Sorrentino. Docenti appassionati e coinvolti, ormai volti storici di UniCamillus e di questo percorso accademico, che offriranno una panoramica chiara e approfondita sul piano di studi, sulle opportunità professionali e sulle tante esperienze pratiche che caratterizzano il percorso formativo. Oltre al team docente, l’Open Day darà spazio a chi ha già vissuto e sta vivendo l’esperienza in UniCamillus: saranno infatti in collegamento alcuni laureati e/o studenti, per condividere in prima persona il valore del corso di laurea. I laureati racconteranno il loro percorso, soffermandosi non solo sul successo professionale raggiunto grazie al titolo conseguito e alle nozioni apprese, ma anche su attività di grande importanza sociale svolte durante il biennio formativo. Tra questi i 'progetti scuola', iniziative concrete che li hanno visti protagonisti nel portare la cultura dell’alimentazione e della salute nelle scuole. Esperienze che mostrano come lo studio della nutrizione possa avere un impatto reale e immediato sulla vita delle persone. Gli studenti, invece, offriranno uno sguardo autentico e 'in diretta' sul quotidiano della vita universitaria, tra lezioni, laboratori e progetti. Un’occasione irrinunciabile per capire da vicino cosa significa studiare Scienze della nutrizione umana in UniCamillus. L'open day è l’opportunità perfetta per conoscere in anteprima l’approccio multidisciplinare del corso di laurea, per scoprire le opportunità di carriera nel mondo della nutrizione, e per fare domande in diretta e interagire con docenti e studenti, soddisfacendo ogni dubbio o curiosità. Per partecipare all’open day, è necessario compilare il form raggiungibile a questo link: https://unicamillus.org/landing-open-day-scienze-nutrizione-umana/. Le iscrizioni al bando per l’ammissione al corso di laurea magistrale in Scienze della nutrizione umana sono aperte fino al 10 settembre 2025, ore 13:00. L’iscrizione avviene tramite il portale GOMP: https://unicamillus-studenti.gomp.it/Login/Index?ReturnUrl=%2f. Il corso di laurea ha una durata biennale e si svolge principalmente in modalità mista, con una prevalenza di lezioni online, senza obbligo di frequenza. L’accesso è a numero limitato e selezionato sulla base dei titoli posseduti. Possono partecipare alla selezione i laureati in Farmacia, Scienze Motorie, Dietistica, Scienze Biologiche, Medicina, Scienze e Tecnologie Alimentari, oltre ad altri laureati in possesso di specifici crediti formativi universitarI (Cfu). È inoltre possibile iscriversi al secondo anno del corso, previo riconoscimento degli esami sostenuti presso altri atenei. Per maggiori dettagli e aggiornamenti sul bando, è possibile visitare la pagina: https://unicamillus.org/wp-content/uploads/bandi_ammissione/2025-2026/dr_305-2025_bando-snu-2025-2026-cm.pdf. Per avere informazioni sull’Open Day, scrivere a nutrizione.umana@unicamillus.org.
(Adnkronos) - Benessere delle famiglie con animali d’affezione, l’Italia non tiene il passo: i servizi offerti nel settore pet care mostrano ritardi strutturali e forte disomogeneità tra Comuni costieri e interni. E' la fotografia del XIV rapporto nazionale 'Animali in Città' di Legambiente sulle performance dei Comuni e delle Asl nella gestione degli animali nei centri urbani (con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enci, Fnovi, Amvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva), presentato questa mattina in occasione ella 37esima edizione di Festambiente, il festival nazionale del Cigno Verde dal 6 al 10 agosto a Rispescia (GR). Nel 2024, su un campione di 734 amministrazioni comunali (appena il 9,3% dei comuni italiani) che hanno risposto in modo completo al questionario di Legambiente, solo il 39,5% (meno di 4 comuni su 10) ha ottenuto una performance almeno sufficiente nella gestione degli animali d’affezione. Di questi - spiega l'associazione - 82 Comuni costieri (il 12,7% del totale in Italia) e 652 interni (il 9% del totale) che, pur condividendo ritardi strutturali, dimostrano andamenti divergenti, con differenze marcate nella qualità e disponibilità dei servizi offerti ai cittadini e ai loro animali. La disomogeneità più evidente riguarda l’accesso ad aree libere per cani: presenti nel 36,2% dei Comuni costieri e nel 10,4% appena dei Comuni interni - rileva Legambiente - Altra differenza si registra per i servizi di pensione per animali, disponibili nel 57,3% dei Comuni costieri e in appena il 21,9% di quelli dell’entroterra. Nella gestione del fine vita degli animali d’affezione, invece, solo il 28% dei Comuni costieri e il 10% degli interni ha predisposto regolamenti per cremazione, tumulazione o inumazione. Altro tema sensibile sono botti e fuochi d’artificio, spesso fonte di stress per gli amici a quattro zampe - si legge nel report - ad adottare regolamenti specifici per limitarne l’uso il 21,9% dei Comuni costieri e l’8,3% di quelli interni. Ancora limitata, poi, la presenza di Sportelli Animali o di un Garante per i diritti degli animali (l’8,5% dei Comuni costieri e il 4,4% per quelli interni) e di un sostegno economico ai cittadini nella sterilizzazione degli animali (14,6% e 4,7%). Un grave ritardo dei Comuni costieri - avverte l'associazione - è costituito dall’adozione di un regolamento per la corretta fruizione delle spiagge da parte delle famiglie con animali d’affezione, presente solo nel 23,2% dei casi. Il Cigno Verde è tornato a denunciare, poi, l'assenza di una sanità veterinaria pubblica di prossimità. Non solo la fotografia dei ritardi da colmare. Anche quest’anno Legambiente assegna il Premio 'Animali in città' a quelle realtà virtuose che si sono distinte per l’offerta di servizi e azioni dedicate alla prevenzione del benessere animale, sulla base di 36 indicatori per i Comuni e di 25 per le Aziende Sanitarie. Tra le amministrazioni comunali premiate, Napoli che si distingue per la copertura sanitaria e l’integrazione tra servizi veterinari e socioassistenziali; San Giovanni in Persiceto (BO) che eccelle grazie a servizi integrati, un forte attivismo civico e ordinanze comunali efficaci; Modena per l’investimento economico significativo e una regolamentazione urbana completa a tutela del benessere animale. Tra i Comuni sotto i 5mila abitanti, premiati Zocca (MO) e Campodolcino (SO) per i loro investimenti in educazione civica e in progetti sociali adattati al contesto rurale e montano. Tra le Asl più virtuose, invece, si distinguono Napoli 1, Bergamo e Vercelli, che oltre a fornire dati puntuali, integrano meglio i servizi sanitari con quelli offerti dai Comuni, operando con proattività. "Il XIV Rapporto di Animali in città - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente - conferma che solo grazie a solide alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati è possibile garantire il benessere delle famiglie con animali d’affezione. Per questo chiediamo di promuovere ed agevolare la firma di 1.000 accordi o patti di comunità in tutto il Paese. È urgente rilanciare la sanità veterinaria pubblica di prossimità, obiettivo per cui chiediamo al governo di realizzare un piano nazionale a supporto delle Regioni che consenta l’assunzione stabile di 6mila veterinari e alle Regioni il raggiungimento complessivo di 1.000 strutture veterinarie pubbliche (850 tra canili sanitari e gattili sanitari e circa 150 ospedali veterinari pubblici), distribuite equamente sul territorio in rapporto alla popolazione servita. Inoltre, alle Amministrazioni comunali l'appello è di potenziare le aree verdi con libero accesso dedicate alle famiglie con cani, di valorizzare l’applicazione di regolamenti e ordinanze e rafforzare il senso civico grazie al supporto di 10mila guardie ambientali e zoofile delle associazioni di volontariato, per migliorare concretamente la qualità della vita di cittadini e animali”.