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(Adnkronos) - Gli Statuto si candidano ad un posto tra i Big di Sanremo 2025 con una promessa: portare due stelle del calcio torinese sul palco dell'Ariston, nel caso Carlo Conti li scelga per il festival. "Ciao amici, abbiamo proposto a Carlo Conti un pezzo pazzesco per Sanremo. A più di 30 anni dalla nostra partecipazione al Festival, ci siamo rimessi in gioco e scritto una canzone che parla di un padre e una figlia. Due generazioni a confronto accomunate dall’amore per il calcio, con i ritmi e gli accenti della musica ska. E ora vi facciamo una promessa: se riusciremo a segnare questo gol, porteremo sul palco dell'Ariston due stelle del calcio italiano che si esibiranno con noi! Pasquale Bruno e Marco Ferrante. Non ci credete?", scrive la band su Instagram, quando manco ormai poco più di una settimana all'annuncio ufficiale dei Big in gara, che avverrà domenica primo dicembre nel Tg1 delle 13.30. I due calciatori citati, sono molto legati alla storia del Torino: Marco Ferrante è un dirigente e procuratore sportivo ex calciatore con il ruolo di attaccante. Con 125 gol totali con la maglia del Torino si trova al 5º posto della classifica dei marcatori del club torinese. Era solito festeggiare un gol portandosi le dita accanto alle tempie, per rappresentare la figura del toro. Pasquale Bruno è un ex calciatore con il ruolo di difensore, ricordato per essere stato uno dei giocatori più duri della storia del calcio italiano. Tra le sue vittorie figurano la Coppa Uefa 1989-1990, conquistata con la Juventus, e due Coppe Italia. Ceduto al Torino, ne divenne acceso tifoso disputando numerosi derby da vero ultras granata. Non stupisce che gli Statuto - La band è composta da Oscar 'oSKAr' Giammarinaro (voce), Giulio 'Arfy' Arfinengo (batteria), Francesco Tringali (chitarra), Alessandro 'Bruce' Loi (basso), Lorenzo Bonaudo (tromba) e Gigi Rivetti (tastiere) - vogliano legare al calcio anche la loro eventuale partecipazione a Sanremo. Il 4 ottobre scorso, infatti, è uscito 'Statuto Football Club', il nuovo album della storica band mod torinese: una raccolta di otto tra canzoni e sigle radio-tv a tema calcistico, riarrangiate con il tipico stile ska-soul-pop che da sempre è il marchio di fabbrica della band. Attraverso leggendarie melodie condivise da più d’una generazione di tifosi, questo progetto ripercorre la storia del calcio italiano e non solo. Tra le tracce la sigla di 'Tutto il calcio minuto per minuto' e quella di 'Novantesimo Minuto', fino alla 'Domenica Sprint' passando per la 'Domenica Sportiva'. Nel disco anche l’iconica 'La leva calcistica della classe '68' di Francesco De Gregori e 'Una vita da mediano' di Ligabue. La divertente 'La partita di pallone' di Rita Pavone e la hit internazionale 'Un’estate italiana' del duo Nannini-Bennato, che divenne inno del campionato del mondo di calcio che si giocò in Italia nel 1990. Il rapporto tra Gli Statuto e il calcio è un amore che dura da anni. Sfegatati tifosi del Torino, per primi nel 1988 hanno firmato una canzone ('Ragazzo ultrà') che descrive la tematica delle tifoserie organizzate. Correva l’anno 1998, quando nel videoclip del loro brano 'Un Posto al Sole', partecipava tutta la rosa del Torino Calcio al gran completo. Nelle immagini la squadra era impegnata in una partita con la band. Nel 2005 hanno pubblicato il brano 'Facci un goal', al cui videoclip partecipa anche lo storico attaccante del Torino Paolo Pulici. Con il collega Enrico Ruggeri hanno scritto nel 2010 il brano 'Controcalcio', che è un omaggio al calcio d’altri tempi. Inoltre il frontman della band oSKAr, è membro della Nazionale Italiana Cantanti dal 2017 con il ruolo di difensore.
(Adnkronos) - "Le proposte che abbiamo avanzato al Governo sono dettate dal buonsenso. Il primo problema è che il cittadino non ha una certezza della norma. Riteniamo, inoltre, che la pressione fiscale e previdenziale italiana deve essere al pari di quella europea. C’è poi il problema legato al rimborso Iva, la piccola impresa si deve avvalere di un professionista che deve apporre il visto rendendo incerta la semplificazione. Attendiamo le semplificazioni". Così il presidente dell’Associazione nazionale consulenti tributari, Celestino Bottoni, intervenendo oggi alla decima edizione del Meeting delle professioni Ancot. "Un’altra cosa - spiega - che sta mettendo in ginocchio le nostre imprese sono i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. Un’altra richiesta che abbiamo avanzato è sulla rappresentatività dei contribuenti dinanzi ai giudici tributari, che spesso viene messa in dubbio da una norma carente. Le aziende sono in sofferenza e stanno affrontando quella che viene definita la 'permacrisi'. Le aziende in questa fase congiunturale devono essere concretamente supportate soprattutto per conquistare nuovi mercati internazionali”. “Ci mettiamo a disposizione - sottolinea - per lavorare insieme per il bene del Paese e questo è l’obiettivo dall’Ancot. Confidiamo di continuare il confronto con i politici. Nel 2024 abbiamo compiuto quarant’anni, conquistando tantissime vittorie che hanno permesso il riconoscimento della figura del tributarista. Il nostro obiettivo è di avere la certificazione che attesta i requisiti di ogni professionista che deve essere rinnovata ogni tre anni impegnando il professionista ad una formazione e ad ogni azione di aggiornamento costante, per rendere sempre più la figura professionale del tributarista rispondente alle richieste dei contribuenti e del sistema delle istituzioni”. “L’appuntamento di oggi - afferma Mino Dinoi, presidente di Aepi (Associazioni europee di professionisti e imprese) - è un ulteriore contributo dell’associazione per confrontarci con i politici. Il Meeting delle Professioni è sempre più un importante momento di analisi e di riflessione sui temi fiscali. Come Aepi non siamo portati solo a lamentarci, ma avanziamo delle nostre proposte. Poco fa abbiamo siglato un accordo con Simest che è diventato subito operativo ed abbiamo avviato un programma finalizzato all’attività di formazione e informazione per spiegare alle imprese esportatrici le opportunità che hanno. Grazie a questo accordo saremo presenti all’Expo di Osaka”. L’avvocato Cosimo Ferri, vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria ricorda che: “Il ruolo dei professionisti è determinante, visto dal lato della giustizia tributaria. Al centro c’è la terzietà del giudice. Quando oggi mi inserisco nel tema della semplificazione , questo non vuole dire annullare le garanzie e i diritti. Il professionista deve aiutare la pubblica amministrazione a crescere. Un grande aiuto in tal senso può arrivare dalla digitalizzazione”. La senatrice Mariastella Gelmini, intervenendo ai lavori del convegno,spiega: “Per me è un’opportunità di confronto molto importante con il mondo dei professionisti. E' importante per la politica prestare ascolto alle vostre istanze. Ogni giorno svolgiamo il ruolo dei legislatori e credo sia sempre più importante la valutazione d’impatto delle norme sul Paese. Il controllo avviene nelle Commissioni, ma non credo che questo iter sia sufficiente. Ritengo quindi fondamentale un dialogo più forte tra la professione e la pubblica amministrazione. Io penso e mi adopero perché ci sia sempre di più un confronto tra le istituzioni e i tributaristi. Affrontando il tema della legge di bilancio, siamo lontani dal rapporto di fiducia tra il contribuente e l’amministrazione finanziaria. E' importante la capacità di recepire le vostre istanze. Le misure che riguardano le professioniste per la conciliazione dei tempi a mio avviso deve essere allargata a tutte le associazioni professionali e non solo per quelli ordinistici”. Abbiamo una burocrazia - aggiunge il deputato Ettore Rosato - che si ingigantisce e non si snellisce. Dobbiamo puntare decisamente sulla digitalizzazione per snellire in maniera semplice ed evidente tante storture. Ci vogliono professionisti che siano il filtro tra i contribuenti e la pubblica amministrazione e questo deve essere caratterizzato dalla digitalizzazione. Dobbiamo irrobustire le piccole e medie imprese”.
(Adnkronos) - “L’Italia, Paese leader del riciclo in Europa, vive un paradosso proprio sul materiale riciclabile al 100 per cento e infinite volte, l’alluminio. Non sono infatti disponibili quantità sufficienti di rottami. Abbiamo, cioè, una capacità di riciclo sottoutilizzata”. Lo hanno affermato il presidente di Assomet-Centroal, Danilo Amigoni, e il direttore generale di Cial, Stefano Stellini, in una conferenza stampa alla Camera. (VIDEO) “La ragione - ha spiegato Amigoni - è che in quantità crescente (a livello Ue 1,4 mln t nel 2023, +13% su base annua) i rottami di alluminio vengono accaparrati sul mercato da Paesi del Far East, dove vengono lavorati con bassi standard ambientali e tramite sussidi che danneggiano l’Europa e, al suo interno, in modo particolarmente grave, l’Italia. Chiediamo alla politica italiana, che nei mesi scorsi ha offerto un primo segnale inserendo i rottami di alluminio e di altri metalli non ferrosi nel sistema di monitoraggio nazionale sull’export delle materie prime critiche, di spingere per l’introduzione in Europa di norme che consentano la fuoriuscita di rottame solo verso Paesi terzi in grado di certificare i medesimi standard ambientali della Ue, e dunque i medesimi oneri a carico delle imprese. Chiediamo inoltre una posizione a favore di modifiche al Cbam, il meccanismo che tassa l’importazione in Ue di materiali ad elevate emissioni, ma non i prodotti finiti che al loro interno contengono proprio quei materiali. Il che è un ulteriore elemento di penalizzazione per le attività di riciclo e per il mercato all’interno della Ue”. Le performance dell’alluminio nel riciclo sono molto evidenti nel comparto degli imballaggi, di cui si occupa Cial. Stellini ha evidenziato: “Con un tasso di riciclo medio, negli ultimi cinque anni, del 70% di imballaggi in alluminio, il nostro Paese non solo ha da tempo raggiunto e superato gli obiettivi al 2030, ma si colloca al primo posto in Europa con ben 10 punti percentuali sopra la media (59%) degli altri paesi. L’efficienza del sistema italiano è ancor più evidente se si analizza lo spaccato del tasso di riciclo per le sole lattine in alluminio per bevande, pari al 93,8% per il 2023. Un risultato da record, in linea con quello dei paesi i cui sistemi sono basati sul deposito cauzionale e abbondantemente superiore al tasso medio di riciclo europeo del 76%”. Ma l’Italia è capofila anche sulla prevenzione. "Uno studio realizzato da Cial per tracciare la tendenza evolutiva del packaging in alluminio a partire dal 2000 dimostra come le imprese della filiera siano riuscite a risparmiare in media ogni anno circa 5.350 tonnellate di materiale (l’equivalente di 51.000 carrozzerie per auto) per un totale di 107.000 tonnellate pari ad una riduzione complessiva di 936.000 tonnellate di CO2. Ciò grazie a miglioramenti dei processi produttivi e a una progettazione dell’imballo finalizzata a massimizzare il riciclo”, ha aggiunto Stellini. “In Italia - hanno ricordato Amigoni e Stellini - viene prodotto solo alluminio da riciclo che garantisce sostenibilità ambientale, decarbonizzazione ed efficienza energetica. Il riciclo necessita di solo il 5% dell’energia richiesta per la produzione di alluminio primario. A livello europeo il riciclo dell'alluminio potrebbe comportare una riduzione delle emissioni di CO2 del 46% all’anno al 2050”.