(Adnkronos) - Si è aperto oggi Artigiano in Fiera, uno degli eventi più attesi da tutti, in programma fino a domenica 8 dicembre dalle 10.00 alle 22.30 con ingresso gratuito a Fieramilano Rho. Quest’anno la più importante manifestazione internazionale dedicata all’artigianato conta 2.800 stand espositivi provenienti da 90 Paesi in 8 padiglioni. Dall’abbigliamento al design, dall’arredo agli accessori, dai gioielli agli alimenti, passando dai prodotti per la salute, il benessere e il tempo libero Artigiano in Fiera è una “piazza” innovativa nata per esaltare la bellezza e il valore delle arti e dei mestieri, dove poter fare acquisti originali, autentici e di qualità attenti alla filiera e rispettosi dell’ambiente. “Con la loro capacità di innovare e adattarsi, le micro e piccole imprese rappresentano non solo il motore dell'economia italiana ma anche un patrimonio culturale inestimabile” ha commentato Antonio Intiglietta, Presidente Ge.Fi. Gestione Fiere Spa, che ha ufficialmete inaugurato l’edizione 2024 alla presenza di numerosi ospiti che hanno portato il loro saluto: Carlo Bonomi, Presidente Fiera Milano Spa, Alessia Cappello, Assessora Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro Comune di Milano, Enrico Brambilla, Presidente Comitato Direttivo Artigiano in Fiera, Daniela Santanchè, Ministra del Turimo, Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, e Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia. La cerimonia di apertura si è svolta prima nell’area espositiva dell’Arabia Saudita Paese dell’Anno per il Medio Oriente alla presenza di Sua Altezza il Principe Faisal bin Sattam AlSaud, Ambasciatore del regno dell’Arabia Saudita in Italia, di Mayada Badr, CEO Saudi Culinary Arts Commission e di Sumaya Al-Solaiman CEO Architecture and Design Commission e, a seguire, nel padiglione dell’Algeria, Paese dell’Anno per l’Africa rappresentato da Houria Meddahi, Ministra del Turismo e dell’Artigianato d’Algeria. Organizzato dal Ministero della Cultura saudita con la partecipazione di vari commissioni culturali ed enti sauditi, quest’anno l’Arabia Saudita è in fiera con un padiglione delle meraviglie dove accanto a 33 artigiani con i prodotti della tradizione e della cultura locali, trovano spazio il ristorante Irth, dove provare alcuni dei piatti più popolari del Regno e un ricco programma di eventi culturali tra musica, danza e tanto altro, compreso uno stand dedicato all’Anno del Cammello, ricorrenza lanciata ques’anno dall’Arabia Saudita per celebrare l'immenso valore culturale dell’animale e l'importante ruolo che continua a svolgere ogni giorno nella vita del popolo saudita. Con uno spazio espositivo di oltre 1.000 mq progettato dalla CNAM - Chambre Nationale de l'Artisanat et des Métiers con il sostegno del Ministero del Turismo e dell'Artigianato e del Ministero del Commercio, l’Algeria partecipa ad Artigiano in Fiera con ben 80 imprese artigiane - di cui oltre 30 al femminile - coinvolte in vari mestieri artigianali, che offrono una panoramica ricca e autentica delle tradizioni e competenze artigianali del Paese. Tra i gioielli spiccano i pezzi berberi in argento e ancora tessuti e abitim che riflettono lo stile distintivo dell'Algeria, oltre ad accessori in pelle lavorati nella zona del Sahara e ai sapori autentici della tradizione culinaria locale. Essere artigiano è una scelta di vita è il tema dell’edizione 2024 per ribadire il valore del lavoro artigianale vissuto come scelta creativa e consapevole, in un approccio integrato che unisce il rispetto per l'ambiente e le tradizioni locali, un forte senso di comunità, innovazione e progresso tecnologico. Gli artigiani presenti in fiera sono innovatori, artisti e creatori di novità, di oggetti belli, buoni e utili, dimostrando cosa si può produrre da una materia prima e dalla natura. Il lavoro e la presenza di queste imprese contribuiscono allo sviluppo e alla prosperità dei territori. “Artigiano in Fiera va ben oltre l'esposizione di prodotti artigianali: è l’affermazione del saper fare come espressione della creatività umana – ha spiegato Antonio Intiglietta - Con il tema di quest'anno vogliamo sottolineare l'importanza di un approccio consapevole e sostenibile alla produzione, che valorizza le tradizioni locali e promuove uno stile di vita più autentico". Ad Artigiano in Fiera l’Italia è presente al gran completo. Numerosa anche la partecipazione dei Paesi europei e intercontinentali, che contano sette le nuove presenze: Eritrea, Oman, Georgia, Guinea, Guinea Bissau, Finlandia e Lettonia. Se nell’aere europea spiccano la partecipazione storica della Francia e la Germania con un progetto che riunisce il meglio dei prodotti artigianali dall’Assia, dall’Africa – si conferma la grande presenza del Marocco con la collettiva gestita da Union Maroc Artisan e della Tunisia, Paese d’Onore nel 2023, quest’anno in fiera con ben 61 imprese che rappresentano il meglio dell’artigianato locale. Dall’Asia è significativo il ritorno della Cina, che dopo due anni di assenza partecipa con una rappresentanza di 20 imprese artigiane dalla provincia di Guizhou e 2 dalla provincia dello Yunnan. Dal Vietnam, con il supporto diretto del Ministero dell’Agricoltura, si presenta un gruppo di artigiani selezionati nell’ambito del progetto One Country One Priority Product, programma quinquennale della FAO volto a valorizzare i Prodotti Agricoli Speciali con qualità uniche. Significatie anche le presenza dell’Uzbekistan, in fiera con 30 imprese del progetto gestito dalla locale Associazione degli Artigiani Huarmand e dell’Indonesia, anche quest’anno in fiera con il supporto di ITPC, l’ente di promozione dell’artigianato indonesiano. Dall’America Latina si conferma la partecipazione del Perù realizzata in collaborazione con il Consolato Generale del Perù a Milano. Tra i nuovi prodotti esposti della micro-collettiva si segnalano il caffè, il superfood (come maca e lúcuma), il cioccolato artigianale, i capi in alpaca e le ceramiche tradizionali. Da sempre attento alle tendenze e alle esigenze del mercato, Artigiano in Fiera già da tempo dedica spazio al mondo del "vivere bene". Quest’anno grazie alla presenza di ben 456 aziende (di cui 157 nuovi espositori) provenienti dall’Italia (che ne conta più di 300) e dall’estero la manifestazione propone una dimensione del “vivere bene” diffusa negli 8 padiglioni. In fiera le produzioni artigianali di prodotti biologici, vegani, di montagna e senza glutine portano la loro autenticità e qualità, rappresentando in maniera significativa un settore tipicamente dominato dall’industria. Delle 214 imprese con prodotti biologici presenti (di cui 101 al loro debutto), 113 sono italiane, 11 europee e 90 dal resto del mondo. Le imprese con prodotti vegani, di montagna e senza glutine sono invece 242 (compresi 56 nuovi espositori), di cui 188 italiane, 23 europee e 31 da resto del mondo. Inoltre, 14 delle 456 imprese sono raccolte in un’area dedicata e ben visibile all’interno del padiglione 4, con prodotti e referenze esclusivamente certificati. Non solo saperi, arti e mestieri ma anche sapori: Artigiano in fiera è anche l’occasione per viaggiare tra le tradizioni culinarie italiane e del mondo. Ogni Paese ha la propria cucina e basterà fare il giro tra i padiglioni per provare ricette dai diversi continenti, attraversando tutto lo Stivale dai canederli dell’Alto Adige alla pasta alla norma siciliana, dagli agnolotti piemontesi alla pizza napoletana, o aprendosi al resto del mondo, dai samosa indiani al pulled pork americano, senza dimenticare il Vecchio Continente dove assaporare paella, raclette, mussaka, spatzle e tanto altro. Oltre ai tanti produttori e botteghe artigianali, ad accogliere i visitatori ci saranno 28 Ristoranti e 19 Luoghi del Gusto. Se tra i ristoranti italiani si potrà scegliere tra le specialità da tutte le regioni, massiccia (e molto originale) è anche l’offerta internazionale ben rappresentata da Francia, Spagna, Grecia, Messico, Germania, Argentina, Austria, Arabia Saudita, Irlanda, Stati Uniti e anche Giappone e India solo per citarne alcuni. Tra i Luoghi del Gusto, oltre al biologico, si confermano i classici imperdibili tra Italia e resto del mondo, con il debutto di Africa e Georgia (da non perdere i Khinkali, ravioli di pasta fresca locali farciti con tanti ripieni differenti). La fiera è anche a misura di bambino: all’ingresso dei padiglioni 4/10 è allestita un’area bambini a cura di Leolandia con tanti servizi dedicati ai piccoli visitatori della fiera e alle loro famiglie. Animata da tanti servizi e show, “Leolandia in Fiera” è il posto ideale per divertirsi in assoluta sicurezza tutti i giorni dalle 12.00 alle 18.00 nella magica atmosfera del parco più amato d’Italia. Sono previste due aree gioco: una per i bimbi 4-7 anni e una per i bimbi 0-36 mesi (sempre con la presenza di un genitore o un adulto responsabile). L’area nursery, infine, offre un luogo tranquillo le neomamme con fasciatoi, poltrone per l’allattamento e scalda biberon. Anche quest’anno la campagna pubblicitaria di Artigiano in Fiera è stata realizzata in collaborazione con IED Milano attraverso un contest al quale hanno partecipato 15 giovani talenti di diversi corsi Triennali e Master IED Milano. L’illustrazione scelta, dal titolo Creazione Congiunta, è firmata dalla giovane graphic designer guatemalteca Mariana Porras e rappresenta diverse generazioni di artigiani riuniti in un laboratorio e accomunati dal valore della passione condivisa e trasmessa e della maestria al servizio della qualità. Presso la reception dei padiglioni 1/3 è attivo il centro servizi Kipoint di Poste Italiane dove è possibile richiedere la consegna a domicilio degli acquisti. Le tariffe variano a seconda dei pesi e degli ingombri della merce. L’ingresso ad Artigiano in Fiera è gratuito: ogni visitatore può ottenere il proprio pass sul sito artigianoinfiera.it in pochi e semplici click. I visitatori delle precedenti edizioni e i clienti della piattaforma online hanno già ricevuto il pass gratuito sul proprio indirizzo e-mail. I principali mezzi pubblici per raggiungere la manifestazione sono la linea M1 della metropolitana (fermata Rho Fiera), le linee del passante ferroviario (Trenord) e l’Alta Velocità (Italo). Nei giorni della fiera Trenord propone il biglietto “Trenord Day Pass” per raggiungere il polo fieristico da tutta la Lombarda al costo di 13 euro per un viaggio di andata e ritorno. Chi parte da Milano, invece, può utilizzare il biglietto a soli 4,40 euro per andata e ritorno. Per chi arriva in macchina, la disponibilità totale di parcheggi è di oltre 10.000 i posti auto. Ulteriori dettagli e aggiornamenti sul sito ufficiale artigianoinfiera.it e sui social della manifestazione, compreso il canale WhatsApp.
(Adnkronos) - Una storia di imprenditorialità al femminile, ma anche un visione di ampio respiro che unisce culture diverse. Da questo binomio nasce Kohaku, primo e unico ristorante di cucina kaiseki a Roma. A fondarlo Sabrina Bai, 28enne nata a Brescia da una famiglia di origini cinesi, trasferitasi a Roma con i suoi genitori, titolari di un’impresa di import export, dove abbraccia gli studi di Economia e management. Poi un viaggio in Giappone, che tocca le corde del suo cuore aprendole gli occhi su un panorama diverso. E' da qui che nasce il desiderio di portare quell’angolo di Oriente a Roma. E lo fa attraverso una passione innata, quella per il mondo della gastronomia, che condivide con suo padre, che diventerà il suo più importante compagno di viaggio e di studi nell’approfondimento della cucina giapponese. Dopo diversi corsi e stage in Giappone, la prima avventura gastronomica di Sabrina Bai si chiama Shiroya, ristorante della tradizione giapponese in stile Izakaya, la trattoria nipponica, aperto nel 2019 a soli 23 anni, che subito ottiene la menzione nella Guida Michelin. I viaggi e gli studi di approfondimento continuano e scopre un mondo più vasto, quello della cucina kaiseki, nata in occasione del diffondersi in Giappone della cerimonia del te, in cui il cibo diviene un importantissimo mezzo di comunicazione, non solo tra gli uomini, ma anche tra l’uomo e la divinità, tra l’uomo e la natura. Da qui l’idea di costruire il suo nuovo locale dove l’omotenashi (l’arte dell’ospitalità giapponese) scandisce il tempo e il canone estetico del wabi sabi, con le sue linee essenziali e i materiali naturali, trasporta l’ospite in una dimensione culturale diversa e unica. Così, a Roma, in zona via Veneto (via Marche 66), nasce Kohaku, primo e unico ristorante ad aver portato l’autentica cucina Kaiseki nella capitale, segnalato in guida Michelin a soli 4 mesi dall'apertura, e unico ad ottenere i Tre Mappamondi nella Guida dei Migliori ristoranti del Gambero Rosso sia per l’anno 2024 che per il 2025 e le Tre bacchette nella Guida Sushi del Gambero Rosso. Ogni giorno, dal lunedì al sabato, Kohaku accoglie i suoi ospiti con percorsi che si rinnovano con il proseguire delle stagioni. Un viaggio alla scoperta di un rituale antico e l’autentica esperienza della cucina kaiseki è ciò che accoglie il cliente che varca la soglia di Kohaku. “Qui si viene per provare un elegante pasto della tradizione che si snoda attraverso un importante percorso che alterna tante portate gastronomiche realizzate attraverso le tecniche culinarie e i principi della filosofia kaiseki”, racconta Sabrina Bai, alla guida di Kohaku che, nella lingua nipponica, vuol dire 'ambra'. "L’ambra - spiega - è una pietra dalla 'perfetta imperfezione' (o 'wabi sabi'), criterio che sta alla base del canone estetico giapponese e che si è sviluppato unitamente alla cucina kaiseki nel XII secolo. E come l’ambra, bellissima, si forma lentamente dalla resina, goccia dopo goccia, così il progetto culinario di Kohaku avrà bisogno del suo tempo per essere pienamente compreso e radicarsi". "Sia i romani che gli stranieri hanno accolto con grand e curiosità ed entusiasmo il nostro progetto per vivere, senza spostarsi dalla città, un’esperienza gastronomica autentica vocata all’alta cucina giapponese, che permette di compiere la scoperta della cultura del Sol Levante, partendo dalla tavola", sottolinea la proprietaria. All’ospite è data la scelta dell’esperienza da vivere: quella più immersiva del Kohaku Sushi Kaiseki al bancone oppure il menu degustazione, Kohaku Kaiseki da dieci o sei portate, seduti al tavolo in una formula ugualmente autentica che però permette sia di affidarsi allo chef (omakase) che di scegliere alla carta. Il rapporto esclusivo e diretto con lo chef è l’elemento che caratterizza l’esperienza del Kohaku Sushi Kaiseki ed è un rituale che si svolge sotto gli occhi dell’ospite, il quale riceve le pietanze, preparate espressamente per lui, direttamente dalle mani del cuoco. Il percorso di degustazione conduce gli ospiti in Giappone ed è vergato a mano su un foglio di pergamena dal cuoco stesso, che firma questo 'memoir' culinario. Ha inizio così un cammino complesso che (portata dopo portata, preparata espressa e presentata dallo chef con aneddoti e curiosità) propone un menu ideato per catapultare il commensale in uno dei più rinomati ristoranti kaiseki di Tokyo o Kyoto. Si viene accompagnati dalla musica giapponese tra il jazz e il lofi, che invita alla concentrazione, grazie a una playlist creata ad hoc per Kohaku dal sound designer Yiming Zhou. La cena kaiseki sushi completa comprende 12 portate, servite in un ordine rigoroso che segue un alternarsi del gusto e delle consistenze. Il calore del legno, i toni del verde salvia e dell’arancio Hermes delle sedute accolgono l’ospite, invece, nella sala del Kaiseki destinata alla degustazione della linea calda. Due sono i menu degustazione possibili, da dieci o sei portate, oppure si può optare per scegliere liberamente alla carta uscendo però dal percorso più propriamente kaiseki.
(Adnkronos) - Milano, 27 nov. - "Una delle grandi novità di questo Rapporto integrato di sostenibilità è che al nostro fianco, nel percorso di costruzione dei contenuti del rapporto e in una logica di miglioramento continuo, abbiamo voluto un comitato scientifico di indirizzo, che ha tra le sue punte di diamante il fisico Guido Tonelli e il già ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, da cui è nato il sistema di consorzi di filiera ed è stato il primo a mettere in atto quella che oggi chiamiamo economia circolare, ma che all'epoca era solo gestione migliore dei rifiuti. Ronchi è un attento conoscitore dell'evoluzione della normativa e degli aspetti legati alla necessità di mettere a disposizione delle istituzioni dati ed informazioni sempre più accurati. All’interno del comitato scientifico di indirizzo, abbiamo anche la vicepresidente di Confindustria Lara Ponti, con delega all'Ambiente”. Così Simona Fontana, direttore generale di Conai - Consorzio nazionale imballaggi, in occasione della presentazione del Rapporto di sostenibilità 2024 del consorzio. “Noi siamo un consorzio di oltre 700.000 imprese, produttori e utilizzatori di imballaggi - spiega Fontana - all'interno del quale il ruolo delle aziende private che producono e utilizzano imballaggi è fondamentale. Noi siamo le imprese che si occupano di gestire correttamente gli imballaggi che vengono utilizzati e che vengono da loro prodotti”. “L'altro referente che abbiamo all'interno del nostro Comitato scientifico di indirizzo è il professor Bellavite Pellegrini, docente universitario esperto della tematica degli Esg applicata al mondo delle imprese, che ci può dare quindi una chiave di lettura altrettanto interessante di quello che rappresenta il rapporto integrato di sostenibilità di Conai in questa fase di evoluzione della reportistica della sostenibilità delle imprese - aggiunge il direttore generale del consorzio, che prosegue - L'altra importante novità di questo Rapporto integrato di sostenibilità è legata al lavoro di attenta valutazione fatta con tutti i nostri stakeholder. Quello che noi presentiamo è quello che ci è stato chiesto di presentare dai nostri stakeholder, che vanno dalle istituzioni, abbiamo infatti un forte legame con il Mase e dal Mimit e i loro organi più tecnici, Enea da una parte e Ispra dall'altra, alle imprese nostre consorziate, fino all'ecosistema dei consorzi che fanno parte di Conai e che rappresentano coloro che rendono possibile il la trasformazione dei rifiuti di imballaggio in nuove materie” conclude Fontana. "Il nostro rapporto di sostenibilità di quest'anno fa una descrizione di come l'economia circolare, applicata alla corretta gestione degli imballaggi, rappresenti un valore per l'intera economia nazionale. Lo abbiamo fatto partendo per la prima volta da uno studio promosso insieme ad European House Ambrosetti per quantificare l'impatto economico su tutto il sistema nazionale del gestire bene i nostri imballaggi”. Lo dichiara Simona Fontana, direttore generale di Conai - Consorzio nazionale imballaggi, in occasione della presentazione del Rapporto di sostenibilità 2023 tenutasi a Milano. “Le aziende italiane, che utilizzano e producono gli imballaggi, si fanno carico dell'aspetto economico della loro corretta gestione a fine vita, pagando un contributo, chiamato contributo ambientale Conai - spiega Fontana - Questo è il miglior investimento che le aziende possono fare per la nostra economia, in quanto un euro di contributo ambientale vale 4,6 euro nell'economia reale. Questo è il principale risultato e la principale novità che portiamo oggi nel nostro rapporto integrato di sostenibilità”. “Quando parliamo di economia circolare e di sostenibilità, il nostro principale compito, come Conai, è garantire il corretto raggiungimento degli obiettivi ambientali e, di conseguenza - continua - delle ricadute positive per l'ambiente del gestire correttamente, attraverso riutilizzo e riciclo, gli imballaggi che vengono utilizzati dalle nostre imprese e da tutti noi nella vita quotidiana”. “Abbiamo potuto calcolare che nel solo 2023, grazie al riutilizzo e al riciclo degli imballaggi usati, è stato possibile risparmiare un’enorme quantità di CO2 pari a quella che si consumerebbe per fare 8mila viaggi in aereo intorno al mondo - sottolinea direttore generale di Conai - Se poi pensiamo anche al fatto che riciclare consente anche di ridurre i consumi di energia e, quindi, di rendere più efficienti i processi in cui viene utilizzato anche il materiale da riciclo, anziché il materiale primario, vediamo che il risparmio di energia che è stato generato nel solo anno 2023 è pari a quello del consumo della metà delle famiglie italiane”. “Numeri impressionanti che dimostrano ancora una volta come un piccolo pezzo del monte rifiuti (gli imballaggi sono solo l'8% del totale dei rifiuti che vengono prodotti in un anno in Italia) porta importanti risultati, quindi è un messaggio propositivo per fare in modo che il restante 92% possa contribuire maggiormente ai risultati positivi che stiamo presentando oggi nella corretta gestione degli imballaggi”, conclude.