ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Vittorio Feltri, Enrico Mentana, Bruno Vespa. Sono tanti i colleghi che ricordano Emilio Fede, morto oggi martedì 2 settembre a 94 anni, attraverso note e messaggi social. Ma non è solo il mondo del giornalismo a ricordare lo storico direttore del Tg4: anche dal mondo della politica tanti si uniscono al cordoglio. "Emilio Fede è stato un protagonista indiscusso della tv, della politica e del giornalismo: a tutti i suoi cari vanno il cordoglio e l’abbraccio della Lega", le parole di Matteo Salvini, leader del Carroccio e ministro delle Infrastrutture, commentando in una nota la notizia della morte del giornalista. Anche il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha lasciato un ricordo sui social: "Ci ha lasciati Emilio Fede. Verrà ricordato come un grande giornalista, anche nella fase da giovane inviato in Africa. Direttore del Tg1 prima e poi del Tg4. Di lui resteranno le sue iconiche conduzioni, interprete di un nuovo modo di fare informazione, moderna e all’avanguardia. Un uomo buono con il quale spesso mi sono confrontato. Esprimo le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari. Riposa in pace, Emilio". Un pensiero "alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di dolore" arriva anche dalla ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli; mentre la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, pubblica una fotografia che li ritrae insieme scrivendo semplicemente: "Buon viaggio Emilio". "Emilio Fede è stato per me non solo un volto storico del giornalismo e della Tv, ma anche un amico sincero. Sono vicina alle sue figlie, Sveva e Simona, e a tutti i suoi cari cui mando un abbraccio forte", è la dichiarazione del Ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati. Si unisce al cordoglio il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "È con dispiacere che ho appreso la notizia della scomparsa di Emilio Fede, volto storico del giornalismo televisivo che ha accompagnato milioni di italiani per oltre mezzo secolo. Una lunga carriera la sua, iniziata in Rai negli anni Sessanta, proseguita poi da direttore del Tg1 e infine al Tg4. 'Sono caduto, ma non ho mai smesso di essere Emilio Fede', disse una volta: ed è con queste sue parole che lo voglio ricordare", scrive sui social. "Alle figlie Sveva e Simona e ai suoi cari giungano le condoglianze più sentite, mie personali e del Senato della Repubblica", conclude. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, saluta sui social "un amico con il quale abbiamo raccontato fatti con serietà e a volte con ironia. Una lunga storia nell’informazione, attraverso il tempo e gli eventi". E all'Adnkronos dice: "Mille ricordi con Emilio Fede: abbiamo raccontato riforme, leggi, battaglie, attacchi al governo Berlusconi, rilancio del centrodestra con la capacità di essere narratore dei fatti e, anche se certamente schierato dalla nostra parte, con quel tocco di ironia con il quale a volte si divertiva a storpiare i nomi di chi era troppo critico. Ma ha anche raccontato guerre, ha fatto l’inviato, ha girato il mondo, prima con il servizio pubblico e poi con Mediaset. Un amico, un protagonista, un personaggio che ricorderemo sempre". "Per ricordare Emilio Fede dico solo una frase, in latino: 'Parce sepulto'... Preferisco non aggiungere altro". A parlare con l'Adnkronos è Marcello Dell'Utri che commenta così la morte di Emilio Fede. Parce sepulto, cioè 'Perdona a chi è sepolto' è una espressione che nell’Eneide di Virgilio lo spirito di Polidoro rivolge a Enea. Viene spesso ripetuta per invitare a non parlar male dei defunti, anche se hanno avuto delle colpe. “Con Emilio Fede se ne va un protagonista del giornalismo televisivo italiano. La sua voce e il suo stile hanno accompagnato milioni di italiani, segnando momenti che restano nella memoria collettiva: dalla lunga diretta del dramma di Vermicino nel 1981, che aprì una nuova stagione del racconto televisivo, fino al 1991 quando, a Studio Aperto, annunciò in diretta l’inizio della guerra del Golfo con quell’‘Hanno attaccato!’ entrato nel lessico televisivo. Anche negli anni successivi continuò a cercare la notizia sul campo, come nel luglio 2004 quando condusse il TG4 in diretta da Nasṣiriya", dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricordando il giornalista. "Fede - prosegue Zaia - ha saputo innovare il linguaggio del telegiornale, avvicinando il pubblico alla cronaca e restando fino all’ultimo un osservatore attento di ciò che accadeva attorno a sé. Il suo carattere vivace e inconfondibile lo ha reso non solo un giornalista, ma un vero e proprio personaggio, conosciuto e riconosciuto da tutti. Non mancavano, nei suoi racconti, ricordi e aneddoti legati al Veneto, terra che conosceva e amava citare nei suoi programmi e nei suoi incontri. Alla sua famiglia e a chi gli è stato vicino esprimo il mio cordoglio personale e quello della Regione del Veneto.” La Rai "ricorda con commozione Emilio Fede". Così l'azienda in una nota, sottolineando che il giornalista, scomparso oggi a Milano all'età di 94 anni, fu una "figura di spicco dei primi anni di attività del Servizio Pubblico. Era entrato in Rai nel 1958 come conduttore a contratto, e in seguito fu inviato speciale in Africa per otto anni. Da conduttore del TG1, andò in onda nella prima edizione a colori, il 28 febbraio del 1977. Del telegiornale della rete ammiraglia fu direttore per due anni, quindi vicedirettore fino al termine del suo rapporto con l’azienda nel 1987". "I miei primi ricordi di Emilio risalgono alla fine degli anni 60 quando lavoravamo insieme per la Rai. Un grande giornalista. Siamo stati compagni di stanza per tanto tempo, con Emilio ho condiviso non solo momenti di lavoro ma anche bei momenti di divertimento e di relax, soprattutto dopo il tg, quando lui, appena terminava la conduzione, si accendeva una sigaretta e si facevano belle chiacchierate". Così all'Adnkronos lo scrittore e giornalista Bruno Vespa. Emilio Fede era "un giornalista abilissimo ma con un carattere censurabile. Lo conoscevo benissimo e come giornalista era bravissimo. Il suo brutto carattere però non mi impediva di stimarlo meno", dice Vittorio Feltri, all'Adnkronos, commentando la morte di Emilio Fede. Il giornalista, fondatore di 'Libero', a proposito della carriera del collega scomparso oggi, ricorda quando ci fu la guerra nel Golfo ed Emilio Fede "fu il primo a dare la notizia in tutta Italia, gli altri non l'avevano, quindi come giornalista era sensazionale". “Se ne è andato Emilio Fede, e tanti – anche solo per ragioni di età – ne ricorderanno solo il crepuscolo professionale e giudiziario. Sarebbe sommamente ingeneroso”, scrive Enrico Mentana su Instagram. Mentana ricorda il primo incontro al Tg1 nel 1980: “Facemmo poi, nello stesso gruppo, telegiornali completamente diversi, ma con gli occhi di oggi potrei dire che sdoganò un genere ormai ampiamente diffuso, quello dei programmi giornalistici apertamente schierati”. "Emilio Fede è stato un grande giornalista e una grande persona. Non ci vedevamo da tanto tempo perché vivo all'estero ma ci legano tanti anni di amicizia e tanti ricordi", il ricordo all'Adnkronos l'imprenditore Flavio Briatore. "Mi dispiace molto, eravamo amici", dice 'attore Massimo Boldi. "Era un bravo professionista: aveva un carattere deciso e autoritario, ma con le persone con cui aveva un rapporto di amicizia si è sempre comportato bene: gli volevo bene". "Vorrei che fosse ricordato per la sua professionalità, per le sue inchieste e per il forte contributo che ha dato alla televisione e al giornalismo e non per le ultime vicende che hanno segnato la sua vita, oscurandola. E' stato un maestro per tanti giornalisti". Così all'Adnkronos la conduttrice televisiva Mara Venier.
(Adnkronos) - L’estate volge al termine, ma per molti ex dipendenti pubblici si apre una nuova opportunità: ottenere l’indennizzo per le ferie non godute e mai monetizzate. Non è un diritto automatico, ma lo diventa se, cessata l’attività, si compiono i passi giusti, come suggerito dal network legale Consulcesi. Secondo l’ultima analisi di C&P (Consulcesi & Partners), solo nella prima parte del 2025 sono state 425 le sentenze sul tema, di cui 412 con esito favorevole ai lavoratori, per un totale di oltre 3 milioni di euro di indennità riconosciute. E questo senza contare le transazioni stragiudiziali, sempre più diffuse. Ma chi ha diritto al rimborso? Cosa dice la normativa europea? È vero che serve una richiesta formale? Ecco una guida chiara in 5 punti essenziali. Hai cessato il servizio? Il diritto alla monetizzazione delle ferie non godute vale per tutti i dipendenti pubblici (statali, regionali, comunali, sanitari, scolastici, ecc.) che abbiano interrotto il rapporto di lavoro per pensionamento, dimissioni, trasferimento o licenziamento. L’unica condizione è che le ferie non siano state godute per cause non dipendenti dalla volontà del lavoratore. Non è necessario dimostrare di aver chiesto le ferie o che siano state negate. La Corte di Cassazione (sentenza n. 5496/2025) ha chiarito che l’onere della prova è sempre a carico del datore di lavoro, che deve dimostrare di aver messo il lavoratore nelle condizioni di fruire delle ferie. Il dipendente non deve provare nulla. La Cassazione (sentenza n. 9877/2024) ha confermato che anche chi ricopre ruoli apicali, come i direttori di Unità ospedaliera complessa, ha pieno diritto all’indennità: l’autonomia gestionale non esclude il risarcimento. Cosa dice l’Europa secondo la direttiva 2003/88/CE (art. 7), il diritto alle ferie retribuite è fondamentale e irrinunciabile. La monetizzazione è ammessa solo alla fine del rapporto di lavoro e non può essere ostacolata da leggi nazionali. La Cgue ha ribadito questo principio nel 2024 in due sentenze storiche (c-218/22 e c-699/22). L’indennità si calcola in base alle giornate residue e alla retribuzione giornaliera, comprensiva di accessori. Nel 2025 sono stati riconosciuti risarcimenti fino a 72.000 euro per dirigenti medici, 50.000 euro per funzionari e oltre 12.000 euro per docenti precari. "La giurisprudenza si sta ormai consolidando nel riconoscere il diritto alla monetizzazione delle ferie non godute – ricorda Bruno Borin, responsabile del network legale Consulcesi Partners- è fondamentale che i lavoratori hanno prestato servizio presso la pubblica amministrazione siano informati su come far valere questo diritto, soprattutto prima della prescrizione".
(Adnkronos) - Fire accoglie "favorevolmente il decreto di revisione del meccanismo dei Certificati bianchi da poco firmato dal Mase ed attualmente all’esame della Corte dei Conti. Le nuove regole introducono una maggiore flessibilità e semplificazioni sia per i proponenti che per la presentazione dei progetti, oltre a definire gli obblighi fino al 2030 in linea con le previsioni del Pniec". "Questo induce ad essere ottimisti circa la continuità della crescita del meccanismo in atto da qualche anno - osserva Fire - La conferma dei vari meccanismi di flessibilità, con riduzione progressiva dei titoli virtuali negli anni, consentirebbe comunque di affrontare eventuali periodi di carenza di Tee senza eccessivi traumi. La previsione di introdurre uno schema d'aste, che sarebbe stato utile per promuovere interventi non sufficientemente supportati dei certificati bianchi, è declassata a possibilità, ma comunque rimane e dunque lascia aperto uno spiraglio". In sintesi, "per quanto riteniamo che sarebbe possibile introdurre misure più spinte per ottenere di più da questo schema, riteniamo che sia stato fatto un passo avanti positivo e che ci sia spazio per ulteriori rafforzamenti nei prossimi anni, nell'interesse delle imprese, degli enti e del Paese. Come Fire continueremo a collaborare con le istituzioni di riferimento in quest'ottica".