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(Adnkronos) - Anche la Cina schiera il suo Donald Trump. La guerra dei dazi con gli Stati Uniti non si ferma, ogni giorno Pechino e Washington colpiscono con tariffe sempre più alte. Il presidente degli Stati Uniti attacca e la Cina - nota per l'abilità di riprodurre pezzi originali realizzando copie perfette - risponde (sui social) con il suo clone. Le tensioni commerciali diventano un assist imprevisto per Chen Rui, impiegato di mezz'età che dalle 9 alle 17 si occupa di marketing per un'azienda di Chongqing, metropoli da oltre 30 milioni di abitanti. Poi, sbarca sui social per interpretare - con un successo sempre più ampio - Trump. I video invadono prima Douyin, poi Red Note, quindi Instagram dove Trump Byryan - lo user scelto dal clone del presidente americano - amplia la sua platea. Una delle ultime clip vanta 10 milioni di visualizzazioni. Gli utenti cinesi, sparsi per il mondo, gli chiedono consigli per migliorare la conoscenza dell'inglese. Gli altri, soprattutto gli americani, rimangono a bocca aperta per l'impeccabile imitazione di Trump. Chen ricorda The Donald anche per la forma fisica non impeccabile: "Devo perdere peso, mi viene il fiatone appena cammino. Ora che ho parecchi follower devo dare il buon esempio".
(Adnkronos) - "Il futuro dell'energia in Italia, secondo me, non sarà solo idrogeno verde. Il ministro Urso, quando è venuto qui a Siracusa, ha parlato della costruzione di mini centrali nucleari, quindi io vedo un mix di nucleare, elettrico e idrogeno. E per l'idrogeno verde servono grandi impianti di rinnovabili, fotovoltaico ed eolico". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Giovanni Musso, ceo di Irem spa, sui scenari del futuro dell'energia nel nostro Paese. Irem spa è una società leader nell'impiantistica industriale, attiva nei mercati nazionale e internazionale, e con headquarter a Siracusa in Sicilia. "La nostra forza -spiega Musso- è che siamo un Gruppo capace di coprire tutte le fasi di costruzione di un impianto che possiamo fornire 'chiavi in mano' ai clienti. Irem in questo momento fattura 330 milioni di euro, con 4mila dipendenti e lavora principalmente in Europa, soprattutto Nord Europa, poi abbiamo anche cantieri in Grecia, qualcosa anche fuori dall'Europa, Kazakistan e Kuwait, e stiamo iniziando dei lavori importanti in Egitto". E Irem sta vivendo sulla propria 'pelle' la transizione energetica. "Gli impianti che adesso stiamo realizzando non sono più quelli tradizionali su cui eravamo specializzati, ma impianti green. Infatti stiamo costruendo una acciaieria verde a Boden in Svezia, con un grossissimo investimento di circa 6 miliardi di euro, di noi abbiamo acquisito soltanto 100 milioni. Un'acciaieria verde che funziona a idrogeno: produzione di acciaio 'verde' con l'idrogeno che viene prodotto con fonti alternative. Il nostro business sta 'migrando' quindi da impianti tradizionali a quelli alimentati con energia green", sottolinea Musso. E la svolta green per Irem sta avvenendo anche in Italia. "In Italia stiamo realizzando -spiega Musso- un impianto qui a Siracusa, il nostro quartiere generale, un impianto di idrogeno con fondi Pnrr. E' un piccolo impianto di 18 milioni di euro, che produrrà 170 tonnellate di idrogeno verde in un che pensiamo di vendere al polo industriale qui di Siracusa, dove anche loro sono in prossimità di realizzare una transizione energetica, quindi l'idrogeno è funzionale anche a questo". "Noi produrremo 170 tonnellate all'anno, al Polo ne servirà molto, molto di più, quindi più che altro sarà un impianto pilota importante per sviluppare impianti molto più grossi per contribuire alla tradizione energetica del Polo Industriale", spiega ancora. Ma cosa serve in Italia per incentivare la produzione di idrogeno verde? "Purtroppo, per l'idrogeno ci vuole molta energia elettrica, che le nostre reti non riescono a fornire. Inoltre questa energia elettrica dovrebbe essere prodotta da fonti alternative, green, altrimenti l'idrogeno che si produce è un idrogeno non più verde, è un idrogeno scuro, grigio, quindi non è idoneo per realizzare gli obiettivi che ci siamo dati in Europa. Quindi cosa serve? Servono impianti di fotovoltaico ed eolico enormi -sottolinea- che possano alimentare la produzione di idrogeno verde. Ad esempio, il governo sta puntando moltissimo nell'area africana per cercare di produrre lì, diciamo così, idrogeno da fonti alternative, visto che ci sono ampi spazi e molto soleggiati, e quindi l'area è idonea per produrre l'idrogeno", aggiunge ancora. L'allarme dazi "Vedo in modo molto positivo l'incontro del 17 aprile tra la premier Meloni e Trump. Non credo che il presidente americano sarà così drastico nei confronti dell'Europa, credo che un punto d'incontro ci sarà e l'annunciata guerra dei dazi sarà una piccola battaglia che finirà senza grosse perdite da ambo le parti", spiega Musso che è anche componente del gruppo tecnico internazionalizzazione di Confindustria, sul tema dei dazi Usa. Secondo Musso, "è chiaro che siamo in una situazione molto preoccupante anche se le via d'uscita ci sono". "Oltre che aprire negoziati con gli Usa le aziende possono andare in territori dove i dazi sono bassi, come la Gran Bretagna, o guardare ad altri mercati come il Messico e tutta l'area del Mercosur dove ci sono grandi margini di sviluppo dei mercati", dice. E Musso apprezza le misure a cui sta pensando il governo "come i contributi a fondo perduto attraverso i fondi del Pnrr oppure dai Fondi coesione per sostenere le aziende", sottolinea. Versalis e il futuro del polo di Siracusa "Versalis con il protocollo firmato con le parti sociali giorni fa ha garantito l'investimento per una bio raffineria per la produzione di bio carburanti. Questa cosa l'abbiamo accolta con molto entusiasmo e la visita del ministro che c'è stata la scorsa settimana ha confermato che questo modello Versalis può essere esteso a tutto il polo industriale di Siracusa e questa è una cosa importante che in un certo senso ci lascia fiduciosi". spiega Giovanni Musso che ricopre, tra l'altro, il ruolo di vicepresidente sezione metalmeccanici Confindustria Siracusa. E Musso sottolinea che il "governo nazionale ha preso a cuore il sito di Siracusa, che è importante per l'Italia, strategico per le milioni di tonnellate di petrolio che produce", conclude.
(Adnkronos) - Barilla si conferma la prima azienda al mondo nel settore alimentare per reputazione per il secondo anno consecutivo nell'ultimo Global RepTrak 100, condotto da RepTrak, società americana che dal 1999 analizza ogni anno le aziende con la migliore reputazione a livello globale. In questo prestigioso ranking, che valuta le aziende non solo per la qualità dei prodotti e servizi, ma anche per il loro company purpose e i valori condivisi, Barilla ha rafforzato la sua posizione di leadership nel settore Food, posizionandosi al 25° posto complessivo, guadagnando 4 posizioni rispetto al Global RepTrak 2024, dove si era classificata al 29° posto. Questa crescita conferma il continuo impegno del Gruppo nel consolidare la propria reputazione a livello globale. Presente in oltre 100 Paesi con le sue marche e 30 siti produttivi (15 in Italia e 15 all'estero), Barilla produce ogni anno oltre 2 milioni di tonnellate di prodotti. Dal 2010 ha realizzato quasi 500 riformulazioni nutrizionali, riducendo grassi, grassi saturi, sale e zucchero o aumentando il contenuto di fibre. Nel 2022 ha lanciato 40 nuovi prodotti in linea con la sua filosofia: senza zuccheri aggiunti, ricchi di fibre, integrali, con legumi o frutta secca e monoporzionati. Numerose sono le tappe che hanno rafforzato la reputazione del Gruppo: nel 2023, Barilla ha introdotto una nuova policy di congedo parentale che garantisce a ciascun genitore 12 settimane di congedo retribuito al 100%, contribuendo a ridurre il gender gap nel mondo del lavoro. Nello stesso anno ha annunciato un piano d'investimenti di un miliardo di euro, di cui metà destinati all'Italia, con la progettazione di un nuovo polo R&D a Parma che, dal 2025, guiderà l’innovazione per le strategie future del Gruppo e un ampliamento dell'impianto di Castiglione delle Stiviere per 12,6 milioni di euro. La crescita del Gruppo si fonda anche su un forte impegno per la sostenibilità, con investimenti continui per migliorare prodotti e packaging, innovare e ridurre l'impatto ambientale: dal 2010, sono calate del -28% le emissioni di gas a effetto serra e del -21% i consumi idrici per tonnellata di prodotto finito, mentre il 62% dell’energia elettrica (il 100% per i prodotti da forno di Mulino Bianco, Wasa, GranCereale e Pan di Stelle e per i Pesti Barilla) proviene da fonti rinnovabili come acqua, sole e vento. Un impegno per la sostenibilità che si traduce anche in azioni concrete di sensibilizzazione, come l’adesione alla XXI Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili con l’iniziativa “M’Illumino di Meno”, durante la quale il Gruppo ha simbolicamente spento le luci della Sede di Parma per ribadire l’importanza dell’efficienza energetica e della riduzione dell’impatto ambientale. Infine, l'innovazione continua è un pilastro del successo di Barilla: con "Good Food Makers", acceleratore globale per startup Ag-tech e Food-tech, l'azienda ha dato voce alle idee più innovative nel settore alimentare. Attraverso questo programma, Barilla collabora con giovani imprese per sviluppare soluzioni sostenibili e tecnologicamente avanzate che possano migliorare l'intera filiera alimentare, dall'agricoltura alla distribuzione. Le startup selezionate ricevono supporto e mentorship da parte degli esperti Barilla, con l'obiettivo di favorire un'industria alimentare più responsabile e innovativa.