INFORMAZIONIIntesa Sanpaolo spa Assicurazioni, Banche e Finanza Ruolo: People Performance, Sviluppo e Valorizzazione del Capitale Umano, Direzione Personale Divisione Corporate e Investment Banking Area: Human Resource Management Francesco Amato |
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(Adnkronos) - La promessa di Donald Trump di imporre nuovi dazi a Pechino ha un chiaro obiettivo: ridurre l'afflusso negli Stati Uniti del fentanyl, il potente oppioide sintetico che uccide ogni anno decine di migliaia di americani. La Cina è la principale fonte di sostanze chimiche utilizzate per produrre 'la droga degli zombie', mentre gran parte del flusso verso gli Stati Uniti proviene dai cartelli della droga in Messico che mescolano i precursori e contrabbandano il prodotto finito oltre confine. La cooperazione tra Washington e Pechino sul fentanyl, sottolinea il 'New York Times', è stata tra le note liete nei rapporti diplomatici tra i due Paesi durante l'amministrazione Biden. Lo scorso anno, i colloqui positivi Biden-Xi a San Francisco avevano convinto il governo cinese ad ampliare l'elenco dei precursori chimici utilizzati per produrre il farmaco, imponendo una maggiore supervisione. La mossa è stato un raro esempio di cooperazione da parte della Cina, che è altrimenti solita fare ostruzionismo a Washington su questioni come il controllo degli armamenti nucleari, il sostegno alla Russia e i diritti umani. Tuttavia, per gli esperti rimane ancora molto da fare per fermare la 'piaga' fentanyl. I produttori cinesi d'ingredienti dell'oppioide, che sono anche usati per produrre farmaci legali, possono aggirare le leggi sviluppando nuovi precursori chimici incontrollati. Alcuni analisti, citati dal quotidiano americano, sono preoccupati che i dazi minacciati da Trump possano peggiorare la situazione. "Un'imposizione di tariffe non farà nulla per quanto riguarda il flusso di fentanyl - ha affermato Vanda Felbab-Brown, ricercatrice presso la Brookings Institution ed esperta di politica globale sulla droga - In effetti, potrebbe minare la cooperazione antidroga che gli Stati Uniti e la Cina hanno intrapreso nel 2024". Il governo cinese prova spesso ad usare la questione del fentanyl per fare leva sugli Stati Uniti, cooperando solo con la promessa di ricevere qualcosa in cambio. Per riprendere i colloqui sugli stupefacenti dopo l'incontro tra Biden e Xi in California, Washington ha accettato la richiesta di Pechino di revocare le sanzioni su un istituto forense gestito dal ministero della Pubblica Sicurezza cinese. L'istituto era stato inserito in una lista nera commerciale nel 2020 perché collegato ad abusi contro la minoranza uigura. L'amministrazione Biden aveva giustificato la mossa spiegando che la Cina aveva chiuso alcune aziende che esportavano precursori del fentanyl e chiuso i loro conti bancari. Pechino, che nella sua narrazione ufficiale si definisce 'vittima della droga' e ha spesso incolpato il malgoverno statunitense per la crisi del fentanyl, si era già dimostrato in passato disponibile a collaborare sulla questione con la precedente amministrazione Trump. Nel 2019, la Cina introdusse un divieto del farmaco, portando il tycoon a ringraziare Xi per il "meraviglioso gesto umanitario". Da quel momento gli agenti delle forze dell'ordine cinesi e americani iniziarono a coordinare gli sforzi per catturare i trafficanti. Tuttavia, le tensioni sulla tecnologia e sul commercio, e l'abbattimento di un pallone di sorveglianza cinese sugli Stati Uniti, posero presto fine alla cooperazione.
(Adnkronos) - Il Consorzio di Tutela della Ricotta di Bufala Campana Dop è il vincitore del Premio per l’efficientamento energetico alla quinta edizione della Rassegna del giornalismo agroalimentare e agroindustriale 'Pro Sud', tenutasi dal 21 al 23 novembre scorsi al Museo nazionale del Bergamotto e del Cibo di Reggio Calabria. La vittoria, arrivata insieme al Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia Igp e il Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria Dop, è il riconoscimento “al contributo fondamentale nel garantire la qualità e l’autenticità della ricotta di bufala campana Dop, eccellenza gastronomica del Sud Italia”, come si legge nella motivazione. “Attraverso l’attività del Consorzio, guidato dal presidente Benito La Vecchia - prosegue la motivazione - si è rafforzata la promozione di un prodotto che esprime al meglio il patrimonio culturale e culinario del territorio. Il Consorzio ha inoltre intrapreso azioni significative per l’efficientamento energetico e la sostenibilità, dimostrando come l’innovazione possa convivere con il rispetto delle tradizioni”. A ritirare il premio è stato proprio il presidente del Consorzio, Benito La Vecchia, che commenta soddisfatto: “Sono orgoglioso di questo nuovo traguardo, che valorizza l’impegno quotidiano del nostro giovane Consorzio, ma soprattutto le straordinarie proprietà della ricotta di bufala campana Dop, sorella di latte della mozzarella di bufala Dop. Diffondere e promuovere questo prodotto è la nostra mission e la ricotta di bufala Dop si sta affermando sempre di più come simbolo di freschezza, genuinità, cibo salutare per gli sportivi e adatto anche ai più piccoli. Inoltre, cresce anche l’interesse degli addetti ai lavori: dai pasticcieri agli chef stellati, l’utilizzo come ingrediente riesce a esaltare tantissime ricette. Questo premio ci conferma che siamo sulla giusta strada e per questo ringrazio gli organizzatori a nome di tutti i soci”. L'evento ha rappresentato un'importante vetrina per le eccellenze agroalimentari e agroindustriali del Sud Italia. Organizzato dalla Fondazione Its Academy per l’Efficientamento Energetico di Reggio Calabria, presieduta da Vittorio Caminiti e diretta da Giuseppe Sciacca, l’iniziativa ha coinvolto operatori, esperti e appassionati del settore, con un ricco programma di attività. Tra i premiati di questa edizione ci sono anche Beppe Convertini ed Edoardo Raspelli, due giornalisti impegnati da anni nel settore enogastronomico, che si sono distinti nel raccontare le storie e le tradizioni agroalimentari italiane. Il programma ha visto anche la partecipazione di numerosi esperti, ricercatori e imprenditori, che hanno condiviso le loro esperienze sul tema della sostenibilità e dell’innovazione nel settore agroalimentare. I laboratori esperienziali, le degustazioni e i cooking show hanno offerto ai partecipanti l’opportunità di conoscere e apprezzare i prodotti tipici del Sud Italia, con un’attenzione particolare alla valorizzazione delle risorse locali.
(Adnkronos) - “L’Italia, Paese leader del riciclo in Europa, vive un paradosso proprio sul materiale riciclabile al 100 per cento e infinite volte, l’alluminio. Non sono infatti disponibili quantità sufficienti di rottami. Abbiamo, cioè, una capacità di riciclo sottoutilizzata”. Lo hanno affermato il presidente di Assomet-Centroal, Danilo Amigoni, e il direttore generale di Cial, Stefano Stellini, in una conferenza stampa alla Camera. (VIDEO) “La ragione - ha spiegato Amigoni - è che in quantità crescente (a livello Ue 1,4 mln t nel 2023, +13% su base annua) i rottami di alluminio vengono accaparrati sul mercato da Paesi del Far East, dove vengono lavorati con bassi standard ambientali e tramite sussidi che danneggiano l’Europa e, al suo interno, in modo particolarmente grave, l’Italia. Chiediamo alla politica italiana, che nei mesi scorsi ha offerto un primo segnale inserendo i rottami di alluminio e di altri metalli non ferrosi nel sistema di monitoraggio nazionale sull’export delle materie prime critiche, di spingere per l’introduzione in Europa di norme che consentano la fuoriuscita di rottame solo verso Paesi terzi in grado di certificare i medesimi standard ambientali della Ue, e dunque i medesimi oneri a carico delle imprese. Chiediamo inoltre una posizione a favore di modifiche al Cbam, il meccanismo che tassa l’importazione in Ue di materiali ad elevate emissioni, ma non i prodotti finiti che al loro interno contengono proprio quei materiali. Il che è un ulteriore elemento di penalizzazione per le attività di riciclo e per il mercato all’interno della Ue”. Le performance dell’alluminio nel riciclo sono molto evidenti nel comparto degli imballaggi, di cui si occupa Cial. Stellini ha evidenziato: “Con un tasso di riciclo medio, negli ultimi cinque anni, del 70% di imballaggi in alluminio, il nostro Paese non solo ha da tempo raggiunto e superato gli obiettivi al 2030, ma si colloca al primo posto in Europa con ben 10 punti percentuali sopra la media (59%) degli altri paesi. L’efficienza del sistema italiano è ancor più evidente se si analizza lo spaccato del tasso di riciclo per le sole lattine in alluminio per bevande, pari al 93,8% per il 2023. Un risultato da record, in linea con quello dei paesi i cui sistemi sono basati sul deposito cauzionale e abbondantemente superiore al tasso medio di riciclo europeo del 76%”. Ma l’Italia è capofila anche sulla prevenzione. "Uno studio realizzato da Cial per tracciare la tendenza evolutiva del packaging in alluminio a partire dal 2000 dimostra come le imprese della filiera siano riuscite a risparmiare in media ogni anno circa 5.350 tonnellate di materiale (l’equivalente di 51.000 carrozzerie per auto) per un totale di 107.000 tonnellate pari ad una riduzione complessiva di 936.000 tonnellate di CO2. Ciò grazie a miglioramenti dei processi produttivi e a una progettazione dell’imballo finalizzata a massimizzare il riciclo”, ha aggiunto Stellini. “In Italia - hanno ricordato Amigoni e Stellini - viene prodotto solo alluminio da riciclo che garantisce sostenibilità ambientale, decarbonizzazione ed efficienza energetica. Il riciclo necessita di solo il 5% dell’energia richiesta per la produzione di alluminio primario. A livello europeo il riciclo dell'alluminio potrebbe comportare una riduzione delle emissioni di CO2 del 46% all’anno al 2050”.