INFORMAZIONIGiuseppe VerriniGiuseppe Verrini |
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(Adnkronos) - Il compianto attore Chadwick Boseman, noto soprattutto per il suo ruolo nel cinecomic 'Black Panther' della Marvel e per le sue interpretazioni delle leggende americane Jackie Robinson ('42 – La vera storia di una leggenda americana') e Thurgood Marshall ('Marcia per la libertà'), è stato insignito di una stella postuma sulla Hollywood Walk of Fame. A celebrarlo e ricordarlo, nella cerimonia, la moglie Taylor Simone Ledward-Boseman, che ha detto: "Rendiamo omaggio a una vita fatta di talento. Celebriamo la tua capacità e la tua dedizione, riconoscendo la tua eredità di eroe e icona. Hai vissuto con onore e onestà. Eri brillante quanto bello, coraggioso quanto gentile. Ti amiamo, ci manchi". Al suo fianco amici e colleghi, tra cui gli attori Michael B. Jordan, Viola Davis e il regista Ryan Coogler. "Devo credere che Chadwick sia ancora vivo. Non riesco a usare le parole 'andato' o 'morte' quando penso a lui", ha dichiarato Davis, che aveva lavorato con l’attore in 'Ma Rainey’s Black Bottom', il suo ultimo ruolo cinematografico. A Boseman era stato diagnosticato nel 2016 un tumore al colon al terzo stadio, poi progredito nel quarto nel 2020. Nonostante la terapia, ha continuato a lavorare completando diversi film. "Lo ringrazio per ciò che ha lasciato dentro di me: un fuoco che mi guida sempre verso un senso più profondo del mio lavoro e dei miei obiettivi". La stella, ha concluso Davis, "non brillerà mai quanto Chadwick brilla in cielo". Coogler, amico dell’attore e regista di Black Panther, ha chiesto comprensione ai presenti mentre parlava con la voce rotta dall’emozione: "Quando penso a lui, mi vengono in mente tre cose: leadership, insegnamento e generosità. Era una guida straordinaria".
(Adnkronos) - “Negli ultimi anni si è parlato molto di pensioni ma si sia fatto purtroppo molto poco, soprattutto per i lavoratori con redditi medio-bassi. Il sistema contributivo ha preso il posto di quello retributivo, ma non abbiamo visto l’introduzione di una vera flessibilità. Anzi, la flessibilità concessa è stata rigida e riservata a categorie spesso più abbienti”. E' quanto ha detto Paolo Ricotti, presidente nazionale del Patronato Acli intervenuto al seminario “Previdenza Next Gen” a Roma. Da qui il richiamo di Ricotti alla necessità di un “pacchetto flessibilità”, che permetta alle persone di scegliere quando andare in pensione: “Serve consentire l’uscita tra i 63 e i 65 anni con almeno 20 anni di contributi, come in un’evoluzione della riforma Dini. Ovviamente con delle decurtazioni, ma con la possibilità per ciascuno di decidere se privilegiare più tempo libero o più reddito. Questa è la vera flessibilità, possibile nel sistema contributivo ma oggi di fatto inesistente”. Ricotti ha sottolineato come le misure sperimentali degli ultimi anni abbiano avuto un impatto minimo: “Quota 103, nel 2024, è stata utilizzata da appena 1.100 persone in Italia. Segno evidente che non si trattava di un’opzione realmente accessibile”, ha detto. Il presidente del Patronato Acli ha messo poi in guardia sulle conseguenze della scomparsa della pensione minima nel contributivo. “Quando le carriere lavorative si interrompono per lutto, malattia o infortunio, oggi vengono liquidate pensioni da 100 o 200 euro al mese: importi insostenibili. Senza una pensione minima di garanzia –ha aggiunto– non rispettiamo l’articolo 38 della Costituzione, che impone allo Stato di assicurare mezzi adeguati anche in caso di eventi avversi. Dobbiamo ripristinare un livello minimo che garantisca alle persone una vita dignitosa”.
(Adnkronos) - “La sensazione è quella di un’indifferenza strisciante, una neutralità operativa e ideologica rispetto alla sostenibilità ambientale. Ci siamo chiesti da cosa derivasse e la conclusione è che molto probabilmente l’aver scisso la sostenibilità ambientale dalla sostenibilità sociale e aver inflazionato la prima ha depauperato la possibilità della maggior parte dei referenti dell’opinione pubblica di identificarsi con temi e problemi che fanno parte della vita quotidiana e che hanno a che fare con la sostenibilità sociale”. Così il Ceo di Eikon Strategic Consulting Italia Enrico Pozzi, intervenendo all’apertura della Social Sustainibility Week in corso oggi a Palazzo dell’Informazione a Roma, illustrando i risultati della ricerca ‘Salute, benessere e sostenibilità’, presentata da Eikon in occasione dell’evento. “La sostenibilità sociale è difficile: parlare di uguaglianza, di diritti, di procedure, di norme e di policies è difficile. Sono cose complesse dalle quali le istituzioni tendono a sfuggire”, aggiunge Pozzi. “La sostenibilità sembra cedere il passo a una privatizzazione psicologica e microsociale della sostenibilità che si traduce in quell’universo psicologico e microsociale che definiamo salute, e che tendenzialmente ha a che fare con il proprio corpo. Salute come passaggio della sostenibilità a un universo dove gli attori sociali sembrano sparire”, conclude Pozzi.