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(Adnkronos) - E' stata diffusa sui social la prima immagine della salma di Papa Francesco, morto ieri lunedì 21 aprile. Bergoglio indossa la mitra, un rosario tra le mani, la veste liturgica rossa, in una semplice bara di legno. Accanto al feretro, il cardinale Pietro Parolin, raccolto in preghiera. "Domani alle 9, la bara con il defunto Romano Pontefice Francesco sarà portata dalla Cappella della Domus Sanctæ Marthæ alla Basilica Papale di San Pietro, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis". Lo fa sapere l’Ufficio delle celebrazioni liturgiche. "Dopo il momento di preghiera, presieduto dal Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha inizio la traslazione. La processione percorrerà la Piazza Santa Marta e la Piazza dei Protomartiri Romani; dall’Arco delle Campane uscirà in Piazza San Pietro ed entrerà nella Basilica Vaticana attraverso la porta centrale. Presso l’altare della Confessione il Cardinale Camerlengo presiederà la Liturgia della Parola, al termine della quale avranno inizio le visite alla salma del Romano Pontefice". I funerali si terranno sabato alle 10. Il Papa ha chiesto di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore e ha dato disposizioni precise: "Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale. Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus". "La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio, come evidenzia saggiamente il titolo, perché la vita eterna, che chi ama già sperimenta sulla terra dentro le occupazioni di ogni giorno, è iniziare qualcosa che non finirà. Ed è proprio per questo motivo che è un inizio 'nuovo', perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità", si legge nella prefazione che Papa Francesco aveva scritto il 7 febbraio scorso per il libro del cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito Milano, intitolato 'Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia'. Il volume, della Libreria Editrice Vaticana, sarà nelle librerie da giovedì 24 aprile. "Angelo Scola ci parla della vecchiaia, della sua vecchiaia, che scrive con un tocco di confidenza disarmante 'mi è venuta addosso con un’accelerazione improvvisa e per molti aspetti inaspettata' - scriveva il Papa - Già nella scelta della parola con cui si auto-definisce, 'vecchio', trovo una consonanza con l’autore. Sì, non dobbiamo aver paura della vecchiaia, non dobbiamo temere di abbracciare il diventare vecchi, perché la vita è la vita ed edulcorare la realtà significa tradire la verità delle cose. Restituire fierezza a un termine troppo spesso considerato malsano è un gesto di cui esser grati al cardinale Scola. Perché dire 'vecchio' non vuol dire 'da buttare', come talvolta una degradata cultura dello scarto porta a pensare. Dire vecchio, invece, significa dire esperienza, saggezza, sapienza, discernimento, ponderatezza, ascolto, lentezza… Valori di cui abbiamo estremamente bisogno!". "È vero, si diventa vecchi, ma non è questo il problema: il problema è come si diventa vecchi - osservava Papa Francesco - Se si vive questo tempo della vita come una grazia, e non con risentimento; se si accoglie il tempo (anche lungo) in cui sperimentiamo forze ridotte, la fatica del corpo che aumenta, i riflessi non più uguali a quelli della nostra giovinezza, con un senso di gratitudine e di riconoscenza, ebbene, anche la vecchiaia diventa un’età della vita, come ci ha insegnato Romano Guardini, davvero feconda e che può irradiare del bene".
(Adnkronos) - Valorizzazione del patrimonio costruito. Questo il tema centrale dei lavori della seconda Giornata nazionale dell’Ingegneria Economica, evento organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri con Ance che ha visto come focus principale lo sviluppo del Partenariato pubblico privato. Le sessioni di lavoro sono state precedute dalla presentazione, da parte della consigliera del Cni Ippolita Chiarolini, di una indagine realizzata dal Centro studi Cni sulla presenza degli ingegneri nei ruoli apicali. Gli ingegneri italiani inquadrati con un ruolo di dirigente o di quadro direttivo/apicale sono l’87% uomini, il 13% donne. Appartengono per il 40,4% alla fascia di età 46-55 anni, per il 30,7% alla fascia 56-65. Il 61,2% di loro assume il ruolo di direttore tecnico, il 21,6% quello di direttore generale, il 16,1% dirige le attività di ricerca, sviluppo e progettazione. Significativo il fatto che il 10,5% di questi ingegneri dirige la pianificazione strategica. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il 27% degli ingegneri manager è attivo nel Nord-Ovest, il 26,2% nel Sud e nelle isole, il 24 nel Centro, il 22,2% nel Nord-Est, 0,6% all’estero. Le regioni leader sono la Lombardia e il Lazio, con rispettivamente il 16,7% e il 12,4% del totale degli ingegneri manager. Relativamente ai singoli settori, il 28,8% è rappresentato da ingegneri civili, il 15% da ingegneri meccanici, il 10,7% da ingegneri elettronici. Il 98,7% di loro è iscritto all’Albo: il 51,6% nella sezione civile-ambientale, il 37,2% nella sezione ingegneria industriale, l’11,1% nella sezione ingegneria dell’informazione. Interessante notare le motivazioni che spingono questi ingegneri manager ad iscriversi all’Albo: il 38,2% lo fa perché l’iscrizione è necessaria per l’esercizio dell’attività lavorativa, il 35,6% per mantenere il titolo di “ingegnere”, il 32,9% per senso di appartenenza alla categoria. “Gli ingegneri che hanno risposto al sondaggio - ha affermato Ippolita Chiarolini, consigliera del Cni, commentando questi dati - mostrano di avere in grande considerazione l’Albo e l’Ordine professionale ma chiedono ad esso un forte supporto in termini di formazione dedicata, soprattutto per tutti quei settori diversi da quello civile, con particolare riferimento a quelli emergenti. Interessante rilevare che il 10% degli intervistati ricoprono ruoli nella pianificazione strategica”. I lavori, moderati dalla stessa Chiarolini e da Remo Chiodi, componente del gruppo tematico PPP del Cni, hanno quindi affrontato l’argomento del giorno: la valorizzazione del patrimonio del costruito nel nostro paese in relazione ai bisogni emergenti. Stefano Betti (vice presidente di Ance) ha dichiarato: “Serve una normativa adeguata alle trasformazioni delle città, dove nel 2050 vivrà il 75% della popolazione. Riscriviamo regole urbanistiche e edilizie obsolete per garantire un dialogo trasparente tra operatori, cittadini e pubblica amministrazione”. Gabriele Buia (presidente Unione Parmense degli Industriali) ha definito uno degli scopi del Ppp. “L’obiettivo - ha detto - deve essere quello di dare una casa agli italiani. Occorrono iniziative di housing sociale e studentati attraverso operazioni immobiliari con garanzia dello stato, risolvendo così molte criticità e tensioni sociali. Naturalmente è fondamentale la sostenibilità degli investimenti che è realizzabile anche attraverso accordi operativi”. Sono intervenuti anche Guglielmo Calabresi (responsabile Fondo Sviluppo Cdp real asset SGR) che ha illustrato il caso di Manifattura Tabacchi di Firenze e Isabella Di Marsico (Agenzia del demanio) che ha parlato del caso di Tor Vergata. Nella seconda sessione è stato approfondito il ruolo dell’Intelligenza Artificiale, attraverso il racconto e testimonianze relativi a casi concreti, con messa in evidenza dei punti di forza e quelli di debolezza. Hanno partecipato a questo confronto Valter Quercioli (presidente Federmanager), Francesco Visconti (head of Ai solutions Mangrovia), Paola Russillo (dirigente Ministero della Giustizia - direttore tecnologie e pmi Italy Cic board member), Giovanni Gambaro (Rina global executive ai technology strategy director) e Cinzia Pica (head of Rina consulting digital transformation). A Massimo Angelo Deldossi (vice presidente Ance) sono state affidate le conclusioni dei lavori: “Quest’iniziativa ha consentito di rafforzare il legame tra due mondi, quello finanziario e quello tecnico. Uniti per garantire sostenibilità e sicurezza dei progetti e utilizzare al meglio le opportunità della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, valorizzando le competenze della filiera”.
(Adnkronos) - Con il progetto speciale ‘Intelligent Venice: la più antica città del futuro’ “c’è un cambio di paradigma. Dopo una lunga stagione in cui si diceva 'salviamo Venezia', adesso è il momento in cui Venezia salva il resto del mondo offrendo sé come modello, come riferimento e come descrizione”. Queste le parole di Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, durante la presentazione del progetto speciale di Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità - Venice Sustainability Foundation (Vsf), questa mattina nel capoluogo veneto. Si tratta di un progetto espositivo dedicato alla sostenibilità nel contesto della Biennale Architettura 2025 che inizierà sabato 10 maggio nel capoluogo Veneto. Un progetto che per il presidente Buttafuoco incarna la “descrizione, il punto di genio e di ingegno di un'idea tecnologica e culturale, storicamente fondata su quel che Venezia ha saputo dare”.