(Adnkronos) - Altra puntata il caso legato a Juan Bernabè, l'ormai ex falconiere della Lazio che è stato allontanato dal presidente biancoceleste Claudio Lotito dopo la diffusione delle immagini post-operazione di protesi peniena. Al momento Bernabè è in convalescenza e si trova nel centro sportivo biancoceleste di Formello dove vive, in attesa di completare il decorso post operatorio. In un video sui social lo spagnolo chiede scusa. Lotito, però, non prende in considerazione l'ipotesi di perdonare Bernabè: "Ci ha danneggiati". Dopo la diffusione su X di un video con l'intervento per la protesi al pene la Lazio ha cacciato lunedì scorso il falconiere Juan Bernabé. "La S.S. Lazio S.p.a., allibita nel vedere le immagini fotografiche e in video del sig. Juan Bernabé e nel leggere le dichiarazioni che le hanno accompagnate, comunica di avere interrotto, con effetto immediato, ogni rapporto con costui, attesa la gravità del suo comportamento", ha scritto la società biancoceleste in una nota. "La Società si rende conto del dolore, peraltro condiviso, che ai tifosi provocherà la perdita dell'aquila nelle prossime gare casalinghe, ma ritiene che non è possibile essere associati, tutti, per di più con il simbolo storico dell'aquila, a un soggetto che, con la sua iniziativa, ha reso inammissibile la prosecuzione del rapporto", ha aggiunto il club. Prima che venisse diffusa la nota della Lazio Bernabé ne aveva parlato a La Zanzara su Radio24. "Ho fatto l'intervento per aumentare le mie prestazioni sessuali perché sono molto attivo…ho bisogno di eiaculare ogni volta che ho tempo libero", ha detto a poche ore dall'operazione di protesi peniena per amplificare le sue prestazioni sessuali: "Un intervento meraviglioso, l'ho fatto per essere prestante come quando ero giovane. La mia erezione è naturale - continua - ma con questo dispositivo premo un pulsante che mi permette di poter controllare perfettamente sia l'erezione che la tempistica", ha aggiunto. Quanto al filmato su X ha detto ancora: "Ho messo il video nel mio profilo privato quindi è una cosa privata, se poi le persone lo fanno circolare che ci posso fare? La mia coscienza è pulita, l'ho pubblicato solo per far conoscere alle persone l'intervento. Pentito di averlo pubblicato? Assolutamente no, mai pentito di niente figuriamoci se lo faccio per una cosa che ha uno scopo medico". L'ex falconiere dei biancocelesti sui social chiede perdono per il filmato, pubblicato su X, sulla sua protesi peniena che gli è valso il licenziamento dalla Lazio. "Volevo comunicare che quelle cose che stanno dicendo di me non hanno senso" dice lo spagnolo, classe 1968. "Devo chiedere scusa per ciò che è successo, sono pentito, addolorato e provo vergogna nei confronti del popolo italiano e, soprattutto, dei genitori di bambini minorenni. Chiedo scusa anche alla tifoseria della Lazio che ha sofferto anche tanto per colpa mia. Chiedo scusa al presidente della Lazio e alla dottoressa Mezzaroma, al presidente perché rappresenta la Lazio, ma non alla sua persona. Spero che un domani, quando parlerà con me, abbia un po' di considerazione nei confronti dei bambini, che amano Olympia perché Olympia è il simbolo della Lazio. Ho fatto quello che potevo fare in 15 anni di Lazio, mi assumo la responsabilità delle conseguenze perché sono un uomo, sono qui per pagare". "Questa è la Lazio mica stiamo a parlà di Cicciolina. Perdono? Cosa devi perdonare? Se ammazzi una persona poi chiedi il perdono? Bernabé va nelle scuole con bambini di 9 e 10 anni, ha fatto un danno alla Lazio" ha detto ai microfoni de La Zanzara su Radio24 il Presidente della Lazio Claudio Lotito. "Antonini? Voleva farsi pubblicità e ora vuole essere risarcito, è lui che deve risarcire me! Se fai il falconiere e porti l'aquila non vai a dire in giro che devi eiaculare 2 volte al giorno altrimenti non fai il rappresentante della Lazio ma del casino!", ha aggiunto Lotito.
(Adnkronos) - Un giro ferroviario d'Italia che, con i treni regionali, porta a percorrere oltre 4.000 chilometri di binari dalla stazione più settentrionale della penisola fino a quella più a Sud. A raccontarlo, nel libro 'Italia ad altra velocità. In viaggio dal Brennero alla Sicilia con i treni regionali' (Youcanprint), è Fabio Bertino, torinese, reporter di viaggio e scrittore, alla sua quarta opera dopo 'Worldzapping' (goWare 2016), 'Destinazione Russia. Una nave e un gatto nella tundra e altri incontri stra-ordinari' (goWare 2018) e 'Binari. Racconti di viaggi e di treni sulle ferrovie minori italiane' (Youcanprint 2021). Il nuovo libro racconta uno dei modi più belli per viaggiare 'slow', alla scoperta di un'Italia solo apparentemente 'minore' che si rivela invece uno scrigno di meraviglie. Un itinerario dalle Alpi al Mar Ionio, dalla laguna veneta al cuore d’Italia, fino alla costa calabra e siciliana, dall’Adriatico al Tirreno, dalla capitale ai piccoli paesi. Un viaggio lento (da qui il titolo 'Italia ad altra velocità') attraverso la provincia italiana e le sue tante, a volte inaspettate, meraviglie: i paesaggi, i borghi e le cittadine, la storia e le tradizioni, l'architettura e la cultura, il cibo e il vino. Su tutto, poi, i tanti piccoli grandi incontri sui vagoni, nelle stazioni, nei dehor dei bar, nelle piazze, che restano sempre i momenti più preziosi di ogni viaggio. "Non un viaggio qualunque, ma un'avventura che vi porterà a scoprire l'anima autentica dell'Italia, quella nascosta fra le pieghe del tempo e del paesaggio, quella che si svela solo a chi sceglie di rallentare e di osservare", si legge nella prefazione al libro, che "non è solo un diario di viaggio, ma un invito a guardare con occhi nuovi il nostro Paese", in cui l'autore "non si limita a descrivere i luoghi, ma condivide con noi le sue riflessioni sulla storia, l'arte e la cultura dei territori attraversati". "Il suo sguardo attento coglie i dettagli, gli aneddoti, le curiosità che rendono unico ogni luogo. Ci racconta le sue conversazioni con i compagni di viaggio, spesso veri e propri spaccati di vita vissuta, che offrono un'immagine sincera e coinvolgente della quotidianità italiana", si legge ancora. Queste le tappe percorse, che corrispondono ad altrettanti capitoli del libro: 'Da nord, sulla via dei pellegrini' (Brennero-Trento); 'Sotto al ponte di Bassano' (Trento-Venezia); 'La Mesopotamia d’Italia' (Adria-Mestre-Chioggia-Rovigo); 'La terra trema' (Verona-Bologna); 'Questa è la triste storia di Stefano Pelloni' (Bologna-Ravenna); 'La ferrovia immortale' (Faenza-Firenze); 'Nel cuore del Granducato' (Firenze-Empoli-Terontola); 'In treno al centro del mondo' (Terontola-Foligno-Ancona); 'Oltre il portone proibito' (Ferrovia vaticana); 'Di nuovo ad est' (Roma-Sulmona-Pescara); 'Ancora nuove scoperte' (Pescara-Foggia); 'Altra spiaggia, altro mare' (Foggia-Napoli); 'Dove tutto è cominciato' (Napoli-Portici-Battipaglia); 'Nella terra del mito e degli dei' (Battipaglia-Reggio Calabria); 'Rotolando verso sud' (Reggio-Messina-Pozzallo).
(Adnkronos) - “Il progetto di company social housing di Edison 'Una casa per i giovani' nasce per dare un concreto e immediato aiuto ai giovani neolaureati, che assumiamo in tutte le sedi italiane, qualsiasi sia la tipologia di laurea in loro possesso, affinché possano avere un'abitazione di prossimità alla sede in cui operano. E’ un progetto funzionale a metterli in condizione di poter avviare, oltre a un progetto professionale con il nostro Gruppo, anche un progetto di vita personale dovendo pagare un affitto che, comprese le utenze, non supera un terzo del reddito di primo impiego che garantiamo”. Così, il direttore Hr e Ict di Edison, Giorgio Colombo, ha illustrato all'Adnkronos il piano di company social housing 'Una casa per i giovani', lanciato dall’azienda, società energetica che da 140 anni contribuisce all’innovazione e allo sviluppo nel Paese. (VIDEO) L’iniziativa è parte di un più ampio impegno di Edison quale operatore responsabile che prevede per i più giovani un programma triennale di sviluppo e formazione, modalità di lavoro che garantiscono l’equilibrio tra vita personale e professionale, una dinamica retributiva che premia il merito e un sistema di welfare integrativo, da settembre arricchito dell’iniziativa 'Una casa per i giovani'. “Vogliamo creare le condizioni affinché i giovani possano rimanere nelle città dove hanno studiato per lavorare con Edison e possano avviare un proprio progetto di vita personale, oltre che professionale - spiega Colombo - Questo è molto importante per noi, poiché investiamo molto nei ragazzi fin dalla loro formazione all'università, pertanto, abbiamo interesse che rimangano per un periodo significativamente prolungato in azienda, non solo perché è funzionale alla loro crescita, ma anche perché è funzionale all'investimento importante che Edison fa per formarli e farli crescere”. Il piano 'Una casa per i giovani', è rivolto ai neolaureati che non hanno un alloggio diverso da quello del proprio nucleo di origine. A loro Edison dà la possibilità di affittare un bilocale arredato, in una zona che si trova entro mezz’ora dalla sede di lavoro e collegato con mezzi pubblici. Un partner esterno specializzato nelle locazioni immobiliari si occupa della ricerca, identificazione e gestione contrattuale e amministrativa della locazione abitativa nonché di tutte le utenze a essa connesse. Al giovane è richiesto un contributo spese mensile che, considerate anche le utenze a suo carico, è ritenuto sostenibile e ha un valore non superiore a un terzo della retribuzione netta. La ratio dell’iniziativa di Edison, pertanto, è investire sui giovani. “Abbiamo notato negli ultimi anni, purtroppo, un problema crescente di difficoltà dei giovani, soprattutto per coloro che hanno studiato nelle città metropolitane, a rimanere professionalmente in questi luoghi, in quanto il costo della vita, e in particolare degli alloggi, diventa sempre più insostenibile anche rispetto a un buon reddito di primo impiego - sottolinea - Ciò, spesso, determina una scelta, talvolta per motivi economici, di fuga dall'Italia e di lavoro all'estero, perché il primo impiego in alcuni paesi europei garantisce uno stipendio che, rapportato al costo della vita, è molto più interessante di quanto offerto in Italia”. “Pertanto, siamo intervenuti per affrontare il tema del bisogno abitativo così che possano reggere il costo di un affitto in una città metropolitana rapportato al loro reddito. In questo modo, rendiamo possibile e sostenibile la scelta di rimanere a lavorare nella città in cui hanno studiato, effettivamente possibile e sostenibile, mitigando la necessità di una decisione dettata esclusivamente da motivi economici di un'esperienza lavorativa all'estero - prosegue Colombo - Noi abbiamo bisogno che questi giovani, una volta terminati gli studi scelgano di rimanere in Italia, iniziando un progetto con noi e che, una volta entrati continuino a rimanere in azienda per il tempo che riteniamo adeguato e ragionevole, affinché possano crescere e l'azienda possa avere un ritorno sul grande investimento che fa su di loro”. L’Italia ha, rispetto agli altri grandi Paesi europei, un saldo import-export di giovani laureati negativo e questo dato ha un diretto collegamento anche con il problema abitativo. A questo riguardo Colombo ha sottolineato che "il sistema Italia, fortunatamente, ha compreso che quello dell’housing è un problema enorme per tutto il Paese, che contribuisce all’importante flusso migratorio dei giovani laureati italiani verso l’estero, che negli ultimi dieci anni ha raggiunto cifre importanti. Altro problema rilevante è il calo demografico. Il Paese ha bisogno di tornare a investire sui giovani in generale ed in particolare su quelli ad elevato titolo di studio. Nell'ultima legge di Bilancio ci sono già importanti segnali in questa direzione, come auspicato dal sistema delle imprese attraverso Confindustria. È stato infatti prorogato il sostegno ai giovani under 36 per l’acquisto della prima casa, un fondo di garanzia importante che dovrebbe possibilmente diventare strutturale”. Per il direttore Hr e Ict di Edison si tratta di provvedimenti che vanno nella direzione auspicata ma che, al contempo, hanno bisogno di due condizioni. “La prima è quella di essere strutturali nel tempo - specifica Colombo - e la seconda è la capacità di mettere insieme il bisogno di un sostegno immediato con una progettualità futura sul lungo periodo, attraverso un piano edilizio che, anche con la rigenerazione del patrimonio, oggi scarsamente utilizzato, possa mettere a disposizione progressivamente delle soluzioni abitative a costo contenuto che soddisfino questo bisogno con una prospettiva di medio lungo termine. Il nostro intervento è una risposta immediata in attesa di un processo di sistema-Paese che dia uno sviluppo strutturale”.