Gesta srlConsulenza, formazione, e-learning e audit nei settori qualità, responsabilità sociale, sicurezza e ambiente (certificazioni ISO 9000, SA 8000, OHSAS 18001, ISO 14001), D. Lgs. 231/2001 e temporary management |
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(Adnkronos) - Crescono le pressioni in Europa su Giorgia Meloni perché "scelga da che parte stare" nella guerra commerciale con gli Stati Uniti, "mentre esercita un veto effettivo sulla spinta di alcuni grandi Stati membri affinché Bruxelles" risponda in maniera decisa ai dazi di Donald Trump. Lo scrive il Financial Times, secondo cui la premier italiana, che ha "legami amichevoli" con il presidente americano, "si sta opponendo alla spinta franco-tedesca per un'escalation della risposta Ue" alle tariffe reciproche del 20% annunciate sull'import di prodotti europei negli Stati Uniti. Dazi: Ft, crescono pressioni su Meloni perché 'scelga da che parte stare' (2) Il quotidiano britannico ricorda che Parigi e Berlino sono tra le capitali che stanno esortando la Commissione europea a colpite le esportazioni di servizi americani come la tecnologia. Ad una riunione ieri dei rappresentanti permanenti presso l'Unione Europea, Francia, Germania, Spagna e Belgio hanno sostenuto che i 27 "dovrebbero essere pronti a usare il loro 'bazooka commerciale', lo strumento anti-coercizione, per la prima volta in assoluto", hanno riferito due diplomatici europei. Ma il ricorso a questo strumento potrebbe essere bloccato da una minoranza ponderata e, "date le dimensioni, l'Italia sarebbe un membro decisivo del campo del no, del quale fanno parte anche Romania, Grecia e Ungheria", hanno sottolineato le fonti. "Ad un certo punto dovrà scegliere da che parte stare - ha detto un diplomatico al Financial Times - Si parla molto dei servizi come prossimo passo". Il quotidiano ricorda quindi l'intervista che ha fatto alla Meloni della settimana scorsa, durante la quale la premier ha definito "infantile" e "superficiale" l'idea che debba scegliere tra Ue e Trump.
(Adnkronos) - “Il conferimento del dottorato di ricerca honoris causa a Cucinelli vuole essere un doveroso riconoscimento da parte della nostra istituzione ed ha una doppia valenza: da un lato, è l’attribuzione di un importante titolo per chi, come lui, ha portato ai più alti livelli il made in Italy, quale perfetto ambasciatore dell’eleganza italiana come sintesi di cultura e tradizione, nonché imprenditore illuminato, sensibile e dalle eccezionali capacità di innovazione”. Così il rettore dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Gianfranco Nicoletti, ha commentato il conferimento del prestigioso dottorato honoris causa in “Design per il made in Italy: identità, innovazione e sostenibilità” all’imprenditore e stilista Brunello Cucinelli. “Cucinelli è un portatore di messaggi di grande valore, soprattutto per i nostri giovani universitari: è possibile creare un’impresa che rispetti l’essere umano in quanto tale” ha aggiunto Nicoletti, sottolineando come l’imprenditore umbro rappresenti un modello di sintesi tra tradizione e innovazione, tra etica e sviluppo economico. “Abbiamo riconosciuto non solo il merito culturale, ma anche altri valori che vanno ben oltre l’eccellenza imprenditoriale: valori che devono essere d’esempio per tutti noi. È fattibile, come afferma Cucinelli, una forma di capitalismo umanistico, contemporaneo ma con forti radici antiche, dove il profitto non rechi offesa ad alcuno, ma venga utilizzato anche per migliorare significativamente la condizione umana attraverso la creazione di servizi e luoghi di rilevanza culturale, fautori di promozione umana e sociale”, ha concluso il rettore dell’ateneo Vanvitelli.
(Adnkronos) - Il terremoto avvenuto questa mattina in Myanmar si è verificato in "un'area altamente sismica. Nel secolo scorso ci sono state parecchie scosse di magnitudo superiore a 7: in soli 26 anni, dal 1930 al 1956, ce ne sono state 6 di magnitudo superiore a 7, quindi è un terremoto del tutto atteso in quell'area". Così all'Adnkronos il presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni, dopo il violentissimo sisma che ha colpito l'Asia. Si tratta di "una zona del mondo dove la placca indiana si muove verso nord-nordest sotto l'Asia e in quella zona della Burma ha una componente obliqua, sono dei terremoti che hanno una componente compressiva ma anche di movimento laterale tra le placche quello che noi chiamiamo transpressione destra". E', dunque, l'"effetto di questa convergenza obliqua tra l'India e l'Asia di circa 4 cm all'anno, velocità 10 volte più grandi di quelle che abbiamo in Italia dove la deformazione è dell'ordine dei millimetri all'anno: questo spiega perché lì ci sono terremoti molto più energetici che da noi". Il sisma di questa mattina "è di energia simile a quella dell'evento di febbraio 2023 in Turchia, difficile immaginare che non ci siano grossissimi danni e molte vittime". "Se persino a Bangkok, che si trova a parecchie centinaia di chilometri di distanza, ci sono stati crolli, dentro l'area epicentrale ci sarà sicuramente grande distruzione, molte frane e fenomeni di liquefazione (lo scuotimento del suolo che sembra solido, si liquefa e se ci sono abitazioni sopra queste collassano e ci possono essere ulteriori danni)", spiega. Non ci sono indicazioni per un rischio tsunami. "Il terremoto è avvenuto a centinaia di chilometri dalla costa, non ha rotture sul fondo mare, quindi non c'è un rischio tsunami come quello dell'Indonesia o di Tohoku, in Giappone", chiarisce. Sull'evoluzione del fenomeno nelle prossime ore, l'esperto spiega che "è avvenuto ciò che definiamo un main shock, cioè una scossa principale. Può succedere che, a volte, queste scosse principali siano accompagnate da scosse di magnitudo simile, come nel caso della Turchia, a distanza di poche ore. E' possibile. D'altronde c'è una sequenza che decade nel corso dei giorni in termini di numero di scosse di magnitudo che diventano sempre più piccole e sempre più diradate. Ma se la discesa è iniziata in maniera definitiva non lo sappiamo perché se c'è un'ulteriore recrudescenza, con un altro main shock, si riazzera l'orologio ". (di Francesca Romano)