(Adnkronos) - "Due manifestazioni, a poche ore (24) e a pochi chilometri (530) di distanza, per dire quasi - quasi - la stessa cosa: e cioè che a Gaza le cose non possono proprio continuare così. Il giorno prima il raduno dei centristi e di una parte del Pd a Milano. Il giorno dopo quello del Pd più Conte più Bonelli e Fratoianni a Roma. S’intende che le differenze non sono poi affatto così piccole. E’ assai probabile che a Milano le critiche alla politica di Netanyahu verranno accompagnate dalla preoccupazione di non allontanarsi troppo dal solco della solidarietà con Israele. E che a Roma l’afflato per la causa palestinese sarà a sua volta accompagnato da argomenti, parole d’ordine e stati d’animo assai più severi nei riguardi di Tel Aviv. Non fosse stato così, l’appuntamento avrebbe potuto essere uno solo per tutti. Eppure non doveva essere così impossibile trovare una piattaforma comune tra tutte le forze di opposizione. Sarebbe bastata forse qualche piccola, non banale accortezza. Per esempio, dar retta alla proposta accennata da Edith Bruck: quella di far sfilare, accanto alle bandiere palestinesi, anche una, solo una, simbolica bandiera dello stato di Israele. Quel tanto che desse l’idea di una protesta capace di conservare il senso storico di quel che avviene da quelle parti. E cioè il fatto che quello stato, per quanti errori e quanti delitti stia commettendo a Gaza, è figlio dei delitti ancor più atroci che abbiamo compiuto noi europei a suo tempo verso la sua gente. E ancora, che quello stato, Israele appunto, è pur sempre una democrazia, ancorché gravemente malata. L’unica democrazia in quel contesto, peraltro. Quella possibilità è svanita nel giro di poche ore tra il silenzio di quasi tutti. Così, ognuno ha finito per recitare se stesso. La sinistra ufficiale, la più corposa, si è voluta appropriare di tutte le ragioni, proprio tutte, della (giusta) indignazione. E si appresta ora però a correre il rischio che il raduno di Roma possa sfuggirle di mano, condizionato da parole d’ordine ancor più estreme di quelle in nome delle quali è stato convocato. Mentre la sinistra, chiamiamola così, moderata, o riformista che dir si voglia, farà la sua fatica a farsi condividere da quella parte di elettorato che pure vorrebbe dare un forte segno di tutta la sua inquietudine e disapprovazione per quanto sta avvenendo in Medio Oriente. Senza contare il fatto che una parte di costoro si troverà infine a sfilare in tutte e due i cortei. La prima volta per convinzione, la seconda per disciplina. Tutto questo suona come riprova della difficoltà a tenere insieme i due lembi del centrosinistra. Uno più corposo nei suoi numeri. L’altro forse -forse- più capace di rubare consenso alla maggioranza. La quale maggioranza peraltro in materia di politica estera ha anch’essa le sue belle traversie. E si ostina ancora oggi a dividersi, al di là e al di sopra del Medio Oriente, tra una parte che fa il tifo per un Trump niente affatto gentile con gli europei e un’altra parte che fa il tifo per una Europa niente affatto disposta ad inginocchiarsi sul prato della Casa Bianca versione Maga. Due vere e proprie visioni del mondo che verrà. Del tutto antitetiche. Si dirà che le crepe che dividono l’opposizione sono più visibili, almeno in questi giorni. E che i suoi leader non stanno facendo più di tanto per cercare di venirne a capo. E’ vero. Ma è vero anche che certe fenditure che si intravedono tra i soci di maggioranza possono facilmente dar luogo prima o poi a crepe anche più profonde. E assai più gravi per il buon nome del nostro paese presso le cancellerie del mondo che conta. In una parola, si riproduce da una parte e dall’altra la disinvolta attitudine a litigare tra alleati (e perfino dentro i partiti) sui grandi temi della politica estera. Quei temi che dovrebbero vedere semmai la convergenza tra le nostre due metà campo. E che ora invece solcano tutti e due i campi in questione, seminando dappertutto una disunione che non promette nulla di buono". (di Marco Follini)
(Adnkronos) - "Ringrazio il ministro Calderone per quello che sta facendo in questa fase complicata ad esempio sulle morti sul lavoro, una piaga che assolutamente va curata nel nostro Paese". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, intervenendo in video collegamento alla giornata conclusiva del Festival del Lavoro a Genova.
(Adnkronos) - Una giornata immersi nella natura per apprendere, sperimentare e crescere nel segno della sostenibilità. Oggi, venerdì 30 maggio 2025, la Tenuta presidenziale di Castelporziano ha ospitato 200 bambine e bambini delle scuole primarie italiane nell’ambito di Riciclo di Classe, il progetto di educazione ambientale promosso da Conai - Consorzio Nazionale Imballaggi, in collaborazione con Globe Italia e con l’ospitalità da parte del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica. Un evento che ha unito formazione, esperienze sul campo e impegno civico, rafforzando il ruolo strategico dell’educazione ambientale per la transizione ecologica. Gli alunni hanno partecipato a laboratori, giochi, attività immersive e momenti di condivisione all’aperto, con l’obiettivo di stimolare la curiosità e il senso civico. Attraverso laboratori interattivi e attività all’aperto, gli studenti hanno potuto approfondire il valore del riciclo, della raccolta differenziata di qualità e della tutela del patrimonio naturale. Un’occasione per sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente e per promuovere comportamenti responsabili, in un contesto unico come quello della Riserva Naturale Statale di Castelporziano. La Tenuta Presidenziale, una delle tre residenze della Presidenza della Repubblica, è infatti un’oasi naturale tutelata e simbolo dell’equilibrio tra conservazione ambientale, ricerca scientifica, gestione e fruizione consapevole del territorio. “Ospitare oggi le scuole che hanno partecipato al progetto Riciclo di classe dà impulso e nuova forma alle variegate attività di accoglienza ed educazione alla sostenibilità che la Tenuta sostiene con forte motivazione soprattutto quando rivolte al coinvolgimento attivo degli studenti; il progetto infatti favorisce - con competenza scientifica ma anche con l’insegnamento di abitudini civiche che passano dai piccoli gesti individuali - il dialogo intergenerazionale rivolto ai temi legati all’ambiente. I giovani ricercano e apprezzano l’informazione guidata, già ben consapevoli dell’importanza della cura collettiva del Pianeta per un futuro sano e salubre per tutti", ha dichiarato Giulia Bonella, direttrice della Tenuta Presidenziale di Castelporziano. “Educare i più giovani alla sostenibilità - ha dichiarato Ignazio Capuano, presidente Conai - significa costruire oggi le basi per un domani più equo e rispettoso del nostro pianeta. Progetti come Riciclo di Classe sono parte integrante dell’impegno che Conai porta avanti da anni nel mondo della formazione, un impegno che prosegue anche nelle università e nella formazione dei futuri professionisti della transizione ecologica. Supportare il processo di cultura e di educazione, a partire dai più giovani, è infatti fondamentale per costruire una società consapevole, preparata e capace di contribuire concretamente agli obiettivi di economia circolare”. Avviato nel 2017 e realizzato in collaborazione con il Corriere della Sera, Riciclo di Classe è rivolto alle scuole primarie di tutta Italia. Coinvolge alunni, insegnanti e famiglie in percorsi di educazione alla cittadinanza ambientale, con l’obiettivo di promuovere una corretta gestione dei rifiuti e una cultura del riciclo come atto di responsabilità civile. Accanto a Conai, Globe Italia, da sempre impegnata nella promozione dell’educazione scientifica e ambientale, ha contribuito alla realizzazione dell’evento. “Crediamo che ogni percorso educativo debba fondarsi sul contatto diretto con la natura e sull’esperienza concreta partendo dalle generazioni più giovani, da qui l’idea di questo evento - ha dichiarato Matteo Favero, presidente di Globe Italia - Portare 200 bambini in un luogo bello e simbolico come Castelporziano significa offrire loro un’esperienza formativa autentica, che lascia un segno profondo”.