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(Adnkronos) - Sono oltre 485mila gli uomini in Italia che vivono dopo una diagnosi di tumore della prostata. Un numero che, secondo le ultime stime, aumenterà dell'1% ogni anno fino al 2040. I tassi di sopravvivenza a 5 anni risultano buoni e superiori al 90%, ma l'impatto della malattia è ancora grande. Nel nostro Paese i decessi sono oltre 8.200 ogni anno e tenderanno a crescere insieme all'incremento dell'età media e all'incidenza della malattia. Il quadro a luci e ombre sulla neoplasia è stato tracciato oggi da Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) in una conferenza stampa online. "Quello prostatico è divenuto in Italia il carcinoma più frequente tra i maschi - afferma Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom - Un dato comune in quasi tutti i Paesi occidentali. Vi sono poi i fattori modificabili che favoriscono l'insorgenza della malattia, soprattutto legati agli stili di vita errati". Per sensibilizzare la popolazione maschile Aiom e Fondazione Aiom hanno partecipato al 'Tour Mediterraneo' della nave Amerigo Vespucci. Durante gli eventi al 'Villaggio In Italia', oncologi della società scientifica e volontari hanno distribuito materiale informativo incentrato sulla prevenzione. Insieme agli oncologi hanno preso parte al tour della Vespucci anche Fondazione Airc e la Società italiana di radiologia medica e interventistica (Sirm). "E' stata un'ottima occasione per ribadire l'importanza di numerosi comportamenti per evitare malattie molto gravi - prosegue Cinieri - Sempre più studi scientifici, negli ultimi anni, hanno evidenziato correlazioni per esempio con il fumo di sigaretta. Il tabagismo aumenta del 20% il rischio di tumore della prostata, così come l'obesità tende a far sviluppare neoplasie più aggressive e talvolta letali. Le sigarette e il grave eccesso di peso sono ancora molto diffusi e interessano rispettivamente il 27% e l'11% dei maschi adulti. Anche malattie croniche come il diabete e la sindrome metabolica giocano un ruolo nefasto. Viceversa, un'attività fisica regolare ha dimostrato di ridurre il rischio di progressione di malattia, oltre che la mortalità. Bisogna perciò puntare sulla prevenzione primaria per ridurre l’impatto di un tumore molto diffuso e per il quale però non esistono programmi di screening". "Nelle fasi iniziali il tumore di solito non è accompagnato da sintomi che possono favorire una diagnosi precoce - spiega Marco Maruzzo, direttore dell'Uoc Oncologia 3 dell'Istituto oncologico veneto - Con il progredire della malattia a livello loco-regionale possono comparire i primi segnali tra cui ridotta potenza del getto urinario, ematuria o dolore. I trattamenti disponibili sono diversi, come la sorveglianza attiva che consiste nel monitoraggio costante della malattia quando è poco aggressiva. Vi sono poi la chirurgia, la radioterapia o la terapia ormonale per ridurre la produzione di ormoni legati allo sviluppo della patologia. Per i pazienti con tumore non metastatico resistente alla castrazione medica e con carcinoma metastatico sensibile agli ormoni sono disponibili trattamenti ormonali di nuova generazione. Sono terapie orali con un ottimo profilo di tollerabilità, che permettono il controllo della malattia. Inoltre, l'associazione di alcuni di queste molecole alla chemioterapia può portare a un beneficio significativo soprattutto in pazienti con malattia più estesa". "Un'altra forma di prevenzione è il monitoraggio di alcune categorie di potenziali pazienti - continua Nicola Silvestris, segretario nazionale Aiom - E' noto come la familiarità rappresenti un fattore che influisce sull'insorgenza e in caso di un parente di primo grado colpito dalla neoplasia il rischio è almeno raddoppiato. Circa il 10% di tutti i tumori prostatici si sviluppa su base eredo-familiare e di solito sono casi diagnosticati più precocemente. Attraverso specifici test genetici siamo in grado di identificare gli uomini portatori di varianti patogenetiche legate per esempio a geni Brca. Dopo è possibile avviare il paziente a percorsi di monitoraggio o cura della malattia. Tutti aspetti affrontati nel Tour Vespucci dove è stato possibile incontrare migliaia di persone, spiegando loro l'utilità della prevenzione e dei progressi dell'innovazione nella lotta contro il cancro". "Un'iniziativa ambiziosa che rappresenta un passo concreto nel nostro impegno al fianco delle persone che convivono con il tumore alla prostata - dichiara Arianna Gregis, Head Pharmaceuticals di Bayer Italia - Come azienda, lavoriamo per ampliare e migliorare le opzioni di cura, consapevoli che la prevenzione e la sensibilizzazione giocano un ruolo fondamentale nel contrasto alle malattie. Il carcinoma alla prostata risulta uno degli argomenti più discussi della salute maschile. Eppure, come evidenziato dagli esperti di Aiom, la prevenzione in Italia deve essere incentivata anche attraverso campagne di sensibilizzazione mirate. Per questo siamo lieti di aver supportato Aiom durante il Tour Mediterraneo della nave Amerigo Vespucci".
(Adnkronos) - “Quello del legno rimane un settore fondamentale, tanto dal punto di vista della produzione che del riutilizzo del legno già in circolazione. Sappiamo bene quanto sia importante, sia a fini ambientali che economici, riciclare, riutilizzare ed evitare gli sprechi. Quindi si deve andare avanti su questa strada”. Lo ha affermato l’economista Carlo Cottarelli nel suo intervento al convegno ‘Il futuro del mondo legno: economia circolare e risorse forestali’ a Mantova, organizzato da Rilegno e Conlegno. “Nel biennio 2021-2022 abbiamo osservato un’ondata di aumenti di costi che ha coinvolto tutte le materie prime”. Un’impennata che si è verificata “perché le politiche di quel periodo, rivolte a far uscire il mondo dal Covid, sono state un po’ troppo espansive e questo ha fatto innalzare i prezzi - aggiunge - Successivamente la situazione si è normalizzata e ad oggi non credo che ci siano le basi per un altro shock di questo genere”. “Naturalmente, è essenziale che le politiche monetarie continuino ad essere usate prudentemente. L'inflazione è tornata a livelli bassi e questo consentirà anche di tenere moderati i prezzi delle materie prime. Nonostante tutti gli shock che ci sono stati - conclude - la situazione macroeconomica si è abbastanza normalizzata dal 2022 ad oggi e la crescita continua a livello mondiale intorno al 3%”.
(Adnkronos) - Save the Children, la Cooperazione Italiana e Ferrero insieme per migliorare le condizioni di vita dei minori che vivono nelle comunita’ di coltivatori di cacao in Costa d’Avorio. Il progetto - che coinvolge istituzioni, mondo aziendale e società civile - si svilupperà nella regione dell'Haut Sassandra e nel distretto delle Montagnes creando le condizioni per proteggere i bambini, dando loro accesso all’istruzione e ai servizi sanitari di base, migliorando la registrazione delle nascite, assicurando i mezzi di sussistenza e la nutrizione, supportando le comunità e l’imprenditoria femminile e contrastando il fenomeno del lavoro minorile. L’intervento, che durerà complessivamente fino al 2030, si innesta e rappresenta l’ampliamento di un programma dell’Organizzazione, avviato fin dal 2017 con il sostegno di Ferrero, che continuerà a finanziare l’iniziativa in un’ottica di partenariato pubblico-privato. L’iniziativa si avvarrà dei fondi della Cooperazione italiana, in seguito all’esito della selezione di una procedura comparativa gestita dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Con la dotazione prevista dal bando dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e al rinnovato sostegno di Ferrero, l’intervento può contare su un finanziamento totale di quasi 20 milioni di euro, di cui oltre 8 milioni e 800mila euro provengono dalla Cooperazione Italiana, 8 milioni sono stanziati da Ferrero e la restante parte garantita da un co-finanziamento di Save the Children. L’ innovazione del progetto, spiegano i promotori, consiste nel lavorare con un approccio integrato e di sistema, sia sul campo, mettendo in connessione comunità, famiglie, fornitori e governi locali, sia a livello di sostenibilità economica attraverso finanziamenti privati ed istituzionali che possono abilitare un cambiamento strutturale e di lungo termine. Lavorare nella filiera del cacao, con partner del mondo corporate e i supplier sul territorio, coinvolti direttamente nel processo fin dalla definizione degli interventi, proseguono, crea una potente contaminazione di conoscenze e competenze tra settore pubblico e privato, che moltiplica l'impatto ben oltre l'investimento iniziale e trasforma gradualmente le buone pratiche in politiche pubbliche. In questo modo, inoltre, le misure di protezione dell'infanzia vengono integrate all'interno delle operazioni della supply chain, garantendo che gli interventi raggiungano i bambini più vulnerabili, promuovano la sostenibilità a lungo termine e possano essere replicati su scala. Infine, l’intervento si basa su indicatori di performance e sistemi di valutazione per garantire risultati concreti e duraturi. “Da sempre crediamo nell’importanza della collaborazione tra istituzioni pubbliche, sia a livello nazionale sia internazionale, società civile e settore privato, che valorizzi l’esperienza e le competenze di ognuno di questi attori. Il vero cambiamento non nasce da azioni isolate, ma da alleanze trasformative e durature. Ecco perché, come Save the Children, pensiamo che questa partnership dia significato alla parola investimento: investire nel lungo periodo con azioni trasversali, coinvolgendo più attori per risultati duraturi - spiega Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children - questo progetto dimostra come uno sviluppo socioeconomico sostenibile in un paese come la Costa d’Avorio sia possibile, grazie alle competenze sulla supply chain di un’azienda come Ferrero, alla strategia della cooperazione italiana, che con i finanziamenti adeguati e l’impegno dell’Italia può creare condizioni abilitanti per lo sviluppo, e un’organizzazione come Save the Children da sempre presente sul territorio con competenza e professionalità. Più attori, che insieme possono raggiungere un risultato superiore alla somma delle sue parti, diventando reali agenti di cambiamento.” “In Ferrero, il rispetto e la promozione dei diritti umani sono fondamentali. Questi principi cardine sono integrati nelle nostre pratiche di sourcing a supporto delle persone e delle comunità che fanno parte della nostra filiera - aggiunge Isabel Hochgesand, Global Chief Procurement Officer di Ferrero - questa nuova fase della collaborazione con Save the Children e la Cooperazione Italiana rappresenta un passo importante verso un ecosistema del cacao più sostenibile. Lavorando insieme lungo l’intera filiera del cacao, miriamo a costruire una supply chain trasparente, inclusiva e duratura, capace di generare un impatto concreto sia per le comunità che per il nostro business”.