Granchi & Partners srlGranchi & Partners Srl è una società specializzata in servizi di formazione, coaching e consulenza organizzativa e strategica presente sul mercato da oltre quindici anni. |
Granchi & Partners srlGranchi & Partners Srl è una società specializzata in servizi di formazione, coaching e consulenza organizzativa e strategica presente sul mercato da oltre quindici anni. |
(Adnkronos) - Dopo la nuova crisi di broncospasmo che ieri ha colpito Papa Francesco le condizioni del Pontefice tornano a essere delicate. Cerchiamo di capire, grazie al parere di due autorevoli infettivologi, cosa potrebbe comportare l'ultima crisi respiratoria. "Certamente la crisi isolata di broncospasmo non ci voleva. L'evento - spiega all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali) - ha infatti determinato un episodio di vomito con inalazione di materiale di rigurgito che è arrivato fino ai polmoni. Quindi è stato necessario il ricorso alla ventilazione meccanica non invasiva e disostruire le vie bronchiali dal materiale di rigurgito. Per questi motivi occorrono almeno 48 ore per comprendere esattamente quali siano le possibili complicanze legate all'evento, ovvero se possa aver compromesso altri organi e apparati quali rene e cuore". Tra le complicanze, oltre al pericolo di una polmonite 'ab ingestis', cioè causata dall'inalazione di sostanze tossiche e/o irritanti come le secrezioni delle vie aeree superiori o di contenuto gastrico, nei polmoni, per Andreoni "il rischio è che la crisi respiratoria possa compromettere cuore e rene". Per saperlo, avverte Andreoni è "doveroso aspettare almeno 48 ore dall'avvenuto episodio". Il Papa stava meglio, "le sue condizioni facevano ben sperare, eppure la situazione ieri è peggiorata e tutti siamo stati in apprensione". Tutto questo "testimonia la fragilità del Santo Padre, un uomo di 88 anni e con diversi problemi di salute legati all'età, tra cui una bronchite asmatica cronica, un quadro clinico delicato e complesso per il quale la prognosi resta giustamente riservata", conclude. Dopo la crisi "lo attendono una osservazione e un decorso della malattia più lunghi", spiega all'Adnkronos Salute Nicola Petrosillo, infettivologo del Policlinico Campus Bio Medico di Roma. Il Pontefice infatti "necessita di una maggiore intensità di somministrazione di ossigeno, una ventilazione meccanica non invasiva senza intubazione. Per respirare ha una mascherina che gli copre naso e bocca che se, da una parte, comporta qualche disagio dall’altra ha il vantaggio che l’ossigeno arriva con maggiore pressione fino ai più piccoli alveoli polmonari". Il problema oltre all’episodio di "broncospasmo" è il "vomito inalato dal Pontefice – spiega Petrosillo – Nei suoi polmoni è finito materiale acido, succo gastrico, un ulteriore elemento di irritazione per i polmoni. Questo genera una maggiore instabilità e incertezza sul decorso della malattia del Santo Padre". Alla domanda se la crisi isolata di broncospasmo sia prevedibile in un paziente fragile e anziano qual è il Pontefice, Petrosillo non ha dubbi: "L’episodio era prevedibile perché una crisi di broncospasmo Papa Francesco l’ha avuta una settimana fa. Poi più nulla. Il quadro sembrava migliorare ma evidentemente i suoi polmoni sono molto sensibili", conclude.
(Adnkronos) - “Il grido d’allarme lanciato dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini e gli interventi dei colleghi durante il Consiglio Generale di oggi, rappresentano la voce di tutta l’industria italiana a cui ci uniamo convintamente. Non è più pensabile rimanere indifferenti e silenti di fronte a eventi che rischiano di scardinare il nostro sistema produttivo che, ricordiamolo, rappresenta anche l’architrave su cui si poggia il sistema di welfare. Dal presidente Trump arrivano decisioni che se applicate metterebbero nel giro di 24 ore in ginocchio imprese, lavoratori e a cascata tutta l’economia italiana". Lo dichiara Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. "Urge un’azione forte, chiara e che veda il sistema Paese compatto anche nel chiedere all’Europa di battere un colpo, difendere se stessa e smettere di suicidarsi con misure e regole che spesso fanno esclusivamente il gioco di chi, con un colpo di spugna, mira ad annientare la nostra forza produttiva. Se non difendiamo da soli le nostre produzioni che rappresentano anche la nostra storia e i nostri valori, chi pensiamo possa farlo per noi?", conclude.
(Adnkronos) - Alla vigilia dell’apertura della Conferenza delle Parti sulla Biodiversità (Cop16Bis) di Roma, questa mattina Greenpeace è entrata in azione davanti alla sede della Fao per mandare un messaggio ai delegati dei governi che, da domani e fino al 27 febbraio, si riuniranno al summit organizzato dalle Nazioni Unite. Sei grandi tessere da domino alte da tre a quattro metri ciascuna, raffiguranti alcune specie viventi, esseri umani inclusi, e una banconota di dollari statunitensi, sono state disposte nel prato antistante l’edificio, accompagnate da alcuni striscioni per chiedere il rispetto degli impegni finanziari sulla protezione della natura. Tra i messaggi in italiano esposti dagli attivisti di Greenpeace: “Se cade la natura, casca il mondo” e “Mantenete le promesse, salvate la natura”. "L’installazione del domino fuori dalla sede dei negoziati simboleggia ciò che accade alla biodiversità quando i governi non agiscono: la distruzione a cascata degli ecosistemi naturali da cui dipende la nostra stessa sopravvivenza - dichiara Martina Borghi, campaigner Foreste di Greenpeace Italia - I leader mondiali devono fermare la perdita di biodiversità trasformando le promesse in azioni. È il momento di mettere sul tavolo finanziamenti adeguati e immediati: senza azioni concrete, la natura continuerà a scomparire. I leader globali devono arginare e invertire questa tendenza e mettere sul tavolo soldi veri, perché le sole promesse non valgono a niente".