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(Adnkronos) - Si è svolta questa sera, "in un clima di grande cordialità", una riunione tra i leader del centrodestra Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi. Nel corso dell’incontro, si legge in una nota congiunta del centrodestra, "si è iniziato a ragionare in modo costruttivo sui candidati alle prossime elezioni regionali, con l’obiettivo condiviso di individuare figure autorevoli e vincenti, capaci di rappresentare al meglio i territori e le istanze dei cittadini". "Il centrodestra si conferma compatto e determinato a proseguire il lavoro comune. I leader torneranno a incontrarsi la prossima settimana per proseguire il confronto", conclude la nota. Resta intanto da sciogliere il nodo Veneto. Sul futuro della guida della regione del nord al voto in autunno, sospesa tra aspirazioni identitarie della Lega e di Salvini, e rivendicazioni di Fratelli d'Italia, primo partito per consenso, fonti accreditate raccontavano prima del vertice di una premier in procinto di prendere, in prima persona, una decisione, che di sicuro qualcuno scontenterà, ma che terrà conto anche degli equilibri di governo. Un tempo di riflessione che deve però fare i conti con il fatto che ora ci sono anche le prime date del voto, messe nero su bianco dal presidente uscente delle Marche Francesco Acquaroli, di nuovo in corsa contro il dem Ricci. Il meloniano ha deciso di fare votare i marchigiani il 28 e 29 settembre prossimi, dando il via ufficiale a una campagna elettorale in piena estate.
(Adnkronos) - Importi mensili inferiori rispetto al dovuto e un quadro normativo in continua evoluzione, con prospettive incerte e poco chiare. Il sistema pensionistico italiano è di nuovo al centro del dibattito. Tra annunci di riforme, bonus e ipotesi di uscite anticipate o posticipate, chi è già in pensione e chi deve andarci è disorientato e in apprensione. Il network legale Consulcesi & Partners, negli ultimi due mesi, ha registrato – sul fronte dell’assistenza previdenziale – un aumento delle richieste del 28% rispetto al 2024. Nello specifico, attraverso il nuovo sito del servizio OK Pensione, sono aumentate: del 33% le richieste di verifica degli importi delle pensioni; del 25% le domande sul riscatto della laurea; con un vero boom per il servizio Calcolo Pensione Futura, che segna un +41%, a testimonianza dei timori crescenti legati all’uscita dal mondo del lavoro. In questo scenario, Consulcesi & Partners ha ulteriormente rafforzato e rinnovato la sua storica presenza nell’ambito previdenziale con il lancio di 'OK Pensione': un servizio digitale (www.okpensione.it) ideato per aiutare i cittadini a fare chiarezza sulla propria posizione previdenziale, presente e futura. Il servizio Ricalcolo Pensione è riservato a chi è già in quiescenza e desidera verificare la correttezza degli importi ricevuti. Un team legale e previdenziale analizza la documentazione, evidenzia eventuali errori e assiste nella richiesta di ricalcolo e nel recupero degli arretrati, anche con azioni legali laddove necessario. Secondo una stima dei partner previdenziali di C&P, oggi in Italia sei pensioni su dieci sono errate. Spesso si tratta di importi inferiori di almeno 200–300 euro al mese, con la possibilità, dunque, di ottenere una somma maggiore e recuperare anche gli arretrati. Come nel caso di un medico assistito da C&P che, di recente, ha ottenuto un risarcimento di oltre 70.000 euro, tra arretrati e Tfr non versato correttamente. Attraverso il servizio 'Calcolo Pensione Futura', chi è ancora in attività (dipendenti pubblici e privati, ma anche autonomi) può programmare e valorizzare al meglio la propria uscita dal mondo del lavoro, grazie a un mix di competenze specifiche, tecnologie avanzate e algoritmi esclusivi. “OKPensione – spiega Bruno Borin, responsabile del team legale di Consulcesi & Partners – pur avvalendosi delle tecnologie più avanzate, non è un semplice calcolatore automatico, ma un servizio professionale pensato per offrire analisi su misura e supporto legale qualificato. È un’ancora di chiarezza in un sistema normativo complesso e mutevole, che combina la forza legale del nostro network con l’esperienza di una rete di consulenti e partner previdenziali capaci di fare la differenza. La tecnologia ci aiuta, ma la vera differenza la fanno le persone, l’ascolto e la competenza”.
(Adnkronos) - “Oggi presentiamo un esempio di ricerca universitaria molto avanzata e già molto vicina a una sperimentazione su strada reale. È qualcosa di potenzialmente pronto per un servizio, ma bisogna fare un grande salto. Lo deve fare l'Italia, lo deve fare l'Europa: trasformare questi bei progetti molto avanzati di ricerca e sviluppo, in progetti industriali imprenditoriali”. Così Sergio Matteo Savaresi, professore e direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, alla presentazione del progetto ‘Sharing for Caring’, a Darfo Boario Terme (Bs). Si tratta di ‘Robo-caring’, il primo prototipo italiano di mobilità autonoma - una Fiat 500 elettrica sviluppata all’interno del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, dal Politecnico di Milano - pensato per persone anziane e con fragilità. Il progetto gode del sostegno di Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano, e della collaborazione di Cisco Italia come partner tecnologico. Un'innovazione che si basa su “una tecnologia estremamente complessa che richiede tante risorse economiche - sottolinea il professore - Stiamo provando a trasformare questo bellissimo progetto di ricerca in un grosso progetto imprenditoriale per dare all'Italia e all'Europa la chance di avere questa tecnologia che oggi, di fatto ha solo la Cina e gli Stati Uniti”. Ma per cogliere questa opportunità Italia ed Europa “devono fare un salto”, si diceva. Per farlo servono grosse risorse economiche da impiegare nella trasformazione di una tecnologia estremamente complessa in un servizio disponibile ai cittadini. Ma non solo. “Serve uno sblocco normativo che rimuova la necessità di avere il safety-driver a bordo, oggi obbligatorio per fare questa sperimentazione (Decreto Ministeriale 70 del 2018 ‘Smart Road’ ndr.) - evidenzia Savaresi - Le due cose dovrebbero avvenire idealmente insieme: quando la tecnologia è stata messa completamente a punto da un'entità industriale imprenditoriale, serve lo sblocco normativo”, suggerisce. Il prototipo presentato a Darfo Boario è l'espressione di un futuro imminente. Ma viene da chiedersi: quando vedremo davvero sulle strade italiane un veicolo a guida autonoma senza safety-driver? “Perché la messa a punto industriale e lo sbocco normativo arrivino a compimento prevediamo dai 2 ai 4 anni”, stima Savaresi.