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(Adnkronos) - “Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco, avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La morte di Papa Francesco - prosegue il capo dello Stato - suscita dolore e commozione tra gli italiani e in tutto il mondo. Il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell’umanità”. “La riconoscenza nei suoi confronti - conclude Mattarella - va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi”. Sul sito del Quirinale un video messaggio del presidente per la scomparsa di Papa Francesco. "Accanto al dolore per la morte avverto un senso di vuoto, il senso della privazione di un punto di riferimento cui guardare", dice Mattarella. "Ha conquistato il mondo sin dal primo momento già con la scelta del nome: gesuita, figlio della spiritualità di sant'Ignazio, si è richiamato a san Francesco", prosegue tra l'altro il capo dello Stato, che poi ricorda "la sua costante attenzione alle periferie del mondo, ai poveri, ai più deboli, ai migranti. Certo anche ricordando i suoi avi emigrati in Argentina". "Francesco è stato sempre uomo di speranza convinta, contro ogni difficoltà, che ha trasmesso anche nei giorni della sua malattia, offrendo un esempio per tutti i sofferenti", dice Mattarella. "Su tutto si impone un pensiero, quello che ha deciso di fare ieri nel giorno di Pasqua con la benedizione al mondo e il giro in piazza tra i fedeli. Oggi appare come un saluto alla Chiesa e alle donne e agli uomini di tutto il mondo. La risposta a questo saluto non deve limitarsi al solo ricordo e alla riconoscenza, ma deve tradursi in responsabilità nel far proprie nei comportamenti quotidiani le indicazioni dei suoi insegnamenti", aggiunge il capo dello Stato. Punti di riferimento nelle drammatiche settimane del Covid, come il 27 marzo del 2020, quando uno dopo l’altro lanciarono un messaggio di speranza ed incoraggiamento all’Italia e al mondo. L'impegno comune mai venuto meno, pur da una inevitabile diversità di prospettiva legata ai rispettivi ruoli svolti, per evitare che la 'guerra mondiale a pezzi' porti "a un mondo in pezzi", sollecitando "la soluzione pacifica dei conflitti in atto", a cominciare da quelli in Ucraina e Medio Oriente. Gli appelli rivolti alla comunità internazionale praticamente all'unisono, a partire soprattutto dalla fine del 2023 e l'inizio del 2024, per sviluppare un dibattito sui rischi e le opportunità connessi alle nuove tecnologie, in primo luogo l'intelligenza artificiale. Un’identità di vedute frutto di una vera e propria familiarità, andata oltre quella sintonia, anche sul piano umano e dell’amicizia, che ha caratterizzato il rapporto tra diversi Capi di Stato italiani e Papi. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Papa Francesco, grazie anche al loro rapporto personale, nei dieci anni durante i quali hanno incrociato le loro strade, sono stati capaci di parlare lo stesso linguaggio, nella forma e nei contenuti, rispetto a tutti i temi forti e controversi che caratterizzano quello che il Pontefice non ha esitato a definire un cambiamento d’epoca: pandemia, guerre, sfide tecnologiche, immigrazione, lavoro, povertà, minaccia terroristica, tutela del pianeta. Questioni alcune delle quali subito centrali a partire dalla visita ufficiale del Capo dello Stato oltre Tevere il 18 aprile 2015 e da quella ricambiata dal Papa al Quirinale il 10 giugno del 2017, momenti culminanti di una continua interlocuzione fatta di occasioni pubbliche di incontro, scambio di messaggi, colloqui privati. E da ultimo con quel "richiamo alla speranza", tema guida del Giubileo in corso, che "tocca a noi saper tradurre in realtà", di fronte a problematiche che richiedono risposte coerenti con i doveri di solidarietà e di rispetto della dignità umana, ma anche in linea con i principi fondamentali della Costituzione e con i valori che ispirarono i padri fondatori dell’Unione europea, oggetto di ripetute esortazioni sia da parte di Mattarella che di Francesco. Così se per l’uno “l'occupazione, e la dignità -che ad essa è intrinsecamente legata- deve costituire il centro dell'esercizio delle responsabilità di istituzioni e forze sociali, così da prevenire e curare fenomeni di emarginazione, povertà, solitudine e degrado", per l’altro “il disagio giovanile, le sacche di povertà, la difficoltà che i giovani incontrano nel formare una famiglia e nel mettere al mondo figli trovano un denominatore comune nell'insufficienza dell'offerta di lavoro, a volte talmente precario o poco retribuito da non consentire una seria progettualità. È necessaria un'alleanza di sinergie e di iniziative perché le risorse finanziarie siano poste al servizio di questo obiettivo di grande respiro e valore sociale e non siano invece distolte e disperse in investimenti prevalentemente speculativi". Al Pontefice, Mattarella riconosce di aver sollecitato, con l'enciclica 'Laudato si', la comunità mondiale ad intervenire per far fronte a "fenomeni globali incontrollati come il riscaldamento del pianeta", prima che si arrivasse all'Accordo di Parigi sul clima. Entrambi si ritrovano concordi nel denunciare la trasformazione del mar Mediterraneo “da culla di civiltà in un baratro che divora uomini, donne e bambini, insieme alle loro speranze, alle loro aspirazioni, ai loro sogni”, in “un freddo cimitero senza lapidi”. Bergoglio in occasione di quegli incontri ufficiali rende merito al "modo col quale lo Stato e il popolo italiano stanno affrontando la crisi migratoria", ma “le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio, non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale” per fermare “questo naufragio di civiltà”. La stessa collaborazione necessaria per rispondere alla tremenda sfida lanciata dal terrorismo, che spinge il Presidente della Repubblica a sottolineare l’importanza del viaggio del Pontefice in Egitto e il colloquio con le autorità religiose islamiche dell'Università di El Azhar. "Parole, e gesti, che hanno rappresentato un passo decisivo verso una maggiore comprensione reciproca, verso la costituzione di un fronte comune nei confronti dell'estremismo e del fanatismo, di qualunque matrice esso sia". “Come credente –afferma ancora Mattarella durante il suo primo mandato- mi rendo conto, tra gli altri aspetti, di quanto il mondo attuale abbia bisogno, senza rendersene conto, di quella misericordia che Francesco proclama e invoca. Questo sentimento lo avvertirei, peraltro, anche se non fossi credente”. E il Papa ricambia la stima, ricordando che da "tutti coloro che hanno responsabilità in campo politico e amministrativo ci si attende un paziente e umile lavoro per il bene comune, che cerchi di rafforzare i legami tra la gente e le Istituzioni, perché da questa tenace tessitura e da questo impegno corale si sviluppa la vera democrazia". “Grazie della testimonianza”, dice al Presidente della Repubblica, salutandolo al termine della visita di congedo in Vaticano il 16 dicembre del 2021, che si rivelerà soltanto un arrivederci, vista la riconferma al Colle di Mattarella che arriva poco più di un mese dopo. "Il popolo italiano non dimentica la sua rinuncia al meritato riposo fatta in nome del servizio richiestole dallo Stato", gli dirà Bergoglio il 29 maggio del 2023, consegnandogli in Vaticano il Premio 'Paolo VI', "una bella occasione per celebrare il valore e la dignità del servizio, lo stile più alto del vivere, che pone gli altri prima delle proprie aspettative". E sempre in quella occasione il Sommo pontefice, nel sottolineare "quella componente essenziale del vivere comune che è l’impegno per la legalità", ricorda il fratello del Capo dello Stato Piersanti tra "quanti hanno sacrificato la vita per la giustizia". "Paolo Vi -sottolinea il Presidente della Repubblica- è stato il Papa del mio passaggio dalla giovinezza all'età matura, è stato anche il mio Vescovo, perché negli anni del Concilio, tra Giovanni XXIII e Paolo VI, ero impegnato nella Gioventù di Azione cattolica della Diocesi di Roma. Per queste ragioni e tante altre che potrebbero essere ricordate avverto in alta misura l'onore di ricevere il Premio a lui intitolato e non posso nascondere la commozione di averlo ricevuto dalle mani del Santo Padre". Il suggello di un rapporto, come detto, andato oltre la diplomazia e l'amicizia.
(Adnkronos) - "Abbiamo condotto un sondaggio su circa 300 pmi italiane per capire quali sono le priorità dei prossimi 12 mesi nel gestire e affrontare il clima di grande incertezza che stiamo vivendo. Negli ultimi mesi c’è stato un fattore moltiplicatore dell’incertezza dovuto in primis al tema dei dazi, ma anche alle previsioni sull’andamento del pil. Dal sondaggio emergono tre elementi: il primo è quello del contenimento della base costi per frenare la spinta inflazionistica, il secondo è quello di consolidare i ricavi cercando nuovi mercati, il terzo quello di adattarsi a questo clima di enormi incertezze". Queste le parole di Pierpaolo Mamone, consumer products sector leader Deloitte, intervenendo, questa mattina a Bologna, al seminario organizzato da Ibc, l’Associazione industrie beni di consumo, 'Industria dei beni di consumo ed evoluzione del contesto competitivo. Strumenti e soluzioni per la trasformazione digitale'. L’incontro, organizzato in collaborazione con GS1 Italy e con la stessa Deloitte, si inserisce nel piano di iniziative messe a terra da Ibc per promuovere l’innovazione delle imprese associate, in particolare piccole e medie, e rafforzare la collaborazione tra i comparti produttivo e distributivo. “La digitalizzazione - prosegue Mamone - è una delle leve principali per implementare l’innovazione, ma un’azienda su due dice che non ha avviato e non intende avviare nei prossimi mesi la trasformazione digitale. Tra i motivi ci sono gli ingenti investimenti economici e la mancanza di competenze tecnologiche interne. Si tratta di miti da sfatare perché esistono soluzioni per limitare i costi e le competenze possono essere acquisite dall’esterno”. Le piccole e medie imprese italiane dovranno poi punteranno poi “sull’organizzazione dei processi. Questo significa che l’organizzazione dovrà essere rivista per avere strutture più reattive in grado di prendere decisioni più veloci anche inserendo delle figure nuove che vanno a coprire ruoli che spesso nelle piccole aziende sono scoperti”, conclude.
(Adnkronos) - Oltre 8.500 aziende agricole coinvolte, 67% delle materie prime strategiche acquistate da filiere gestite responsabilmente e disciplinari rigorosi per garantire qualità e rispetto dell’ambiente. È questa la fotografia dell’impegno di Barilla per la sostenibilità lungo la sua filiera che, in occasione della Giornata della Terra del 22 aprile, ribadisce il proprio impegno per un’agricoltura sempre più sostenibile e attenta all’elemento da cui inizia il futuro del cibo: il terreno. Barilla adotta cinque disciplinari per la coltivazione sostenibile, sviluppati in collaborazione con enti scientifici, Ong e comunità agricole, per coniugare qualità produttiva, rispetto per l’ambiente e sostegno concreto agli agricoltori. Nel 2020 è stato introdotto in Italia il Manifesto del Grano Duro, decalogo dedicato alla coltivazione sostenibile del grano duro coltivato in 13 regioni italiane che promuove la rotazione colturale, l’impiego razionale di fertilizzanti e prodotti fitosanitari, e il miglioramento della fertilità del suolo. In Italia, dal 2018, è attiva la Carta del Mulino, sviluppata con Wwf Italia, Università di Bologna e Università della Tuscia: 10 regole che mirano a tutelare la biodiversità (dedicando ad esempio il 3% dei campi a fiori per gli impollinatori), a ridurre l’uso di sostanze chimiche e a sostenere il lavoro delle comunità agricole. In Francia, la Carta di Harrys definisce 40 pratiche agroecologiche per la coltivazione sostenibile del grano tenero; coinvolge 738 aziende agricole per una produzione di quasi 120.000 tonnellate di farina. La Carta del Basilico copre il 100% degli acquisti di basilico esclusivamente italiano destinato alla produzione del Pesto alla Genovese Barilla e di tutti i pesti, salse e sughi del marchio. I principi chiave: agricoltura sostenibile, protezione della biodiversità e valorizzazione delle comunità agricole locali, contribuendo alla conservazione delle colture tipiche e alla resilienza degli ecosistemi. Nel 2023 si è aggiunta anche la Wasa Charter che propone sei regole fondamentali ad agricoltori e operatori di filiera, tra cui assenza di glifosato, adozione delle migliori tecniche agricole e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, che garantiscono un approccio responsabile e sostenibile all’intera filiera della segale. Barilla affianca agricoltori e tecnici con soluzioni digitali avanzate, a partire da Granoduro.net, una piattaforma che fornisce informazioni e allerte utili alla gestione del grano duro, basandosi su parametri oggettivi come le condizioni meteorologiche, i dati agronomici e le rilevazioni di campo. Dal 2018, il gruppo sostiene inoltre il Cnr-Ibe (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la BioEconomia) nello sviluppo di AgroSat, una piattaforma innovativa e gratuita progettata per supportare la gestione della concimazione azotata attraverso tecniche di agricoltura di precisione. Nel 2021, in collaborazione con Cnr-Ibe, Cnr-Isti (Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione) e Yoo-No Lab, Barilla ha lanciato GranoScan2: un'applicazione basata sull’intelligenza artificiale, gratuita e pensata per tutti gli operatori della filiera, che consente il riconoscimento in campo delle principali avversità del frumento. Grazie a queste iniziative, nel 2023 Barilla ha sostenuto la produzione di oltre 390.000 tonnellate di grano duro coltivato secondo pratiche agricole responsabili. Accademia del Basilico è l’iniziativa di Barilla dedicata alla formazione dei coltivatori di basilico per il pesto Barilla, con l’obiettivo di promuovere pratiche agricole sostenibili e di precisione sin dalle prime fasi della semina. Realizzato con Dinamica e Open Field, il programma ha coinvolto 21 partner tra agricoltori e stakeholder in un percorso formativo su fitopatologia, agricoltura 4.0 e riduzione dell’uso di agrofarmaci. L’iniziativa rafforza il legame tra Barilla e la propria filiera, valorizzando l’esperienza sul campo e condividendo competenze innovative. “Se fino a qualche anno fa l’utilizzo di alcuni strumenti era impensabile, oggi invece la tecnologia è sempre più una parte importante del nostro lavoro, perché ci permette di ottimizzare i tempi e di ottenere una materia prima di qualità - afferma Simone Bernardi dell’azienda Agricola Bernardi - Essere i primi attori della filiera, per noi basilicoltori è motivo di orgoglio, ma è anche una grande responsabilità; la formazione continua e la digitalizzazione sono essenziali per perseguire obiettivi di qualità e di sostenibilità”. Giuseppe Bonati, dell’azienda agricola La Felina, aggiunge: “Prima di far parte della filiera del basilico di Pesto Barilla nessuno sapeva che cosa fosse la sostenibilità. Oggi abbiamo una consapevolezza diversa e all’impiego degli agrofarmaci preferiamo alternative naturali, che ci consentono di ottenere un basilico bello e sano”. Sul percorso di Accademia del basilico, Giuseppe afferma: “Non è stato solo un’occasione di formazione, ma un vero e proprio momento di scambio e di confronto tra noi basilicoltori. Mentre prima ognuno di noi era concentrato solo sul proprio lavoro, oggi invece ci sentiamo un’unica famiglia, parte di una stessa rete di relazioni, dove l’unica regola è il supporto reciproco”. Barilla e xFarm Technologies hanno inoltre digitalizzato l’intera filiera del basilico, migliorando calcolo delle emissioni, tracciabilità ed efficienza produttiva. Attivo dal 2023, il progetto coinvolge 25 aziende agricole su 310 ettari coltivati, con l’integrazione del DSS sviluppato dal Cnr all’interno della piattaforma Barilla Farming. La tecnologia semplifica il lavoro degli agricoltori e permette di tracciare ogni fase del processo, dalla semina al confezionamento. Grazie alla blockchain e alla collaborazione con Connecting Food, i consumatori possono accedere, tramite QR code, a una vera carta d’identità del basilico, con dati certificati sul percorso dal campo al vasetto. Prosegue anche la collaborazione tra Barilla e Davines Group con il progetto congiunto “Bello e Buono”, nato per promuovere l’agricoltura sostenibile attraverso rotazioni colturali tra cereali e piante aromatiche. Sperimentato su 10.000 mq a Parma, il progetto punta a ripristinare la fertilità del suolo, aumentare la biodiversità e creare un modello replicabile per altre filiere. Un’iniziativa che unisce due settori – alimentare e cosmesi – con l’obiettivo comune di restituire valore alla terra, generando impatti positivi lungo tutta la catena del valore.