(Adnkronos) - Un aereo della compagnia Lufthansa in volo da Manchester a Monaco è stato costretto a un atterraggio non programmato a Londra mercoledì a causa di problemi tecnici al motore. Una portavoce di Lufthansa, la compagnia di bandiera tedesca, ha dichiarato a Francoforte che il volo LH2507 è stato dirottato all'aeroporto di Heathrow di Londra dopo aver subito "problemi al motore nei pressi della Manica". L'aereo è atterrato in sicurezza e rimarrà a Londra per un'indagine tecnica. Tutti i 107 passeggeri sono stati imbarcati su altri voli. "Lufthansa si rammarica per l'inconveniente causato a tutti i passeggeri di questo volo", ha affermato la portavoce. "La sicurezza a bordo è la massima priorità di Lufthansa".
(Adnkronos) - La possibile acquisizione del marchio Bialetti da parte di una proprietà cinese solleva interrogativi sul futuro per uno dei simboli più iconici del Made in Italy: la moka. Non si tratta solo di un cambio di proprietà, ma di una potenziale perdita di identità culturale e manifatturiera per l’Italia. Creata nel 1933 da Alfonso Bialetti, la moka è molto più di un oggetto di uso quotidiano. È un emblema di tradizione, innovazione e cultura italiana che ha conquistato il mondo. La sua forma, il suo suono e il suo aroma raccontano una storia che parte dalle radici artigianali italiane e arriva nelle case di milioni di persone. Tuttavia, oggi il futuro di questo simbolo è incerto. La cessione di marchi storici rischia di allontanare ulteriormente la produzione dal suo contesto originario, mettendo in crisi un settore già colpito da profonde trasformazioni. Per questo Mokavit, azienda piemontese specializzata nella produzione artigianale di moke di alta qualità interamente realizzate in Italia lancia così un appello per la difesa del Made in Italy e della filiera corta. "Con un profondo senso di responsabilità e amarezza, apprendiamo della possibile acquisizione del rinomato marchio Bialetti da parte di una proprietà cinese. Questa notizia, che sta scuotendo il panorama nazionale, non rappresenta solo un ulteriore capitolo di una storia che rischia di spezzarsi, ma anche una grande sfida per il nostro paese, che rischia di perdere uno dei suoi simboli più riconosciuti nel mondo: la moka. È un altro duro colpo per la manifattura italiana, che da tempo sta affrontando crescenti difficoltà nel mantenere il controllo sui suoi marchi storici", afferma Gianni Vittoni, fondatore di Mokavit. Vittoni ha guidato Mokavit nello sviluppo di una moka innovativa, adatta a tutti i tipi di piani cottura, inclusi quelli a induzione, senza la necessità di adattatori. Questo impegno riflette la missione dell'azienda di mantenere autentica l'esperienza del caffè italiano. Con una produzione locale che coinvolge fornitori e artigiani entro un raggio di 15 chilometri, Mokavit intende rilanciare l’industria manifatturiera italiana, creare nuovi posti di lavoro e preservare un’eredità culturale che rischia di scomparire. "La moka non è solo uno strumento per preparare il caffè, ma un pezzo della nostra storia e identità. Riteniamo fondamentale che questo simbolo rimanga legato alle sue radici italiane, espressione di qualità, autenticità e tradizione. La nostra missione è chiara e incrollabile: difendere la moka, difendere il Made in Italy e tutti i valori che abbiamo ereditato dai grandi maestri artigiani e che continueranno a essere il nostro faro, guidandoci verso il futuro", continua Vittoni. Mokavit ha scelto la fenice come proprio emblema, a rappresentare la resilienza e la capacità di rinascere. Con questa filosofia, Mokavit si propone non solo di preservare il patrimonio della moka, ma anche di trasformarlo in un elemento chiave per il futuro del Made in Italy. L’obiettivo non è solo salvaguardare un prodotto, ma riaffermare l’importanza della qualità artigianale italiana in un mondo sempre più dominato dalla produzione di massa e dalla standardizzazione. Mokavit vuole essere ambasciatrice di una cultura del caffè autentica, restituendo alla moka il prestigio che merita.
(Adnkronos) - Penalizzante per la strategia di decarbonizzazione del trasporto pesante e inadatto a favorire la diffusione dei prodotti alternativi ai carburanti tradizionali. Questo, in sintesi, il messaggio principale dell’intervento di Matteo Cimenti, presidente di Assogasliquidi-Federchimica, in audizione oggi in Senato sul dl 'Proroga termini' a proposito dell’estensione anche per i fornitori di Gnl dell’obbligo di introdurre quote di biocarburanti in consumo. Dal 1° gennaio 2025, infatti, sono entrate in vigore le norme del decreto 'Decreto biocarburanti' (107 del 16 marzo 2023) - spiega Assogasliquidi-Federchimica - che prevedono un incremento delle quote di biocarburanti per i trasporti ed estendono per la prima volta l’obbligo anche a carico dei fornitori di metano sia nella forma gassosa che liquefatta (Gnl), secondo una scelta dello Stato italiano, al quale invece le norme europee lasciano ampia discrezionalità. “L’inclusione del settore del Gnl tra quelli interessati dal provvedimento ci trova completamente in disaccordo - ha spiegato Cimenti - perché contraddice la strategia nazionale ed europea che punta sulla diffusione di questo carburante per ridurre le emissioni inquinanti e climalteranti del trasporto pesante, sia terrestre che marittimo. Ricordiamo che l’industria e il mercato del Gnl sono nati una decina di anni fa e quindi non hanno una posizione consolidata nel panorama energetico: oltretutto si trovano oggi a dover affrontare difficoltà per la volatilità dei prezzi a causa dell’instabilità geopolitica”. Dall’obbligo, del resto, è stato correttamente escluso il comparto del Gpl, in conformità con le norme Ue, sia per la sua dimensione di 'alternativa' rispetto ai carburanti tradizionali e soprattutto perché, al contrario di altre fonti energetiche, non ha mai goduto sinora di alcun investimento pubblico rispetto allo sviluppo delle produzioni bio o comunque rinnovabili - spiega Assogasliquidi - in questo senso, infatti, solo gli investimenti privati ad oggi stanno garantendo attività di ricerca e implementazione di soluzioni impiantistiche dedicate alla crescita di produzioni bioGpl e Dme rinnovabili. Nel corso dell’audizione Assogasliquidi ha quindi chiesto al Parlamento di intervenire in modo urgente per l’eliminazione dell’obbligo anche per i fornitori di Gnl, obbligo che penalizza un comparto che al contrario ha necessità di rapidi interventi per riprendere il trend positivo di crescita, rappresentando ad oggi, soprattutto negli sviluppi della disponibilità di bioGnl, la soluzione immediata e pronta per decarbonizzare in modo efficiente il trasporto stradale pesante e marittimo, settori questi in cui anche il recente Pniec riconosce al prodotto spazi importanti di crescita entro il 2030.